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MOMENTO DI SVOLTA DECISIVO IN TUTTA LA COMMEDIA.4.DAL BOOM AGLI ANNI DI PIOMBO
Nel '60: 160 film (di cui 66 co-produzioni, soprattutto con Francia); esportazione va oltre 20 milioni dollari; incassi aumentati; spettatori hanno superato 800 milioni inizia fase massimo splendore cinema italiano.
Assume ruolo guida anche grazie creazione de 'Bureau International du Cinéma'.
Alcuni registi sfidano cinema americano reinventando western (ne narrazione/ritmo/composizione/mitologia/etica/geografia). Poco dopo però rapida crisi cinema italiano dovuta a mancanza legge che ridefinisca il tutto, affermazione mercatotelevisivo/musicale e una sfavorevole congiuntura economica (da '64 a '65 film realizzati dimezzano).(Situazione in Europa anche peggiore).
Con legge del '65 Stato aumenta suoi introiti, aggiungendo molte tasse sugli incassi.
A causa de ritardi ne erogazioni a favore produttori, questi ultimi si
ritrovano senza fondi di sostegno (moria sale+moriaproduttori).Criteri d'assegnazione dei contributi (in base articolo n28) non sempre privilegiano qualità/originalità de soggetti; anche sesi produce ricambio generazionale.→Ne articolo n55 primo tentativo regolamentare rapporti con tv (rallentando così crisi de consumo cinematografico).Ma ora è tv a formare gusto cinematografico de spettatore italiano; nuovi divi sono protagonisti tv (sportivi/cantanti/presentatori/politici).Da metà anni '70 in poi: consumo italiano limitato (sia tv che film) a prodotti Usa.Titanus fallisce verso metà anni '60 (per alcune co-produzioni come "Il gattopardo"/"Sodoma e Gomorra").GLI ANNI '60: MEMORABILI ANNATE E PRODIGIOSI RACCOLTIAnni memorabili per qualità/quantità, sperimentazione/innovazione, espansione ne mercati mondiali.Primi 4 incassi del '60: "La dolce vita"/"Rocco"e i suoi fratelli"/"La ciociara"/"Tutti a casa". Pubblico più alfabetizzato, può quindi apprezzare opere più svariate (lungometraggi di Carmelo Bene/de pittori Schifano e Grifi/ del cineasta Baldi/documentari di De Seta e Ermanno Olmi/de scrittore Pasolini/ecc). A fine decennio (grazie anche a Rossellini come apripista) tv inizia produrre opere d'esordienti. Esordiscono Pasolini/Olmi/Bertolucci/Scola/Wertmuller/Salerno/fratelli Taviani/Petri/Salce/Bellocchio/Montaldo; poco dopo, tra '60-'70 Dario Argento/Pupi Avati/Amelio/Marco Tullio Giordana/Nanni Moretti/Bevilacqua. → Livello medio film usciti ne anni '60 mai raggiunto prima è un periodo di sperimentazione. Questi esordienti credono nel film come opera d'autore; per prima volta opera non si preoccupa del destinatario/condizionamenti produttivi. Sintassi/prosodia/montaggio/iconografia rimessi in discussione e rimescolati. STORIA COME MONUMENTO E
MEMORIA RIVISITATA
Esigenza sempre più rivisitare storia appena passata; rientrano temi prima tabù: fascismo/Resistenza/realtà de fabbriche/→fascisti ne rappresaglie/stragi/periodo di Salò senza limitazioni né reverenza verso padri.
“Tiro al piccione” (‘61) di Montaldo è il più anticonformista: storia da pdv giovane che ha aderito a Rep. Salò.
Anche “Sacco e Vanzetti” (‘70): unisce passione civile/coinvolgimento ideologico-emotivo/qualità de ricostruzione e descrittura visiva.
Tema guerra/Liberazione con “Il carro armato” di Puccini, “Un giorno da leoni” di Nanni Loy; anche un Totò arruolato in “I duemarescialli”/“I due colonnelli”.
“Rocco e i suoi fratelli” di Visconti: mondo operaio protagonista in una tragedia.
Olmi osserverà ancora da più vicino mutamento antropologico dovuto a industrializzazione Nord e
passaggio da mondocontadino a quello industriale. Di colpo in decine film operai/proletari acquisiscono visibilità e ruoli sociali più importanti. “La classe operaia va in Paradiso” (Petri), “Mimì metallurgico ferito nell’onore” (Wertmuller), “Trevico-Torino” (Scola): propongono operai-massa sempre più anomali/psicologicamente disturbati che fanno conti con loro sentimenti/frustrazioni. Primi anni ‘70: ‘CINEMA POLITICO’ d’autore come “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”/“Todo modo” (Petri). In questi anni di perdita certezze/modelli riferimento, questo cinema fa circolare i dubbi/riflettere su presente e denunciare caduta fede ne forze politiche. Spirito del ‘68; cinema tiene accesa fiamma rivoluzionaria oltre che transfert di pulsioni che non possono realizzarsi ne società. Spesso pulsioni si manifestano con simboli/colori; ma sono sempre meno
Portate da operai; sogno rivoluzionario assumecaratteristiche letterarie. Rosi fu il migliore a interpretare storia economica-politica-istituzionale de Italia dopoguerra; non si è fatto prendere damoda rivoluzionaria. "Salvatore Giuliano" ('60): non c'è opposizione tra potere politico/mafioso, si confondono.
EPOPEA EROICOMICA DEL BOOM Ne commedia coesistono meglio i segni dello stato euforico/paure de Italia che cambia. (Finito il neorealismo). (Con "La grande guerra" commedia era salita di livello). →Nuovo protagonista commedia uomo che inizia scalata sociale, pronto vendersi anima pur migliorare suo status; nuovemaschere che compiono scelte esemplari, che pubblico dovrebbe emulare.
Si mescolano i dialetti, il romanesco è quello guida e favorisce nascita italiano informale/figlio de tv-canzoni-cinema (Pasolini lo definì 'neo-italiano'). →"Divorzio all'italiana" (Germi) e "Le mani
sulla città" (Rosi) ('60-'63) svolta netta ne rappresentazione Meridione.Genere quindi cresce (anche perché produttori che ci investono sempre di più); commedia rivendica suo essereconsiderata prodotto d'autore.Anni '70: si torna a Italia di ieri; lotte operaie fine '800/I GM/ventennio fascista, o si osserva da vicino i mutamenti→antropologici-culturali-sociali si riflette su profitti/perdite questo mutamento.Vero meccanismo comico: sollecitato riconoscimento del presente nel passato.→Circola necessità nuova moralità personaggi si liberano de maschere.Anche spirito laico/anticlericale.'Italiani brava gente' si trasformano in 'mostri' individualisti/arrampicatori sociali immersi ne civiltà dei consumi.→"I mostri" di Risi ('63) riunisce galleria di ritratti italiani in trasformazione.Film a episodi contribuiranno a fissare questa galleria (es.“Boccaccio 70, 1962: Renzo e Luciana” di Monicelli, “Le tentazionidel dottor Antonio” di Fellini, “Il lavoro” di Visconti, “La riffa” di De Sica).→“Pane e cioccolata” di Brusati (‘73), la commedia viene usata come mezzo indignazione contro razzismo Svizzera, di cuivittima una figura di emigrato, giullaresca/tragica, a cui viene negata cittadinanza/condizione essere umano.Ossessione per soldi è de ricchi/poveri/proletari/piccolo-borghesi/industriali ne anni de miracolo economico.Sarà la donna a pagare costi più alti (“La ragazza con la valigia” di Zurlini), anche se molte protagoniste trovano forzareagire.→SORDIè uno de attori/registi che meglio racconta epopea dell’italiano (“Un italiano in America”, “Finché c’è guerra c’è speranza”,“Un tassinaro a NY”), con le valigie alla scoperta del Nord
Europa/altri continenti. Ma benessere economico è raggiunto al prezzo di rinuncia valori/ideali. → "Finché c'è guerra c'è speranza" ('74) scena finale riassume con amarezza la contraddizione de periodo boom economico; riflette su condizione italiano arricchito e sul contributo che questo stile vita da a lavoro personaggio Sordi (e quindi su continuazione guerre). Finale ambiguo: famiglia combattuta tra eticità/mantenere loro status quo (depredando qualcun altro però); anche personaggio Sordi ambiguo: dipinto in luce simpatetica, tutti vogliamo far vivere propria famiglia, non condannato. Commedia all'italiana critica vizi de italiani, ma ha anche funzione catartica, li 'assolve': italiano protagonista è spregevole e condannabile, ma non siamo tutti così? → Altro importante motivi de commedia rapidità de mutamenti dei COSTUMI SESSUALI/CRISI DE RUOLI-IDENTITÀ
ÀSESSUALI. Anche lo SCEMPIO AMBIENTALE, mutamento/degrado de paesaggio a causa de selvaggia speculazione edilizia. Anche le conseguenze de riflusso economico su classi più deboli/emarginate, crollo tradizionali valori familiari, perdita orientamenti politici, regressione ampi stati sociali, DEPRESSIONE, impoverimento materiale-sentimentale de società, INCOMUNICABILITÀ/insicurezza/paura. I MOSTRI: PADRI E FIGLI→ Monicelli fonda propria casa produzione ne primi ‘60 (essere più libero con film, mantenere fattura ‘artigianale’). Ne commedie è regista più capace di osservazione antropologica, soprattutto verso i ‘perdenti nati’ che nonostante tutto hanno forza andare avanti. “Amici miei” (‘75). → Luigi Comencini con “Tutti a casa” (‘60) si affianca a Monicelli, raccontando anti-eroico viaggio ritorno gruppo soldati sbandati all’indomani de 8 settembre ‘43 (=viaggio
risalita morale). Anni '60-'70: riconoscimenti internazionali e esplora con amore il mondo lontano/misterioso/caotico/doloroso dei bambini (sua poetica). → Dino Risi registra a caldo, con sguardo disincantato, fenomeni che stanno trasformando il paesaggio antropico/urbanistico/geografico de Italia. Crea figure da tratti caricaturisti, all'apparenza forti ma in realtà fragili, speranzosi per futuro e con serie rovine alle spalle. Racconto breve, che riesce catturare situazione sentimentale/psicologica/professionale/sociale. Si sofferma meno su messaggio pedagogizzante rispetto altri registi (è più distaccato). Con dichiarate ideologie sono "In nome del popolo" e "Mordi e fuggi". → Ettore Scola (più giovane di una generazione) lungo apprendistato come barzellettista/ideatore scenette/soggettista/sceneggiatore. Esordisce ne '64 con "Se permettete parliamo di donne": 9 ritratti femminili rifacendosi a
modello Pietrangeli.“La congiuntura” (64): denuncia