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Gentile

È una sorta di reminiscenza di una italianità che è al di sopra delle fazioni politiche ma cmq quando si afferma che un partito è il partito degli italiani ma è chi appartiene a questo partito che decide chi sono gli italiani, l’idea è molto bella ed è quella che ha accompagnato il patriottismo risorgimentale di cui però non si ricorda che Cavour ha condannato a morte Mazzini. Mazzini è morto ostracizzato dallo stato che lui aveva condannato come la menzogna d’Italia. Eppure all’inizio del secolo il ruolo di Mazzini entra nei libri di testo della scuola della monarchia liberale. Ma alla fine del 14 molti socialisti e molti cattolici smettono di considerare lo stato liberale come un nemico da abbattere ma attraverso il patriottismo lo riconoscono come una costruzione da conquistare per affermare l’unità della patria. Tutto questo nel fascismo accade nel giro di brevissimo tempo e minacciando di

far saltare tutti coloro che volevano limitarne il potere e questo anche in risposta ad una massa che ha vissuto l'esperienza della guerra, che hanno vissuto l'uso della guerra per comandare e vogliono continuare con questo metodo. Ma non tutti lo percepiscono, Gentile non lo percepisce, perché pensa che questa massa che si è reclutata in pochi mesi e in pochi anni arriva al potere, che consistenza può avere? Tra l'altro sono tutti anti-intellettualisti nel senso più deteriore del termine per Gentile e che invece i fascisti rivendicavano con orgoglio: siamo anti-intellettualisti perché siamo contro la cultura, contro gli intellettuali, ovvero contro tutti coloro i quali si sono convinti che la posizione liberale è una cultura che sta al di sopra di tutto. È questo che incide molto sul rapporto tra Gentile e gli altri fascisti, nessuno dei quali dice di essere contro Gentile perché non è un fascista ma.

perché questi no riconosce il ruolo primario del partito come artefice dell'italianità, come monopolizzatore dell'italianità.

Un'osservazione sull'intellettualismo: Gentile dice di essere stato lui a sostenere l'identità politica e cultura e quindi di aver combattuto la battaglia contro l'intellettualismo, ovvero separare politica e cultura, o meglio separare e conoscere il fare, quindi dimensione conoscitiva e dimensione pratica è un retaggio di una cultura intellettualistica dove l'uomo di cultura è lontano, non è dentro la lotta politica, e il fare. Per Benedetto Croce la filosofia dei distinti è una filosofia che separa la dimensione conoscitiva e quindi teoretica, dalla dimensione pratica e quindi morale. Per Gentile, e lo afferma fortemente sul problema della prima guerra mondiale, gli intellettuali non possono non scegliere, e quindi scegliere politicamente ed è questo il senso per cui

Gentile è anti-intellettualista ed è questa la ragione per cui risponde ai fascisti: nel 1914 alla Biblioteca filosofica di Palermo e poi a Firenze con la Conferenza sulla filosofia della guerra, spiega perché bisogna essere interventisti e in che senso gli intellettuali debbano partecipare. Gentile capisce anche la novità del fascismo, ma c'è una cosa che non riesce a capire perché è un fatto nuovo per tutti, che il partito di massa è un entità che sviluppa una forte individualità e una forte personalità. Gentile è ancora abituato a concepire il partito come fazioni che al massimo possono avere una rappresentanza parlamentare ma che poi devono dissolversi, per questo accetta il partito fascista perché convinto che una volta conseguito ciò che il partito dichiarava di voler ottenere, liberare l'Italia dai bolscevichi, e avendo creato lo stato forte, il partito doveva dissolversi. Nonha la sensibilità di capire che il partito vuole definirsi come entità definitiva, lo stato che vuole costruire è lo stato del partito. Gentile non percepisce che l'organizzazione di massa del partito fascista ha sviluppato una propria individualità, una propria personalità collettiva che definisce l'essere italiano. Gentile non cesserà mai di essere fascista ma continuerà a coltivare un'idea del fascismo che il fascismo stesso aveva già da molto abbandonato. Lezione 11 Il fascismo è come il cattolicesimo, unità di una molteplicità di posizioni che possono non coincidere. Il partito fascista poi si dota di una propria individualità e personalità che va al di là di quelle che sono le idee dei singoli individui che lo compongono. Per capire la storia e le dinamiche del partito è importante capire innanzitutto cosa si intende con il termine totalitarismo, e quindi comprendere che

Il rapporto intercorre tra il fascismo e il totalitarismo. Possiamo partire da una semplice constatazione: che tipo di totalitarismo è il fascismo? Innanzitutto il termine 'totalitarismo' è di derivazione anti-fascista e quindi si pongono molti quesiti sul perché siano gli anti-fascisti a coniare il termine 'totalitario e quando lo usano? Inoltre, diverse interpretazioni qualificano il totalitarismo italiano con diverse aggettivazioni: totalitarismo mancato, imperfetto, tendenziale e quindi bisogna chiarire l'orizzonte delle differenti interpretazioni. Il termine totalitarismo viene applicato anche al comunismo sovietico e questo comporta il coinvolgimento del rapporto che c'è tra fascismo, nazismo e comunismo sovietico e a quale categoria di totalitarismo essi appartengano, se tra i quasi, i mancati o i completi totalitarismi. Secondo molti il nazismo e il comunismo sono totalitarismi completi ciò implica che si tratti di regimi uguali.

perché se due regimi presentano tutte le caratteristiche fondamentali per essere definiti totalitarismi completi (mentre al fascismo queste caratteristiche mancano o non le ha sviluppate) ciò vuol dire che questi siano identici e quindi esisterebbe uno stadio finale del totalitarismo che avrebbe raggiunto la sua completezza nel nazismo e nel comunismo. Quindi nazismo è = A, comunismo è = A, allora nazismo e comunismo sono = A mentre il fascismo è qualcosa di diverso. Ma è possibile stabilire che esista un concetto di totalitarismo completo che ci permetta di mettere sullo stesso piano e considerare identici un regime che nasce nel 1917 e finisce nell'89 e un regime che nasce nel 1933 e finisce nel 1945? È possibile considerare identici un regime che vive 12 anni e un regime che vive 70 anni? Quando sono identici e quindi completi, allora? In quale momento della loro vita? Non solo, ma possiamo dire che sono identici due regimi che

hannoavuto un origine radicalmente diversa:

il regime bolscevico nasce da un colpo di stato da parte di unpartito che agisce in uno stato in disgregazione dopo la precedente rivoluzione; comincia un lungoperiodo di guerra civile prima di poter impiantare un regime solido e al cui interno avviene unaprogressiva formazione di un potere personale che non esisteva all'inizio. Dal 24, alla morte diLenin, ma anche prima, quando già era malato, fino al 29 vediamo emergere una figura, quella diStalin che diventa il padrone assoluto del sistema sovietico.

In Germania il nazismo arriva al potere con legittime e libere elezioni;

Hitler conquista il potereassoluto senza guerra civile; quando il nazismo diventa completo come il comunismo?

La domanda corretta da porsi è dunque cosa si intenda per totalitarismo completo se non si ha lapossibilità di interpretare fatti storici se non attraverso la costruzione di un modello. Ma il modellopoi rischia di diventare una forzatura.

che vuole inserire nella stessa categoria fatti che poi tra loro non sono comparabili. Le teorie spesso valide ad esempio presuppongono che in un regime totalitario non ci sia il capo dello stato diverso dal capo del partito e quindi il fascismo non dovrebbe rientrare nella definizione di totalitarismo completo perché ad esempio ancora vi è la presenza della figura del sovrano; tuttavia si potrebbe obiettare che anche in Russia il capo dello stato non coincide mai con il segretario del partito comunista eppure la Russia dai più è considerata un caso di totalitarismo completo. Un grande storico marxista, Hobsbawm, sostiene che il termine totalitarismo inventato dai fascisti (errore storico) è stato applicato anche all'URSS ma in realtà neanche nel periodo stalinista, al quale generalmente viene attribuito il termine, l'URSS non fu mai completamente totalitaria perché non ebbe mai il potere totale perché se si analizzano i realicomportamenti della nazione sovietica si scopre che c'era moltissime persone che recalcitravano e moltissime persone che rimanevano indifferenti. Nel caso di Hitler la questione è ancora più complicata perché molti hanno negato che si possa parlare di potere totalitario perché in realtà il sistema nazista era una poliarchia, cioè una molteplicità di poteri e dove c'è una molteplicità di poteri non ci può essere un potere totale, e questa poliarchia era addirittura molto simile ad una anarchia istituzionale, un caos istituzionale che però poi convergeva verso questa figura carismatica del Führer. Quindi, come è possibile mettere un po' di ordine una volta appurata la complessità della situazione? In primo luogo bisogna battere tutte le interpretazioni correnti, appurare la loro coerenza e la loro compatibilità con la realtà storica. Quindi bisogna andare immediatamente alle fonti.alle origini dei termini, guardare al contesto in cui i termini hanno origine. Ad esempio, la parola "fascismo" secondo uno storico israeliano di origine polacca, Zeev Sternhell, non è sorta in Italia ma è sorta in Francia tra la fine dell'800 e gli inizi del 900. L'ideologia fascista come complesso di dottrine organicamente sviluppate è già completa prima della Grande Guerra. Quindi abbiamo una ulteriore messa in discussione dell'argomento: come possiamo comprendere il fascismo se non teniamo in considerazione anche questo aspetto? E in Francia quando nasce il fascismo si parla già di totalitarismo? Lo stesso storico sostiene che il fascismo è la più completa forma di totalitarismo ideologicamente definito. Allora c'è un problema: il fascismo è nato in Francia, in Francia l'ideologia fascista è già completa e compiuta prima della Grande Guerra, ma in Francianon abbiamo nessun tipo di regime che sia stato definito totalitario. Ese diciamo che il fascismo è nato in Francia, ed è già completo e totalitario dal punto di vista ideologico prima della grande guerra, quel movimento che nasce in Italia, che si chiama fascismo, è solo una copia.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
60 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mcavoy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Gentile Emilio.