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LA CRISI DI LUGLIO

28 giugno 1914 Francesco Ferdinando assassinato a Sarajevo.

Joy: "Spirito del 1914"

Sorta di forma mentis fortemente condivisa dalle popolazioni dei paesi che entrano in guerra secondo cui la guerra risolve i problemi, dopo 40 anni di pace è l'ora di fare la guerra.

Quando viene ucciso nessuno si aspetta che deve scoppiare la guerra. Il governatore della Bosnia-Erzegovina...

Politicamente significativo nel momento in cui sosteneva l'idea di un impero che fosse trialista, e che riconoscesse anche l'elemento slavo, una parità di diritto accanto a quello magiaro e tedesco.

Nel momento in cui viene ucciso tutti vogliono tenere sotto controllo la situazione.

Lezione 12: 20 marzo

LA CRISI DI LUGLIO

28 giugno 1914 (festa nazionale dei serbi, la visita viene vista come una provocazione):

Francesco Ferdinando assassinato a Sarajevo. Ancora una volta nessuno si aspetta che deve scoppiare la guerra.

Francia e Russia fanno presente che si deve fare

Tutto il possibile per tenere sotto controllo la situazione. Francesco Ferdinando sosteneva l'idea di un impero di tipo federativo, che fosse trialista, che riconoscesse, anche all'elemento slavo, una parità di diritti accanto a quello magiaro e tedesco. Il progetto della grande Serbia non ha senso, perché gli slavi stanno bene all'interno dell'impero asburgico. Quando viene ucciso, tutti vogliono mantenere sotto controllo la situazione. La Mano Nera, organizzazione serba (terroristica): ci sono diretti legami tra l'organizzazione e i servizi di informazione dell'esercito serbo (il capo di una è il capo anche dell'altro). Si va a uccidere non solo l'erede al trono, ma anche un personaggio che, con le sue particolarità, era sostenitore dell'idea trialistica (impero riformato nella direzione di un riconoscimento dei diritti dell'elemento slavo all'interno dell'impero). La proposta politica del

è quella di dire che attraverso la realizzazione del progetto nazionale serbo, si creerà il nucleo di un grande stato per gli slavi del Sud (anche sloveni, croati, boemi), quello che poi diventerà la Jugoslavia. Questo tipo di progetto implica la dissoluzione dell'Austria-Ungheria. La politica dell'Austria-Ungheria identifica questa minaccia e ritiene che l'unica soluzione percorribile sia quella di eliminare questa minaccia, schiacciare il nazionalismo serbo: bisogna regolare i conti con la Serbia, per farlo deve entrare in una forma di protettorato sotto il controllo dell'Austria-Ungheria. La Serbia porta avanti per sé questo suo progetto nazionale, ma la Serbia rientra all'interno di una sfera di protezione della Russia. Non è un processo predeterminato, ci sono momenti e decisioni, che a un certo punto mettono in moto la sensazione di essere ingranaggi di una macchina che si muove per conto suo. InizialmenteNon è chiaro cosa bisogna fare, ma bisogna tenere conto un elemento umano (chi prende le decisioni). Si discute a Vienna su cosa bisogna fare: si scarta l'idea di una guerra immediata. Non si è sicuri se la Germania possa appoggiarla. Una persona significativa è Alexander Hoyos: un magnate, capo del gabinetto del ministero degli esteri. Sostiene che la soluzione necessaria è quella di andare in guerra, costi quel che costi. Cruciale è avere l'appoggio della Germania. Lunga polemica su quanto la Germania avesse premeditato la guerra europea. Passa l'idea che ciò che è successo è dovuto a un fallimento generale. La colpa non è, non è uno solo il colpevole. La verità diplomatica è che la Germania è la colpevole; la verità storica è che in realtà è l'Austria-Ungheria che ha chiesto la guerra. Decisioni prese: 5 luglio: in un consiglio.

Ristretto con Guglielmo II pare si raggiunga a rettatamente la decisione di sostenere l'Austria-Ungheria anche in caso di intervento russo (non possono perdere l'unico alleato che è rimasto). Ancora non è successo nulla.

7 luglio: al consiglio dei ministri imperiale austro-ungarico (ministeri che valevano per tutta l'Austria-Ungheria + due ministri austriaco e ungherese) si decide di regolare i conti una volta per tutte con la Serbia (questa è l'opzione della guerra) inviandole un ultimatum inaccettabile, nonostante si faccia presente il rischio di guerra con la Russia. Si fanno richieste in modo che la Serbia non possa accettare, per far sì di muovere guerra. Si minaccia la guerra europea! La Russia non lascia più perdere.

Ancora una volta è Guglielmo II che impone all'ambasciatore tedesco a Vienna di non intromettersi nella decisione del governo austro-ungarico: la decisione della Serbia deve essere dell'Austria-Ungheria.

Hew Strachan,

storico che dice che ciò che è straordinario è che i tedeschi abdichino da ogni responsabilità. Questo perché i tedeschi ragionano su uno scenario più ampio, quello di accerchiamento militare in cui la Germania ritiene di essere arrivata. Ritiene che la Russia ha ragioni intenzioni aggressive. Avventurismo: serve a testare le intenzioni della Russia, della cui aggressività i tedeschi sono convinti e ritengono che, se si deve combattere, sia meglio farlo prima che il riarmo russo sia completato. Il principio di localizzazione esclude possibili mediazioni. Non è una novità questo ragionamento, il problema è che cominciano a farlo in tanti, con un timore in più, quello delle conseguenze di una scon tta dal pdv diplomatico ed’immagine nell’immediato: una percezione di debolezza muove questi ragionamenti; questo fa si che questo tipo di ragionamento, in questo caso, diventi particolarmente pericoloso. Questa

è l'idea che anima le discussioni a Berlino. La posizione della Germania è quella di dire che la Germania sarà un paese alleato; diplomaticamente la Germania dice che la crisi è un problema dell'Austria-Ungheria. Così facendo non è più possibile lo sbocco che precedentemente si è sempre risolto pacificamente (alleato che fa pressioni affinché si trovi la pace). La decisione è quella della guerra contro la Serbia: questo avviene non nell'immediato, ma passeranno altre tre settimane. 19 luglio: occorrono tre settimane per convincere il primo ministro ungherese per Istvan Tisza ad appoggiare l'attacco contro la Serbia, non desiderando aumentare il numero degli slavi dell'impero. 23 luglio: viene mandato l'ultimatum austro-ungarico alla Serbia (Belgrado), se accettato, la trasformerebbe in una sorta di protettorato. Si fa un elenco di richieste che devono essere accettate in toto: il governo serbo.

deve impegnarsi a distruggere il nazionalismo serbo.

21-23 luglio: la Francia e Russia erano alleati: il presidente della Repubblica francese Raymond Poincaré e il presidente del Consiglio dei ministri René Viviani si trovano a San Pietroburgo, ma non esercitano alcuna spinta moderatrice sulla Russia per timore di incrinare l’Intesa. Se la guerra scoppia davvero si troverebbero da soli contro la Francia.

24 luglio: la Russia è disponibile a sanzionare la Serbia, ma non può accettare che venga sopra atta per timore di perdere prestigio e influenza nei Balcani.

Alla fine di luglio entrano seriamente in gioco i militari: tutti gli stati maggiori iniziano a insistere in modo che vengano prese le necessarie per la mobilitazione immediata.

26 luglio: Nicola II ordina la mobilitazione parziale contro l’Austria-Ungheria per dissuaderla dall’attaccare la Serbia e per indicare alla Germania che non desidera una guerra europea.

28 luglio:

L'Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia

30 luglio: mobilitazione totale russa, dando per scontato che la guerra contro l'Austria-Ungheria avrebbe coinvolto la Germania. A questo punto scatta la sensazione dell'automatismo: di fronte alla mobilitazione della Russia, tutti iniziano a muoversi perché non ritengono di poter aspettare ancora. Lo stato maggiore tedesco chiede a sua volta la mobilitazione generale ed esorta quello austro-ungarico a mobilitare per forzare la sua decisione. Sono i militari che dialogano per costringere il potere politico a una situazione di cile.

31 luglio: ultimatum tedesco alla Russia in cui si chiede di smobilitare entro 12 ore; loro non smobilitano

1 agosto: la Germania dichiara guerra alla Russia e alla Francia (è la prima delle varie dichiarazioni di guerra). Un paio di giorni dopo si dichiara guerra anche alla Francia: da molto tempo i militari tedeschi pianificano sull'idea dell'accerchiamento, dando per scontato

che se scoppia una guerra va combattuta contemporaneamente su due fronti: contro la Russia e contro la Francia, in quanto alleate. In questo momento non c'è nessuna ragione per dichiarare guerra alla Francia; c'è un solo piano operativo, non possono usare un esercito di massa senza un piano. La prima operazione che verrà fatta sarà quella di invadere la Francia, seguendo il piano originale (presa di sorpresa passando attraverso il Belgio, che era neutrale). Il potere politico in Francia mette in riga i militari: non devono fare un passo (linea di demarcazione); devono essere i tedeschi a invadere (la Germania deve dichiarare guerra alla Francia, non il contrario). Questo è così importante perché se la Francia si trova ad essere aggredita, c'è una chance in più di poter ottenere un aiuto dalla Gran Bretagna. È evidente che le cose stanno andando male. 3 agosto: la Germania viola la neutralità belga perinvadere la Francia. È la ragione giuridica della dichiarazione di guerra: la Gran Bretagna era la garante della neutralità del Belgio. Alla fine di luglio il ministro inglese dichiara che la Gran Bretagna non è parte dell'alleanza franco-russa, ma quando la guerra scoppia il problema è capire cosa fare. Ci sono 2 opzioni: Opzione della neutralità: è quello su cui contano i tedeschi: credono che ci sia una reale possibilità che la Gran Bretagna resti neutrale; la Gran Bretagna ha un grande impero globale, la sua sicurezza è quella di avere buoni rapporti con la Francia e con la Russia. Se non si interviene si mette in pericolo l'impero britannico. Se gli inglesi non intervengono e vincono i tedeschi, se la Francia viene spazzata via, si pongono direttamente sotto minaccia le isole britanniche in quanto tali. Non è nell'interesse del Regno Unito che la Francia venga spazzata via. È a questo punto che

dichiara guerra: anche se restasse fuori

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A.A. 2022-2023
127 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aalessia_10 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della cultura contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Elli Mauro.