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STATO E SOCIETÀ NELL’ITALIA UNITA

L’Italia nel 1861

Alto tasso di analfabetismo – no uso di lingua italiana ma di dialetti – molte città ma

senza industrie importanti che erano dislocate fuori dai centri – molti italiani nelle

campagne e contadini – molti impegnati in agricoltura, poi industria e poi terziario –

agricoltura non favorita da condizioni naturali: molte terre incolte o paludose quindi

agricoltura povera con grandi varietà di colture e assetti produttivi: solo in pianura

padana aziende agricole moderne con agricoltura e allevamento condotte con criteri

capitalistici e manodopera salariata, poi aziende a conduzione familiare. Italia

centrale: mezzadria terra divisa in poderi di cui ognuno produceva per il

mantenimento della famiglia e il pagamento del canone per il padrone a cui era dato

metà prodotto, il contadino inoltre provvedeva alle spese di manutenzione ostacolo a

innovazione tecnica. Mezzogiorno e isole: latifondo grandi distese con grano con

popolazione in pochi borghi rurali, contratti agrari arcaici basati su scambi e rapporto

tra coltivatore e padrone di dipendenza. Campagne italiane: autoconsumo e scambio,

basso livello di vita, i contadini si nutrivano di pane quindi malattie e denutrizione,

case piccole e malsane. No dati statistici, no rete ferroviaria, rete stradale carente.

La classe dirigente: destra e sinistra

6 giugno 1861: RIP Cavour e i suoi successori tennero la sua politica rispettosa di

libertà costituzionali e accentratrice, liberista in economia e laica.

Gruppo dirigente nei primi 15 anni dopo 1861: piemontesi, lombardi, toscani,

meridionali in minoranza visione politica e sociale omogenea. Nei primi anni dopo

1861: maggioranza a destra: gruppo di centro moderato (la vera destra si era esclusa

non riconoscendo l’autorità dello stato); opposizione: vecchia sinistra piemontese,

patrioti mazziniani o garibaldini. Sinistra base sociale più ampia: piccolo – medio

borghesi, operai e artigiani del nord. Sinistra: suffragio universale, decentramento

amministrativo e completamento dell’unità. Paese legale: molto diverso dal paese

reale la legge elettorale dava il diritto di voto solo a cittadini con 25 compiuti, che

sapessero leggere e scrivere e pagassero almeno 40 lire di imposte l’anno così solo il

2% votava! Quindi carattere oligarchico e personalistico della vita politica: isolamento

di classe dirigente.

Lo stato accentrato, il mezzogiorno, il brigantaggio

Destra: riconosceva la validità di un sistema decentrato basato sull’autogoverno delle

comunità locali ma dovettero controllare capillarmente il paese tramite un modello di

stato accentrato. Tra ’59 e ’60 La Marmora aveva varato importanti leggi talvolta

aveva esteso le leggi piemontesi, aveva emesso la legge Casati sull’istruzione: sistema

scolastico nazionale e istruzione elementare obbligatori, legge Rattazzi: governo dei

comuni affidato a un consiglio eletto a suffragio ristretto e a un sindaco di nomina

regia e faceva delle province le circoscrizioni amministrative più importanti ponendole

sotto il controllo dei prefetti.

Mezzogiorno: malessere, ostilità verso il nuovo ordine politico, bande di briganti che

assalivano piccoli centri massacrando e incendiando archivi comunali lotta del

governo al brigantaggio, nel ’63 legge che istituiva regime di guerra nelle regioni

soggette a brigantaggio. Divisione di terreni demaniali con scarsa incisività senza

affrontare problema delle usurpazioni compiute dai grandi proprietari o dell’abolizione

degli usi civici, no risultati dalla vendita dei terreni dell’asse ecclesiastico.

Stato e società nell’Italia unita

Destra storica: doveva uniformare diversi sistemi monetari e fiscali, rimuovere le

vecchie barriere doganali e costruire rete di comunicazioni; per fare ciò si ispirò alla

politica di Cavour in Piemonte legislazione doganale del Regno sardo basata su

principi liberisti fu estesa a tutto il territorio; ci fu rapido sviluppo delle vie di

comunicazione; nuovi rapporti di scambio (vantaggio per colture specializzate del

mezzogiorno); progressi in tutto i settore agricolo; sviluppo di industria di seta ma

declinò produzione di lana e i settori siderurgico e meccanico; liberismo: le poche

industrie del sud sparirono per la caduta dei dazi protettivi grazie a cui si erano

sviluppate.

Politici italiani: abituati al liberismo rapida integrazione nel contesto economico

europeo.

Sviluppo agricolo ’60 – ‘70 accumulazione di capitali grazie a cui si realizzarono le

infrastrutture.

20 anni dopo unità: nazione più unita ma non molto più ricca e non c’era stato un

grande sviluppo; il tenore di vita non era particolarmente migliorato e in alcuni casi

era anche peggiorato anche per via della politica fiscale: c’erano state alte spese nel

campo delle comunicazioni, dell’amministrazione pubblica, dell’istruzione e

dell’esercito pressione fiscale inizialmente equilibrata: imposte indirette e

tassazione diretta! Ma dopo il ’66 ci fu una crisi internazionale dopo la guerra contro

l’Austria quindi i governi tra ’66 e ’69 dovettero adottare diverse misure accelerate

operazioni di incameramento e liquidazione dell’asse ecclesiastico, nel ’67 fu introdotto

il corso forzoso, furono inasprite le imposte indirette, nell’estate del ’68 fu varata

nuova tassa sulla macinazione dei cereali (tassa sul macinato) che era quindi una

tassa sul pane e colpiva molto le classi povere agitazioni sociali e durissima

repressione. La politica però ottenne dei risultati e nel 1875 il bilancio era in pareggio

ma nel frattempo c’erano sempre più scontenti: protesta di ceti popolari, malcontento

del Mezzogiorno, reazioni per pressione fiscale e centralismo amministrativo, pressioni

di industriali e gruppi bancari per una politica economica meno rigida per avere la

possibilità di formare ricchezze private.

Il completamento dell’unità

Destra storica: si doveva occupare anche di completare l’unità: Veneto, Trentino,

Roma, Lazio! Tutti erano d’accordo su questo ma la destra voleva inserire l’Italia tra le

potenze europee mentre la sinistra restava fedele all’idea della guerra popolare e

spingeva per Roma capitale!

Roma papa e corpo di occupazione francese che era alleato italiano.

Italia 99% cattolici, il clero in certe zone era l’unica presenza organizzata e l’unico

punto di riferimento culturale.

Subito prima unità Cavour aveva avviato trattative col Vaticano per trovare

soluzione che assicurasse a papa e clero piena libertà di esercitare magistero spirituale

in cambio di rinuncia a potere temporale e a riconoscimento del nuovo stato: esito

bloccato per intransigenza di Pio IX e ciò diede spazio a iniziativa dei democratici

giugno 1862 Garibaldi era in Sicilia dove annunciò il progetto di spedizione contro

stato pontificio (le autorità non lo sconfessarono né fecero nulla per bloccare i

volontari) ma Napoleone III fece capire che avrebbe impedito un attacco a Roma così

Vittorio Emanuele II dovette sconfessare l’idea di Garibaldi e poi decretò lo stato

d’assedio in Sicilia e nel Mezzogiorno. 29 agosto 1862 2000 volontari sbarcati in

Calabria sotto il comando di Garibaldi furono intercettati sulle montagne

dell’Aspromonte dall’esercito regolare: ci fu uno scontro e Garibaldi fu arrestato per

poco tempo. Scontro di Aspromonte i governanti italiani volevano ristabilire buoni

rapporti con la Francia così riallacciarono i rapporti con Napoleone III e nel settembre

1864 conclusero la Convenzione di Settembre con cui si garantiva il rispetto dei confini

dello Stato Pontificio e si otteneva in cambio il ritiro delle truppe francesi dal Lazio

per suggellare l’impegno il governo trasferì la capitale a Firenze.

1866 Bismarck propose all’Italia un’alleanza italo – prussiana perché si apprestava

a combattere l’Impero Asburgico, l’Italia partecipò e fu decisiva perché impegno parte

dell’esercito austriaco rendendo possibile la vittoria della Prussia a Sadowa. Italia si

scontrò con le forze austriache che erano inferiori per terra a Custoza il 24 giugno 1866

e per mare il 20 luglio 1866 presso l’isola di Lissa gli alti comandi fecero errori di

valutazione; gli unici successi vennero dai Cacciatori delle Alpi che erano in Trentino

comandati da Garibaldi. Nel frattempo la Prussia che aveva raggiunto i suoi obiettivi

chiese un’armistizio pace di Viena del 3 ottobre 1866 da cui l’Italia ottenne solo il

Veneto senza la Venezia Giulia e Trentino che erano abitate da italiani e comprese nei

confini naturali proteste e agitazioni! La guerra lasciò inoltre strascichi finanziari,

crisi morale nell’opinione pubblica e slancio di opposizione: Mazzini intensificò

propaganda per una fondazione repubblicana dello Stato e Garibaldi progettò nuova

spedizione a Roma che prevedeva che i volontari fossero aiutati dai romani così

l’operazione sarebbe sembrato di volontà popolare e la Francia non sarebbe

intervenuta a metà ottobre i volontari entrarono a Roma e la Francia inviò un corpo

di spedizione così la missione fallì per la sorveglianza della polizia e della scarsa

partecipazione popolare: un contingente di Garibaldi che aveva disceso il Tevere in

barca fu circondato a Villa Glori dalle truppe pontificie; il 3 novembre 1867 le truppe

francesi attaccarono a Mentana l’esercito garibaldino e lo sconfissero.

Settembre 1870 il governo italiano mandò corpo di spedizione in Lazio e avviò

negoziato con il papa per arrivare a soluzione concordata: nonostante Pio IX fosse del

tutto isolato in Europa rifiutò l’accordo così il 20 settembre 1870 le truppe italiane

entrarono a Roma da Porta Pia accolte festosamente dal popolo e dopo pochi giorni ci

fu un plebiscito che sanzionava l’annessione di Roma e del Lazio e l’anno dopo fu

trasferita la capitale da Firenze a Roma dopo l’approvazione della legge “delle

guarentigie” con la quale il Regno d’Italia si impegnava a garantire al papa libero

svolgimento delle mansioni spirituali inoltre al papa erano attribuite prerogative

simili a quelle di un capo di Stato: onori sovrani, facoltà di tenere corpo di guardie

armate, diritto di rappresentanza diplomatica, extraterritorialità per palazzi del

Vaticano e del Laterano, libertà di comunicazioni con il resto del mondo; la legge

attuava il principio della libertà della Chiesa che si liberò del potere temporale

ottenendo così dinamismo e influenza.

1874 non expedit emesso

Dettagli
A.A. 2013-2014
129 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ilaria Ghiselli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Del Zanna Giorgio.