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La figura di Stalin e le caratteristiche del totalitarismo stalinista
Alla morte di Lenin, nel 1924, si crea una lotta per la successione nel gruppo dirigente bolscevico. Egli viene inizialmente sostituito da una direzione collegiale di cui facevano parte Trotskij e Stalin, fino a quando quest'ultimo non prende il potere. Stalin, il cui nome significa "acciaio" in russo, era il segretario del partito. Nato in una famiglia povera, di origine georgiana, partecipa alla rivoluzione russa.
Consapevole di non essere abile politicamente, avanza nel partito con la pratica della calunnia contro i suoi avversari politici. Egli teorizzò lo sviluppo socialista in un paese solo: affermava così che la rivoluzione dovesse bastare alla Russia stessa, senza esportarla nei paesi più avanzati. Stalin era malvisto da Lenin a causa della sua personalità egocentrica.
Quando Stalin prende il potere, dopo aver emarginato tutti i suoi avversari politici, egli pone fine...
La NEP (Nuova Politica Economica) fu introdotta in Unione Sovietica nel 1921 da Lenin come una politica di compromesso per affrontare la crisi economica post-rivoluzionaria. La NEP permise una certa libertà economica, consentendo la proprietà privata e l'iniziativa individuale. Tuttavia, nel 1928 Stalin mise fine alla NEP e pianificò i cosiddetti piani quinquennali. Essi avevano come obiettivo l'accelerazione dell'industrializzazione e la collettivizzazione dell'agricoltura. Grazie ad essi la produzione industriale raddoppiò, fino a far sì che l'URSS diventò la terza potenza industriale del mondo. Nasce così la figura dello stacanovista, ovvero colui che lavora con efficienza, talvolta anche eccessiva. Dall'altro lato però, la collettivizzazione forzata dell'agricoltura, che costrinse i contadini a riunirsi in aziende statali, portò a un declino della produzione agricola e a una forte repressione contro i kulaki. In questo modo i contadini sono resi dipendenti dello Stato, i beni da loro prodotti sono dello stato. Il tenore di vita del popolo è sempre molto basso. La piena assunzione del potere da parte di Stalin avviene nel 1929, con l'instaurazione della dittatura staliniana. Lo stalinismo si caratterizza per la
concentrazione dei poteri: il potere politico, quello economico, quello militare e quello giuridico ricadono tutti nelle mani di Stalin. Inoltre, Stalin applicava una forte censura su ogni mezzo di comunicazione. Altra caratteristica importante di questo regime è il culto della personalità: Stalin diviene un punto di riferimento per il popolo, viene venerato e celebrato come orgoglio del paese, anche se non si mostrava molto al pubblico. Stalin ottiene il consenso garantendo una casa a tutti i cittadini e distribuendo a ognuno una tessera alimentare con cui comprare beni di prima necessità, così che ognuno ha le stesse possibilità di acquisto. Inoltre, fa sì che l'istruzione sia obbligatoria a tutti, garantendo un livello di alfabetizzazione comune, rende la sanità pubblica, con ospedali efficienti e moderni. In più, assicura anche a tutti un posto di lavoro. Stalin attuò anche una strategia di propaganda con larealizzazione di grandi opere come ferrovie e canali. Lo stalinismo si caratterizza non solo per un capillare sistema di controllo ma anche per un grande uso della violenza. I bersagli erano: i dissidenti all'interno del partito stesso del PCUUS, ovvero coloro che contestano le decisioni di Stalin, i contadini che rivendicano i propri diritti sui loro terreni, i militari dell'armata rossa che non eseguono gli ordini impartiti, e gli operai che contestano gli orari lavorativi. La violenza viene perpetrata attraverso le purghe, ovvero l'uccisione degli oppositori membri del partito, e attraverso la creazione dei gulag, ovvero campi di lavoro forzato e schiavizzato, dove i prigionieri finiscono molto spesso per andare incontro alla morte. Questo periodo di esercizio della violenza viene definito stagione del grande terrore, con un numero di morti altissimo, con cui Stalin eliminò ogni forma di dissenso al proprio potere personale.
TOTALITARISMI
I totalitarismi sono
Regimi autoritari nati nel Novecento, ovvero forme di governo in cui il potere è in mano ad un solo uomo o ad un solo partito e in cui non esiste il confronto democratico. Il regime controlla e domina i cittadini, anche attraverso la violenza. La popolazione viene mobilitata in nome di un'ideologia forte. I cittadini annullano la loro persona per vivere solo in funzione dello stato, il regime modella e conforma il loro modo di pensare e di vivere.
LOCALIZZAZIONE
I primi regimi totalitari a manifestarsi sono i fascismi, ovvero regimi autoritari di destra, che sono il fascismo italiano, il nazismo e il franchismo. Il fascismo italiano nasce con la marcia su Roma nel 1922 e termina nel 1945 con la liberazione, il nazismo tedesco inizia nel 1933 con l'incendio del parlamento e termina nel 1945 con la morte di Hitler, il franchismo spagnolo si instaura nel 1939, al termine della guerra civile, e si chiude con la morte di Franco nel 1975. Dobbiamo aggiungere anche il totalitarismo sovietico.
che la popolazione è delusa e insoddisfatta delle promesse fatte durante la guerra, che non sono state mantenute. Questo crea un clima di instabilità e malcontento che favorisce l'emergere di regimi totalitari. Un'altra causa è la propaganda e la manipolazione dell'opinione pubblica. I regimi totalitari utilizzano mezzi di comunicazione di massa per diffondere la loro ideologia e controllare l'informazione. Manipolano la verità e creano un clima di paura e sospetto, in cui è difficile per la popolazione distinguere la realtà dalla propaganda. Inoltre, i regimi totalitari si basano sulla repressione e la violenza per mantenere il controllo. Utilizzano la polizia segreta e i campi di concentramento per eliminare gli oppositori politici e reprimere qualsiasi forma di dissenso. La popolazione vive in uno stato di costante paura e repressione, privata delle libertà fondamentali. Infine, i regimi totalitari si caratterizzano per la concentrazione del potere in un solo partito o in un solo leader. Non esiste una vera e propria democrazia, ma un regime autoritario in cui il potere è concentrato nelle mani di pochi. Questo permette al regime di prendere decisioni rapide e senza opposizione, ma allo stesso tempo limita la libertà e la partecipazione politica dei cittadini. In conclusione, i regimi totalitari come lo stalinismo sono regimi autoritari di sinistra che si basano sulla repressione, la propaganda e la concentrazione del potere. Sono nati in un contesto di crisi economica e politica, sfruttando il malcontento e la delusione della popolazione.paura che si affermino i partiti comunisti e socialisti, ovvero la cosiddetta paura del pericolo rosso, che fa sì che si affermino i governi fascisti. Ultima causa è quella sociale: la guerra produsse una sorta di risentimento nazionale, un desiderio di recuperare un orgoglio nazionale, un desiderio di riscatto. La figura del soldato non viene riconosciuta, e coloro che tornano dalla guerra, spesso mutilati, si ritrovano in una condizione di crisi. Il popolo è insoddisfatto, il malcontento cresce sempre più. Esso avverte un forte bisogno di identità, per eliminare il senso di disorientamento che lo pervade. Questo bisogno sarà risolto con la figura dell'uomo forte dei fascismi.
CARATTERI COMUNI
Tutti i regimi totalitari hanno caratteri comuni.
- la figura dell'uomo forte e il culto della personalità: il dittatore diventa il punto di riferimento per il popolo, si presenta come una guida. L'uomo forte viene venerato come se fosse
un dio pagano, diviene una figura e un modello da seguire. Esso costruisce attorno a sé un'idea legata a un modello vincente da tutti i punti di vista, come risolutore di ogni problema.
2) soppressione delle opposizioni: viene istituito il partito unico e si annulla il confronto democratico. Il regime fa in modo che venga eliminata e soppressa ogni forma di opposizione.
3) concentrazione dei poteri in un'unica figura: tutti i tipi di potere, come quello economico, politico o militare, ricadono sul dittatore.
4) uso della violenza: essa viene legittimata per reprimere qualsiasi tipo di opposizione. Vengono create squadre di intervento legittimate all'uso della violenza, per la difesa del capo del governo e del regime.
5) apparato di organizzazioni: vengono creati gruppi in cui le persone possano identificarsi, come quelli giovanili, quelli professionali, quelli femminili. Così facendo si rende ogni cittadino partecipe alla vita dello stato.
6) utilizzo della
propaganda: i regimi totalitari sanno utilizzare bene a loro favore i mezzi di comunicazione così da ottenere consenso. Molto importanti sono anche i simboli e i riti.
FASCISMO DAL BIENNIO ROSSO ALL'ASCESA DI MUSSOLINI
Il periodo dal 1918 al 1920 è il cosiddetto biennio rosso, in quanto nei paesi europei, tra cui l'Italia, le tensioni sociali erano all'estremo e il numero degli scioperanti aumentò drasticamente. Questi conflitti in Italia, così come negli altri paesi in cui si instaureranno regimi totalitari, sfociarono in una rivoluzione. In Italia infatti in questo periodo aumentarono sempre di più gli scioperi operai e i conflitti nelle campagne.
Questo periodo è anche caratterizzato da una grande crisi economica, data dalla difficoltà nel riavviare e nel riconvertire la produzione industriale dopo la guerra, dalle limitate risorse e dal debito dovuto alle spese di guerra, soprattutto verso gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
Inoltre, l'economia cresce molto lentamente, come se l'Italia non uscisse dalla guerra come un paese vincitore ma come uno sconfitto. La guerra non aveva portato altro che instabilità e inflazione. In più, la guerra aveva dato vita a un risentimento nazionale, a una volontà di riscatto, e a una necessità di un'identità nazionale forte. Il popolo è insoddisfatto e il malcontento cresce sempre di più. Inoltre, era sempre più evidente anche la crisi politica: il governo era così debole che non riuscì a risolvere la crisi e a portare avanti una politica di sostegno. L'insoddisfazione del popolo verso il governo era sempre più palese. Lo stato liberale, professato da Giolitti, nel dopoguerra perde il suo equilibrio e mostra la sua debolezza. Nascono così nuovi partiti che si candidano a risolvere la situazione: il Partito Popolare italiano fondato da don Luigi Sturzo, un partito quindi cattolico.e il partito socialista (PSI), che però era diviso in due correnti, ovvero massimalisti e riformisti. Questo dualismo impedì al PSI di operare con efficacia nel paese, e l'ala massimalista si separa poi fondando il partito comunista, con Gramsci come fondatore. Con l'obiettivo di arginare il pericolo rosso rappresentato dal potere dei partiti socialista e comunista, nasce il partito nazionale fascista. Esso si propone come reazionario e rivoluzionario allo stesso tempo: reazionario contro il pericolo rosso, rivoluzionario rispetto all'ordine sociale esistente. Prima ancora del fascismo nascono in realtà i fasci di combattimento, ovvero organizzazioni nate con l'obiettivo di portare ordine, con una forte vocazione reazionaria e nazionalista. Il partito fascista fu fondato da Benito Mussolini: ex socialista e direttore del giornale del partito, espulso per la sua propensione alla guerra, egli crea un nuovo giornale, il Popolo d'Italia, in cuispiega i suoi principi per riportare l'Italia alla gloria. La sua posizione interventista e la sua espulsione dal partito non fanno altro che aumentare la sua notorietà al pubblico.