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La musica di Carlo Rustichelli
Tra le espressioni più divertenti da ricordare ad esempio "Seguitemi in fila longobarda" invenzione che suonava tradotto come "fila indiana".
Grancassa paesana e nobili timpani. La musica di Carlo Rustichelli
La musica in un film conta quanto le immagini, anche se per molti è considerato solo un elemento di contorno, non essenziale al risultato. Oggigiorno tutti hanno imparato a dare importanza alla musica applicata alle immagine, infatti anche se a livello razionale lo spettatore sembra non badare alla musica, a livello emozionale il messaggio arriva.
Per "L'Armata Brancaleone" la musica di Carlo Rustichelli ha un ruolo fondamentale, non si limita a fare da contorno, ma scolpisce i personaggi e le situazioni, facendo si che la vicenda si commenti da sola mentre si svolge. La famosa marcia guerriera che introduce e conclude la vicenda e che si sente ogni volta che Brancaleone va in cammino verso nuove imprese, la musica con il suo
ritmo costituisce il segno di tutta la pellicola e che si conclude ogni volta con l'inno al capitano "Branca, branca, branca, Leon, leon, leon / fischio / bum" con un colpo di grancassa che denuncia l'acialtroneria dei personaggi. Il fischio viene spesso usato nel film ad esempio per richiamare l'attenzione di Brancaleone ed arrestare la marcia poiché in direzione sbagliata.
La musica in questo film ha la doppia funzione di definire e raccontare fatti e personaggi e di considerarli in maniera caricaturale.
Rustichelli nacque a Carpi nel 1916 e morto nel 2004, ebbe una formazione nel teatro lirico, passò poi al cinema dopo una lunga gavetta, per il quale ebbe una grande dedizione, minimizzando sempre il suo operato con grande modestia, si reputava infatti un artigiano e non un musicista.
Compositore di valore, rapido ed eclettico, dunque ideale per il cinema, si è occupato di film drammatici e film comici.
La funzione del motivetto della marcia
Attraverso la ripetizione elementare dei versi è quella di creare un'auto esaltazione attraverso l'affermazione. Ma la musica non induce a schernire totalmente questi personaggi, infatti Brancaleone dimostra di sentire il bisogno di aiutare i bisognosi e i deboli, ed in musica è dimostrato dal fatto che all'inno famoso succede una frase con note basse con la cadenza tipica delle marce funebri. Il tono generale resta comunque quello satirico-parodistico. È importante sottolineare che gli interventi musicali sono pochi e lasciano spazio ad ampi silenzi anche in azioni movimentate. È comunque importante la musica in questo film, paradossalmente rispetto alla scarsa considerazione che Monicelli ha sempre avuto per la musica.
7. Il passaggio dalla sceneggiatura al film
Il cinema italiano è paragonabile ad un grande artigianato che ha raggiunto livelli di eccellenza, in quanto il modo di produrre non è standardizzato o pianificato. Infatti
L'artigianato si affida alla creatività del momento a differenza della grande industria che si basa sulla pianificazione. Ciò comporta però anche molte sorprese, come è stata una sorpresa "L'Armata Brancaleone". Infatti se si confronta la sceneggiatura originale del film ci sono due aspetti interessati da analizzare: uno riguarda l'aspetto linguistico e cioè constatare quante battute siano state studiate e quante improvvisate sul set; l'altro riguarda l'aspetto produttivo, ovvero quali scene sono state modificate in corso d'opera rispetto al copione. Uno dei punti di forza del cinema italiano è proprio quello di cambiare il copione, un esempio ne è "Il sorpasso" girato senza sapere se avrebbe avuto un finale tragico o felice. Anche "L'Armata Brancaleone" rientra in questo cinema artigianale, infatti scene e battute sono state modificate in più punti del copione.
ad esempio nella scena dei due personaggi che finiscono in una botte di liquame il dialogo sul copione è più aulico "La gran puzza" "E' morchia di concime" mentre nella scena risulta "Che puzza!" "Lo dici a me?". Inoltre sono stati effettuati una serie di interventi che mirano a semplificare il lavoro e renderlo più comprensibile al pubblico: insistere troppo sul gotico immaginario nei dialoghi avrebbe disorientato il pubblico, un eccesso di effetti speciali sarebbero risultati ridicoli, nonostante un numero limitato di comparse utilizzate c'era comunque il senso di coralità che tanto piaceva a Monicelli ed al quale il pubblico era già abituato dai film di avventure. Una scena che appare completamente modificata è quella in cui Zenone chiede agli aspiranti crociati di mettere su una colonna il loro cibo, mentre invece in realtà nel film non vi è alcuna confica di cibo poichésurrealità e sulle situazioni comiche piuttosto che sulla storicità e sul realismo. 2. Il personaggio di Brancaleone fu ispirato da un racconto di Boccaccio, ma venne reso ancora più comico e grottesco dai tre sceneggiatori. Monicelli voleva che il protagonista fosse un anti-eroe, un uomo inetto e sfortunato che si trova coinvolto in avventure assurde e imprevedibili. 3. Il cast del film era composto da attori di grande talento, come Vittorio Gassman, Gian Maria Volonté, Catherine Spaak e Folco Lulli. Ognuno di loro diede un contributo importante alla creazione dei personaggi, rendendoli ancora più divertenti e memorabili. 4. Durante le riprese, Monicelli e gli sceneggiatori apportarono diverse modifiche alla sceneggiatura originale. Alcuni dialoghi furono improvvisati sul set, mentre altre scene furono completamente riscritte per rendere il film più dinamico e divertente. 5. Nonostante le modifiche apportate, il film mantenne comunque un forte messaggio sociale. Brancaleone e i suoi compagni rappresentano la lotta dei più deboli contro i potenti, la ricerca della giustizia e della libertà in un mondo corrotto e ingiusto. 6. "L'Armata Brancaleone" fu un grande successo al botteghino e ottenne anche un buon riscontro dalla critica. Nonostante le iniziali preoccupazioni riguardo alle modifiche apportate alla sceneggiatura, il film riuscì a conquistare il pubblico con il suo umorismo surreale e la sua satira sociale. 7. Ancora oggi, "L'Armata Brancaleone" è considerato uno dei capolavori della commedia italiana. La sua influenza si può ancora percepire in molti film e serie televisive comiche, che si ispirano al suo stile e al suo umorismo irriverente. 8. Mario Monicelli, Age e Scarpelli hanno creato un film unico nel suo genere, che ha saputo divertire e far riflettere il pubblico. "L'Armata Brancaleone" rimane un esempio di come il cinema possa essere un mezzo per raccontare storie divertenti e al tempo stesso significative.rozzezza. Negli anni '60 fondarono insieme a Comencini e Boni la Film cinque che con l'insuccesso di "Acavallo della tigre" fu sciolta e questo fu paradossalmente un bene per "L'Armata Brancaleone", che aveva bisogno di grandi finanziamenti. Fu proposto a Mario Cecchi Gori, al quale non piaceva l'idea poiché non vedeva una vera e propria trama ed aveva paura che quella lingua sarebbe stata incomprensibile, lo paragonava ad un film muto, proprio come volevano che fosse, infatti Monicelli ha sempre considerato che l'introduzione della colonna sonora era solo una corruzione del cinema ed inoltre che il linguaggio usato in questo film era solo per completare l'immagine che si voleva dare di quel Medioevo, ma non serviva ai fini della comprensione della storia. Cecchi Gori si convinse anche se molto preoccupato dell'insuccesso, ma per Monicelli fu il film in cui guadagnò di più poiché entrò in
Compartecipazione sugli incassi, cosa che non gli fu più concessa per i film successivi. Il film metteva in scena per la prima volta molta violenza per l'epoca, ma con l'intenzione sempredi divertire. Doveva essere tutto un po' arrangiato. La scelta degli attori fu quasi tutta un po' casuale, ma per G. M. Volontè Monicelli non fu d'accordo, vedeva in quel ruolo meglio Vianello, ma Cecchi Gori preoccupato per il rischio chestava correndo decise di puntare sulla popolarità che l'attore aveva grazie ai film di Sergio Leone.
I luoghi utilizzati per le scene si trovavano quasi tutti nell'Alto Lazio, caratterizzato da postiincontaminati che si prestavano molto bene al film. Per Monicelli fu la prima volta che accettò di fare un seguito di un film, passò del tempo prima didecidersi poiché è sempre stato convinto che il secondo arriva comunque secondo anche se miglioredel primo.
2. A colloquio con Vittorio
Cecchi Gori
Per Cecchi Gori questo fu un film che richiedeva un grande coraggio produttivo, poiché era scritto in maniera molto originale, fuori dalle regole, e nessuno lo voleva fare anche perché era molto costoso, oltre che rischioso.
Tra i meriti del film fu quello di proporre un bel cast di attori.
Un ruolo fondamentale, di forte impatto sul prodotto finale fu quello di Pietro Gherardi.
Altra scelta vincente fu quella di utilizzare posti girando per l’Italia senza mai ricostruire, ma sfruttando rovine o borghi esistenti.
Anche se il film è diventato la metafora di un gruppo di sprovveduti, in realtà si tratta comunque di uomini che credono in qualcosa. Inoltre il viaggio compiuto da Brancaleone dimostrava che l’Italia era composta da grandi differenze, ma unita da questo personaggio universale.
Fu molto apprezzato anche all’estero, anche se la United Artists nonostante dimostrò un forte interesse per il film, ma temette di non poter rendere
Il linguaggio utilizzato con una traduzione, preoccupazione che fu però smentita dal cinema tedesco dove il film ebbe un enorme successo.
3. Le ragioni di un successo. Parola di Enrico Lucherini
Il sodalizio tra Lucherini e Gassman cominciò con "L'Adelchi" nel 1960 e non ebbe mai fine. Gassman dopo "Il sorpasso" cercò sempre di cambiare tipo di personaggio e non legarsi ad una sola immagine. Gassman quando lesse il copione di questo film fu molto colpito, ma anche preoccupato. Anche la critica inizialmente rimase perplessa, ma poi divenne un film simbolo. La risposta del pubblico fu molto buona.
Inoltre altra innovazione fu l'invenzione della distribuzione di manifesti 3D con la figura di Gassman che fuoriusciva, suscitando molto scalpore.
4. Paura e fascino. Il Brancaleone di Catherine Spaak
Monicelli propose di inserire nel cast del film C. Spaak, la quale ne fu affascinata e sconvolta per l'originalità del soggetto, ma per
lei Monicelli era una garanzia e quindi accettò volentieri. Si trattava di un set prettamente maschile, infatti non si incontrò ma con le altre due figure femminili del film, ed inoltre anche il personale che lavorava nel backstage era prevalentemente maschile. I maschi dunque si comportavano nel modo tipico degli uomini quando sono in compagnia. Gassman addirittura un giorno le disse molte parole cattive, scusandosi solo in seguito, dopo averla accompagnata a casa dopo un giorno di riprese e dopo due ore di viaggio con un silenzio imbarazzante.
Il costume inventato per lei da Gherardi fu decisivo per la riuscita del personaggio di Matelda. Era molto difficile da indossare e richiedeva anche doti di equilibrio.
5. Conversando con Barbara Steele
B. Steele era richiesta al cinema solo per i film horror e questa fama la perseguitava anche nel privato, con la fama di avere poteri soprannaturali, di poter parlare con l'aldilà e ricevendo richieste per sedute spiritiche.
film di Monicelli fu una svolta decisiva per la sua carriera, infatti da allora le furono offerte molte scene di nudo e foto per poster in riviste come Playboy.