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• QUALE FU LA FUNZIONE DELLO STALINISMO?
La distruzione della vecchia classe dirigente, degli agricoltori più capaci, dei kulaki e
dell’intelligencija lasciò il vuoto. Era inevitabile che la cultura politica autoritaria che era stata
appena rifiutata dalla società civile e dalle nuove elite prima del 1914 si riaffermasse. Le
organizzazioni di lavoro autonome, come i contadini di fabbrica e i sindacati, furono indebolite per
evitare che partecipassero al processo decisionale come richiedevano. Tutte le nuove istituzioni e
organizzazioni furono strumentalizzate. I bolscevichi erano determinati a eliminare il mir, la
comunità contadina. I pianificatori comunisti rifiutarono di basare i loro piani sul valore e sui prezzi
e li concentrarono invece sui bilanci materiali. Utilizzare bilanci materiali significava che un numero
crescente di obiettivi quantitativi dovevano essere stabiliti. Stalin fu costretto a legalizzare il
mercato, ma solo quello kolchoziano. Mercati illegali presero a svilupparsi.
• QUALE FU LA LOGICA INTERNA DEL TERRORE?
Jagoda nel settembre del 1936 fu sostituito da Ezov. Ezov aveva la capacità di intuire ciò che
Stalin voleva e di agire di conseguenza: si diede da fare con maggiore sollecitudine nella raccolta
di materiale contro Bucharin e la destra. Jagoda e i suoi furono accusati di essere spie del servizio
segreto tedesco, nel maggio 1937 Stalin dichiarò che i vertici, e l’intero apparato dell’intelligence
all’intero dell’Armata rossa, erano caduti in mani tedesche, ordinando quindi l’eliminazione
completa della rete degli agenti. Secondo alcune stime, fu falciata circa la metà dei servizi segreti
militari, poi toccò ai militari di carriera. La guerra fu considerata inevitabile. Per ordine di Stalin
furono arrestati i lavoratori tedeschi impegnati nelle industrie della difesa. Un ordine della Nkvd
affermava che lo stato maggiore tedesco e la Gestapo utilizzavano i loro connazionali nei settori
più importanti dell’industria, soprattutto nella difesa, a scopo di spionaggio e sabotaggio.
Nell’agosto 1937 Ezov ordinò la liquidazione dei gruppi eversivi e di spionaggio. Gli arresti furono
divisi in due categorie: quelli da fucilare e quelli da mandare nei gulag. Furono i polacchi a pagare
il prezzo più alto: su 144.000 arrestati, 111.000 furono condannati a morte. Nel luglio del 1936
l’Nkvd iniziò a deportare tedeschi e polacchi che vivevano lungo la frontiera polacco-ucraina con il
Kazakistan. Nel luglio del 1937 toccò a quelli che vivevano lungo la frontiera con l’Iran e
l’Afghanistan. Le mogli e i figli di quelli che appartenevano alla destra e dei trockisti furono inviati
nei campi in Siberia. Contemporaneamente importati esponenti del partito come Molotov o
Chruscev si impegnarono personalmente per accelerare l’epurazione di altri membri. Anche il
Komintern fu vittima delle purghe. I trockisti dovevano essere perseguitati, fucilati, distrutti. Si
trattava di provocatori su scala mondiale e dei più pericolosi agenti al soldo dei fascisti. Le
epurazioni investirono anche la Mongolia: circa il 4% della popolazione maschile adulta fu
liquidato. La costituzione del ’36 aveva dichiarato che la battaglia per la costruzione del socialismo
era stata vinta. Il terrore fu un impresa colossale. La guerra appariva ormai inevitabile, bisognava
proteggersi e proteggere il paese.
Capitolo terzo – la grande guerra patriottica
Il 22 giugno 1941 fu lanciata l’operazione Barbarossa. L’attacco tedesco fu condotto da tre
principali gruppi di armate: il gruppo Nord aveva il compito di prendere gli stati baltici e Leningrado;
il gruppo Centro doveva avanzare verso la Bielorussia e Mosca; il gruppo Sud doveva spingersi
verso l’Ucraina e Kiev. L’Armata rossa e l’aviazione si trovarono del tutto impreparati. I comandanti
al fronte avevano l’ordine di non reagire, quindi quando i tedeschi attaccarono dovettero chiedere
ordini. Stalin rimase stordito dal corso degli avvenimenti, non si spiega perché pensasse che Hitler
non avrebbe attaccato grazie al Patto di non aggressione. Lavorò giorno e notte ma i suoi
comandanti non gli dissero mai quanto terrore c’era al fronte. Il 23 giugno egli approvò l’istituzione
di un quartier generale, la Stavka, destinato ad assumersi la responsabilità di tutte le operazioni di
terra, mare e aria. Il 27 giugno gli si fece evidente tutta l’entità del pericolo. Si rifugiò nella sua
baca. Il Polibjuro abbandonato a se stesso diede vita il 30 giugno al Comitato nazionale di difesa
che aveva come compiti: la supervisione della vita militare, politica ed economica del paese. I suoi
membri si recarono da Stalin per pregarlo di riprendere il suo posto, egli tornò al Cremlino il 1 luglio
in qualità di leader supremo delle operazioni militari. Stalin fece appello a tutti di combattere
l’invasore fino alla morte, non bisognava lasciare nulla all’invasore se l’Armata fosse stata costretta
ad arretrare: bisognava lasciare terra bruciata.
I tedeschi non attaccarono l’Urss perché temevano un attacco imminente. Lo scopo era quello di
occupare una zona compresa tra Arcangelo e Astrachan’, da dove le bombe tedesche avrebbero
potuto colpire gli obiettivi industriali negli Urali. Hitler considerava il comunismo la causa per cui la
Germania non aveva ancora dominato il mondo e l’Urss godeva delle materie prime e dello spazio
necessario alla Germania. I russi dovevano esser colpiti duramente, ridotti a popolo di schiavi
senza leader. L’Urss doveva essere smembrata in stati socialisti dipendenti dalla Germania. La
Wehrmacht aveva ricevuto l’ordine di essere spietata.
La Wehrmacht sapeva di non poter conquistare e occupare tutta l’Unione Sovietica, bisognava
sconfiggere l’Armata rossa in un lampo, avanzare rapidamente e distruggere grandi concentrazioni
di uomini e di equipaggiamento. La principale speranza delle forze sovietiche era di rallentare
l’avanzata tedesca. La prima tappa dell’operazione Barbarossa fu completata dai tedeschi con
successo ma poi Hitler esitò: voleva dirigersi verso Leningrado ma decise per l’Ucraina, lì
avrebbero potuto nutrirsi. Allo stesso tempo però Leningrado con l’Ucraina occupata si sarebbe
arresa per fame. Hitler decise di attaccare Mosca il 30 settembre 1941 con l’operazione Tifone. Il
governo si pose al riparo negli Urali e Stalin tornò nella sua daca, i soldati si preparavano a
bruciare Mosca, ma Stalin disse loro che non avrebbero abbandonato la città. Le perdite salivano
sempre di più. L’Armata rossa contrattaccò nella notte del 5 dicembre 1941 e quando si accorse
della debolezza dell’esercito tedesco, lanciò un’offensiva su un fronte di 1000Km e la Wehrmacht
dovette arretrare di 2-300Km. Il successo della difesa di Mosca fu dovuto a Zukov, ebbe a
disposizione truppe fresche siberiane e le trattenne fino a che esse avessero potuto avere il
massimo effetto. Stalin era stato abile a richiamare le truppe estremo-orientali per difendere la
città. L’informazione vitale giunse da Richard Sorge, una spia comunista tedesca a Tokyo, che
aveva scoperto che i giapponesi non avrebbero attaccato la Siberia. Hitler non aveva informato il
Giappone sull’attacco all’Urss perché non voleva dividersi il bottino con i giapponesi. La battaglia di
Mosca rappresentò una svolta nella guerra. I tedeschi non erano preparati a una guerra invernale,
Hitler si aspettava solo una campagna lampo. Il fango richiedeva cingolati mentre la maggior parte
dei veicoli tedeschi erano a ruote. I carri tedeschi cadevano a pezzi e i loro cavalli morivano a
migliaia mentre gli animali rognosi russi sopravvivevano. I tedeschi si ritrovarono senza indumenti
caldi e con deboli apparati di scongelamento per i loro veicoli. Gli stivali offrivano poca protezione
a -30°C, più di 250.000 soldati tedeschi morirono assiderati. Nel corso del 1942 la Wehrmacht
guadagnò un successo dietro l’altro, ma la vittoria incominciò sempre più ad apparire lontana. Nel
giugno del 1942 Hitler lanciò le sue truppe contro Stalingrado, ma nei pressi della città divise le
sue forze: metà doveva prendere la città, l’altra metà dirigersi a sud. Verso gli inizi di settembre le
truppe tedesche e sovietiche si combattevano per le strade di Stalingrado dando luogo a una delle
battaglie più epiche della storia. Le truppe rumene, ungheresi, italiane, che per l’Armata rossa
erano più semplici da combattere, furono fatte a pezzi. A Stalingrado i sovietici sconfissero i
tedeschi e l’effetto psicologico fu immenso: i tedeschi non erano invincibili. Hitler decise allora la
battaglia con i carri armati. I sovietici risposero con gli stessi mezzi, ma da una soffiata riuscirono a
sapere il giorno dell’attacco, 4 luglio 1943. Da difensiva passarono all’offensiva e misero fuori uso
un numero significativo di carri tedeschi. Il 13 luglio Hitler rinunciò all’impresa dopo che la
Wehrmacht aveva mancato in diverse occasioni di giungere al successo definitivo. Si aprì la strada
per l’avanzava su Berlino. Il 1944 vide il capovolgimento degli eventi. Nell’agosto la Romania fu
separata dalla Germania e fu dichiarata guerra alla Bulgaria. Nel corso dell’autunno l’Armata rossa
penetrò anche in Ungheria e in Jugoslavia. Stalin era comunque determinato ad arrivare a Berlino
per primo, il premio reale si trovava nel Kaiser Wilhelm Institut: 250 tonnellate di uranio metallico e
3 tonnellate di ossido di uranio, questo sarebbe stato utile per la costruzione della bomba atomica.
I sovietici se ne impossessarono il 24 aprile del 1945. I sovietici avevano ormai imparato a
combattere una guerra moderna. Mentre i tedeschi non avevano molte scorte umane, i sovietici
venivano rimpiazzati con facilità. Col procedere della guerra l’Armata imparò a precedere le mosse
tedesche. Le difficoltà per i tedeschi aumentarono quando nel novembre 1942 gli americani
sbarcarono in Africa settentrionale. L’aiuto che derivò dalla legge Affitti e Prestiti fu importante: i
carri e l’assemblaggio dei pezzi di artiglieria da parte degli americani erano state di enorme
importanza per gli sforzi bellici sovietici. Essi aiutarono l’Armata rossa a rendersi mobile nel 1943 e
accelerarono la sua avanzata. Ma il contributo principale dell’approvvigionamento di materiale
bellico venne dall’industria sovietica. I tedeschi trasformarono la guerra in qualcosa di feroce sin
dall’inizio e l’Armata rossa li ripagò con la stessa moneta, così i tedeschi incominciarono a temere
il soldato Ivan.
Nel novembre del 1941 circa la metà della popolazione e un terzo delle capacità produttive erano
state perdute o rischiavano di esserlo. Le donne e i lavo