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Fasci. Ora che isocialisti sono in riflusso e la mobilitazione cala al governo basterebbe
contrastare iFasci per ristabilizzare il paese: ma Giolitti sceglie il compromesso. La
scelta è fatale.Mentre manda circolari ai prefetti dando precise disposizioni per
arginare la violenzasquadrista comincia a lavorare per mettere i fasci dalla sua,
consapevole del consensoche il loro squadrismo riscuote nell'opinione pubblica
liberale., sopratutto imprenditorie grandi proprietari terrieri: l'opinione pubblica odia a
tal punto i socialisti da tollerarepalesi violazioni della legalità al punto da tollerare
quello che sarà il vero crollo dello stato liberale, cioè la perdita progressiva del
monopolio della forza. C'è forse un soloalibi: con la guerra violenza e uso smodato
della forza sono entrate nella vitaquotidiana, inquinando i valori della politica e
esaltando intolleranza,sopraffazione eviolenza e demonizzazione dell'avversario. Forse
è questa assuefazione alla violenzache rende difficile vedere le differenze tra
l'agitazione dei socialisti e quella dei fasci ecosa significhi veramente il progressivo
aumento di consenso e potere per Mussolini:nessuno si rende conto che le spedizioni
fasciste stanno pian piano scivolando nellaguerra civile.
6. la nascita del pci
nelle elezioni del 1921 la classe dirigente decide di allearsi coi delinquenti Fascisti:
leelezioni sono anticipate, perchè Giolitti crede che sia il momento propizio
permodificare gli equilibri nella maggioranza togliendo forza a socialisti e popolari.
Entro ilmovimento socialista, duramente colpito, si apre una frattura insanabile: nel
Gennaiodel 1921 a Livorno si consuma la scissione fra la frazione comunista uscita
dal Psi inpolemica sia sul fatto che il psi non vuole fare la rivoluzione, sia che non si
vuolepiegare alle direttive dalla Comintern. I socialisti italiani, dopo aver chiesto
l'entratanella III internazionale vanno sollevando molte perplessità e polemiche sui 21
puntifissati dai bolscevichi per essere accolti entro il nuovo organismo. Non accettano
diespellere la parte riformista (Turati), rifiutano di cambiare il nome in
PartitoComunista, contestano la scelta del Partito comunista russo di guidare la
rivoluzionemondiale. La rivoluzione russa insomma esplode deflagrando il psi, in cui le
varieanime riuscivano tutto sommato a convivere (eccetto l'esclusione dei
ministerialistiBonomi e Bissolati per la guerra in Libia). La guerra mondiale aveva
avuto, inproporzione, effetti minori, portando fuori dal partito solo le ale rivoluzionari
vicine aMussolini, mentre Turati aveva soffocato le sue spinte patriottiche in nome di
unpacifismo internazionalista. Era stata proprio la questione nazionale a cominciare
acrepare la stabilità dell'edificio Psi: la vittoria dei bolscevichi unì le divergenze
sullaguerra alle divergenze sulla rivoluzione, visto che si trattava non più solo di
andarecontro la guerra, ma perfino contro lo stato italiano rovesciando il sistema
capitalistacancellando quanto di liberale e borghese era entrato nel Psi. Resta il fatto
che lecondizioni per la rivoluzione non erano mature nel biennio rosso,quando le
masseattendevano trepidanti le direttive del Psi e della Cgl, entrambe paralizzate
dairiformisti, che avevano ridotto tutto alla sola vertenza sindacale. Così la
frazionecomunista nel 1921 chiede che una volta per tutte si metta fine all'ambiguità:
ledirigenze massimaliste respingono il dictat bolscevico, ma confermano la
stradarivoluzionaria, non risolvendo per nulla l'ambiguità. Così Bordiga, Tasca,
Gramsci, Togliatti, Terracini escono dal psi e fondano il Pci, sezione italiana della
Comintern.Rimane da capire la strategia di Lenin: per qualcuno vorrebbe la rivoluzione
mondialeattraverso l'esportazione del partito sul modelo bolscevico mentre per
qualcuno laComintern nasce già in termini difensivi dell'Urss. Piano piano
tramontano le speranze(con le sconfitte della riv. Tedesca e ungherese) di rivoluzioni
in occidente. Leninsicuramente sente il bisogno di rompere il cordone sanitario dando
vita ad una rete dipartiti fratelli inseriti entro l'occidente come ulteriore colonna di
sostegno dell'Urss,aggirando l'isolamento a cui il cordone sanitario doveva destinare i
bolscevichi. Turatinon a caso nel 1921 denuncia la funzione strumentale di questa
operazione,affermando che il partito comunista russo punta a spaccare i partiti
socialisti europeiper reclutare truppe fedeli a Mosca (è il nazionalismo russo,
dice Turati, che si
aggrappa a noi per salvare se stesso). La scissione non ha grandi effetti nei
numeri,ma provoca grande smarrimento tra i militanti, mentre continuano le
incursionifasciste. I Fasci approfittano di questa confusione per esplodere nelle città:
nelFebbraio del 1921 a Firenze l'attacco squadrista a un corteo operaio dà il via ad
unabattaglia che durerà 4 giorni. Carabinieri e guardie regie danno manforte
ai fascisticon autoblindi e mitragliatrici: ci saranno 20 morti e 1500 arresti, tutti tra i
socialisti e icomunisti. Poco dopo a Torino, protetti dalle forze dell'ordine, 100 fasci
bruciano laCamera del Lavoro. Le reazioni del psi e del pci sono deboli per varie
ragioni:-manca la consapevolezza di quanto sta avvenendo (al congresso di livorno il
temadelle aggressioni fasciste è appena accennato). Ad ogni ennesimo attacco
squadrista ilPsi esprime stupore come fosse la prima volta-non credono proprio che
possa essere il fascismo a dare il via alla rivoluzione: il Psi haappena affermato che
non ci sono le condizioni e che nel frattempo lo stato devegarantire il rispetto dei
diritti e le libertà del popolo rosso contro gli squadristi, questononostante militanti e
dirigenze socialiste e comuniste locali sappiano bene quale sia ilruolo delle forze
dell'ordine.-incapacità di organizzazione: la velocità e precisione degli assalti fascisti,
cheanticipano le tecniche della moderna guerriglia, rendono difficile non solo
organizzarereazioni , ma anche chiamare in tempo i compagni dai paesi vicini. Anzi
rispondo con iclassici cortei, che non fanno altro che creare ghiotte occasioni per i
Fasci per spararedi nuovo nel mucchio, attaccando il corteo da tutti i lati, provocando
quel caos che poispetta alle forze dell'ordine placareL'unica scintilla di reazione sono
gli Arditi del Popolo.
7.i Fascisti in Parlamento
tra i vantaggi che i Fasci hanno conquistato c'è quello di avere candidati nei
cosidetti“blocchi nazionali” assieme ad esponenti di prestigio del ceto politico liberale.
EìGiolitti a indire elezioni anticipate proprio mentre l'offensiva squadrista è ai
massimilivelli in un clima elettorale poco adatto. Giolitti è infatti convinto che
laParlamentarizzazione dei fascisti ne avrebbe neutralizzato la carica violenta
eeversiva. Giolitti sa che il gioco deve finire sia per il livello raggiunto dalle violenze,
siaperchè si rischia che una rivoluzione scoppi davvero, sia perchè piano piano i
potericostituiti sono sempre più delegittimati. A Giolitti non sfugge nemmeno
ilcameratismo venutosi a creare tra le forze dell'ordine e gli squadristi, che
essiritengono giovani e coraggiosi patrioti. E' del 1920 la circolare agli uffici
dipropaganda militare dei comandi d'armata dal colonnello Caleffi che definisce i fasci
dicombattimento, forze vive da contrapporre agli elementi antinazionali e
sovversivi.Giolitti non punta a risolvere questo problema: resta convinto che sarà
laparlamentarizzazione a risolvere tutto. Quel che Giolitti spera è di ottenere
alleelezioni una riscossa dei liberali e un successo dei blocchi nazionali per poter
cosìliberarsi dell'influenza dei popolari e avere una salda maggioranza. Giolitti
sbagliatutto: Mussolini si precipita nel piatto ricco dell'offerta elettorale dei liberali,
benconsapevole che questo può aprirgli nuovi spazi di manovra politica, visto che,
coirossi ormai in difficoltà e col bisogno di normalizzazione che si sta diffondendo
neiborghesi, il Fascismo agrario è in forte riflusso. Mussolini sa che da una parte
staperdendo quella base che aveva come unico motivo di appartenenza ai
Fascil'antisocialismo, base reazionaria che non ha lo slancio vitale che occorre a
Mussoliniper la rivoluzione, dall'altra rischia di deludere quella parte di giovani,
intellettuali, ex combattenti e sindacalisti rivoluzionari che da lui si aspettano la
rivoluzioneantisistema antisocialista,
antiparlamentare, antiborghese, anticapitalistica. Mussolininel 1921 sa bene che i Ras
non si rassegneranno alla normalizzazione, ma sa che lapartita elettorale gli
consentirà di muoversi su due tavoli comunicanti, quello dellalegalità e quello della
violenza ( i blocchi nazionali gli permettono anche di riallacciareun dialogo coi
nazionalisti della destra liberale). Alla fine si varano liste col fasciolittorio come
simbolo. Ci saranno 40 giorni di violenza e sangue per la campagnaelettorale:
100 morti che seppelliscono l'onore del paese e dei liberali al governo, chenon
sentono nemmeno il bisogno di dissociarsi pubblicamente. Per Giolitti è
unatragedia: le liste ottengono ottimi risultati, ma vincono tutti gli avversari di
Giolitti,anche tra i liberali.I liberali alla fine ottengono una maggioranza relativa, che
diventa assoluta solo conl'appoggio dei 35 deputati fascisti. Aumentano i
popolari, scendono i socialisti. Ilnuovo governo guidato da Bonomi è una replica di
quello precedente: i liberali sibasano sull'appoggio dei popolari. I fasci non
appoggiano il governo non avendonessuna intenzione di farsi assorbire
dai liberal-costituzionali: non hanno nessunaintenzione di parlamentarizzarsi.
8.la marcia su Roma
le elezioni del 21 segnano un chiaro spostamento a destra della politica
italiana.Bonomi dovrebbe imporre il disarmo forzato delle squadre fasciste e uno
stretto giro divite, ma non ha la forza per imporre questo ad un parlamento con molti
nazionalisti efascisti eletti. Ne serve a nulla lasciare che siano Psi e Fasci a risolvere
problemi: ilpatto dell'agosto del 21 tra Psi e Mussolini per cessare le ostilità finisce nel
nulla. Il Psiha chiari motivi per fare questo accordo, Mussolini invece è preoccupato
per la nascitadegli Arditi del popolo e per l'episodio di Sarzana dove i carabinieri si
sono schierati coirossi sparando sulle squadre fasciste. Ma i ras delle provincie si
oppongono, arrivandoa sfidare la leadership di Mussolini, che cede. Nel novembre del
1921 in ogni caso iFasci di Combattimento si trasformano nel Partito nazionale
fascista, con una strutturache Mussolini riesce a controllare facilmente dall'alto. Capo
del Pnf diventa MicheleBianchi, ex sindacalista rivoluzionario molto amico di
Mussolini. Nel 22 nasce anche laConfederazione nazionale delle corporazioni sindacali,
il sindacato fascista (sono tuttearmi legali c