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NASCITA DELLA COSTITUZIONE

E’ la carta fondativa dello stato italiano ed è la legge fondamentale.

Viene approvata nel 1947 ed entra in vigore il 1 gennaio del 1948.

Contiene 12 principi fondamentali contenente i diritti (al lavoro, al riposo,

alle assicurazioni sociale, all’educazione, ecc..) e doveri dei cittadini e 18

disposizioni transitorie e finali riguardanti l’ordinamento della Repubblica.

Un principio condiviso ufficializzato dalla costituzione era quello

rappresentato dall’antifascismo, per evitare che tornasse un regime

autoritario; ancora più importante era impostare le basi per una democrazia

solida e duratura, anche innovativa che andasse oltre la paura di un ritorno

della dittatura.

Le 21 donne dell’assemblea verrano definite le “madri costituenti” (9

erano per la DC, 9 per il PCI, 2 socialiste e 1 dell’uomo qualunque) e

daranno un contributo fondamentale (teresa mattei) nell’articolo 3

introducendo la frase “senza distinzioni di sesso” → questa definizione

inizialmente trova disapprovazione tra i deputati, ma alla fine prevale la

caparbietà delle costituenti che con toni decisi insistono sulla necessità di

limitare le discriminazioni verso le donne proprio perchè appartenenti al

sesso femminile considerato debole ed inferiore.

L’ITALIA DEL MIRACOLO ECONOMICO (fine anni 50 e metà anni 60)

Cambia il registro economico, si comincia a produrre di più e si alza il

tenore di vita → il processo industriale accelera (tipica concentrazione

dell’industria solo al Nord non è più un dato di fatto, ora anche il Sud

comincia a svilupparsi lentamente => nuovi ruoli rovesciati città e

campagne) a discapito del contesto agricolo.

Le grandi città hanno ormai una propria configurazione e assumono un

ruolo centrale, di conseguenza cominciano a popolarsi perché è qui che si

trova lavoro (migrazione nel triangolo industriale Genova - Milano - Torino),

le abitudini cambiano sia in termini di prodotti che abitudini, la struttura

geografica della città altrettanto, ecc…

Sviluppo in particolare del settore siderurgico, meccanico e chimico, che

offrono prodotti tipici del consumo di massa.

Nel sud solo Napoli è uno dei pochi centri industriali => ancora poco

sviluppato → cassa del Mezzogiorno al Sud, ovvero finanziamenti in

denaro messi a disposizione dallo stato per risollevare il territorio e colmare

il divario, solo che questo denaro non si riusciva a convertirlo in aiuti per le

fabbriche e quindi inizia il cosiddetto aiuto assistenziale tramite

erogazione di agevolazioni o fondi a gruppi di interessi o singole persone in

cambio di consenso politico e voto alle elezioni.

I salari medi si alzano ed è in costante crescita il numero delle case di

proprietà grazie al più alto bilancio familiare dato che ora anche molte

donne lavorano; si affermano nuovi consumi e nuovi sogni e riti,

soprattutto elettrodomestici (lavatrice, frigorifero importante perchè cibi si

mantengono di più e non bisogna mangiare tutto immediatamente tipo

carne, cucina gas sempre a prevenire malattie, phon, orologio, stufette,

frullatori) e automobili (per spostamenti e vacanze).

Cambiano aspetti della vita quotidiana e culturali come la mobilità

(1958 inaugurata l’autostrada del sole e 1959 il codice della strada), i

costumi (weekend, settimana corta) e il turismo (nasce la vacanza di

massa).

Due miti dell’industria automobilistica diventano la Fiat 600 (dopo la 500

detta “topolino” che era la serie più piccola di quel tempo), presentata nel

1955, che diventa prodotto del Miracolo Italiano e contribuì a motorizzare il

paese perché era agibile anche per le classi meno agiate , e la Vespa che

assume i contorni di un vero e proprio fenomeno sociale, sinonimo di

libertà, fruibilità per il lavoro e per il tempo libero.

LA SOCIETA’ NEGLI ANNI DEL BOOM

Gli italiani con redditi bassissimi nel dopoguerra affrontano la modernità:

comunicazioni di massa, logiche di mercato, tempo libero, sport e

alfabetizzazione di massa.

Gli anni ‘50 sono definiti “anni del risveglio”, con i tentativi di

programmazione economica, l’interventismo dello stato, l’aumento

dei redditi, la ricostruzione delle vie di trasporto e la diffusione di

nuovi mezzi → stagione dei consumi di massa.

La televisione, oltre a contribuire all’alfabetizzazione di massa (programmi

che insegnavano a leggere e a scrivere, esempio “Non è mai troppo tardi”),

cambia la cultura, la formazione e l’immaginario degli italiani.

Dal 1954 c’è una riduzione dei costi della televisione perché le imprese ne

producono sempre più, invogliando così la popolazione al suo acquisto.

La TV è un monopolio di stato che all’epoca richiedeva un abbonamento

per seguire i programmi.

Una delle prerogative era fornire una formazione che potesse

abbracciare un grande pubblico → telegiornale che potesse essere

capito da tutti, un’informazione che deve riguardare tutti i settori (politica

interna ed esterna, cronaca, intrattenimento e spettacolo) e che deve dare

voce a tutte le componenti politiche, soprattutto quelle che riguardano il

governo (la DC avrà uno spazio privilegiato).

La televisione a colori arriverà solo nella metà degli anni ‘70 perché c’è un

dibattito sull’effetto che può provocare sul pubblico l’immagine a colori

appunto (consumistica, provocatoria).

Guala dal 1954 al 1956 impone un rigido codice di condotta al nascente

servizio televisivo: i programmi non devono recare discredito o insidie

all’istituto della famiglia, né raffigurare atteggiamenti, pose o particolari che

sollecitino bassi istinti.

Musica leggera, varietà, quiz (“Lascia e Raddoppia” di Mike Bongiorno,

dove l’uomo comune aveva la possibilità di avere i suoi 10 minuti di

popolarità e diventare conosciuto, oltre che di vincere dei soldi => metafora

della nuova società dove c’è più benessere, soldi, felicità, opportunità,

ecc… ) e avvenimenti sportivi sono i programmi più diffusi → pubblico non

passivo, si crea un momento di socialità.

Rapporto tra politica e televisione che si definisce “organo del

governo” → inscindibile.

La televisione essendo una novità per un periodo ruba il pubblico al

cinema, così questi ultimi comprano le TV e le mettono nelle sale; ciò vale

anche per i bar così che le persone si radunavano e consumavano anche

mentre la guardano.

La pubblicità è quello che permette di colpire l’attenzione del

consumatore; gran parte avrà a che fare con quei prodotti del boom

economico come elettrodomestici, cosmetici, detersivi, prodotti alimentari,

ecc…

La RAI inventa una sua forma di reclame e lancia Carosello, un programma

di un quarto d’ora irradiato nell’ora di maggior ascolto, appena dopo il tg

della sera, in cui vengono lanciati i prodotti di punta ma raccontati

attraverso vere e proprie storie; diventa una sorta di ritualità.

In ogni spot, di massimo 2 minuti, il prodotto può essere nominato solo

all’inizio e nei 5 secondi finali, perché è più importante il contenuto.

Prodotti per la bellezza (dentifricio, creme, trucchi) e cosmetici che

sembrano rappresentare una sfida all’autorità patriarcale, come se fossero

un pericolo per la morale pubblica (“donne che puntano troppo sull’estetica

sono quelle che distruggono le famiglie”) => non propagandare troppo

l’immagine della donna che si cura, così si comincia a diffondere il

modello che vuole eliminare tale immagine (Signorine buongiorno

rassicuranti, poco seducenti, riprese solo a mezzo busto, ecc…).

Conflitto tra immagine dei programmi VS pubblicità; i giornali / riviste

femminili c’è un doppio contrasto.

I giovani cominciano ad essere protagonisti, esprimendo un nuovo

modo di stare nella società con uno stile in contrapposizione con i

valori tradizionali (perbenismo), e considerati come consumatori.

- La musica è il terreno per eccellenza di trasformazione e che prepara

la rottura con schemi e codici.

L’uscita dei dischi cambierà la radio e rappresentano un'alternativa

per l’ascolto della musica e di partecipazione diretta (ascolto

individuale e collettivo, dando origine a raduni dove i gruppi ascoltano

i dischi → momento di azione collettiva).

Il 45 giri diventa il simbolo di un'epoca grazie anche al numero di

copie vendute (nel 1961 copie vendute 28 milioni), con le case

discografiche pronte a soddisfare le richieste e a lanciare nuovi divi

della canzone.

I nuovi giradischi avranno una produzione copiosa e possono

entrare nelle case di tutti per il basso costo (prima solo musica

classica ora anche possibilità di riprodurre dischi piccoli).

Un’altra invenzione è il giradischi portatile (mangiadischi).

Il jukebox (dal 1958 al 1965) che si ascolta generalmente nei luoghi

di vacanza e di aggregazione si confermerà un successo (40mila

venduti).

Citiamo anche i momenti di celebrazione ed esposizione dei cantanti

e canzoni che passano attraverso la televisione come il Festival di

Sanremo e Dischi per l’estate (presenta i divi del momento e

tormentoni).

I giovani si riappropriano dei luoghi di divertimento e scelgono

la musica come linguaggio autonomo e di autorappresentazione

=> ballo come veicolo di socializzazione.

In particolare un fenomeno nuovo è quello delle feste organizzate in

casa (ascoltata musica anche meno gradita dalle generazioni

precedenti) oltre che nei locali, che allargano gli spazi in luoghi

attrezzati secondo le mode, precedendo le discoteche.

Cambiano il modo di fare musica e presentarsi sul palco (cantanti

urlatori che rompono i ritmi del perbenismo).

Si spezza la centralità della coppia stretta i voltaggi e abbracci che

continua a imperversare nei balli popolari praticati in balera, a favore

del ballo scomposto (anche di gruppo) che assume altri significati,

sia sul piano della fruizione che su quello dell’aggregazione (rottura

lentamente della tradizione uomo che chiede alla donna di ballare,

cambiamento luoghi e spazi interni, ballo di coppia, luci soffuse e

stroboscopiche, creatività nel ballo, tutti insieme in pista e libertà,

critiche per la “musica degenerata” e “folle impazzite e che istigano

alla violenza”, ecc…).

In Italia sbarcano il Rock, i Beatles ed Elvis Presley, con un

abbigliamento ed estetica fuori dal com

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
60 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vittofrate di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Tonelli Anna.