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NASCITA ONU

Il 26 giugno 1945 Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina, Unione Sovietica e Francia, vincitori della

Seconda guerra mondiale, insieme ad altre 45 nazioni, hanno sottoscritto lo Statuto delle

Nazioni Unite, che ne sanciva la nascita al posto dell’ inefficace Società delle Nazioni.

L'Organizzazione delle Nazioni Unite, in sigla ONU è un'organizzazione intergovernativa a

carattere mondiale. Tra i suoi obiettivi principali vi sono il mantenimento della pace e della

sicurezza mondiale, lo sviluppo di relazioni amichevoli tra le nazioni, il perseguimento di una

cooperazione internazionale e il promuovere e incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e

delle libertà fondamentali, senza distinzioni di razza, sesso, lingua, religione. E in questo

delicatissimo ambito di attività la Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata

dall’Assemblea generale il 10 dicembre 1948, rappresenta la pietra miliare delle Nazioni

Unite. Le Nazioni Unite sono composte da sei organismi principali: l’Assemblea generale,

costituita dai rappresentanti di tutti gli Stati membri, ognuno dei quali dispone di un voto; il

Consiglio di sicurezza, ovvero l’organo esecutivo dell’ONU e quello dotato di maggior potere

che compone di 15 Stati membri (5 permanenti: Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito,

Francia e 10 sono eletti dall’Assemblea ogni due anni); la Corte internazionale di giustizia,

incaricata di risolvere le controversie giuridiche sottoposte alla sua attenzione dagli Stati

membri; il Segretariato generale, il più alto funzionario delle Nazioni Unite che ha il compito

di dare esecuzione agli indirizzi politici e ai programmi decisi dall’ONU; il Consiglio

economico sociale e il Consiglio di amministrazione fiduciaria. L’ONU dunque si avvale di

regole, organi e programmi appositi atti a realizzare il proprio obiettivo primario: la pace e la

cooperazione fra tutti i componenti della Comunità internazionale. Eppure, dalla sua nascita

ad oggi, questa istituzione non è riuscita a impedire che decine di conflitti si scatenassero in

varie regioni del pianeta, infatti già dai primi decenni di vita, l'obiettivo di preservare la pace

nel mondo venne reso complicato dalla guerra fredda intercorsa tra gli Stati Uniti e l'Unione

Sovietica. In quel periodo, le missioni ONU consistettero principalmente in attività di

osservazione non armata e l'impiego di truppe leggermente armate con ruoli di

monitoraggio, comunicazione e rafforzamento della fiducia.

GUERRA FREDDA

GUERRA DI COREA

La guerra di Corea scoppia dopo soli cinque anni dalla conclusione della Seconda guerra

mondiale: ebbe luogo dal 1950 al 1953. Durante la Seconda guerra mondiale la Corea era

stata occupata dai giapponesi ma successivamente il trattato di pace siglato al termine del

conflitto ha diviso il Paese in due parti, separate all’altezza del 38° parallelo: la Corea del

Nord, comunista e protetta dai sovietici, con capitale Pyongyang; e la Corea del Sud,

capitalista e protetta degli americani, con capitale Seul. Come leader della Corea del Nord si

trovava Kim Il-sung, capitano dell’88° Brigata dell’Armata Rossa, mentre il Sud era lasciato

in mano a Rhee Syngman, politico di stampo nazionalista e autoritario. Nonostante la

separazione, nell’aria risuonavano le promesse di una ipotetica riunificazione, infatti i capi di

Stato delle due potenze URSS e USA, Josif Stalin e Harry Truman, si accordarono per

mantenere temporaneamente le due zone di occupazione, in attesa di riunificare il Paese.

La situazione cambiò quando Kim Il-sung in visita a Mosca, presentò a Stalin l’idea di

unificare la penisola attraverso una guerra lampo, così il 25 giugno 1950, le truppe

nordcoreane invasero la Corea del Sud, occupando Seoul in una settimana e la gran parte

del territorio sudcoreano in circa un mese e costringendo gli abitanti a rifugiarsi nella

penisola di Pusan. L'invasione determinò una rapida risposta dell'ONU: gli Stati Uniti,

affiancati da altri 17 Paesi, intervennero militarmente nella penisola per impedirne la

conquista da parte delle forze comuniste nordcoreane. Dopo grandi difficoltà iniziali, le forze

statunitensi, comandate dal generale Douglas MacArthur, respinsero l'invasione e

proseguirono l'avanzata fino a invadere gran parte della Corea del Nord. La guerra arrivò

attorno al 38º parallelo dove continuò con battaglie di posizione e sanguinose perdite per

altri due anni fino a quando il 27 luglio 1953 a Panmunjom venne firmato un armistizio, a cui

però non seguì mai un formale trattato di pace infatti oggi Corea del Nord e Corea del Sud

continuano a essere due Stati separati lungo il 38° parallelo. La loro divisione crea ancora

oggi molte tensioni a livello internazionale, soprattutto da quando, nel 2006, la Corea del

Nord si è dotata di armi nucleari.

PIANO MARSHALL

Il Piano Marshall è il programma di aiuti avviato dagli Stati Uniti per sostenere i Paesi

europei dopo la Seconda guerra mondiale. L’obiettivo era restituire all’Europa il benessere

necessario, facendola diventare contemporaneamente un grande mercato per i prodotti

americani. La proposta di aiuto economico fu avanzata alle nazioni europee il 5 giugno 1947

dal Segretario di Stato statunitense generale George C. Marshall (da cui il nome) e

inizialmente la proposta era indirizzata anche ai Paesi dell’Est, compresa l’Unione Sovietica.

I sovietici, però, respinsero il piano perché erano convinti che l’aiuto economico fosse solo

uno strumento per scalzare la loro influenza e per assoggettare l’Europa agli Stati Uniti. Il

piano entrò in funzione nel 1948 e durò fino al termine del 1951 e aderirono 16 Paesi

dell’Europa occidentale e la Turchia. Per tutta risposta, l’Unione Sovietica nel 1949

promosse la costituzione del COMECON (Consiglio di mutua assistenza economica) al

quale aderirono, oltre all’Unione Sovietica, la Bulgaria, la Cecoslovacchia, la Polonia, la

Romania, l’Ungheria e l’Albania.

ARTICOLO 7 DELLA COSTITUZIONE

Il 10 febbraio 1947 con il Trattato di Pace di Parigi, l’Italia perse tutte le colonie (l’Albania, i

territori in Africa e in Grecia); cedette alla Francia due comuni di confine e alla Jugoslavia

l’Istria, gran parte della Venezia Giulia, Fiume e Zara. La città di Trieste fu rivendicata dagli

Jugoslavi e solo nel 1954 tornò a far parte dell’Italia. Si chiudeva così la dolorosa pagina

della partecipazione italiana alla seconda guerra mondiale, con un Trattato di Pace che a

molti parve un vero e proprio diktat, dal carattere punitivo che rifletteva le indubbie

responsabilità italiane nello scatenamento del conflitto. Il 25 marzo 1947 viene approvato

l’art.7 della Costituzione Italiana secondo il quale lo Stato e la Chiesa sono, ciascuno nel

proprio ordine, indipendenti e sovrani e che i loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi.

I principali attori di questo accordo furono De Gasperi e Palmiro Togliatti, che giustificò il suo

sostegno all’inserimento dei Patti nella Costituzione con la volontà dei comunisti di non

scatenare una guerra di religione fra le masse popolari in un paese a maggioranza cattolica

e quindi conseguire quella “pace religiosa” che egli reputava indispensabile al Paese per

ripartire.

ELEZIONI POLITICHE DEL 18 APRILE 1948

Il 18 aprile 1948 gli italiani furono chiamati a votare per la prima volta dopo l'entrata in vigore

della Costituzione. Tutti, uomini e donne, poterono esprimere il loro voto politico e per le

donne era la prima volta dopo il Referendum del 2 giugno. A fronteggiarsi, tanto nelle piazze

quanto nelle urne, sono in sostanza due modelli opposti di governo: da una parte la

Democrazia Cristiana (Dc) del Primo Ministro uscente Alcide De Gasperi, dall’altra il Fronte

Democratico Popolare, lista unitaria della sinistra comprendente il Partito Comunista (Pci) di

Palmiro Togliatti e il Partito Socialista (Psi) di Pietro Nenni. La campagna elettorale si svolge

nelle piazze riempite dai comizi dei leader e tappezzate di manifesti, simboli di partito e

slogan ad effetto. Celebre è lo slogan “nel segreto dell’urna Dio ti vede, Stalin no!” dello

scrittore Giovannino Guareschi e ideato per convincere gli elettori cattolici a dare preferenza

alla DC piuttosto che al Fronte. Ai seggi si recò il 92% degli italiani, quasi 27 milioni di

persone e il responso delle urne parlò chiaro: la Democrazia Cristiana si aggiudicò la

maggioranza relativa dei voti e quella assoluta dei seggi. La Democrazia cristiana finì quindi

per essere il principale partito italiano per quasi 50 anni, fino al suo scioglimento nel 1994.

Ma malgrado la Democrazia Cristiana avesse la possibilità di formare da sola il governo, De

Gasperi decise di invitare i partiti minori (quali Pli, Pri, Psli) a partecipare alla coalizione

ministeriale: in questi modi nasceva la formula del Centrismo.

CENTRISMO

Le elezioni del 1948 portarono a un clamoroso successo della DC di De Gasperi che,

malgrado ciò, decise di dare vita a un governo centrista includendo il Partito Liberale

Italiano, il Partito Repubblicano Italiano e il Partito Socialdemocratico Italiano. La situazione

interna dell'Italia all'indomani del conflitto era particolarmente dura perché la capacità

produttiva del paese era scesa, così come la produzione agricolo-zootecnica e i salari medi.

Per questo motivo la ricostruzione economica del Paese è uno degli obiettivi principali del

centrismo e questa epoca, che va dal 1948 al 1953, vede importanti riforme quali aiuti

economici americani col Piano Marshall da 1,5 miliardi di dollari, adesione alla Comunità

Europea del Carbone e dell’Acciaio, ingresso nella Nato e quindi adesione al Patto Atlantico

e due importanti riforme che riguardavano il Sud: la riforma agraria, voluta da Antonio Segni

nel 1950, che aveva l’obiettivo di rompere il latifondo meridionale e costituire un ceto di

piccola e media proprietà contadina nel Mezzogiorno; e l’istituzione, sempre nel 1950, della

cassa del mezzogiorno che avrebbe fornito i crediti ai contadini che volevano comprare gli

appezzamenti di terreno ed erogato dei fondi per affrontare organicamente la questione

meridionale. Un altro provvedimento fu la Legge Fanfani, o Piano Ina-Case del 1949, e la

resa obbligatoria in Italia della dichiarazione annuale dei redditi, per far fronte alla forte

evasione fiscale. Malgrado l'accentuato riformismo, i Governi di De Gasperi andarono

incontro a una serie di difficoltà, infatti le elezioni che si tennero nei primi anni cinquanta

mostrarono un calo di consenso verso la DC. Così il 31 marzo del 1953, l’allora presidente

della Repubblica, Luigi Einaudi, firmò una legge elettorale passata alla storia con il nome di

&

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
34 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher susannaprt di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Ungari Andrea.