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CAPITOLO 10. IL MONDO DIVISO
Le conseguenze della seconda guerra mondiale: la seconda guerra mondiale viene
vista oggi come uno spartiacque nella storia e le cui conseguenze si fanno sentire
ancora oggi. Pochi avvenimenti nella storia hanno avuto un riflesso così forte non solo
sulla politica, globale ma anche dei singoli Stati, ma anche sulla psicologia delle
persone:
1. Trionfo delle democrazie e fine dei totalitarismi
2. Nuova mappa dell’Europa: con la Germania che ad esempio perde la sua unità
territoriale
3. Superpotenze: l’Europa sia avvia verso un veloce declino. Gran Bretagna e
Francia escono vincitrici dalla guerra ma perdono le colonie e soprattutto
perdono peso nello scacchiere internazionale. Emergono due grandi potenze:
Stati Uniti e Urss. Entrambe sono territori immensi, ricchi di risorse naturali,
con un grande esercito ed un grande apparato industriale. Entrambe hanno una
vocazione globale e sono portatrici di un messaggio fortemente ideologico:
a. Modello americano: si basa su una democrazia con più partiti, su una
economia liberale dove lo Stato ha un ruolo marginale, dove la
concorrenza è molta e dove l’obiettivo principale è il successo
individuale prima di tutto economico
b. Modello sovietico: c’è un unico partito, lo Stato ha un ruolo enorme
nell’economia dove tutto è centralizzato, c’è una visione collettiva ed
anti-individualistica della società che si basa sul sacrificio.
4. Contraccolpi psicologici: la guerra ha causato 50 milioni di morti, i 2/3 dei
quali civili. È poi una guerra diversa dal passato con l’uso di bombe anche sulle
città che ha causato una morte di massa. Senza dimenticare la soluzione finale, i
lager e l’uso della bomba atomica che oltre ad essere uno strumento di
distruzione di massa è anche un’arma che potenzialmente può distruggere
l’umanità. La lezione della guerra induce ad un forte bisogno di cambiamento.
5. Gestione della pace: nasce l’Onu con un potere maggiore rispetto al Società
delle Nazioni, le sanzioni inflitte alla Germania non sono severe come quelle di
Versailles e con il Processo di Norimberga si apre una nuova pagina di diritti
internazionale.
6. Ruolo degli Usa: per il mondo occidentale gli Stati Uniti diventano il nuovo
faro politico, economico e soprattutto culturale. Il cinema, la letteratura e
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soprattutto il mito americano si diffondono in Europa. Gli Usa appaiono l’unico
paese ancora in grado di dispensare ottimismo per il futuro
Nuove istituzioni internazionali: con la fine della guerra e sotto lo stimolo degli Stati
Uniti nascono una serie di istituzioni internazionali con l’obiettivo di rendere il mondo
più stabile sia dal punto di vista economico che politico
1. Nazioni unite: nascono dopo la conferenza di San Francisco del 1945.
L’obiettivo è salvare le generazioni future dal flagello della guerra
promuovendo con strumenti internazionali lo sviluppo economico e sociale.
Alla base dell’Onu ci sono due linee di pensiero: quella di Wilson, sempre in
voga nell’opinione pubblica americana, e quella di Roosevelt secondo cui è
necessaria una direzione delle più grandi potenze mondiali per raggiungere gli
obiettivi di stabilità. L’Onu si dota di una serie di organismi:
a. Assemblea generale: si riunisce annualmente, comprende tutte le
nazioni che hanno uguale dignità. Le decisioni dell’Assemblea, però,
non sono vincolanti ma danno a tutti i paesi una tribuna internazionale
b. Consiglio di sicurezza: organo permanente che in caso di crisi può
prendere decisioni vincolanti per gli Stati e di adottare misure che
possono arrivare anche all’intervento armato. Si compone di 5 membri
stabili (Usa, Urss, Cina, Gran Bretagna e Francia) e 10 altri membri
eletti. Ogni paese stabile ha diritto di veto che può essere utilizzato per
bloccare il Consiglio qualora si ritenga che i proprio diritti sono violati
c. Altri organi: come l’Unesco per l’istruzione e la cultura, la Fao per
l’alimentazione e l’agricoltura, e la Corte internazionale di giustizia per
risolvere le controversie tra i paesi
2. Fondo monetario internazionale: nato nel luglio 1944 dopo gli accordi
Bretton Woods ha l’obiettivo rendere più stabile l’economia mondiale
attraverso un adeguato ammontare di riserve auree, a cui ogni Stato può
attingere in caso di necessità, e soprattutto assicurando i cambi tra le monete
non solo all’oro ma anche al dollaro che si pone come moneta internazionale
per gli scambi
3. Banca mondiale: al fianco del Fmi sempre dopo gli accordi di Bretton Woods
ha il compito di concedere prestiti a lungo termine ai paesi in difficoltà.
4. Accordo generale sulle tariffe e sul commercio (Gatt): nato nel 1947 a
Ginevra facilita gli scambi internazionali mediante l’abbassamento dei dazi.
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Contrasti tra Usa ed Urss: neanche era finita la guerra che subito nascono le prime
controversie tra le due superpotenze. Un primo terreno di discussione sono le
condizioni di pace. Gli Stati Uniti, non toccati sul proprio suolo dalla guerra, mirano
alla stabilizzazione della politica e dell’economia internazionale, senza cercare
punizioni troppo amare per i vinti. L’Urss, che ha conosciuto ingenti danni durante il
conflitto, chiede una politica di risarcimenti come riparazioni di guerra.
1. Grande disegno di Roosevelt: il presidente americano è comunque convinto di
poter dialogare con Stalin. Ha in mente, infatti, un grande progetto che
prevedeva una serie di paesi dell’Europa orientali sotto l’influenza dell’Urss. Si
doveva trattare di una influenza per mantenere la stabilità nell’area, come
stavano facendo gli Usa ad occidente, e non certo un modo per sovietizzare
tutta una serie di paesi. È un disegno di grande cooperazione tra Est ed Ovest
per il mantenimento di una certa stabilità in Europa.
2. Harry Truman: il nuovo presidente americano a partire dal 1945 non mostra di
voler continuare il grande disegno di Roosevelt. Si assiste ad un certo
irrigidimento dei rapporti tra le due potenze anche perché dopo la bomba
atomica Stalin guarda con una certa preoccupazione all’occidente.
3. Questione Europa Orientale: negli Stati occupati dall’Armata Rossa si capisce
subito che gli spazi per una democrazia sono davvero limitati. Per affermare la
propria egemonia l’Urss, tramite l’esercito e le forzature dei sistemi
democratici, porta ovunque al potere il partito comunista i cui vertici erano
strettamente legati a Mosca. Churchill nel 1946 denuncia con fermezza questa
politica e dal canto suo Stalin accusa Churchill di essere un nuovo Hitler. Ormai
l’alleanza era finita
4. Conferenza di Parigi, luglio-ottobre 1946: furono ridisegnati i confini
dell’Europa dopo il conflitto. L’Urss inglobava le repubbliche baltiche e parte
della Polonia che a sua volta si spingeva ad ovest ai danni della Germania. È
l’ultimo atto di cooperazione tra Occidente ed Urss.
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Guerra fredda: dopo la conferenza di Parigi comincia quel lungo momento di
tensione che Walter Lippmann ha ribattezzato Guerra Fredda, ovvero una guerra non
guerreggiata ma con una costante ostilità tra i due poli. In questo periodo, che in senso
stretto arriva fino al 1953 con la morte di Stalin, ha causato anche una dispendiosa
corsa agli armamenti:
1. Iran e Dardanelli: Stalin rifiuta di ritirare le proprie truppe dall’Iran e sul
Dardanelli, territori che secondo gli accordi di Parigi dovevano rimanere sotto
l’influenza della Gran Bretagna che però abdicò affermando di non poter far
fronte a nuovi impegni militari. È la fine della Gran Bretagna come potenza
mondiale e l’ingresso degli Stati Uniti come superpotenza. Truman comincia
così una politica ferma e risoluta contro Stalin convinto che l’Urss capisse solo
il linguaggio delle minacce e della violenza. È la Dottrina Truman, ovvero gli
Stati Uniti sono pronti ad intervenire ovunque ci siano popoli oppressi da forze
esterne
2. Piano Marshall: nel giugno 1947 gli Stati Uniti mettono a punto un vasto piano
di aiuti economici che prende il nome del segretario di Stato americano. I
sovietici rifiutano tali aiuti in quanto temevano si trattasse di uno strumento per
legare l’Europa all’influenza statunitense. Ed imposero anche ai loro satelliti di
fare altrettanto. Tra il 1948 ed il 1952 il piano Marshall riversa sull’Europa 13
miliardi di dollari fra prestiti, aiuti materiali e strumenti per la ricostruzione. Il
tutto permette alle economie occidentali di ripartire appianando anche le
tensioni sociali
3. Cominform: l’Ufficio di informazione dei partiti comunisti voluta da Stalin per
sostituire la disciolta Terza Internazionale nasce nel 1947. Vi partecipano i
membri dei partiti comunisti dei paesi satelliti e di Francia ed Italia
4. Problema tedesco: la Germania è divisa in quattro zone di influenza come la
sua capitale Berlino. Saltata ogni mediazione con l’Urss, Gran Bretagna, Stati
Uniti e Francia decidono di unificare le loro zone di influenza aiutando il paese
con una serie di aiuti e col piano Marshall. Stalin risponde con il blocco di
Berlino nel 1948 ovvero la chiusura di ogni via d’accesso per evitare i
rifornimenti alla città. Il blocco viene eluso con un ponte aereo americano.
Stalin toglie così il blocco nel 1949. In quest’anno nasce la Repubblica
federale tedesca, con l’unione delle tre zone occidentali, e la Repubblica
democratica tedesca, sotto il controllo dell’Urss.
5. Patto Atlantico e Patto di Varsavia: le potenze occidentali firmano nel 1949
una alleanza difensiva militare. Nasce anche la Nato un organismo militare
integrato con soldati di tutti i paesi del Patto Atlantico. Allo stesso modo, nel
1955, l’Urss risponde con il Patto di Varsavia firmato dai suoi paesi satelliti
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Urss: la politica repressiva staliniana non termina con la fine della guerra mondiale.
Continuano le purghe, le repressioni, il controllo dei mezzi di informazioni e della
cultura. Senza dimenticare che Stalin pretese comunque le riparazioni dai paesi satelliti
sotto il dominio dell’Armata Rossa.
1. Economia: senza aiuti occidentali ma anche grazie alle riparazioni riprendere a
girare l’economia sovietica, soprattutto il settore dell’industria pesante ai danni
dell’agricoltura e del settore dei beni di consumo il che causò ristrettezze nella
vita dei russi. L’Urss comincia una vasta serie di riforme economiche nei paesi
satelliti a partire dalla collettivizzazione del settore agricolo ai danni del
latifondo e dalla nazionalizzazione delle banche, del commercio, delle miniere e
di importanti industrie. Il ch si traduce in una costante cr