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Estratto del documento

Alla fine del secolo XIX si iniziano a notare anche i primi anglismi nella lingua italiana. L’importazione dello

sport del calcio importò molti anglismi nell’italiano. 18

Storia della lingua italiana Modulo 2 Appunti di Alessandro Vercelli

Questi stessi fenomeni che misero in relazione francese e italiano nel secolo XIX si possono benissimo notare

e misurare nell’italiano di oggi con l’influsso dell’inglese.

L’Unità d’Italia

La svolta radicale apportata livello storico dal Risorgimento de dall’Unità d’Italia determinò una svolta radi-

cale anche nell’ambito linguistico.

Dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente non c’era stata più nessuna realtà statale che avesse potuto ga-

rantire l’unità linguistica della penisola; ora, con la nascita del moderno stato italiano, tornava un’autorità ca-

pace di garantire la coesione linguistica della penisola.

La letteratura e l’editoria popolare

Dalla metà del Settecento inizia il quarto stato della lettura, fenomeno per cui iniziano a leggere anche operai,

bambini e donne del popolo (le fasce più deboli della popolazione) che prima non si erano mai rivolti alla let-

teratura.

La letteratura popolare ha caratteristiche ben riconoscibili. Si tratta solitamente di fogli sciolti, riviste di poche

pagine… sono solitamente stampati su materiale di poco pregio e hanno contenuti di scarsa cura editoriale;

hanno di norma la caratteristica della serialità. A questa poca cura editoriale si supplisce con l’inserimento di

molte tavole colorate che attirano l’attenzione degli acquirenti.

Si passa da una lettura intensiva ad una lettura estensiva. La lettura di queste persone non è la stessa, quella

intensiva, che faceva per esempio Petrarca sul suo volume di Virgilio, al margine del quale era solito appunta-

re postille, commenti e date importanti della sua vita, come se fosse stato un vero e proprio diario. La lettura

estensiva è caratterizzata dal fatto che il pubblico ha un approccio moderno alla lettura e alla fruizione di essa.

L’impatto è fortissimo nella diffusione della lingua comune. Questo della letteratura popolare è un vero ed

importante canale di diffusione della lingua comune.

Di questi prodotti editoriali che fanno da canale alla diffusione della lingua comune molti sono almanacchi,

pronostici, oroscopi, libri edificanti (novene, preparazione alla pasqua, al natale, alla buona morte), manuali di

cucina.

Lo studio sull’editoria popolare è interessantissimo e fondamentale per la ricostruzione della storia della lin-

gua.

Lo stesso foglio, la stessa rivista poteva essere letta da moltissime famiglie diverse, da un paese intero. Esiste-

vano istituzioni come le biblioteche circolanti che circolavano per i paesi e diffondevano materiale a stampa.

Nascono poi nell’Ottocento le letture comunitarie: quando arrivava un’edizione di una certa opera i ragazzi

che sapevano leggere leggevano pubblicamente e tutto il paese si radunava in una stalla grande, in inverno,

per ascoltare queste letture solitamente di intrattenimento.

I fogli volanti potevano contenere vari tipi di notizie, solitamente narrano avvenimenti sensazionali dipinti a

tinte forti. La tradizione dei fogli volanti già era nata nel Cinquecento e trovava sostanzialmente origine dal-

l’introduzione della stampa. Sono letti e declamati da cantastorie ambulanti, solitamente.

Fogli volanti, Le cose serie vanno fatte seriamente

Molto particolare è la tradizione degli schiarimenti e consigli al popolo, presente su questi fogli volanti. Si

trattava di forme di propaganda in occasione di eventi politici importanti.

Nell’allegato sono sottolineate con il corsivo le espressioni che venivano tipicamente usate in questo genere di

fogli volanti.

La sintassi è estremamente semplificata e di carattere coordinativo.

Lo stile è iussivo, molti sono gli imperativi; la finalità del testo è evidentemente quella di convincere. Il fine di

questo articolo era quello di convincere, di persuadere. 19

Storia della lingua italiana Modulo 2 Appunti di Alessandro Vercelli

Si trovano inoltre in questo passo diversi modi di dire propri della lingua parlata.

Nell’espressione “sie, sie” si rileva un tipico toscanismo: si tratta di un avverbio, sì, al quale si è aggiunta la -e

epitetica.

Si trovano, più che dialettismi, regionalismi, tratti marcati proprie di determinate regioni ma che non sono

incomprensibili ai lettori di altre regioni d’Italia. Non ci sono più tratti eccessivamente marcatori che rende-

rebbero espressioni del testo incomprensibili in determinate aree d’Italia.

Il regionalismo, diversamente dal dialettalismo, solitamente, ha anche assunto la morfologia della lingua dif-

fusa.

I contenuti di molte riviste sono copiati direttamente dalle riviste francesi ed inglesi. Questi prodotti hanno

però grande importanza per la diffusione della lingua italiana.

Esempi di queste edizioni sono i romanzi di Emilio Salgàri come Il giornalino di Gianburrasca ed altri di

questo genere. Si tratta solitamente di stampa periodica.

I quotidiani popolari

Con lo svilupparsi dell’editoria si giunse anche all’edizione di stampe di quotidiani (il primo quotidiano è la

Gazzetta del Popolo). La marcia dei quotidiani è trionfale.

Alle novità di carattere tecnico corrispondono novità linguistiche di rilievo che si analizzeranno nell’allegato

contenente il testo prima utilizzato.

Fatti di cronaca: dalla Gazzetta piemontese (4 gennaio 1870) e dal Corriere dell’Arno (2 agosto 1873)

La frase del primo di questi quattro testi è data nel classico modo delle agenzie, è una frase nominale. Le frasi

sono brevi e uniproposizionali. Essa è giocata sul parallelismo a tre elementi.

Le virgolette del secondo testo indicano che la frase era stata pronunciata da colui che era oggetto dell’articolo

o detta da qualcuno come testimonianza diretta.

Qui si trova il tipico uso dell’imperfetto narrativo. Generalmente l’imperfetto è usato in italiano per esprimere

azioni continuative mentre per esprimere azioni puntuali si utilizzano i tempi del perfetto. Venne poi, per in-

flussi di altri linguaggio come quello poliziesco, a diffondersi l’uso dell’imperfetto narrativo, imperfetto uti-

lizzato per parlare di fatti effettivamente conclusi e ben determinati nel tempo. Esempi di imperfetto narrativo

is trovano anche nei passi 3) e 4).

Sono evidenti espressioni a metà tra lingua e dialetto piemontese o dialetto toscano.

La lingua del giornale propone talvolta una sintassi più complessa, nel caso del testo due, per esempio in cui si

trovano relativa, finale implicita, principale coordinata alla seconda frase, subordinata implicita con participio.

È tipico l’uso dell’implicito, del participio, finalizzato alla sinteticità. L’uso dell’imperfetto narrativo è tipico

della lingua burocratica.

La lingua dei giornali si colloca ancora tutt’oggi a metà tra la lingua parlata e quella scritta. (16 dicembre 2019)

Il condizionale viene oggi usato per prendere le distanze da un fatto del quale non si conoscono con certezza i

dettagli. Già nell’Ottocento a partire dai testi di giornale si diffuse questo utilizzo del condizionale.

Molti sono gli utilizzo di proposizioni implicite con la finalità di rendere sintetica l’esposizione dei fatti avve-

nuti. Questi sono veri e propri tratti innovativi che nascono e si legano indissolubilmente alla lingua dei gior-

nali giungendo fino ai giorni nostri.

Si possono poi trovare in questi passi diversi omaggi alla lingua letteraria quali, per esempio, l’uso del passato

remoto diede nel testo 2); a quest’altezza cronologica si andava già perdendo l’uso del passato remoto nelle

zone piemontesi.

Si trovano poi diverse espressioni formulari proprie del parlato, come alla bell’e meglio. 20

Storia della lingua italiana Modulo 2 Appunti di Alessandro Vercelli

Si trovano espressioni formate da due o più parole che molto spesso viaggiano in gruppo, sono collocazioni

fisse che vengono automaticamente al parlante. Alcuni esempio sono domare un incendio, passare la notte in

gozzoviglia, cessare di vivere, andare a mangiar fuori. Sono veri e propri automatismi linguistici sui quali poi

funziona soprattutto la lingua dei giornali.

Quando questi gruppi di parole non esistono nella lingua parlata ma vengono introdotti in essi per il successo

di programmi, pubblicità, mezzi di comunicazione si parla in questi casi di plastismi (lingua di plastica),

espressioni stereotipate o espressioni di plastica.

Queste espressioni di plastica, grazie alla diffusione dei giornali a stampa, hanno fatto sì che in molti parlanti

si stabilissero questi automatismi.

Elemento tipico della lingua dei giornali è dunque l’attenzione a queste collocazioni linguistiche. 21

Storia della lingua italiana Modulo 2 Appunti di Alessandro Vercelli

Lingua scritta e lingua orale nell’Ottocento

Nell’Ottocento, per la prima volta, si ricomincia a pensare alla lingua scritta come varietà di italiano in rappor-

to con un’altra varietà di italiano, quella della lingua orale.

Chi scrive opere letterarie prima della riflessione di Manzoni dell’Ottocento sulla lingua si rifaceva soltanto a

modelli di altre opere scritte, non andava a cercare parole ed espressioni da nessun’altra parte. Scrittori di ro-

manzi si rifacevano ad altri romanzi scritti precedentemente. Tutti questi cerchi erano chiusi, non vi era com-

penetrazione né scambio con altre aree.

In realtà già prima di Manzoni qualcosa aveva iniziato a scricchiolare nella lingua letteraria. Nonostante ciò

gli scrittori continuavano a permettersi poche fughe dal modello di italiano scritto di stampo trecentista.

Prima della riflessione di Manzoni la lingua di riferimento stava scritta nei libri ed era una lingua immutabile

ed immutata da 400/500 anni.

Grazie alla riflessione di Manzoni questo cerchio chiuso della lingua letteraria si spezza ed essa torna ad attin-

gere ad un modello di lingua viva e parlata. Manzoni parlerà a riguardo di questo lavoro come di un lavoro di

risciacquatura dei panni in Arno siccome i termini vengono attinti principalmente dal fiorentino vivo parlato.

L’espressione di Manzoni però inganna molto siccome non si tratta di un processo superficiale, come presen-

tato dall’espressione manzoniana carica di modestia. La lingua non cambia solo volto e fonetica ma c’è un

processo epocale molto più grande per cui la lingua scritta si apre e torna ad attingere dalla lingua viva parlata

al tempo.

La direttrice sperimentale di Tommaseo e Nievo

Esempi di questa direttrice sperimentale sono Fede e bellezza di Tommaseo e Le confezioni d’un italiano di

Dettagli
A.A. 2019-2020
72 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alessandro_Vercelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della lingua italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Quagino Margherita.