Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 4
Storia contemporanea - il Continente asiatico nel 1900 Pag. 1
1 su 4
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

GIAPPONE

Gli shogun

Nell'800 l'unico Paese dell'Asia che aveva saputo difendersi dall'aggressione dell'imperialismo europeo era stato il Giappone, grazie ad una politica di isolamento dalla "corruttrice" civiltà occidentale. L'Imperatore (mikado), circondato da un'aura religiosa, era tenuto lontano dagli affari, segregato nella sua corte di Kyoto. Il potere effettivo era nelle mani dello shogun (nell'antico Giappone erano i funzionari militari, ma dal 1192 la carica divenne ereditaria ed assunta dalle tre dinastie che governarono il Giappone dal XIII al XIX secolo: Minamoto, Ashikaga e Tokugawa) della famiglia feudale dei Tokugawa. L'impero era suddiviso in principati a capo dei quali erano i grandi feudatari, mentre i vassalli detti samurai, erano nobili di rango minore, un tempo dediti al mestiere della guerra. L'attività principale era l'agricoltura. Una società così arcaica poteva

sostenuto dell'economia giapponese. Durante questo periodo, il Giappone si modernizzò rapidamente, adottando tecnologie e pratiche occidentali in vari settori, come l'industria, l'agricoltura, l'istruzione e l'esercito. Tuttavia, nonostante la modernizzazione, il Giappone mantenne una forte identità culturale e tradizionale. La società giapponese era ancora fortemente influenzata dai valori confuciani e dal sistema di caste, che limitava la mobilità sociale e manteneva una rigida gerarchia sociale. Durante il periodo Meiji, il Giappone intraprese anche una politica di espansione territoriale, acquisendo colonie e influenzando le politiche regionali. Questo portò alla partecipazione del Giappone nella prima guerra mondiale e alla successiva espansione militare nella regione asiatica durante la seconda guerra mondiale. Dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale, il Giappone subì un periodo di occupazione da parte delle forze alleate e fu costretto a rinunciare alle sue colonie e ad adottare una nuova costituzione democratica. Negli anni successivi, il Giappone si riprese rapidamente e divenne una delle principali potenze economiche del mondo. Oggi, il Giappone è conosciuto per la sua tecnologia avanzata, la sua cultura popolare e la sua economia prospera. Nonostante la modernizzazione, il paese ha mantenuto una forte identità culturale e tradizionale, che si riflette nella sua arte, nella sua cucina e nelle sue tradizioni.

industriale straordinariamente rapido.

Imperialismo

Allo stesso tempo il Giappone si dotò di un apparato militare di straordinaria potenza. La spinta imperialistica esercitata dalle potenze europee che stavano assoggettando l'area asiatica del Pacifico fece scattare in Giappone una speculare politica espansionistica, sfociata nel conflitto cino-giapponese del 1894-95. Lo scontro si concluse con la pesante sconfitta della Cina, costretta a cedere Taiwan e le isole Pescadores. Poco dopo gli interessi giapponesi in Corea entrarono in conflitto con quelli della Russia, che si stava espandendo nell'Asia nord-orientale. Nel 1905 la rivalità portò alla guerra: i Giapponesi ottennero una serie di vittorie terrestri ed impressionarono il mondo intero con la battaglia navale di Corea, nel corso della quale le moderne corazzate al comando dell'ammiraglio Togo distrussero la flotta russa. L'esito infausto della guerra costò alla Russia la perdita del

Controllo della Manciuria settentrionale e il riconoscimento del protettorato nipponico sulla Corea, che sarà formalmente annessa nel 1910. Lo scoppio della prima guerra mondiale fornì l'occasione per un ulteriore avanzamento del Giappone, che occupò le isole tedesche nel Pacifico e pretese dalla Cina una serie di privilegi industriali, ferroviari e minerari nella Mongolia. Nel 1926 salì al trono l'imperatore Hirohito, sotto il cui regno l'aggressività militare, giustificata dal bisogno di trovare nuove risorse per la popolazione in forte crescita, portò all'occupazione della Manciuria meridionale. Alla condanna dell'aggressione e alla richiesta di cessare le ostilità, il Giappone rispose con l'abbandono della Società delle Nazioni (1933). Nel 1937 l'impero nipponico, alleato alla Germania nazista, scatenò una massiccia offensiva contro la Cina, che si intensificò non appena.

L'Unione Sovietica fu impegnata sul fronte europeo nella seconda guerra mondiale. Solo gli Stati Uniti opponevano resistenza all'espansionismo giapponese che rischiava di annullare la loro influenza nel Pacifico. Alle sanzioni economiche decretate da Roosevelt, il Giappone decise di dare una risposta militare di impressionante determinatezza. Quando, la mattina del 7 dicembre 1941, 189 aerosiluranti e bombardieri giapponesi piombarono inaspettatamente sulla flotta USA del Pacifico alla fonda nella baia di Pearl Harbour nelle Hawaii, l'effetto fu devastante. In breve tempo con la conquista delle Filippine, delle Indie orientali olandesi, di Hong Kong, di Singapore, di tutta l'Indocina, la Birmania e molte isole del Pacifico, il territorio giapponese assunse una vastissima estensione geografica, demografica ed economica.

Il "miracolo giapponese"

Proprio la dispersione dei territori conquistati impedì una loro difesa efficace dalla controffensiva

americana che gradualmente ottenne vittorie fino ad accerchiare Tokio, sulla quale i bombardamenti iniziarono nel '44. La respinta dell'ultimatum per la resa incondizionata, lasciando prevedere una prosecuzione indeterminata del conflitto, indusse il presidente americano Truman ad utilizzare la nuova arma atomica, sganciata su Hiroshima e Nagasaki nell'agosto del '45. Al Giappone non restò che cedere.

Nel rogo della guerra il Giappone ha bruciato la tradizione di tanta sua storia autoritaria, militarista ed aggressiva, e rivelando una grande capacità di rinnovamento, ha fatto proprio il modello politico dei vincitori. Lasciando intatti al vertice dello Stato i simboli del vecchio impero, il Giappone ha adottato la democrazia parlamentare. La crescita economica si è realizzata secondo ritmi molto intensi, arrivando ad occupare il terzo posto nella graduatoria dei Paesi industrializzati. La ricetta del "miracolo giapponese" è stata

Il Giappone si distingue per la sua collaborazione tra industria privata e organismi statali, che investono quasi un terzo del reddito nazionale nella produzione. Inoltre, la manodopera giapponese è nota per il suo eccezionale attaccamento al lavoro.

I problemi attuali del Giappone sono principalmente legati alla dipendenza dall'estero per le materie prime e ai disagi causati dal sovraffollamento.

Durante il regno della dinastia Ching (1644-1912), l'Impero cinese raggiunse il suo apice di potenza nella sua storia bi-millenaria. La Cina mantenne contatti commerciali con l'Europa fino a quando, a causa delle intenzioni bellicose di quest'ultima, decise di isolarsi per preservare la sua dimensione culturale e religiosa.

All'epoca, l'agricoltura coinvolgeva ancora la maggior parte della popolazione e nelle campagne vigevano rapporti di dipendenza servile. I contadini erano privi di qualsiasi diritto civile.

manifatture e piccole aziende per la fabbricazione dellacarta restano fenomeni marginali.

Guerra civile alternata alla guerra col Giappone

La caduta dell’impero manciù, per opera del partito del Kuomintang, espressione della nascente borghesia anti-imperialista, si spiega con la trasformazione economica e sociale in atto dagli inizi del secolo XX. Era sorta nelle zonesoggette al controllo delle potenze imperialiste un’industria dominata dal capitale straniero, che aveva portato allaformazione di un proletariato indigeno (2 Milioni di persone) sfruttato ed angariato. I presupposti per una rivoluzionesociale stano anche nella massa di contadini aizzata contro lo sfruttamento dei grandi proprietari. Fu così che nel1911 violente sommosse travolsero l’impero e il 12 febbraio 1912 fu proclamata la repubblica con Sun Yat-Senpresidente e fondatore del Kuomintang.

Ma lo Stato restava diviso ed ingovernabile, come dimostrò la formazione di due distinti

centri di potere, uno a Canton, sotto l'egemonia delle forze rinnovatrici, l'altro a Pechino, espressione della vecchia Cina imperiale. Nel frattempo cresceva la contrapposizione interna che da un lato vedeva la presenza di un forte partito comunista con a capo Mao Tse-Tung, e dall'altra il Kuomintang, trasformatosi in partito conservatore e reazionario, con la leadership di Chiang Kai-Shek. Ne scaturì una lunga guerra civile, le cui vicende s'intrecciarono strettamente con l'aggressione giapponese. Il Giappone aveva già strappato alla Cina Taiwan nel 1894-95, ma la sua espansione a danno della Cina s'intensificò sotto il regno dell'imperatore Hirohito, il quale conquistando la Manciuria meridionale (1931), si proponeva di servirsene come base per l'invasione dell'intera Cina. Di fatto, alleato della Germania nazista, nel '37 l'impero nipponico scatenò una massiccia offensiva contro la Cina, nel corso della.

quale l'esercito avanzò nella parte orientale e meridionale del Paese, mentre la flotta imponeva il blocco navale a quasi tutta la costa.

Repubblica Popolare Cinese

La guerra civile in Cina intanto costringeva i comunisti a rifugiarsi nello Shensi (Nord-Est), al termine dell'epica fuga di oltre 12000 Km, conosciuta come Lunga Marcia (1934-35). La capitale, Yenan, operò come centro di coordinamento della proclamata Repubblica Sovietica Cinese, e proprio da qui mosse l'avanzata comunista, che si concluse nel 1949 con la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese. La Cina, lo Stato più popoloso del pianeta, divenne così la seconda potenza comunista dopo l'Unione Sovietica. Chang Kai-Shek riparò a Taiwan, dove il suo regime si mantiene ancora oggi, grazie ai finanziamenti degli USA.

Nei decenni che seguirono la fondazione della Repubblica Popolare, si realizzarono in Cina quelle grandi riforme che trasformarono un Paese arretrato e

lacerato da tante guerre civili, in una potenza mondiale. La Repubblica Popolare visse il suo primo decennio sotto il segno dell'alleanza con l'Unione Sovietica, ma la leadership radicale di Mao ruppe con l'URSS, e Mao progettò una politica economica che avrebbe dovuto far fare alla Cina il "grande balzo" (rilanciando l'agricoltura attraverso un'imponente sforzo collettivo) e proiettarla come punto di riferimento del comunismo mondiale. Il fallimento del gigantesco esperimento fu la causa della rovina di Mao e della iniziale fortuna di Teng e della politica revisionista: "migliorare il socialismo attraverso il capitalismo". Nemmeno queste riforme riuscirono a sanare l'inflazione, la disoccupazione e il malcontento dei ceti cittadini e operai. La protesta ebbe un tragico epilogo nella strage di Tien-an-Men (Giugno 1989). Oggi nella Cina, nonostante il crollo del comunismo, continua a vivere un regime totalitario in cui vige laLa repressione del dissenso politico e un ferreo controllo dell'attività artistico-culturale. L'isolamento seguito alla strage di Tien-an-Men è già un ricordo né si levano più proteste significative alle notizie degli arresti, dei processi e delle condanne con cui il regime continua imp
Dettagli
Publisher
A.A. 2006-2007
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Lupo Salvatore.