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Il rapporto tra storia e televisione

Tre grandi era della TV

John Ellis ha diviso la storia sociale della TV in tre età:

  1. Età della scarsità: avvento della TV nel contesto domestico e come principale mezzo di informazione e intrattenimento. In Europa è nelle mani dello Stato e si configura come servizio pubblico.
  2. Età della disponibilità (anni '70-'80): il fenomeno della deregulation avvia il legame della TV con le nuove tecnologie e permette l'aumento dell'offerta televisiva. In Italia nasce la TV privata/commerciale.
  3. Età dell'abbondanza: grazie alla nuova tecnologia digitale, si diffonde l'idea di personalizzazione del consumo, la TV si stacca dalla propria piattaforma tradizionale per confluire su nuovi strumenti (DVD, computer, satellite, digitale, web, telefonini, i-pod) e l'offerta si moltiplica ulteriormente e si specializza (broadcasting diventa narrowcasting).

Ogni nuova tecnologia definisce il suo

  1. tv on-demand: è la tv che si adatta alle esigenze degli spettatori e non viceversa;
  2. tv sul web: è la tv della libera espressione (meno censura), a portata di tutti (costi bassi e possibilità di rendere disponibile il canale con pochi mezzi, a tutti e ovunque) e caratterizzata dal user generated content (lo spettatore è autore e produttore). La versione base è rappresentata da YouTube e quella più elaborata da Current Tv;
  3. tv del cellulare: è la tv che ha riscosso grande successo nell'Estremo Oriente, la tv miniaturizzata e con un contenuto breve.

Noi concentreremo lo sguardo sul ruolo che la televisione ha rivestito nelle trasformazioni sociali e del costume del nostro paese nel periodo del boom economico, ovvero gli anni a cavallo tra la fine dei '50 e le soglie dei '60.

Rapporto storia e TV

Anche la televisione ha assunto un ruolo sempre più importante per la ricerca storica perché:

cominciare dalla sua comparsa negli anni '50, è diventata sempre più centrale nel cogliere i nuovi connotati della società di massa. Non è infatti uno strumento di élite o limitato alle classi colte (come la scrittura); è capace di incidere sulle scelte e sui comportamenti collettivi; è capace di influire sulla formazione dell'opinione pubblica; è capace di alimentare i delicati meccanismi della memoria di un Paese; in qualche caso si è rivelata in grado di determinare gli eventi storici oltre che raccontarli. Televisione e politica tra Prima e Seconda Repubblica La DC usava la RAI per costruire consenso; i partiti lottavano per il controllo della RAI per avere accesso agli strumenti per costruire consenso. Dall'epoca del boom è cambiato tutto: è cambiata la televisione, è cambiata la politica, è cambiato il rapporto tra televisione e politica. Dell'Italia di oggi latelevisione (II Repubblica agli anni '90), più che a indirizzare i voti si presta a rispecchiare le identità e i comportamenti più profondi. Nella cosiddetta Seconda Repubblica sembra essersi creato un isomorfismo (due insiemi che si sovrappongono lasciando intatte le rispettive identità) tra sistema politico e società. La televisione si è assunta il compito di fornire un modello identitario in cui gli elettori possano identificarsi. A prescindere dai riferimenti etnici e territoriali, tutti gli italiani del Nord e del Sud sono invitati a riconoscersi in un'appartenenza comune che si definisce intorno alle categorie del mercato, della produzione, di una perfetta coincidenza tra valori morali e interessi materiali. La stessa nuova classe politica, nell'esercizio di una sollecitazione continua del proprio elettorato, esibisce un potere politico e televisivo che si presenta "naturalmente" come il rispecchiamento di una
  • strumento di narrazione storica

In questo primo caso il piccolo schermo può essere un utile strumento per raccontare la storia e stimolare il pubblico a conoscere pagine e momenti del passato. Aldo Grasso ha suggerito la possibilità di distinguere almeno quattro tipi principali di programmi che veicolano la storia al pubblico:

  1. trasmissioni in cui nulla è lasciato all'invenzione o alla finzione, come ad esempio i documentari. Anche i documentari però non possono considerarsi fonti tout-court, devono quindi essere analizzati più per l'interpretazione dei fatti che propongono che per i fatti stessi;
  2. programmi a vocazione storica in cui la ricostruzione serve a restituire il passato nel modo più fedele possibile.
(contesto storico estremamente accurato); 3. programmi dove la storia non è il fine ma il mezzo per narrare un'altra storia (esempio film di guerra o fiction "storiche"). Le fiction catturano un pubblico vastissimo e svolgono una funzione importante per la ricerca di una memoria condivisa. Ma hanno dei limiti evidenti: eccessiva focalizzazione sui personaggi a scapito dell'inquadramento delle vicende nel contesto storico. Nelle fiction dedicate a grandi protagonisti del nostro passato recente quasi sempre il risultato è un'agiografia molto semplicistica. 4. Film in costume dove il passato serve ad evocare una realtà onirica, caratterizzata da scenografie e costumi esotici che contribuiscono a rendere la storia un semplice pretesto. agente di storia La Tv cioè tende a diventare lo strumento principale di "certificazione della realtà" (terroristi e attentati sugli orari dei telegiornali, politici e annunci ai telespettatori)

Chescavalcano il dibattito in Parlamento). Quindi anche mezzi di comunicazione dimassa definiscono il grande spazio pubblico della storia nazionale, oltre allo Stato,partiti di massa, mercato. In Italia la televisione sembra aver dispiegatomassicciamente la sua potenza di agente di storia intervenendo pesantemente nellasfera della politica.fonte per la ricerca.

Nella dimensione di fonte per lo storico, sono importanti soprattutto gli elementiinvolontari riscontrabili all'interno di un programma televisivo.

Il programma di Pippo Baudo degli anni '80 racchiude lo spirito di quegli anni,quando "la traiettoria dalla solidarietà all'egoismo" si era definitivamentecompiuta e sulle macerie delle ideologie egualitarie degli anni Settanta eranata una nuova dimensione antropologica degli italiani, quel modello "casa-capannone" che, oltre a produrre il "miracolo" economico del Nord-Est, avrebbe fattoda sfondo identitario alle trasformazioni

politica degli anni Novanta. La TELEVISIONE DEL BOOM La "prima" età nella storia della TV nasce all'interno della II legislatura. Le elezioni del '53, condotte secondo la riforma elettorale definita dalle opposizioni come "legge truffa", in realtà penalizzano la stessa DC che l'aveva voluta. Inizia un processo di indebolimento della formula "centrista". La DC avverte l'esigenza di allargare le basi del consenso dilatandosi verso dx e sx. Nel corso della II legislatura si avvicendano ben 6 governi, sempre a guida democristiana ma con il PSDI (Partito Socialista Democratico Italiano) e il PLI: De Gasperi VIII (1953), Pella (1953-1954), Fanfani I (1954), Scelba (1954-1955), Segni I (1955-1957), Zoli (1957-1958). Dopo la morte di De Gasperi (agosto '54) si formano diverse correnti all'interno della DC ma la figura di riferimento del partito diventa Fanfani. La Tv italiana che muove i primi passi proprio in quella stagione.

La politica è in mano a un'élite fanfaniana che affida la direzione a Ettore Bernabei. Bernabei disegna per la TV di Stato un profilo che rispecchia lo spirito di una borghesia medio-alta e si rivolge quindi alla sola classe sociale in grado di acquistare il costoso apparecchio. Negli anni del boom economico la riuscita dei primi programmi di rievocazione storica è abbastanza controversa, soprattutto da parte dei comunisti e del movimento di resistenza.

Lo "sceneggiato" compie i primi passi a cavallo tra gli anni '50 e '60. Si tratta di adattamenti televisivi tratti da romanzi. Nella scelta prevalgono i classici dell'800, quando il "romanzo" era il genere letterario di riferimento della comunicazione storica. Sono serie di 4/5 puntate realizzate da registi che finiscono per legare il loro nome a quel genere. La prima realizzazione è "Il dott. Antonio" (romanzo di Giovanni Ruffini, 1855), una storia d'amore ricca di valori patriottici.

morali ambientata in pieno risorgimento. Vengono "sceneggiati" per il piccolo schermo i più grandi romanzi dell'800: Cime tempestose; Orgoglio e pregiudizio; Umiliati e offesi, l'Idiota e Delitto e castigo; Le anime morte. Fra '58 e '63 viene ripresa la grande stagione del romanzo realista francese e inglese. Il romanzo italiano è presente con La Pisana ed il "romanzo storico" per eccellenza, I Promessi Sposi e l'Alfiere e i Giacobini. Secondo la classificazione proposta da Aldo Grasso questi sceneggiati sono tutti utili strumenti di divulgazione storica. Tra la fine del '63 e l'inizio del '64, infine, viene realizzata anche quella che potrebbe essere definita la prima fiction, ovvero Giuseppe Verdi. Quiz intrattenimento In quel periodo cominciano ad affermarsi anche programmi più leggeri e di puro intrattenimento che si trasformano in fonti per la conoscenza della società di quel periodo storico. Lascia o

raddoppia è il primo e più noto quiz televisivo. Realizzato a Milano per quattro stagioni dal novembre '55 e presentato da Mike Buongiorno. Struttura semplice: una serie di quesiti sempre più difficili proposti ai concorrenti su una materia da loro prescelta. Il programma porta alla ribalta personaggi tipi di diversa estrazione e provenienza geografica. Gli spettatori, raccolti a folti gruppi nei locali pubblici seguono con emozione sospesa le performance di questi concorrenti. Il quiz di Mike Bongiorno è talmente popolare che sulla scia del suo successo, nel '56, viene prodotto un film. Nel dicembre 1957, dagli studi di Milano parte il fortunatissimo Musichiere, varietà del sabato sera presentato da Mario Riva. La struttura del programma è molto semplice. Pilastro della trasmissione è il conduttore, capace di stabilire un contatto diretto e familiare con il pubblico a casa. Il successo del programma, basato sulle canzoni, si inquadra

in una

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A.A. 2021-2022
62 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilaria000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Colombo Paolo.