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La nascita degli Stati Uniti

La nascita degli Stati Uniti è legata alle particolari modalità con cui si svolse la colonizzazione inglese nel Seicento. Più che per iniziativa della corona, l'occupazione dei nuovi territori si realizzò per impulso di libere associazioni (nel 1607 sorse in Virginia la prima colonia inglese) e di gruppi religiosi, di orientamento puritano, che emigrarono oltreoceano per sfuggire alle persecuzioni (arrivo a Plymouth del Mayflower, 1620) alla ricerca di una nuova patria nella quale edificare una società sulla base dei loro ideali. Il modello che si delineò nel territorio delle colonie inglesi esaltava i valori della libera iniziativa e trovò espressione nel sistema di sostanziale autogoverno concesso da Londra.

Durante il Settecento si registrò un eccezionale sviluppo economico e demografico, per i flussi di immigrazione dall'Europa, e la popolazione crebbe dai 250 mila abitanti del 1700 agli oltre 2 milioni del 1770.

Si diffusero manifatture, commerci, grandi piantagioni di cotone che diversificarono i sistemi economici delle colonie, salite al numero di tredici: a Sud dominavano i latifondi agricoli, mentre al Nord fiorivano le manifatture. A una società coloniale in forte espansione la politica estera di Londra offrirà nuovi sbocchi, con l'acquisizione del Canada, della Florida e della Louisiana, strappate a Francesi e Spagnoli con la guerra dei Sette Anni (1756-1763), ma la corona si rifiutò di assecondare le richieste di autonomia politica e di libertà commerciale, via via più insistenti. Infatti le tredici colonie avevano organizzato un loro commercio con i Caraibi e con alcuni Paesi europei che emarginava i porti inglesi. Diversi tentativi in campo fiscale vennero operati dall'Inghilterra per subordinare l'economia d'oltreoceano ai suoi interessi, al punto da scatenare la ribellione a Boston, dove nel 1773 un gruppo di coloni prese.d'assalto le navi inglesi ormeggiate per protestare contro la decisione britannica di assegnare alla Compagnia delle Indie Orientali il monopolio della vendita del tè. I rappresentanti delle colonie nel primo Congresso di Philadelphia (1774) rafforzarono la loro alleanza, premessa della guerra proclamata nel secondo Congresso del 1775. Fu allora reclutato un esercito sotto il comando di George Washington e si votò la Dichiarazione di indipendenza (4 luglio 1776), redatta da Thomas Jefferson, che sancì la nascita degli Stati Uniti d'America. Ma l'esito delle operazioni militari non era confortante per le colonie, dopo la perdita di Boston e Philadelphia nel 1777. La svolta si verificò tra il 1778 e il 1779, con l'intervento in guerra della Francia e poi della Spagna e dell'Olanda in appoggio ai coloni, fino alla caduta di Yorktown, in mano agli Inglesi, che convinse Londra alla soluzione diplomatica, sfociata nella pace di Parigi (3

Settembre 1783), con cui l'Inghilterra riconobbe l'indipendenza delle ex colonie. Ottenuta l'indipendenza gli Stati scelsero la federazione e la costituzione del 1787 sancì il trionfo dei principi fondamentali dell'Illuminismo: la rappresentanza politica attraverso le elezioni, la separazione dei poteri, l'intangibilità dei diritti individuali.

La corsa all'ovest e la guerra di secessione

Lontani dai travagli politici dell'Europa, soggetta a ricorrenti sussulti rivoluzionari, gli Stati Uniti perseguirono una crescita economica rapida e spettacolare, e dopo l'acquisto della Louisiana francese (1803), i coloni diedero vita ad un movimento espansionistico che si proponeva la conquista del Canada inglese e della Florida spagnola. Dopo una guerra con la Gran Bretagna (1812-1815), vi fu il passaggio agli Stati Uniti di una fascia ad Ovest dei Grandi Laghi, mentre Texas e California vennero strappate al Messico (1845-1848), e la scoperta

dell'oro in California alimentò ulteriormente la corsa all'ovest. L'occupazione delle terre passò attraverso lo sterminio delle popolazioni Pellerossa, che popolavano il nordamerica frazionati in centinaia di tribù. Tra gli Stati settentrionali e quelli meridionali le divisioni politiche ed economiche, già esistenti al momento della nascita dell'Unione, si accentuarono nella prima metà dell'Ottocento. Le ragioni degli industriali del Nord, che volevano adottare un sistema protezionistico, alzando forti barriere doganali contro l'importazione di beni, contro le ragioni dei possidenti, favorevoli al libero commercio, non avendo concorrenti nelle merci da loro offerte al mercato internazionale. Lo schieramento del governo federale a favore degli Stati del Nord, causando le ritorsioni doganali degli Stati europei, acuisce le tensioni negli anni Trenta e la disputa si tinge di connotati ideologici, per la questione della.

Schiavitù, largamente diffusa nelle piantagioni del Sud. L’elezione a presidente degli Stati Uniti nel 1860 del repubblicano Abraham Lincoln, favorevole all’abolizione della schiavitù, spinge undici Stati del Sud a staccarsi da Washington, riunendosi in una propria confederazione. Gli Stati nordisti, non accettando la secessione, diedero inizio ad una cruenta guerra civile (1861-1865) costata oltre 6 milioni di morti e conclusa con la vittoria, artefice della diffusione in tutti gli Stati Uniti del sistema capitalista-industriale.

Espansionismo e isolazionismo Raggiunto un nuovo e definitivo equilibrio, gli Stati Uniti iniziano a guardare al di fuori del proprio continente, acquisendo nel 1867 il controllo dell’Alaska, strategicamente importante per un avvicinamento commerciale con l’Asia; ottenendo nel 1898-1899 il controllo delle isole caraibiche, che erano in mano agli Spagnoli; progressivamente estendendo la propria area di influenza economica al Pacifico.

con il dominio sulle isole Filippine, che diverranno teatro della guerra con il Giappone nel II conflitto mondiale; alla fine dell'Ottocento tentano anche di inglobare il Canada, ma senza successo. A questa fase espansionistica, seguirà una fase di isolazionismo, volta ad accrescere il proprio ruolo di potenza economica, interrotta dalla Grande Guerra, alla quale gli Stati Uniti parteciparono perché il sistema commerciale.
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Publisher
A.A. 2006-2007
2 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher melody_gio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Lupo Salvatore.