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Capitolo N. 11) La decolonizzazione e il Terzo Mondo

1) I caratteri generali della colonizzazione

È uno dei fenomeni più importanti del '900. Iniziato già dopo la prima guerra mondiale, ebbe la sua spinta decisiva nel secondo dopoguerra.

Le cause della decolonizzazione: durante la guerra, i gruppi indipendentisti e anticolonialisti che vengono appoggiati dai belligeranti contro i propri nemici (in Asia ad es. il Giappone appoggia i guerriglieri in funzione antinglese o antifrancese), acquistano forza e prestigio.

Il ruolo di Usa e Urss: la decolonizzazione viene appoggiata per liquidare il vecchio ordine mondiale fondato sull'eurocentrismo e sostituire ad esso l'influenza delle due nuove potenze. Sebbene animate da volontà dominatrice (sostituire la loro influenza a quella dei vecchi dominatori), le due superpotenze ebbero un ruolo decisivo nell'avviare la decolonizzazione. Tanto più che il principio di autodeterminazione dei popoli,

uscito dalla Carta atlantica del 1941, si imporrà come nuovo codice etico-politico internazionale. Le forme della decolonizzazione: - il modello inglese: graduale abdicazione al proprio dominio e trasformazione dell'Impero in una comunità volontaria di nazioni sovrane - il modello francese: tenace resistenza ai modelli indipendentistici e tentativo di riunire le colonie in un unico Stato. La persistenza del rapporto con l'Europa anche a decolonizzazione avvenuta: fondamentale sul piano culturale (lingua, costumi, ecc.), meno decisiva sul piano politico, difficilmente la democrazia di stampo occidentale si impose nelle colonie nelle quali si affermarono piuttosto regimi autoritari, per varie ragioni: - il peso di una tradizione culturale differente che non rappresentava un terreno fertile per la democrazia; - il peso dell'eredità del governo Europeo, che era stato di tipo autoritario nelle colonie; - il carattere delle dirigenze locali, spesso cresciute nelle forze armate.e non espressione di borghesia radicate nella società; grave arretratezza economica 2) L'emancipazione dell'Asia L'Asia è il continente che si emancipa per primo (precede di dieci anni l'Africa) per varie ragioni: - carattere avanzato della struttura politica e sociale: sede di culture e religioni millenarie, importante patrimonio filosofico - maggiore consuetudine, rispetto all'Africa, ai contatti con gli europei, produce élites locali educate in università occidentali ma profondamente legate alla propria tradizione culturale (come è il caso dell'India). Il caso dell'India: crescita del Partito del Congresso che con Gandhi riesce a ottenere importanti concessioni, come la Costituzione federale (1935). - Con Nehru, successore di Gandhi, l'India ottiene l'indipendenza nel 1947, dividendosi dal Pakistan musulmano (da cui nel 1971 si staccherà il Bangladesh). Il conflitto tra indù e musulmani

(due guerre tra India e Pakistan per il controllo del Kashmir) e l'uccisione di Gandhi. - La tenuta della democrazia indiana nonostante i problemi dell'India indipendente: povertà, sovraccarico demografico, tensioni fra gruppi etnici e religiosi, permanenza di abiti mentali arcaici e divisione in caste.

Il Sud-Est asiatico: la decolonizzazione è caratterizzata dal confronto tra nazionalisti e comunisti, come in Cina. - In Birmania, Malesia, Indonesia, Thailandia (ex Siam) e Filippine, prevalgono le forze nazionaliste. - Negli Stati sorti dalla dissoluzione dell'Indocina francese prevalgono invece i comunisti: in Vietnam, i comunisti raccolti dal 1941 nella Lega per l'indipendenza (Vietminh), proclamano nel 1945 la Repubblica democratica del Vietnam. - I francesi non riconoscono il nuovo stato, occupano la parte meridionale del paese, ma vengono sconfitti a Dien Bien Phu nel 1954. Il Vietnam viene successivamente diviso in due.

Stati.3) IL MEDIO ORIENTE E LA NASCITA DI ISRAELE

La decolonizzazione comincia agli inizi del Novecento e porta alla creazione della Lega degli Stati arabi. Inizi del ‘900: comincia a svilupparsi un movimento nazionale arabo. – In esso confluiscono due componenti: una tradizionalista (“integralismo islamico”), l’altra laica. Prevale la seconda. – Con la Seconda Guerra Mondiale, si accentua il processo di emancipazione e viene riconosciuta l’indipendenza degli stati creati dopo la Grande Guerra: Transgiordania, Siria, Libano (l’Iraq era già indipendente dal ’32). – Questi Stati, assieme all’Egitto, all’Arabia Saudita e allo Yemen, formeranno nel 1945 la Lega degli Stati Arabi. –Resterà da sciogliere il nodo della Palestina. Resta da sciogliere il nodo della Palestina: non ancora indipendente dalla Gran Bretagna, era stata meta di emigrazione ebraica durante la Seconda Guerra Mondiale e ciò

Alimentava la causa del Sionismo, appoggiata dagli Usa, ma ostacolata dagli inglesi. - Le organizzazioni militari ebraiche in Palestina passano alla lotta armata e gli inglesi si ritirano nel 1948, lasciando all'Onu il compito di trovare una soluzione al problema. - La risoluzione dell'Onu, la prima guerra arabo-israeliana, il dramma palestinese. - Caratteristiche di Israele: Stato moderno e occidentale dotato di forza insospettata: risorse esterne; preparazione e intraprendenza dei suoi dirigenti; forte motivazione patriottica dei suoi cittadini. Le quattro guerre arabo-israeliane: 1948, Israele vince e si espande oltre i confini decisi dall'Onu; 1956, Sinai; 1967, 6 giorni (occupazione di Gaza); 1973, Kippur.

La rivoluzione nasseriana (di impostazione socialista) elimina la sostanziale dipendenza dell'Egitto dagli Inglesi. L'Egitto nel corso degli anni '50 diventa centro indiscusso e guida.

delnazionalismo arabo. – Formalmente indipendente nel ’22, il paese sembrava essersi accontentato del compromesso con gli inglesi del ’30 (che lasciava a loro il controllo del Canale di Suez), che di fatto faceva dell’Egitto una monarchia corrotta e inefficiente, di fatti in mano agli inglesi, contestata sia dalle forze progressiste sia dagli integralisti. – La scossa decisiva venne dall’esercito: un comitato di ufficiali capeggiato da Nasser rovesciò la monarchia. – La rivoluzione nasseriana: una serie di riforme in senso socialista, avvio di un industrializzazione; ambizione di assumere la guida dei paesi arabi nella lotta contro Israele; affrancamento da ogni condizionamento da parte di potenze ex coloniali (nazionalizzazione del Canale di Suez) e accordi con l’Urss per aiuti economici e militari. La reazione delle potenze occidentali le porta ad appoggiare Israele nella guerra del ’56, durante la quale viene occupato il Sinai. Si

diffonde per reazione il panarabismo, che però non avrà moltosuccesso. Si aprirà così una crisi internazionale e nel '56, d'intesa con Francia e Inghilterra, Israele62attaccò l'Egitto e lo sconfisse occupando il Sinai, mentre Francia e Inghilterra rioccupavano la zonadel canale. Il mancato appoggio americano fece fallire le iniziative dei tre stati contro l'Egitto. –Effetto immediato della guerra: diffusione del panarabismo e del nasserismo nel mondo islamico:nel '58 la Siria accetta di fondersi all'Egitto, mentre in Iraq prendono il potere i militaristinazionalisti (tentativi analoghi falliscono in Libano e Giordania). Il panarabismo nella versionenasseriana tuttavia non avrà successo (gelosie nazionali e divisioni interetniche), anche se il suorichiamo rimase molto forte. – Di ispirazione nasseriana fu ad esempio la rivoluzione che nel 1969portò al potere Gheddafi in Libia: espulsione

degli italiani, nazionalizzazione del petrolio, formainedita di "socialismo islamico", dinamismo in politica estera.

5) L'INDIPENDENZA DEI PAESI DEL MAGHREB

Li anni '50 sono anche gli anni dell'indipendenza del Marocco e della Tunisia e di quella ben più cruenta dell'Algeria. Negli anni '50 avviene l'emancipazione dei paesi del Maghreb. - Nel '56 - dopo una serie di repressioni militari - diventano indipendenti dalla Francia Marocco e Tunisia, che manterranno una posizione moderata e filo-occidentale in politica estera.

Ben più cruenta invece la vicenda dell'Algeria, dove erano presenti oltre un milione di francesi che detenevano privilegi rispetto agli algerini. - Soprattutto dopo il successo della rivoluzione nasseriana, i nazionalisti si mostrano meno inclini alle soluzioni moderate e fondano l'Fln, il cui capo è Ben Bella. - Lo scontro culmina nel '57 nella battaglia

di Algeri, con drammatici episodi di guerriglia urbana, che dura quasi nove mesi. Temendo un cedimento da parte del governo di Parigi, i coloni più oltranzisti fondarono un Comitato di salute pubblica. Ciò mise definitivamente in crisi la Quarta repubblica e spianò la strada al ritorno al potere di De Gaulle, che pose fine alla questione algerina nel '62, con gli accordi di Evian. I coloni francesi in Algeria abbandonarono in massa il paese.

6) L'emancipazione dell'Africa Nera

Quando. L'emancipazione dell'Africa subsahariana comincia nel 1957 con il Ghana (Costa d'Oro) e poi la Guinea nel '58. - Il 1960 viene definito "anno dell'Africa" perché numerosi stati ottennero l'indipendenza, fra questi: Nigeria, il Congo belga (Zaire), Senegal, Somalia. Carattere generalmente pacifico, tranne quando sono in gioco interessi economici forti che creano conflitti. In generale si trattò di processi di

emancipazione pacifici e pilotati dalle stesse colonie chepoi mantennero rapporti con le ex colonie; tuttavia, in alcuni casi in cui erano in gioco interessi più forti o erano presenti conflitti etnici, tribali, politici e religiosi, il cammino fu più lento edifficoltoso. Si vedano ad esempio i casi del 1) Kenya (1963), dove agivano i Mau-Mau; 2) dellaRhodesia del Sud (1980, Zimbabwe), dove era presente una minoranza bianca decisa a mantenere leproprie posizioni e i propri privilegi; 3) dell’Unione Sudafricana (uranio, oro e diamanti; contrastipolitici e tribali; consistenza della comunità bianca), dove era presente il regime dell’apartheid, chefu addirittura inasprito negli anni ’50 e ’60. 4) del Congo, lasciato in una situazione di gravearretratezza dalla dominazione belga (sanguinosa guerra civile e tentativo di secessione delKatanga, ricca provincia mineraria); 5) della Nigeria (sanguinosa repressione del tentativo disecessione delBiafra); 6) dell'Etiopia (indipendentisti eritrei).I conflitti si spiegano anche alla luce della fragilità delle strutture socio-politiche e delle tensioni etniche presenti in queste regioni.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
105 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Pira Stefano.