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NOVECENTO

Con la prima guerra mondiale ha fine il "lungo Ottocento" visto come periodo con una sua omogeneità e coerenza interna, e ha inizio il '900, il secolo breve. La prima guerra mondiale è intesa come una profonda crisi della civiltà in tutta Europa, un evento che spezza l'idea del progresso illimitato e che rivela come la tecnologia sia asservita soprattutto al potenziale distruttivo degli eserciti. Fu una guerra condotta con armamenti sostanzialmente difensivi, una guerra di trincea e una guerra integrale, in quanto ogni aspetto della vita sociale e politica di ogni stato che vi partecipa è totalmente dedicato alla guerra. Il 1917 fu un anno chiave, l'anno di più profonda crisi degli stati in guerra (ex. numerosi episodi di ammutinamento che vengono repressi attraverso fucilamenti di massa), l'anno di entrata in scena degli Stati Uniti come potenza mondiale e l'anno della rivoluzione bolscevica. In conseguenzadegli eventi del 1914-18, dopo la guerra si ha un'immagine di nazione estremamente cambiata. I principi dell'identità nazionale manifestatisi nel corso dell'800 vedevano un nazionalismo in cui l'idea dell'emancipazione della nazione era uno dei passi per il raggiungimento della libertà dei popoli; nell'800 lo stato aveva il compito di tutelare i diritti e le libertà. Eppure le unificazioni nazionali (ex. Italia, Germania) si erano realizzate sotto il segno di classi dirigenti liberali moderate, che indirizzarono il nazionalismo non in senso francese (modello politico che vuole costruire un nuovo spazio per i diritti), ma verso una politica di potenza, che si traduce in un'aggressività verso altre nazioni, nella competizione per l'accrescimento della forza delle nazioni (ex. spartizione del mondo conosciuto in colonie, sostegno degli stati all'industrializzazione, che significa impiego delle conoscenze e tecnologie per aumentare la produzione e la ricchezza).

tecnologie per produrre armi). Si accumulano tensioni a livello internazionale che trovano sfogo inizialmente nei conflitti coloniali e quindi tendono a esprimersi fuori dal continente europeo. A queste tensioni si aggiunge la crescita di rilevanza della questione sociale delle classi operaie che tendono a promuovere un conflitto sociale e politico che ha come obiettivo la rivendicazione di interventi a miglioramento delle loro condizioni di vita. Col passare del tempo però si inizia a vedere la guerra come una possibilità di dare sfogo a queste tensioni politico-sociali; l'Italia addirittura vede il conflitto come una quarta guerra d'indipendenza; d'altronde la Germania per la sua collocazione geografica, al centro dell'Europa, si sente sempre circondata e minacciata. È così che si passa dalla lotta di classe alla lotta tra nazioni, o meglio, alla lotta di classe tra nazioni. Il 1917 è anche l'anno della rivoluzione nella

Russia zarista, che costituì un inveramento di quello cheMarx si era auspicato, cioè una rivoluzione che portasse a compimento un processo storico che la borghesiaaveva interrotto nell’800. Il gruppo bolscevico artefice della rivoluzione è un gruppo ristretto all’internodella fazione socialista che vuole sovvertire l’ordine delle cose per arrivare a quanto teorizzato da Marx,quindi a una presa violenta del potere e al rovesciamento dei rapporti di potere, apparentemente immutabili(da qui la paura del comunismo). La Russia zarista era arrivata alla guerra con uno degli eserciti piùimponenti, ma con una delle società meno progredite e industrializzate, ed è un paese che è governato daun’autorità che si manifesta in una forma fortemente repressiva, uno stato autocratico che ha la formadell’impero multinazionale, e assolutamente non preparato alla guerra, nonostante l’immenso esercito,perchéil suo potere è limitato. Tuttavia, il governo provvisorio non riesce a risolvere i problemi del paese e la situazione continua a peggiorare. Nel frattempo, i bolscevichi, guidati da Vladimir Lenin, stanno guadagnando sempre più consensi tra la popolazione russa. Nell'ottobre 1917, i bolscevichi prendono il potere con una rivoluzione armata. Viene istituito un nuovo governo, il Consiglio dei commissari del popolo, guidato da Lenin. La Russia diventa una repubblica socialista e viene avviato un processo di nazionalizzazione delle industrie e delle terre. La rivoluzione bolscevica ha un impatto significativo sulla storia mondiale. La Russia diventa l'Unione Sovietica e si trasforma in uno stato socialista. La rivoluzione ispira anche movimenti rivoluzionari in altri paesi e contribuisce a plasmare il corso del XX secolo.c’è un problema e promette la creazione di un regime liberal-borghese, che attenui la forma autocratica. Per un certo periodo quindi si assisterà a una forma di dualismo del potere, da un lato il governo liberal-costituzionale rappresentato dal parlamento, la Duma, e dall’altro i soviet, coloro che hanno alimentato la rivolta, che non si sciolgono e, anzi, chiedono la riforma agraria, una maggiore giustizia nei rapporti di lavoro, l’uscita dalla guerra e la democrazia diretta. Tra i vari gruppi rivoluzionari che fanno parte dei soviet vanno menzionati i socialisti rivoluzionari, cioè i menscevichi (= parte maggioritaria del partito socialista russo) e i bolscevichi (= parte minoritaria del partito socialista russo); bolscevichi e menscevichi concordano sull’uscita dalla guerra e sulla riforma agraria, ma i bolscevichi sono su una posizione più radicale e chiedono una presa del potere immediata per scongiurare fallimenti. Di questaposizione si farà portavoceLenin, il leader dei bolscevichi rientrato in Russia dall'esilio nell'aprile 1917 (grazie all'appoggio dei tedeschi), colui che elaborò le cosiddette tesi d'aprile, riassumibili nelle parole "potere subito ai soviet", che chiedevano l'immediata uscita dalla guerra senza pensare ai costi da pagare e l'estensione della rivoluzione proletaria al resto del mondo (struttura internazionalista e di integrazione del socialismo). Nell'estate 1917 i contrasti politici all'interno del governo sono forti; il governo nominato a febbraio e guidato da un principe viene sostituito dal governo guidato da Kerenskij, che si pone come obiettivo quello di accelerare le trattative di pace e percepisce il pericolo rappresentato dai soviet, che intende eliminare. Nel 6/7 novembre 1917 (ottobre nel calendario russo, per questo si parla di rivoluzione d'ottobre) vi è un'insurrezione e si ha la presa.del palazzo d'inverno di Pietrogrado, sede dello zar; si forma un nuovo governo presieduto da Lenin, il quale si appresta a iniziare trattative di pace con la Germania e ad attuare la nazionalizzazione della proprietà terriera per instaurare la dittatura del proletariato. Nel marzo 1918 il governo bolscevico firma la pace con il governo imperiale del Kaiser (pace di Brest-Litovsk), che impone condizioni durissime alla Russia: la Russia perde il controllo della Polonia, dei paesi baltici (Finlandia) e di parte dell'Ucraina. La capitale si sposta da Pietrogrado a Mosca e il governo bolscevico deciderà la nazionalizzazione delle risorse dello stato e la riorganizzazione dell'esercito di cui viene incaricato Trockji. La repressione della rivoluzione viene da parte delle componenti bianche (ex. cosacchi), schierate ancora a difesa dello zar, e dai paesi europei che vedono il comunismo come un pericolo. Nasce a questo punto l'armata rossa, formata da uomini cheavevano già fatto esperienza militare nell'esercito zarista, ma che condividevano le idee bolsceviche. Così dal 1918-19 fino alla soglia del 1920 si consuma una vera e propria guerra civile interna tra bolscevichi e zaristi. Il governo di Lenin percepisce che la situazione è grave e quindi le funzioni di controllo del potere devono essere concentrate nelle mani dello stato (comunismo di guerra). Da questi eventi viene fuori che Marx ci aveva visto male: infatti egli aveva previsto che sarebbe stato il proletariato figlio del capitalismo più avanzato (ex. Inghilterra, Germania) a fare la rivoluzione, mentre in realtà la rivoluzione prende corpo in un paese più che altro contadino, in cui il proletariato c'è ma è molto minoritario. La rivoluzione proletaria in un paese arretrato come la Russia diventa una rivoluzione modernizzatrice, che ambisce a portare la Russia al passo con gli altri paesi europei dal punto di vista economico e sociale.

vistaindustriale e tecnologico, a riorganizzare il vastissimo territorio russo con infrastrutture, a far uscire il paese dalla condizione di sottoconsumo e sottoproduzione, che permetterà un impiego più efficace delle risorse.

Negli stessi anni la prima guerra mondiale sta volgendo al termine e già si espande l'idea di riprodurre quanto accaduto in Russia in altri paesi, uno spirito originato soprattutto dalla distruzione seguita alla guerra e quindi dalla volontà di fare qualcosa. I grandi imperi videro tutti la loro fine: non solo l'impero zarista, ma anche l'impero ottomano, che era in difficoltà già prima dell'inizio del conflitto, e l'impero austro-ungarico, dalla cui scomparsa si formano l'Austria e l'Ungheria come stati indipendenti e conquistano l'indipendenza i paesi balcanici. Dalla disgregazione dell'impero ottomano, schieratosi durante il conflitto con Germania e Austria, nasce la

Turchia moderna (paese dei giovani turchi, che ambiscono a costruire uno stato laico e modernizzato sul modello europeo) e hanno origine delle tensioni nel medio-oriente, fino ad allora controllato proprio dai turchi: la soluzione è l'attribuzione di un mandato a Francia (in Siria e Libano) e Gran Bretagna (in Egitto, Giordania, Palestina, parte dell'Iraq) per portare i territori di quell'area alla creazione di moderni stati-nazione sul modello europeo; questi paesi dovranno essere restituiti dopo 30 anni. Questo piano andò contro il desiderio della formazione di una grande nazione araba, che francesi e inglesi avevano promesso agli arabi in cambio del loro aiuto contro i turchi durante la guerra. Tutti i paesi europei escono in grave difficoltà dalla guerra sia per le tensioni internazionali sia per le enormi difficoltà economiche; il livello di instabilità è fortissimo. In questo può leggersi un rapporto diretto tra.seconda guerra mondiale e Grande Guerra, che ha indotto gli storici a vedere il periodo che va dalla prima alla seconda guerra come una guerra dei trent'anni, un unico periodo storico, perché le tensioni sono tante e tali che non vengono sistemate al termine del primo conflitto. Con la Prima Guerra Mondiale gli italiani condi
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A.A. 2019-2020
25 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlessiaC18 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Baldissara Luca.