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Fiume e la sua storia durante il ventennio fascista
Fiume poi ritornerà nel mirino italiano durante il ventennio fascista, nel '22 cade il governo indipendente di Zanella e verrà ripresa da Mussolini nel 1924 con il Trattato di Roma: un trattato approfittatore di una Jugoslavia in completa crisi finanziaria e quindi poco vogliosa di entrare in lotta con il vicino italiano, che dunque cederà "volentieri" la città a Mussolini (più approfondimenti nei capitoli successivi, quando si tratterà di fascismo).
La Turchia e la spartizione dei territori dell'ex Impero Ottomano
Alla fine della guerra, con il Trattato di Sèvres, avviene la spartizione dei territori dell'ex Impero Ottomano tra i paesi dell'intesa: abbiamo già visto che con il Patto Sykes-Picot, gran parte del Medio Oriente viene spartito tra Inghilterra e Francia; per quanto riguarda il nostro paese, l'Italia chiede Smirne, una parte della penisola anatolica ricca di giacimenti carboniferi, e la conferma della presenza nell'Egeo, con il controllo.
del Dodecaneso, Rodi con in più le Cicladi; non si tratta di niente di nuovo, dato che tutto questo era stato promesso nel Patto di Londra. Il problema è che l'Italia faceva ancora una volta i conti senza l'oste: si pensava che la Grecia orimanesse neutrale o addirittura entrasse in guerra con la Germania, questo anche dato dal fatto che il re greco, Costantino I, fosse molto legato alla terra tedesca; tuttavia un colpo di stato del '16 fece salire al potere Eleutherios Venizelos che, credendo fortemente in una vittoria dell'Intesa, si alleò con loro e di conseguenza anche con l'Italia; nell'ambizione del nuovo regnante c'era la formazione della Grande Grecia, un sogno che consisteva nell'unire tutti quei territori con una popolazione greca (un po' come la situazione italiana); per farlo la Grecia chiede l'ammissione di Smirne e l'Anatolia occidentale, tra cui terre promesse all'Italia. A questo puntol'Italia forza il gioco occupando nell'aprile 1919 tutta la regione costiera fino a Sacalanova, scatta la crisi internazionale che terminerà poi con gli accordi Tittoni-Venizelos: l'Adalia e le Cicladi vengono cedute alla Grecia mentre l'Italia riceve in cambio un protettorato sull'Albania e il Dodecaneso. L'Intesa ignora però i sconfitti da questo punto di vista, si sottovaluta infatti Mustafa Kemal: un grande condottiero repubblicano turco, salva il popolo turco dalla dittatura del Sultano Maometto VI e poi dai greci occupanti del territorio di Smirne (1920-22); infatti i greci, come sappiamo, insieme agli alleati occuparono Costantinopoli, la Tracia orientale e l'Anatolia occidentale, furono sconfitti su tutti i fronti e Kemal riuscì a far scappare i greci, dichiarando l'indipendenza turca, ristabilendo l'unità e fondando la Repubblica turca dove Kemal né divenne primo presidente, laicizzando lo.stato, abolendo il califfato (1924) e il sultanato eliminando completamente l'influenza religiosa nella politica. Mustafa si ispira a un sistema tendenzialmente repubblicano di stampo filo-occidentale, quindi effettivamente non è un rivoluzionario; però viene inizialmente sostenuto dai bolscevichi e anche da D'Annunzio (quando era a Fiume), questo per via del suo spirito risorgimentale e riscattatore del popolo turco. Dunque le sorti del precedente Trattato di Sèvres verranno cambiate radicalmente; il rovesciamento del sultanato e la conseguente istituzione repubblicana, per non parlare della costante paura che Kemal possa finire dalla parte bolscevica, costringe l'Intesa a ridisegnare nuovamente i confini, e nel 1923 si firma la Pace di Losanna dove la Turchia ottiene Smirne e la Tracia; questo in sfavore di un popolo che da questo momento in poi si vedrà rinnegato il diritto di nazione, di unione e di autodeterminazione: i Kurdi, che se primaL'Intesa avesse una minima intenzione di formare uno stato del Kurdistan, ora preferisce evitare di complicare la difficile situazione etnica in Anatolia, concedendo zero ai popoli minoritari sotto il possedimento turco.
La Pace nel dopoguerra è, come si vede, molto difficile: la questione fiumana, Smirne, il conflitto lituano-polacco (che non abbiamo citato) che vede rubare Vilnius dalla Polonia (1920); uguale per Memel, altra località, strappata dai lituani ai tedeschi (1923); in più abbiamo continue tensioni per tutti gli anni '20 tra Bulgaria Romania e Ungheria. Insomma, una pace che effettivamente non esiste, sarebbe un errore definire l'Europa or come ora come un territorio completamente riappacificato e unito; dalla debolezza della SDN al rimescolamento delle carte in tavola sulla questione confini, gli anni '20 e '30 non possono che essere lunghi periodi di tensioni, scontri, crisi, che culmineranno logicamente in un secondo conflitto o,
come in accordo con molti storici, una specie di prolungamento del primo conflitto, interrotto in mezzo da un periodo di prevalente tregua. La Questione Tedesca il più importante e il più popolare trattato post-bellico, è sicuramente quello della "Pace di Versailles": la guerra finì ufficialmente, come visto, l'11 novembre del 1918, a giugno la pace di Versailles che determinava pesantissime ingiunzioni di guerra alla Germania, era pronto e firmato anche dagli sconfitti il 28 giugno 1919. Nel frattempo il Kaiser, dopo la fine della guerra, fu deposto, al suo posto viene fondata la Repubblica di Weimar. Fu più una pace forzata (una cosiddetta pace cartaginese), che costò al neonato stato della Germania perdite economiche e sociali tremende: non a caso un economista inglese presente alla firma della Pace di Versailles, sosterrà che la pesante inquisizione data alla Germania sarà causa delle future guerre; ineffetti lapace imposta all'ex impero del Kaiser non avrà niente a che fare con gli altri trattati, che saranno meno inquisitori e meno punitori; bisogna però ricordare che la Germania fu la causa di un'occupazione belga illegittima e durata quattro anni, per non parlare della perdita umana con conseguente crisi sociale che causerà alla Francia.
Fu così che già dal giorno della fine della guerra si fissano dei riparazioni momentanee: 5 miliardi di dollari statunitensi di allora, che poi diventeranno 32 miliardi (impossibile da concepire al tempo, si calcolò che un prezzo del genere la Germania sarebbe riuscita a ripagarlo nel 1980); la pace sancisce anche la consegna di gran parte della flotta mercantile e da pesca (200 mila tonnellate), lasciando così il paese senza nessun tipo di possibilità di commerciare e arricchirsi; consegna di materiale ferroviario e rotabile, dato soprattutto ai francesi; consegna di notevoli
quantitativi di carbone agli altri paesi vincitori, e per garanzia la Saar veniva data per 15 anni alla Società delle Nazioni; le limitazioni sono poste anche all'organizzazione militare, dove l'esercito è ridotto a 100mila uomini; i carri armati, sommergibili e aerei sono completamente proibiti, c'è in più un'occupazione militare della Renania da parte delle truppe alleate dell'Intesa, questo a spese dei tedeschi; ceduti ai francesi i territori dell'Alsazia-Lorena e alla Polonia viene ceduto il corridoio di Danzica, un importantissimo lembo di terra litigato dalle popolazioni durante i secoli, importante perché dava la possibilità di accedere a uno sbocco sul mare e a Danzica, una delle città più importanti a livello commerciale del Mar Baltico; NO all'Anschluss con l'Austria, non si vuole assolutamente unire questi due territori legati e allo stesso tempo dare la possibilità allaGermaniadi allargarsi; e infine cessione totale di tutti i possedimenti coloniali, quindi Togo e Camerun sotto controllo francese, Africa del Sud Ovest sotto il controllo del Sudafrica, e il Tanganica (Tanzania) sotto il controllo inglese (all'Italia non andrà niente perché per la protesta di Fiume i funzionari tornarono a Roma); la Germania aveva anche possedimenti nell'Oceano Pacifico, che furono spartiti tra Giappone, Australia, Stati Uniti e Inghilterra; i rispettivi possedimenti erano le Isole Samoa, La Nuova Guinea e le Salomon del Sud.
Il governo di Berlino accetterà tutte queste punizioni, accogliendo anche la vergogna, il disonore, e la futura crisi che la Germania passerà; non a caso i famosi "traditori di novembre", ovvero i funzionari che firmarono la pace, furono additati dalle linee nazionaliste di aver compiuto una "pugnalata alle spalle", come gli italiani in guerra, voltando gli occhi in direzione opposta al popolo tedesco.
È anche vero che la Repubblica di Weimar nascerà sotto un aspetto abbastanza fastidioso per molti, soprattutto i nazionalisti; infatti il primo governo provvisorio, che fonderà la Repubblica, sarà formato in prevalenza dall'area socialista del paese; tutta la Germania, che si oppone al governo riformista di Berlino, si divide tra due grandi linee di pensiero: ci sono gli Spartachisti comunisti, chiamati così perché si uniscono nella Lega di Spartaco, ovvero movimenti insurrezionali bolscevichi che iniziano a insorgere in molte aree del paese, importanti anche perché guidati da due grandi Leader comunisti: Rosa Luxemburg, rivoluzionaria polacca naturalizzata tedesca, e Karl Liebknecht tuttora ammirato dalla sinistra tedesca come un coraggioso martire; dall'altra parte ci sono i Freikorps di estrema destra sostenuti Gustav Noske, il primo ministro della difesa della Repubblica, i Freikorps erano uno dei primi gruppi irregolari.Disquadre armate, in generale reduci super politicizzati, anticomunisti che reprimeranno col sangue le rivolte Spartachiste di tutto il paese. Gustav Noske era socialdemocratico, se si dovette rivolgere ai Freikorps per reprimere le oramai troppo pericolose rivolte comuniste del paese, era per necessità, infatti l'esercito era troppo debole e indebolito dai pesanti accordi di Versailles e dalla guerra. Noske chiederà ai Freikorps di intervenire anche durante un tentato colpo di stato da parte degli estremisti di destra, tra cui componenti dell'esercito regolare; rifiuteranno però categoricamente.
Nel gennaio del 1919 avvengono le nuove elezioni nella Repubblica di Weimar, i socialdemocratici in testa guideranno il primo governo democraticamente eletto del paese; nel frattempo gli Spartachisti, come abbiamo visto, attaccano con furia, e tra Freikorps schierati e un popolo ridotto alla fame più nera, la Germania entra negli anni '20 con una fortissima
crisi politica, finanziaria e sociale. Una veloce occhiata a quella che è la Costituzione di Weimar firmata nel luglio 1919 ed entrata in vigore l'11 agosto dello stesso anno: il sistema è multipartitico e proporzionale, e si rifà ai principi democratici.