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PARTE MONOGRAFICA SU VENEZIA
Possedimenti della repubblica di Venezia, perché ce ne dobbiamo occupare? Il 12 maggio del 1797
la repubblica ha fine, questi territori dalla fine 1700 e metà 1800 furono protagonisti delle vicende
europee fino all’annessione al regno sabaudo, oltre che essere uno degli stati più longevi anche
dopo la sua fine continua la sua storia come centro degli episodi. Un altro stato che fa concorrenza è
l’impero bizantino (romano d’oriente) che termina quando la capitale Costantinopoli viene
conquistata da Maometto II con differenza da Venezia perché nel 1553 Costantinopoli è una città
stato, ha una piccola area mentre Venezia anche dopo la sua caduta è un vero impero con territori
estesi sulla terraferma, Istria, Dalmazia e isole greche.
Iniziamo con una citazione che risale al 1500 quasi 3 secoli prima della caduta, di un poeta e
politico fiorentino Luigi Alamanni che dopo va in Francia dove lavora alla corte di Francesco I, in
questa raccolta poetica scrive “Se non cangi pensier, un secol solo non conterà sopra ‘l millesimo
anno, tua libertà che va fuggendo a volo” questa citazione in questa raccolta poetica venne vista
come un nefasto presentimento proprio perché Venezia durò 1100 anni dal primo console Paolo
Anafesto del 697 d.C., esattamente 1100 anni dopo cade.
Parleremo della caduta di Venezia e l’instaurazione della municipalità provvisoria democratica
ispirata ai principi della rivoluzione (16 maggio 1797 – 17 gennaio 1798 gli austriaci prendono
possesso di Venezia e i suoi territori), quando il 12 maggio 1797 il doge abdica così come il
maggior consiglio, non viene meno l’indipendenza di Venezia ma cambia la forma di governo, per 8
mesi fino al 1798 i territori veneti saranno indipendenti soltanto di facciata perché in realtà
dipendono dalla Francia napoleonica, potranno vantare comunque una certa indipendenza.
A questo segue dominazione austriaca per 7 anni (1798-1805), poi ancora 8 anni regno d’Italia
napoleonico (1806-1814) poi ancora Austria (1814-1848), poi repubblica di san Marco con Daniele
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Manin (1848-1849) poi altra dominazione austriaca (1849-1866) poi annessione al regno d’Italia nel
1866.
Nella sua massima espansione Venezia occupava tutto il nord est della penisola italiana, oltremare
occupava l’Istria, la Dalmazia, isole Ionie e molte isole del Dodecaneso in Grecia e isole del
Mediterraneo come Creta (Candia) e Cipro persa nel 1571 a favore degli ottomani nonostante la
battaglia di Lepanto vinta che però non permise a Venezia di recuperare Cipro. Nel 1700 risulta
possedere l’Istria e la Dalmazia, ha perso Cipro e perde Creta e la Morea che corrisponde al
Peloponneso. Guerre che avevano stremato la Serenissima militarmente e economicamente.
Pochi anni prima della fine è circondata dai territori indicati in rosa e sono l’Austria, infatti nell
1713 con la guerra di successione spagnola l’Austria riesce a conquistare i territori del ducato di
Milano circondando la Serenissima a est e a ovest, è circondata militarmente ed economicamente
perché qualche anno dopo aver acquisito Milano l’Austria crea un porto che oggi fa concorrenza a
Venezia ovvero Trieste da Carlo VI nel 1719 come porto franco quindi con agevolazioni fiscali per
navi e merci. Le agevolazioni sono estese a tutta Trieste che diventa uno dei principali porti europei
dannoso per Venezia. Nella guerra di successione spagnola Venezia non prende posizione e non lo
farà neanche nelle due successive guerra di successione del 1700 cioè quella polacca e austriaca.
Sono 3 quindi le grandi guerre di successione europee che vedono più schieramenti in cui Venezia
non ha posizione, è neutrale e questo la caratterizzerà anche negli ultimi anni di vita nonostante i
propri ambasciatori nelle corti europee avessero messo in guardia doge e Maggior consiglio che in
Francia vi era una situazione esplosiva e quindi che la Serenissima dovesse tutelarsi con alleanze.
Situazione interna:
• lacerata nel 1700 da forti tensioni sociali che riguardano la classe di governo ovvero il
patriziato veneziano perché vi sono patrizi ricchi e quelli poveri detti barnabotti (detti così
perché prendevano in affitto camere in una zona periferica che si affacciava su santa
Barnaba dove c’erano case da gioco). I barnabotti erano pericolosi perché, dato che
versavano in una situazione economica di disagio, potevano essere manipolati e poiché nei
patrizi ricchi c’erano divisioni i vecchi che appartenevano alle famiglie nobili e i nuovi che
erano quelli che appartenevano al patriziato da tempi recenti (tra 600 e 700 si decide di
aprire il Libro d’oro del patriziato coi nomi delle famiglie e questi nobili ricchi grazie agli
aiuti prestati alla Serenissima avevano avuto il potere di entrare a farne parte ottenendo
compiti di governo).
• Nel 1700 c’è una forte frattura in questo patriziato ma anche tra Venezia capitale dominante
e il dominio ovvero i territori di terraferma e questo era dovuto al fatto che i nobili di
terraferma non erano riusciti a far parte del patriziato e tale frattura si era vista parecchi
secoli prima infatti a inizio ‘500 era stata quasi sul punto di scomparire dalle carte perché
l’Europa si era coalizzata contro Venezia, nella battaglia di Agnadello nonostante perde non
si segna la fine. Nella terraferma si cova antivenezialità che trova terreno fertile a fine 1700
quando i nobili di terraferma si coalizzeranno coi francesi sperando che un nuovo regime
desse loro una posizione di governo. Il popolo invece dichiara fedeltà a san Marco quindi
frattura fra nobiltà di terraferma e l’elemento popolare che invece è fedele alla repubblica.
• Il 1700 viene presentato come un periodo di sofferenza economica di Venezia perché aveva
combattuto contro l’impero ottomano per i territori cretesi e del Peloponneso – Morea –
tuttavia è errato pensare che le casse fossero vuote del tutto. Una storiografia recente
sottolinea come Venezia godesse di prosperità economica e a testimonianza di questo c’è
un’opera grandiosa di fine 1700 che dimostra l’economia fiorente, i Murazzi, che sono 26
queste dighe in pietra d’Istria che dovevano proteggere le isole dall’erosione dovuta
all’acqua di mare. Opera ideata da Vincenzo Coronelli e che venne realizzata da un
ingegnere idraulico Bernardino Zengrini, richiese 40 anni e vide una spesa enorme e questo
è testimoniato dai viaggiatori a Venezia. Infatti Björnståhl fa una considerazione in cui
afferma che era molto costoso, la repubblica aveva i denari per quest’opera.
Situazione esterna:
• la storia di Venezia si intreccia con quelle europee dal 1789 perché il 9 marzo viene eletto
l’ultimo doge Ludovico Manin e di lì a poco c’è l’assalto alla Bastiglia quindi si intreccia la
storia. L’elezione di Manin non era piaciuta al doge Renier precedente poiché era friulano e
non veniva da Venezia, altro presagio sul futuro. Ludovico Manin e Napoleone saranno
protagonisti degli ultimi anni e della fine della repubblica, si scontrarono due mondi uno
tradizionale legato al rispetto dei trattati internazionali e uno con un modo moderno di fare
la guerra basato su velocità e eserciti enormi.
• Come fu la reazione veneziana dinanzi alla rivoluzione francese? Sono stati conservati i
dispacci degli ambasciatori veneziani in cui raccontavano le vicende e i pensieri degli
ambasciatori: nel 1788 l’ambasciatore a Parigi invita a stringere alleanze con altre potenze
europee in funzione antifrancese che possono anche essere segrete perché garantirà libertà e
indipendenza a Venezia. Venezia non prestò attenzione ad Antonio Cappello ma neanche
successivamente, nel 1791 quando è ormai scoppiata, un altro ambasciatore, Rocco
Sanfermo nel regno di Sardegna scrive che gli eventi si mettono male per Venezia e
suggerisce di stringere alleanze con gli stati italiani contro il minaccioso torrente della
Francia e idee rivoluzionarie, una lega che comprendeva il re di Sardegna, il papa,
l’imperatore, il doge quindi secondo il ministro degli esteri sardo era necessario fare
un’alleanza antifrancese; dinanzi a questo dispaccio Manin e il senato risponde
negativamente e si compiace che il regno di Sardegna si preoccupi anche dei territori italiani
non solo del regno ma rimane fermamente convinta che la sua neutralità sarà rispettata e
questo verrà ribadito anche quando le sarà proposto di allearsi con l’impero ottomano e la
Francia in funzione antiaustriaca. Sarebbe stata l’ultima chance di salvarsi e Venezia rifiuta,
in effetti allearsi con gli ottomani significava tradire l’Istria e la Dalmazia che avevano
combattuto contro il dilagare dell’impero.
Di fatto qualche anno dopo si verificano le condizioni in seguito alle quali la Repubblica vedrà la
fine della propria vita, verrà annunciato al doge e al senato che era in procinto di varcare le Alpi un
esercito francese guidato da Napoleone che aveva come scopo cacciare gli austriaci dai territori del
ducato di Milano, siamo nel 1796. Varca le Alpi e entra nel territorio e incontra il regno di Sardegna
che viene sconfitto e avrebbe significato il dilagare dei francesi in Italia e questo era stato
comunicato dal regno a Venezia ma senza ascolto. Sconfiggono Amedeo III di Savoia costretto ad
armistizio e trattato di pace che faceva passare i francesi in territorio sardo, dunque Napoleone va
verso Milano, sconfigge gli austriaci e si dirige verso sud ovvero lo Stato pontificio sconfiggendone
gli eserciti e costringendo papa Pio VI a un trattato svantaggioso quello di Tolentino che prevedeva
il pagamento di un’indennità di guerra elevato e consegna di opere d’arte che vennero portate in
Francia nel Louvre come il Laoconte che vennero riportate a Roma 15 anni dopo grazie a Canova
che fece tornare a Venezia anche i cavalli di san Marco portati da Napoleone per ornare l’Arco di
Trionfo.
La fine inizia con la discesa degli eserciti di Napoleone con una serie di vittorie, costringe
all’armistizio il re di Sardegna e il papa, colleziona vittorie e conquista una fetta di territorio 27
ingente. L’anno successivo prende forma la Repubblica Cisalpina con territori del ducato di Milano,
Ferrara, Bologna cioè possedimenti del ducato. Il regno d’Italia sabaudo assume la bandiera della
repubblica Cisalpina che prende il nome di repubblica italiana, nel 1805 quando avrà annesso anche
i territori veneti diventerà regno d’Italia incoronato da papa Pio VII e prima incoronato dai francesi.
Dura solo 9 anni questo regno e nel 1814 si cercherà col congresso di Vienna di tornare alla