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GIUGNO- OTTOBRE 1866: TERZA GUERRA D'INDIPENDENZA

La vicenda è strettamente legata alla guerra tra Prussia e Austria (come abbiamo già visto). Ciò che non si è ancora detto è che per l'Italia, nonostante la superiorità numerica e di armi, la guerra fu disastrosa. Causa la cattiva direzione e la cattiva organizzazione di La Marmora che aveva assunto il comando lasciando il governo a Ricasoli. Sconfitta di Custoza 24 giugno e Lissa 20 luglio.

Tra l'aprile e l'ottobre del 1866 torna al potere Rattazzi. Quest'ultimo era favorevole a un'insurrezione a Roma considerata come via per risolvere la questione romana. Il governo, però, non poteva appoggiare ufficialmente i tentativi di Garibaldi per la presa di Roma così Rattazzi lo fece arrestare e si comportò in modo permissivo con i volontari garibaldini. Il tentativo di insurrezione a Roma il 22 ottobre fallisce.

La presa di Roma avviene il 20 settembre 1870 e l'evento è strettamente collegato alla guerra tra Francia e Prussia. Le truppe francesi che da anni, per volere di Napoleone III, presiedono Roma e difendono il Papa, vengono richiamate per accorrere a combattere contro la Prussia. A questo punto lo Stato Italiano non ha più ostacoli e decide di prendere Roma.

Il 20 settembre 1870 le truppe italiane guidate da Cadorna, dopo alcune cannonate a Porta Pia, entrano in città tra i festeggiamenti della folla. Pio IX si ritira in Vaticano gridando allo Stato "usurpatore". Nel luglio 1871 corte e governo si trasferiscono a Roma che diventa capitale. Lo Stato aveva posto fine al potere temporale dei papi contro, ovviamente, la volontà del Pontefice che non riconosceva la legittimità dello Stato.

Si apre una fase delicatissima: come si devono comportare i cittadini cattolici? Nel 1874 Pio IX vieta (no expedit) di partecipare

alle elezioni del parlamento di• uno Stato “usurpatore” e il governo italiano si trova così nella condizione di dover risolvere unilateralmente i rapporti con la Chiesa. E lo fa con la LEGGE DELLE GUARENTIGE che non fu accettata dal suo• destinatario, la Chiesa. La legge si ispirava al principio cavouriano di separazione tra Stato e Chiesa e fu un esempio di prudenza e di sapienza giuridica.

Viene riconosciuta l’extraterritorialità dei palazzi Vaticano e Laterano e della villa di• Castelgandolfo, viene garantita l’inviolabilità della persona del Pontefice, il libero esercizio del potere spirituale, la possibilità di comunicazione del Pontefice in Italia e all’estero e la piena indipendenza dell’azione del clero da ogni controllo dello stato italiano.

La Chiesa mantiene dunque viva la sua protesta ma non può più atteggiarsi a• perseguitata.

L’UNITA’ NAZIONALE E’ COSI’

RAGGIUNTA•L’ITALIA DALL’AVVENTO DELLA SINISTRA ALLA CRISI DI FINE SECOLONel 1876, in Italia, la classe politica è ancora quella che ha conquistato l’unita: la• destra storica. In questo anno il Regno ha raggiunto la parità di bilancio.Il pareggio di bilancio, però, è stato ottenuto con un sistema fiscale rapace che• colpisce con ferocia i consumi delle masse e della gente più povera.Sul piano politico vanno così formandosi le condizioni per un mutamento.• La Destra è sempre più contestata dalla cosiddetta “Sinistra Giovane”, una forza• eterogenea che unisce gruppi di sinistra storica con a capo Depretis, della sinistrarepubblicana di Mazzini e della sinistra meridionale guidata dal barone Nicotera.La Sinistra Giovane va precisando la propria strategia tra il 1874 e il 1876 e• Depretis è l’esponente più autorevole dello schieramento.Il ministero Minghetti,l'ultimo della Destra, cade nel 1876 e il re incarica Depretis di formare un nuovo governo. L'era della Destra è finita. Depretis governò quasi ininterrottamente dal 1876 al 1887 e sale al potere con un programma riformatore che prevede: - Difesa stato laico e lotta al clericalismo - Istruzione elementare obbligatoria - Decentramento amministrativo - Diminuzione e redistribuzione del carico fiscale favorendo il Mezzogiorno - Fedeltà alla monarchia Una volta al potere, però, Depretis ridimensiona questo programma. Iniziano gli anni del "trasformismo". Politica del trasformismo: nella sostanza si abbandona il modello inglese basato sul bipolarismo e si va verso una sorta di "grande centro" che tende a conglobare le opposizioni moderate e a emarginare le ali estreme. La maggioranza, quindi, non si basa più su un programma preciso ma si basa su patteggiamenti e compromessi. Leggi importanti.sono:
  • Legge Coppino 1877: scuola elementare obbligatoria per due anni per fronteggiare l'analfabetismo (70%).
  • Abolita la tassa sul macinato 1879.
  • 1882 varata la riforma elettorale: potevano votare tutti coloro che avevano compiuto 21 anni, erano alfabeti oppure pagavano una certa quota di imposta.
  • Nello stesso anno della riforma elettorale, 1882, si apre anche un nuovo capitolo per l'Italia in politica estera: con Prussia e Austria si conclude il 20 maggio 1882 il trattato di TRIPLICE ALLANZA (patto essenzialmente anti-francese).
  • È una vera svolta in quanto si lascia la tradizionale linea di amicizia verso la Francia per avvicinarsi a quello che per decenni è stato il nemico storico, l'Austria.
  • A corte re Umberto I succede al padre Vittorio Emanuele II e tutti sono molto fieri di essersi alleati con imperi centrali così forti.
  • L'Alleanza, però, tornava molto più utile alla Germania (che aveva un
alleato in più (contro la Francia) e all’Austria (che aveva le spalle coperte contro la Russia) che non all’Italia. Depretis, viste le politiche espansionistiche degli altri grandi stati, inizia nel 1882 una politica coloniale. Le imprese africane cominciano proprio nel 1882 ma nel 1885 il primo tentativo coloniale italiano si conclude con una totale disfatta. L’ultima iniziativa politica di Depretis è nel 1887 il tentativo di una conciliazione fra Stato e Chiesa ma le trattative si arenano ben presto sul punto cruciale del potere temporale del Papa: il Pontefice rivuole Roma e il Lazio mentre lo stato italiano non concede nulla. Il 29 luglio 1887 Depretis muore. Gli succede Crispi che per quasi un decennio dominerà la scena politica italiana. Crispi, sostenuto nel suo nazionalismo da industriali e armatori, intende, appena giunto al potere, dare al trattato della Triplice Alleanza un tono di ostilità attiva verso laFrancia e in campo coloniale mira subito a risollevare il prestigio italiano (maggior successo trattato di Uccialli in cui l'Etiopia riconosce le conquiste italiane in Eritrea). In politica interna accentra su di sé le cariche di Presidente del Consiglio, ministro degli esteri e ministro degli interni. Nel 1889 viene emanato un nuovo codice penale (detto Codice Zanardelli), abolisce la pena di morte e rende libero lo sciopero. Nasce, però, da parte Radicale e Repubblicana, un programma decisamente anticrispino. È il PATTO DI ROMA (maggio 1890). Patto di Roma: chiede sostanzialmente la riduzione dei poteri dell'esecutivo, il decentramento, l'uscita dell'Italia dalla Triplice Alleanza, una energica riforma fiscale e la riduzione dell'orario di lavoro a 8 ore. Crispi cade nel gennaio del 1891 perché la Camera si rifiuta di approvare proposte di inasprimento fiscale. Febbraio 1891 entra in carica al governo Antonio diRudinì e nel maggio 1892• gli successe GIOLITTI, il più abile statista dopo Cavour. Giolitti, divenuto Ministro del Tesoro di Crispi (e anche delle Finanze 1890), si• dimette nel dicembre 1890 in quanto non condivide gli eccessi militaristici e coloniali(e relative spese) del governo. 8 Il primo ministero Giolitti (1892) è molto breve. Dichiara di voler rivedere il• sistema fiscale diminuendo il carico dei non abbienti e fa sentire alle opposizioni unclima più liberale ma la sua opera è interrotta da due fatti: lo scandalo dellaBanca romana (il cui direttore era stato fatto nominare senatore da Giolitti) e lacrisi legata alle agitazioni in Sicilia dirette dai Fasci siciliani (organizzazioni dicontadini, braccianti, piccoli possidenti) per crisi agraria. La rivolta era incentratasoprattutto contro un eccessivo fiscalismo.A fine novembre 1893, per questi motivi, Giolitti diede le dimissioni. Il 15• dicembre dello stesso anno Crispi

torna al potere: viene proclamato lo stato d'assedio in Sicilia e ci sono circa 100 morti. Crispi arriva a far credere che i fasci volessero staccare la Sicilia dall'Italia per poi consegnarla a potenze straniere e ciò porta alla repressione di movimenti opera i e socialisti in tutto lo stato italiano. Crispi è salutato con soddisfazione dalla maggior parte della borghesia che vede in lui l'uomo forte della repressione. Riprende anche le mire espansionistiche verso l'estero anche se l'unico possedimento italiano d'oltre mare era l'Eritrea. Il controllo sulla colonia, però, è precario dato che i rapporti tra Italia ed Etiopia sono andati sempre più deteriorandosi.

Il 7 dicembre 1895 un contingente italiano subisce una sanguinosa sconfitta all'Amba Alagi. Crispi cerca ad ogni costo una rivincita ma nel marzo 1896 gli italiani vengono nuovamente sconfitti (7.000 morti) In Italia aumentano ogni giorno le

Manifestazioni contro la guerra e Crispi• rassegna le dimissioni. A Crispi succede Rudinì (marzo 1896-giugno 1898) che si trova a fronteggiare• un’eredità quanto mai pesante. Cerca di attenuare la tensione politica interna concedendo un’amnistia che libera i condannati dei fasci e in politica estera avvia un processo di distensione con la Francia.

La situazione, però, precipita nel corso del 1898. La tensione esplode a Milano:• il prezzo del pane è notevolmente rincarato a causa di un cattivo raccolto e dalla diminuzione delle importazioni di grano dagli USA che sono in guerra con la Spagna per il possesso di Cuba e delle Filippine.

Il 6-9 maggio 1898 il Generale Baba Beccaris affronta la folla con artiglieria e• causa molti morti ricevendo, per questa azione, da Umberto I la Gran Croce dell’ordine militare dei Savoia. Indignazione generale tra socialisti e borghesi. Rudinì chiede al re di sciogliere le Cam

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
72 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Menzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Orecchia Antonio Maria.