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TOTALITARISMO IMPERFETTO:
In confronto al nazismo, si può effettivamente definire il fascismo un regime
totalitario?
Quando Hitler prende il potere, assume sia la carica di Capo del Governo che di
Capo dello Ctato; Mussolini è solo Capo del Governo, il Capo dello Stato è
ancora Vittorio Emanuele III. Bisogna tenere presente che l’esercito risponde al
Capo dello Stato, quindi nonostante la figura di duce e tutto quello che le ruota
attorno, non aveva effettivamente potere militare – mantiene la facciata
monarchica, sebbene il Re non conti nulla e sia letteralmente agli ordini di
nominalmente imperfetto;
Mussolini. Si può definire quindi il fascismo bisogna
però tener conto che la presenza della monarchia rappresenta un limite
successivo per il regime, che farà di tutto per essere totalmente riconosciuto.
Inserisce, oltre a quelli già presenti, il giuramento al fascismo. Quel
giuramento alla monarchia fatto dai militari, che era stata presente per
anni, è un appiglio psicologico nel momento in cui il regime decade.
Altro ostacolo è rappresentato dal mondo cattolico: contesa spirituale. La
concezione di totalitarismo è prevalentemente etica, come uno spirito o una
religione, per cui si cadenza la vita quotidiana con delle ritualità. Questo segno
uno stacco dagli altri regimi totalitari, (nel 1924 molti personaggi politici di
spicco intravidero questo nuovo elemento religioso di contesa) perché cambia il
modo di costruzione dei valori del Paese.
Dopo i patti lateranensi si apre un conflitto con la chiesa, ci sono movimenti
che proseguono una sottotraccia antifascista.
La via italiana al totalitarismo: è un caso particolare. Considerato per
imperfetto
questo rispetto al regime nazista.
Stati Uniti – ottobre 1929: forte periodo di crisi. Negli anni ‘20 paese era
in piena società di massa (100milioni di biglietti di cinema ogni settimana). Le
industrie dettavano legge e si autoregolavano, il paese era reduce
dall’immigrazione del 1800 che si stava americanizzando e si stava stabilendo
un sistema autoritario di stampo liberale. Cresce la disuguaglianza sociale e la
crisi è forte, si indebitano notevolmente perché lo stile di vita era votato
totalmente all’ostentazione della ricchezza – punto di riferimento ancora più
Self made man.
forte che per l’Europa. La crescita degli anni ’20 era gonfiata:
credito improprio e trasferimento di denaro verso la finanza – sistema azionario
della borsa, non a caso la crisi parte dalla borsa di Wall Street.
Forte puritanesimo: viene proibito l’alcool e ne favorisce la mafia –
specialmente quella italiana –; l’epoca del grande jazz; l’epoca del ku kluz klan
partito dal sud, di stampo suprematista.
Le azioni della borsa di New York cadono repentinamente, c’è una corsa alla
vendita che causa una caduta peggiore e un’enorme quantità di investitori si
ritrovano con azioni che non valgono più nulla. Si bruciano i patrimoni e molte
banche chiudono perché tutti avevano investito qualcosa. Totale black out del
sistema economico in poche ore. La distribuzione del reddito in quegli anni era
stata disorganizzata e disomogenea: molto debole. Già da qualche mese si
erano abbassati i livelli di consumo e c’era già una crisi di sovrapproduzione e il
valore azionario delle aziende inizia a scendere.
Un mese prima della crisi il presidente Hoover dichiarava di essere un pese
vicino alla sconfitta della povertà; durante la crisi si costruiscono tantissime
baraccopoli chiamate Hooverville, perché la colpa della crisi è attribuita a lui.
l’interdipendenza tra le nazioni
È un forte esempio di globalizzazione – era tale
che la Grande Depressione Americana arriva a tutto il globo in pochissimo
tempo.
Il nuovo presidente è Franklin Roosvelt nel 1932, dopo dieci anni di
Non
repubblicanesimo, gli americani danno fiducia ad un democratico.
dobbiamo aver paura era il suo motto, ogni settimana dava discorsi alla radio
dal caminetto; non si proponeva come uomo forte. Non si proponeva il
liberismo economico e nemmeno il protezionismo, per quanto era praticato, ma
si cerca di investire nella spesa pubblica. Aumentando la spesa, si crea nuova
domanda di consumo e l’impresa riprende a lavorare – rimettere in moto
l’economia. Questo contribuisce all’uscita dalla crisi del Paese; quantomeno
ridando lavoro. L’economia rinasce veramente gli investimenti nell’industria
delle armi alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale; milione di persone pagate
dallo stato impiegate nella produzione; si costruiscono infrastrutture (spesso
per l’istruzione) che non migliorano la crisi nell’immediato, ma su larga scala
temporale.
Lezione 11
Germania, Russia e Italia hanno differenze notevoli, ma hanno un regime
totalitario (concetto politico e forma di stato) con quattro punti comuni:
- Assenza di stato di diritto: concetto che deriva circa dal 1700, garantisce
al proprio cittadino una serie di diritti civili e politici – non sociali. La legge
è uguale per tutti e garantisce le libertà di base. L’Unione Sovietica sul
piano costituzionale aumenta i diritti, a differenza degli atti del fascismo
e del nazismo (si introducono notevoli diritti per le donne).
- Partito Unico: c’è ne è solo uno riconosciuto; Nazionale Fascista,
Nazionalsocialista, Nazional Bolscevico.
- Unica figura di potere al comando: Benito Mussolini – Duce, Adolf Hitler –
Fuhrer, Stalin.
- Accentramento del potere: la struttura dello stato è centralizzata e
ricondotta al comando dal partito unico (o dai suoi organi) e al capo.
I cittadini tornano ad essere sudditi.
L’aspetto di mobilitazione politica non riguarda solo i regimi totalitari, i grandi
eventi erano usati anche nei paesi democratici per propaganda politica – è
simbolo di modernità. Nei regimi è una costruzione estetica di grandissimo
spessore. Nazione Fascista, fork – razza,
In Italia il concetto di fondo è la in Germania è il
classe operaia;
in Unione Sovietica è la questo mostra una notevole differenza
ideologica. Tutte e tre hanno una forte volontà rigeneratrice: costruzione di un
uomo nuovo, militarista e forte degli ideali costruiti dal regime.
La nazionalizzazione delle masse non nasce con i regimi totalitari, ma
li si sviluppa fortemente.
Tutti questi regimi si nutrono della guerra; basti guardare alla contrapposizione
(endiadi) amico/nemico, rapporto di inclusione ed esclusione – la costruzione
dell’identità e del senso di appartenenza si rafforza nell’identificazione di un
nemico. Il nemico per eccellenza in quest’epoca è l’ebreo.
Perdita del concetto di umanità nell’universo concentrazionario: luogo più
basso dove si perde contatto con l’umano – secondo Hannah Arendt.
L’avvento al nazismo: Hitler assume sia i poteri di capo di governo che di capo
dello stato – contrario a Mussolini che mantiene formalmente in carica il Re.
Nazismo: totalitarismo perfetto; Fascismo: totalitarismo imperfetto.
1922-1923 Hitler è in galera e scrive il Mein Kampf in cui espone il suo
programma politico; quando sale al potere tutte le azioni economiche e
politiche sono orientate alla costruzione della guerra – è pianificata negli
elementi ideologici del totalitarismo, lo si riscontra nel clima interno al paese.
Razzismo di stirpe: dal 1935 con la presa di potere le leggi razziali entrano in
vigore con i primi campi di concentramento, fino a giungere alla Seconda
Guerra Mondiale con la Shoà (sterminio sistematico di tutti gli ebrei).
L’Italia sostiene la superiorità biologica rispetto agli ebrei, ma non si può
Razzismo biologico:
considerare il Paese razzista. faccetta nera – durante la
guerra etiopica c’è uno scivolamento verso il razzismo di stirpe.
Lezione 12
Hannah Arendt parla di perdita di contatto della persona con la vita politica:
polis
significa anche perdita di dignità. La dimensione sociale della crea la
nostra identità (siamo animali sociali, dalle relazioni noi creiamo noi stessi). Il
fascismo con l’irreggimentazione totale – corpo e anima – porta ad alienazione.
Il campo di concentramento è riconoscibile all’occhio umano, ne abbiamo forte
memoria associata ad emozioni negative.
La banalità del male: (testo della Arendt) processo a Tel Aviv contro un
criminale di guerra; molti dei quali erano stati aiutati ad emigrare in sud
America per scappare ai processi, uno di questi fu ritrovato e incarcerato in
Israele. L’uomo parla dei suoi crimini e mostra di aver perso totalmente il
valore della vita umana – banalità delle affermazioni, parla di morti come di
carta bollata.
La Shoà: non si usa l’espressione genocidio, nonostante lo sia stato, perché
non è sufficiente per esprimere il concetto. Il termine genocidio giuridicamente
indica un’istituzione con i suoi apparati che crea forte discriminazione
etnica/religiosa con l’intento di distruggere quella comunità e porta a stupri,
spostamenti di masse, uccisioni, ecc.. L’internazionalità del fenomeno, su scala
mondiale, e nemmeno solo su base religiosa, ma su discendenza genetica,
porta a parlare di olocausto (soluzione finale, così chiamata da Hitler) – circa 6
milioni di morti. sacrificio,
La parola israeliana Shoà significa punto di vista ebreo.
Non è l’unica uccisione di massa della storia.
Si può parlare di prima e dopo Aushwitz, importante nella costruzione della
memoria storica che è diventata ridondante e talvolta esagerata. In Italia sotto
il fascismo ci furono 340 campi di concentramento; il ministero dell’interno ha
introdotto luoghi di detenzione in cui sia ebrei che oppositori erano imprigionati
– intesi quindi nel loro senso letterale, di cui poi alcuni sono diventati campi di
lavoro e di sterminio. Bolzano e Fossanova erano veri e propri campi di
sterminio, anche se non allo stesso livello della Germania. Il rastrellamento del
Ghetto nel 1943 per deportare nei campi di concentramento tedeschi, ne
tornarono poco più che una decina.
La Seconda Guerra Mondiale coinvolge letteralmente tutto il mondo: Europa,
Nord Africa e il Pacifico sono le aree in cui la guerra viene combattuta e per la
prima volta si tocca il “territorio” Americano – una base navale nei Caraibi,
Pearl Harbour nel 1941 dai Giapponesi.
Nel 2001 con l’attacco alle torri gemelle a New York, il paragone fu proprio con
il ’41, considerato un atto di guerra.
È anche una guerr