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Estratto del documento

Nella società spagnola non era facile, dopo i numerosi matrimoni misti, capire chi fosse

discendente dai vecchi cristiani e chi dai nuovi. L’idea di razza appare come occasione di

discriminazione e persecuzione. Di fronte all’Inquisizione numerosi conversos lasciarono la

penisola iberica nel corso del ‘550 e del ‘600. Agli inizi del ‘500 il mondo ebraico era in difficoltà

anche in Germania, dove vi erano state espulsioni e riammissioni frequenti. Una disputa su alcuni

libri ebraici svoltasi a Francoforte nei primi anni del ‘500 rese la situazione ancor più incandescente

non solo in Germania ma anche a Parigi e Roma. L’ebreo Pfefferkorn e il cristiano Reuchlin furono

i protagonisti:

a. Reuchlin sostenne che gli ebrei come cittadini dell’impero romano germanico dovevano

godere degli stessi diritti e della stessa protezione degli altri cittadini

b. Rechlin fu accusato dall’inquisitore Hochstraten come amico degli ebrei ed eretico

c. Hochstraten fu condannato ma non si rassegnò perché la sua accusa rimbalzò a Roma,

Parigi e in tutta Europa

d. Gli ebrei di Germania e Francia appoggiarono Reuchlin

e. I domenicani tentarono di far espellere gli ebrei da Francoforte, Ratisbona e Worms ma

l’imperatore Massimiliano lo impedì, almeno fino alla sua morte nel 1519, quando

l’espulsione fu attuata

f. Le controversie tra Reuchlin e Pfefferkirn sono il sintomo di un disagio profondo destinato

ad acuirsi e di cui Martin Lutero fu l’interprete.

Martin Lutero convinto sostenitore che il cristianesimo dovesse poggiare sull’autorità delle Sacre

Scritture, tradusse la Bibbia in tedesco e manifestò grande benevolenza verso gli ebrei. Quando

però si rese conto che questi non decidevano per la conversione, accertò la loro testardaggine e

così la sua polemica nel 1546 si fece violenta. Gli ebrei in Germania si schierarono con Carlo V

che nella Dieta di Augusta ribadì che nelle terre dell’impero ogni principe era il solo arbitro della

religione del suo territorio. La filosofia di quegli anni può essere riassunta dalle parole di papa

Paolo III del Concilio di Trento che riformò l’inquisizione romana sulla base di quella spagnola.

Paolo III si occupò anche degli indigeni d’America che secondo lui dovevano essere evangelizzati.

Si discusse a lungo sulla loro origine, per giungere ad affermare che discendevano dalla parte

maledetta del popolo ebraico e che nei loro confronti potevano essere usati quei trattamenti di

schiavitù e distruzione previsti dalle profezie bibliche. La profezia di Osea secondo cui Dio avrebbe

moltiplicato le tribù come i granelli di sabbia nel mare si era realizzata. Per questi indiani non vi era

neanche la speranza della conversione alla vera fede. Nel 1543 con Paolo III furono stabiliti alcuni

diritti particolari per gli ebrei neoconvertiti come la possibilità di esigere parte del patrimonio della

famiglia di origine, il diritto alla cittadinanza e altre agevolazioni. Gregorio Magno aveva cercato di

convertirli con la dolcezza: potevano vivere secondo la legge umana, possedere beni ma non

schiavi, e non doveva essere usata contro di loro alcuna forma di violenza. Gli ebrei furono una

costante ossessione per i papi. La benevolenza di Gregorio e l’ostilità di Innocenzo III possono

essere considerate le due punte estreme di comportamenti oscillanti. Martino V decise di prendere

gli ebrei sotto la sua paterna protezione contro le vessazioni da parte dei cristiani: gli ebrei non

dovevano essere molestati nelle sinagoghe né ostacolati nelle relazioni con i cristiani, riconobbe

loro la cittadinanza romana, il permesso di entrare in società con i cristiani, frequentare scuole

pubbliche e resistette alle pressioni dei predicatori. Sisto IV accolse marrani ed ebrei in fuga dalla

Spagna e si rifiutò di accusare gli ebrei di Trento di omicidio rituale. Equilibrato fu anche Innocenzo

VIII, e anche Leone X che aveva come medico personale un ebreo. La svolta brutale si ebbe nel

1555 quando Paolo IV divenne papa:

- Istituì il ghetto in una zona malsana della città, solita alle inondazioni

- Ripristinò l’uso del contrassegno giallo

- Proibì le proprietà di immobili

- Vietò che si facesse ricorso alle nutrici cristiane

- Stabilì che i medici ebrei potessero curare solo ebrei

- Regolamentò il tasso di interesse

- Cancellò ogni privilegio personale.

Gregorio XIII sospese le espulsioni, protesse con uomini armati il ghetto, minacciò la forza per chi

attaccava gli ebrei, concesse esenzioni all’obbligo di portare il segno giallo, ma accentuò la

pressione psicologica con un forte impulso alle prediche coatte e autorizzò il Sant’Uffizio a

perquisire il ghetto per cercare libri proibiti, marrani o domestiche cristiane. Gli ebrei durante il

carnevale rappresentavano il divertimento migliore. Sisto V concesse agli ebrei di vivere nelle città,

permise qualsiasi lavoro, diede il permesso alla costruzione di sinagoghe, scuole o cimiteri, non

impedì ai medici ebrei di curare i cristiani, abolì l’uso della rotella gialla, regolamentò i prestiti,

cercò di favorire l’arrivo di nuovi immigrati. Nel ‘600 appare l’ebreo di corte, alcuni formarono

dinastie illustri e divennero importanti, molti nobili li usarono per coprire le loro malefatte e per non

rovinarsi il nome. In Italia il ghetto restava lo strumento della Controriforma, così come

l’apologetica cristiana rimaneva vivace in Francia. La Spagna era ancora legata alla limpieza de

sangre e in Polonia si arrivò alla fine della pace tra i diversi gruppi religiosi ed etnici che portò ad

un irrimediabile rivoluzione. Quando nel 1775 salì al potere Pio VI la Francia era già percorsa da

fermenti illuministi e l’America era in lotta per la sua indipendenza, Venezia e Roma si stavano

ancora restaurando e il papa emanò un Editto sugli ebrei:

- Proibita la lettura del Talmud così come della Kabbalah

- Non si potevano esercitare arti magiche

- Le preghiere erano ammesse solo in sinagoga

- Gli orefici cristiani non dovevano fabbricare amuleti per gli ebrei

- Le sinagoghe non potevano essere né restaurate né costruite

- Il segno giallo tornò ad essere imposto

- I rapporti tra ebrei e cristiani furono proibiti

- Non si poteva restare fuori dal ghetto.

Nell’800 con l’affermazione dei diritti molti ebrei furono felici di non esser più discriminati anche se

molti si resero conto che l’uguaglianza appena ottenuta non poteva bastare se a essa fosse stato

necessario immolare la propria identità. L’emancipazione fu paradossalmente felice e terribile. Alla

fine del secolo ci fu il clamoroso caso Dreyfus.

Le idee degli ebrei suscitarono tanta diffidenza nei cristiani ortodossi che abitavano le immense

lande della Russia. Gli ebrei secondo Gerasimov nel 1526 ripugnavano i russi, e Ivan il Terribile

rimase dello stesso avviso aumentando la chiusura verso questi individui. Secondo Ivan gli ebrei

allontanavano i russi da Dio, avevano introdotto droghe velenose, causato i maggiori mali in

Russia, non poteva essere permesso loro di entrare nello stato perché il male non doveva

diffondersi. Caterina II la Grande non fu meno terribile, emanò un editto che obbligava gli ebrei ad

abbandonare immediatamente la Russia. Tra il 1789 e il 1796 gli ebrei iniziarono ad occupare la

zona di residenza, destinata a crescere e durata fino alla rivoluzione del 1917. Restrizioni e

concessioni consolidarono il ghetto a cielo aperto. Quando nel 1772 la Russia aveva allargato i

suoi confini impadronendosi dei territori polacchi, si era portata dietro anche le comunità ebraiche

che vi abitavano, così da contenere all’interno del territorio russo circa la metà della popolazione

ebraica mondiale. Alessandro I rese obbligatorio l’insegnamento delle lingue europee nelle scuole

ebraiche, favorì l’accesso degli studenti ebrei nei licei e nelle università, tentò di ridurre il peso

demografico degli ebrei presenti nella zona di residenza favorendo la loro emigrazione verso la

Nuova Russia. Quando scoppiò la guerra contro la Francia, nella zona di residenza furono inviati

emissario dello zar per fare propaganda anti Napoleone, ma pochi furono quelli che vi aderirono

mostrandosi simpatizzanti nei confronti del francese. Solo una minoranza di ebrei decisero di

difendere il suolo russo e lo zar che nel 1812 si mostrò nei loro confronti benevolo data la loro

lealtà. Il clero ortodosso temeva che Alessandro volesse abolire ogni differenza fra le

congregazioni religiose per erigersi a pastore delle religioni. Dopo il Congresso di Vienna con

l’inglobamento del ducato di Varsavia la Russia continuava d aggiungere alla sua popolazione

etnie diverse per costumi e difficili da integrare. Prevaleva l’idea che il problema ebraico fosse

insolubile e che il potere dei rabbini troppo forte, l’unica soluzione era espellerli. Nicola I diede un

ulteriore accelerata alle restrizioni contro gli ebrei: furono emanati circa 600 decreti che

riguardavano gli ebrei. Valdimir Dan che aveva studiato la cultura ebraica affermò che l’indole degli

ebrei non era omicida e quindi si escludeva l’omicidio rituale, adottato invece da una sette

estremista ebraica condannata dagli stessi ebrei. Nicola I li riteneva nocivi per uno stato russo

ortodosso e pensava che non potessero essere tollerati nel suo seno: occorreva renderli

inoffensivi. Nel 1844 venne introdotta la censura per i libri ebraici e nel 1827 fu resa obbligatoria il

reclutamento militare dei ragazzi ebrei dai 7 ai 25 anni. Molti adolescenti furono arruolati in questo

modo, molti per scappare si sposarono prematuramente visto che era l’unica via possibile: questo

fino al 1835 quando fu proibito il matrimonio prima dei 18 anni. La zona di residenza coatta fu

ulteriormente ridotta. Nicola I puntò sulla costruzione di scuole ufficiali di stato per rompere il

monopolio ebraico sugli istituti scolastici, cambiando gli insegnanti e proibendo l’uso dei costumi

tradizionali. Disoccupazione e estrema povertà erano condizioni assicurate agli ebrei. Semplici

episodi di criminalità in cui erano coinvolti degli ebrei si trasformavano in occasioni di colpevolezza

collettiva verso tutta la popolazione ebraica. Quando l’illuminismo ebraico s’insinuò in quei territori,

lo sconvolgimento nelle tradizionali comunità fu profondo: i nuovi illuministi proponevano di

studiare la Bibbia con al fianco la grammatica, di seguire una buona comprensione del testo, di

apprendere le altre lingue europee e soprattutto quella del paese di residenza. Solo all’estremo

nord e sud si fece strada l’illuminismo. Nel periodo finale del regno di Nicola I la repressione si fece

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Publisher
A.A. 2013-2014
30 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vanity_90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Papadia Elena.