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Si arriva al 1832, in cui viene approvato il reform act che permette una riforma dei collegi elettorali.
La Francia rimane tranquilla perché deve guardare alla coesione interna.
Nel 1816 viene sciolta la camera ultra conservatrice e ultra realista e viene eletta una camera più
moderata che permette alla Francia di entrare nelle conferenze dell’articolo 6, che possa mandar
via l’esercito di occupazione e riprendere il suo ruolo all’interno del sistema europeo degli stati.
Dal 1820 c’è una svolta di tipo conservatore, ci sono alcuni assassini tra cui quello del duca di
Berry che era erede al trono e questo fa aumentare le istanze liberali, ma ancora non emergono.
Dal 1824, dopo la morte di Luigi XVIII andrà al trono Carlo X e le cose cambieranno.
Nel 1822 viene eletto come ministro Villele, conservatore che porterà la Francia a sedare i moti in
Spagna.
Spagna, 1820, Cadice.
Si ha un pronunciamento militare che avviene nel contesto delle guarnigioni che stavano per
partire per sedare i moti ed evitare l’indipendenza delle colonie latino americane.
Sono guarnigioni mal pagate che protestano su due versanti: quello politico e quello economico.
La Spagna ha perso le colonie che le fornivano proventi. Cominciano i moti, viene concessa la
costituzione di Cadice del 1812, c'è un tentativo di controrivoluzione che riesce solo in parte in
quanto gli insorti riescono ad avere solo il sud del paese mentre il re viene fatto prigioniere a
Madrid.
Per sedare i moti interviene la Francia che tra il 1820 e il 1824 inizia una politica di carattere più
rivolto alla politica estera, più conservatrice e decide di intervenire, ma non può farlo direttamente
perché rimane il timore da partedegli altri stati.
Ci sono tre riunioni successive sulla base dell’articolo 6:
A Troppau (1820)
A Lubiana(1821): intervento dell’Austria su territorio italiano
A Verona (1822): su decisione consensuale degli Stati europei viene dato il mandato alla Francia
di intervenire in Spagna.
Italia, luglio del 1820, avvengono all’interno dell’ambito militare.
Mirelli, Silvati e il generale Pepe sono tra gli esponenti dei moti.
Sono moti che scoppiano in una zona a rischio che è il regno di Napoli, viene concessa la
costituzione francese del 1814, ma viene anche richiesta la repressione austriaca.
A metà luglio scoppia una richiesta separatista in Sicilia e si cerca di sollevare anche altre zone per
rafforzare il moto del regno di Napoli ed evitare l’intervento austriaco.
Ci sono rivolte carbonare, tra gli esponenti abbiamo Pellico, Maroncelli, Romagnosi.
Altri moti riescono a scoppiare nel regno di Sardegna, in particolare ad Alessandria nel marzo del
1821. Questione del passaggio di consegne da parte di Vittorio Emanuele I prima al fratello Carlo
Felice, poi a Carlo Alberto che concede la costituzione, ma poi viene subito sconfessato da Carlo
Felice, che invece chiama gli austriaci. Da qui si capisce l’ambiguità del regno di Sardegna che da
un lato vuole lottare contro l’Austria, ma non ne ha ancora la forza.
Nel 1821 anche l’Austria interviene, ma sul mandato del trattato di garanzia, l’unione di Lubiana
formata dai rappresentanti degli stati danno all’Austria il mandato di intervenire.
Lezione 27-09-2016
Indipendenza dell’America latina
Parallelamente ai moti in Europa, si muove anche il processo d’indipendenza dei paesi
dell'America del sud che erano stati sotto il dominio della Spagna e del Portogallo.
Il processo d’indipendenza si situa tra il 1811 e il 1824. Il contesto che rende possibili i moti è
quello napoleonico, nel 1808 cade la monarchia spagnola e viene meno il dominio spagnolo
sull’America latina, viene sostituito il monarca spagnolo con Luigi Bonaparte che non riesce ad
esercitare un potere sull’America latina.
Vengono create delle giunte municipali, simili a quelle spagnole che hanno lo scopo di resistenza
nei confronti della Francia, ma che in realtà vanno a colmare il vuoto di potere amministrativo.
Il potere è nelle mani degli spagnoli e garantisce il predominio spagnolo sul territorio, soprattutto
finanziario e ci sono trattati di commercio che favoriscono la Spagna.
Si è creata una borghesia legata alla terra che è quella dei creoli, cioè gli spagnoli che ormai si
sono trasferiti nei territori dell’America del sud e che iniziano una vita diversa rispetto
all’amministrazione spagnola, nasce la volontà di staccarsi dalla Spagna. Si crea una cultura
ispano Americana e che unisce i vari territori sottoposti al dominio spagnolo. Anche questa cultura
segue i criteri dell’illuminismo (libertà, democrazia, costituzionalismo) ma si parla sempre di elites e
le istanze di carattere economico sono sempre più importanti di quelle di carattere politico.
I creoli vogliono staccarsi dalla Spagna per essere più liberi anche negli spostamenti degli Indios e
dei meticci. Si è creata una possibile contrapposizione tra spagnoli e ispano americani, si creano le
giunte e proclameranno l’indipendenza dalla Spagna.
La prima è la giunta di Caracas, si ha l’onere di grandi personalità che hanno contribuito, tra questi
Francisco Miranda, che porterà alla richiesta d’indipendenza del 1811.
Con il congresso di Vienna cercano di recuperare i territori dell’America latina. Ci furono guerre
civili tra i realisti e gli indipendentisti. Nel 1811 la Spagna riesce a riprendere gran parte dei suoi
territori tranne L'Argentina dove la figura più importante è Josè de San Martin che, a differenza di
Bolivar, è monarchico.
Nel 1816 viene proclamata l'indipendenza dell'Argentina e si staccheranno Paraguay e Uruguay.
Nel 1817 verrà proclamata l’indipendenza del Cile e quella che sarà la grande Colombia.
Nel 1824 si conclude tale percorso con la battaglia di Ayacucho dopo la quale il Perù diventerà
indipendente. Si staccherà la parte dell’alto Perù che è la Bolivia.
Ci sono istanze importanti sul futuro di questi stati, hanno una lingua comune tranne il Brasile,
questo perché hanno avuto rapporti con la Spagna simili tra loro che avrebbero potuto porre le
premesse per un futuro unitario.
Simon Bolivar, oltre ad essere un grande liberatore repubblicano, avrebbe voluto un’unione di tutti
questi stati anche con il Brasile, infatti tra il 1825 e il 1826 ci saranno dei congressi, quello del 1826
a Panama, per cercare di mettere in piedi una sorta di federazione, ma fallisce perché le
resistenze di carattere nazionalistico sono troppo forti, le divisioni sono dovute al fatto che
mancano le comunicazioni e quindi una conoscenza reciproca. Bolivar pensa allora a una
repubblica degli Stati andini, quindi tra la Colombia, il Venezuela e l’Ecuador, ma anche in questo
caso non riesce.
Da quel momento il futuro dell’America latina sarà un futuro di divisione e questo le impedì un
futuro economico di successo. Dall’inizio dell’800 la presenza spagnola viene sostituita dal punto di
vista economico dalla Gran Bretagna con una serie di trattati che favoriscono l’importazione dei
paesi dell'America Latina dei manufatti britannici.
Questo interessamento inglese porta ad un altro aspetto importante: quale è stata la reazione dei
paesi europei all’indipendenza dell’America latina?
Al congresso di Vienna non si parla dell’impero ottomano per evitare scontri, i paesi europei della
Santa alleanza iniziano ad interessarsi dal 1822/23. La Francia aveva avuto un mandato per
intervenire in Spagna, ministero Villele, conservatore, afferma di voler intervenire anche in America
Latina a favore dei Borbone.
Altro stato favorevole a sostenere i Borbone è la Russia.
La Francia nel periodo napoleonico aveva avuto un piccolo territorio in America Latina e quindi
voleva tornarci per ragioni economiche, fino al 1822 non c’è stato nessun riconoscimento da parte
degli stati europei, quello degli USA avviene nel 1822.
Dal 1823 di fronte alla volontà francese di aiutare la Spagna si ha un duplice intervento: il primo è
un intervento britannico, si tenta anche un intervento comune che non riesce. Il 9 ottobre 1823
arriva una nota dagli USAal governo britannico in cui si afferma che la Gran Bretagna non avrebbe
tollerato un intervento francese in America Latina che andasse a ledere la libertà di scelta di tali
stati.
A dicembre si ha la dottrina Monroe, l’allora presidente, in cui si dice che gli stati della
penisolaLatina che avevano deciso di liberarsi dall’oppressione spagnola, non potevano essere
influenzati dall’intervento esterno.
Questo segna il distacco dell’America dall’Europa, che è un distacco politico in quanto dal punto di
vista economico la Gran Bretagna è ben presente.
Parallelamente anche in Brasile succede una cosa simile, la monarchia portoghese abbandona
l’Europa dopo il 1808 e sceglie come sede Rio de Janeiro dove rimarrà fino al 1820, anno in cui il
monarca Giovanni torna in Europa e lascia in Brasile il figlio don Pedro che non ha un grande
esercito, si trova a lottare contro la richiesta d’indipendenza della borghesia che si era creata in
Brasile in modo simile a quella spagnola. Decide di mettersi a capo di questa volontà di
indipendenza e verrà proclamato imperatore.
Dopo 3 anni, nel 1823, il Brasile diventa indipendente e l’indipendenza verrà riconosciuta dal
Portogallo dopo. A capo del Brasile rimane una personalità legata alla monarchia e questo fa sì
che il Brasile non si disgreghi.
Anche il Messico e i paesi dell’America centrale sono interessati da un processo di indipendenza.
In Messico il processo inizia nel 1821, ci sono due motivazioni: precedentemente in Messico si
erano avute delle sollevazioni di Indios che vengono contrastate insieme dai creoli e da coloro che
sono legati alla monarchia spagnola.
Nel momento in cui vengono sedati i moti può iniziare il processo di indipendenza.
Secondo motivo: 1821, anno in cui la Spagna era in profonda crisi politica e non poteva
intervenire.
A capo del processo di indipendenza c’è Augustine de Iturbide, che verrà proclamato imperatore, è
un militare ma viene subito spazzato via, nel 1824 ci sarà una rivolta liberale durante la quale verrà
giustiziato. Dal 1824 in Messico si avrà un governo liberale che abolirà la schiavitù creando una
secessione tra nord e sud del paese, in particolare in Texas che chiederà di poter uniti agli USA.
America centrale, 1821, data d’indipendenza, si crea la repubblica delle province unite
dell’America centrale: Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Nicaragua, Honduras.
Alla Spagna rimangono Cuba e le isole nei Caraibi.
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