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CAP. 21 NAZIONALIMO E RAZZISMO

masse di perone in movimento, geografico e sociale. Le masse fisicamente mobli e

inquiete lo sono anche politicamente: hanno bisongno di ottenere risposte. Talora sono

risposte incorraggianti che aprono spazi alla loro partecipazione alla vita politica , o

che prefigurano sistemi che ne aiutino le componenti più povere e più deboli a meglio

inserirsi nella vita. A volte sono risposte arcigne, volte a tenerle a bada, specie

quando si tratta di mase prive di diritti e d inclini alla protesta. Nel complesso le

solzioni che puntano a una loro integrazioni prevalgono, sebbene non escludano

necessariamente le altre, una di esse, una delle piiu importnti è la “nazionalizzazione

delle masse”. Essenziale per i sistemi olitici europei tardoottocenteschi è infatti l'idea

secondo la quale la fonte primaria della legittimità politica sia nel popolo-nazione. Ci

sono diversi stati nei quali gran parte della popolazione non ha diritto di voto ma

anche in questi casi è in nome della collettività nazionale che le ristrette elite politiche

dicono di agire e su questa affermazione basano il loro diritto all'esercizio del potere.

Tuttavia queste stesse elitè hanno l'assoluto bisogno di insegnare la nazione e parlare

ad interlocutori comee artigiani, operai, contadini e braccianti non è uno scherzo. Molti

hnno una notevole dose in particolare , di diffidenza nei confronti di quelli che

comandano, e per questo sono piu attratti dall'internazionalismo socialista che dal

nazionalismo elitario. È una voce dell'elite che le deve convincere di essere parte

integrante di una compatta comunità nazionale, che in nome di questa comunita

vengano prese tutte le decisioni, e che queste decisioni devono essere accettate da

tutti, proprio perché prese per il bene e in nome di tutti, in questo consiste la

nazionalizzazione delle masse. Per insegnare la nazione le elite degli stati nazione

possono far ricorso ai potenti strumenti istituzionali di cui dispongono. La propaganda

nazionale può essere fatta attraverso i canali ufficialie alla luce del sole. E gli

strumenti a cui di può ricorrere sono soprattutto tre: la scuola, l'esercito, e i rituali

pubblici.

La centralità che le elite politiche attribuiscono alla scuola non dipende solo

Scuola:

dalle finalità che abbiamo già descritto, a ee infatti viene attribuito il compito di

conseguire un altro essenziale obbiettivo pedagogico: educare milioni di bambini e

bambine a pensarsi come parte della propria comunità nazionale. Per questo

l'insegnamento della propria lingua, della propria toria letterariam la propria storia

politica, diventano l'asse portante dei curricula formativi. Non meno importante è la

geografia. E poio insegna anche che il cuore pulsante della nazione sta nel coraggio

dei suoi giovani uomini, pronti a difenderla, quando sia necessario. La storia che si

insegna nelle scuole racconta soprattutto le vicende politico-militari ed è piena di nomi

di re, condottieri e di luoghi di battaglie accompagnati dalle loro date.

È la celebrazione di una figura profonda della cultura occidentale, ovvero della guerra,

vista da una prospettiva nazionalista, è in un certo senso la piena militarizzazione

dell'idea di nazione. E così, l'esaltazione del bellicismo, sia pure a fini difensivi, è una

delle cifre comuni dell'educazione patriottica che si impartisce nelle scuole occidentali.

Le donne sono le madri della nazione e gli uomini sono il braccio della nazione.

Insegnare il dovere del sacrificio patriottico e le ragioni di questo dovere è uno dei

compiti che le scuole occidentali di questi decenni svolgono con la massima

determinazione.

modello prussiano dell'esercito di quantità, cioè basato sulla coscrizione

Esercito:il

obbligatoria di tutti i maschi nelle fasce d'etàdesignate e con una ferma relativamente

breve viene adottato anche da quello tedesco, francese, italiano, russo e giapponese.

In america e in uk l'esercito e il uo reclutamento è su base volontaria; il reclutamento

degli ufficiali i basa solo su un meccanismo del concorso, cosìcchè ora diviene

essenziale un'adeguata preparazione tecnica. Questi mutamenti e soprattutto la

coscrizione obblgatoria danno una pratica traduzione a una vecchia parola d'ordine

coniata nel corso della rivoluzione francese: “nazione in armi”. Dal punto di vista

culturale , il processo comporta anche una sorta di militarizzazione della mascolinità:

esere arruolato nell'esercito è segno di una piena salute fisica, tanto da diventare una

specie di rito di passaggio che trasforma un ragazzo in uomo. Inoltre ogni eercito

viene organizzato in modo tale da funzionalre come un'effettiva scuola di nazionalità.

-i graduati usano la lingua ufficiale della nazione e ciò significa che le reclute

dovessero imparare la lingua della nazione, dimenticando i loro dialetti.

-vige la pratica ddi dislocare le reclute in caserme lontane dai luoghi di provenienza e

così facendo imparano a conoscere il paese a cui appartengono e a mescolarsi con

commilitoni che vengono da altri posti.

-gli stessi graduati si sforzano di spiegare incessantemente il senso del servizio

militare che è un servizio per la patria. Non sono solo le parole che aiutano in queste

operazioni, i rituali interni agli esercii sono essenziali: dall'omaggio alla bandiera

nazionale al servizio di guardia presso monumenti nazionali, o in occasione del

passaggi di personalità politiche o nella circostanza di qualche festa nazionale.

Riutali pubblici: è proprio in questo periodo che si stabilice tutta una serie di imboli o

rituali che deve ervire a far riconocere e onorare la propria appartenenza alla nazione.

Ed è proproio ora che gli tati occidentali si dotano delle loro feste nazionali.(Festa dello

statuto,14 luglio in francia…). Nella loro parte ufficiale si basano su una scenografia

esplicitamente bellicista che comporta una sfilata di reparti militari che passano tra ali

di folla e di bandiere nazionali e poi i oldati sidririgono in un luogo convenuto, nel

quale qualche autorità politica o militare pronuncia un discorso che ricorda le glorie

della nazione, i padri della padria e i caduti che hanno dato la propria vita per la difesa

e la grandezza della nazione. Il carattere mortuario delle celebrazioninazionali è in

realtà uno degli aspetti esenziali del nazionalismo europeo tra 8/900 e conferisce a

tutti questi rituali un'aura profondamente religiosa. Il culto della morte, connaturato al

nazionalismo, proviene dalla tradizione cristiana. È il sacrificio della propria vita

l'immagine cardine, che trova il suo archetipo nella figura della pasisone di cristo e dei

suoi martiri. Questo aspetto spiega anche l'importanza della “stauomania”, fenomeno

che si diffonde ovunque e consiste nella cotruzione di statue che servono a celebrare i

condottieri e i re, in particolare il fenomeno ottocentesco ha una connotazione

particolare: celebra eroi o padri della patria dopo che sono morti. La foresta di statue

che viene eretta nell'ottocento ha come ragione primaria quella di definire la comunità

nazionale come una comunità nella quale il confine tra vivi e morti, è in una certa

misura, cancellato.

Razzismo: nella econda metà dell'ottocento l'insitenza del discoro nazionalista sul

sangue e sui caratteri parentali della comunità nazionale si intrecciano con la

riflessione scientifica sulla differenza razziale, sollecita tanto dal poderoso sistema

teorico di darwin quanto dal contatto sempre piu frequente e diretto con popoli

culturalmente e fisicamente diversi dai bianchi europei. Sin dalla metà degli anni 1870

nei giardini zoologici e nelle grandi esposizioni universali delle città europee vengono

allestiti anche degli zoo umani. La loro oggettiva animalizzazione invita a pensare a

questi “altri” come a degli esseri inferiori. La piu importanti tesi elaborate dal nuovo

razziamo dice che non solo è possibile una classificazione ma anche una precisa

gerarchizzazione delle razze.

-Gobineau: “saggio sull'ineguaglianza delle razze umane”, egli vi sostiene l'esistenza

di tre razze fondamentali, bianca(portatrice di bagaglio spirituale indubbiamente

superiore alle altre due, portatrice di valori e virtù,onore,libertà e nobiltà);

gialla(portatrice di soli valori materiali) e nera (animalesca, ma potentemente

sensuale). Il suo saggio pone in questione anche il tema della decadenza della razza,

causata dalla loro mescolanza. L'unione tra razze diverse non può che produrre popoli

“degenerati”: “significa che questo popolo non ha piu lo tesso intrinseco valore

posseduto in precedenza, perche non ha più nelle sue vene lo stesso sangue”.

-Francis Galton: cugino di darwin e rinomato statistico e psicologo inglese e nel “genio

ereditario” afferma che le fondamentali dirrerenze psichice e fisiche che ditinguono i

gruppi umani tra loro derivano non tanto dall'influenza dell'ambiente ma dall'eredità

genetica. Proponendosi di rimediare agli eventuali procesi di degenerazione che

possono viziare la compattezza di un gruppo razziale, egli fonda l'eugenetica, cioè la

disciplina che intende organizzare la riproduzione degli individui in modo tale da

ottenere tipi umani sempre piu adatti alle condizioni ambientali che esse sono

destinati a trovare e sempre più coerenti con gli elementi fondamentali propri della

razza di appartenenza.

-Lapouge sostiene nei suoi scritti, che sebbene le varie popolazioni abbiano nelle vene

il sangue di più razze, la maggior parte degli incroci non ha alterato sostanzialmente la

purezza dei caratteri razziali dominanti. All'interno dei gruppi umani europei Lapouge

sostiene vi siano tre principali vrianti razziali: Homo europaeus o ariano, alpinus,

mediterraneus. Egli elenca anche la razza ebraica che ritiene non solo inferiore ma

pericolosamente infima e aggressiva per la sua incontenibile avidità commerciale. Gli

individui razzialmenmte meno perfetti potrebbero essere soppressi da un'organiza

politica di eutanasia razziale così da conservare la purezza della razza di

appartenenza.

-Chamberlain sostiene non solo la diseguaglianza tra razze e la superiorità della

bianca ulle alte ma anche il predominio della razza germanica all'interno della bianca,

questa infatti dovrebbe guardarsi soprattutto dalla razza ebraica, che insinuandosi

nelle sue comunita ne minaccia l'integrità e la cultura. La differenza tra le due razze

deriva dal differente tasso di purezza razziale: la germanica è una razza conservatasi

relativamente pura, l'altra non è che un

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A.A. 2015-2016
93 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher caterinarossi3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Capuzzo Paolo.