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-HORROR, WESTERN, FILM POLITICO, EROS!

A differenza dei paesi anglosassoni, in Italia è sempre mancata una vera

cultura del fantastico. Si nota come nel 1960 occupano un posto di secondo

piano anche i film dell'orrore. LA MASCHERA DEL DEMONIO, IL MULINO DELLE

DONNE DI PIETRA, L'AMANTE DEL VAMPIRO,L'ULTIMA PREDA DEL VAMPIRO,

SEDDOK L'EREDE DI SATANA. Titoli che vale la pene prendere in considerazione

perchè indicano una nuova strada al cinema popolare. l cinema italiano è

sempre mancata la cultura del fantastico; il primo potrebbe riconoscersi con Il

caso Haller di Blasetti, poi negli anni Sessanta con La maschera del demonio

(Bava), Il mulino delle donne di pietra (Polselli) inizia una nuova strada verso il

cinema popolare. Il genere per lo più passa inosservato per la sua mancanza di

tradizione e identità sebbene sia il genere che maggiormente concede di

inventare regole e trasgredire le esistenti. Dalla fine degli anni sessanta si

riconosce una contaminazione ideologica in tutti i generi compreso l’horror e il

western, se non necessariamente politicizzata, legata alla rappresentazione

della contestazione giovanile nei confronti del potere. Il genere si divide ben

presto in due filoni: da una parte c'è chi intende rimanere nelle atmosfere

classiche, ricorrendo a immagini molto accurate, ad ambientazioni in castelli

isolati inghiottiti dalla nebbia, e chi sposta l'attenzione verso le realtà Italiane,

cercando di ideare atmosfere morbose legate alle psicopatologie del presente.

L’horror è un genere in cui si valorizzano tutti i mestieri del cinema, ha un ruolo

importante la musica, il montaggio e la fotografia, ricordiamo in questo

contesto le ricerche di Vittorio Storaro sulla possibilità del bianco e nero e del

colore. Il primo film gotico italiano è I Vampiri del 1957 di Freda, girato in 12

giorni nei teatri di prosa di CineCittà, è una storia di pseudo-vampirismo: una

vecchia nobildonna che ha scoperto l'elisir della giovinezza nel sangue di

ragazze che rapisce e poi sgozza. La dimensione spaventosa non deve essere

cercato nelle storie in costume ma individuare l’orrore nel quotidiano, Freda

vuole trasgredire tutte le regole e spingere le rappresentazioni della

mostruosità, violenza e dell’odio fino a confini insostenibili.

Mario BRAVA è invece più interessata al fantastico e a porre ironia e macabro

all’interno delle sue opere. Baca gira nel 1962 La ragazza che sapeva troppo,

presentando una Roma spettrale , con l’uso di movimenti di macchina

complessi e piani sequenza capaci di trascinare lo spettatore nella storia e di

facilitare l’accesso alla dimensione del fantastico, aprendo la strada per il

successivo cinema di Argento. Tuttavia i primi fil horror peccano di

sceneggiature approssimative, trucchi realizzati con mezzi poveri. Il terzo padre

dell’horror italiano è Antonio Margheriti con Danza Macabra spinge lo

spettatore a identificarsi nel protagonista.

Nel 1970 esordirà anche Argento, con L'UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO,

senza riscuotere un particolare successe da parte della critica. La donna sarà

l'oggetto del desiderio, la protagonista e la vittima per eccellenza. Argento

concepirà i suoi film come perfette macchine narrative in cui lo spettatore è

coinvolto fin dalla prime immagini e chiamato ad assumere, assieme al suo

punto di vista delle macchina da presa, anche quello dell'assassino, a entrare

nel suo corpo mentre pedina sempre più da vicino le sue vittime. Per la

quantità di sangue versato( quasi sempre servendosi con armi da taglio),

Argento anticipa la fortuna che avrà in Italia il genere dello splatter. Si

moltiplicano i trucchi, gli effetti speciali, l’horror si mescola e si confonde con il

thriller e in alcuni casi anche con il porno.

Tuttavia il genere popolare che ha riscosso maggior interesse critico è stato il

western attraverso la definizione diventata famosa di Spaghetti Western.

Padre indiscusso del genere western, Sergio Leone ,insieme a lui bisogna

tenere presente Duccio Tessari e Sergio Corbucci. Il genere darà inizio a molte

coprouduzioni tra Italia e Spagna.

Nel 1964 Leone gira un film a basso costo ispirato (e quasi plagiato)da un film

di Akira Kurosawa: “Per un pugno di dollari”, si rivelerà uno dei maggior

successi internazionali del cinema italiano di tutti i tempi. Leona smonta la

figura dell’eroe per andare a ricercare le motivazioni profonde dei suoi

protagonisti. Si scompone spesso l’unità temporale.(l'unità viene scomposta,

quasi a far percepire la durata assieme ai protagonisti).L'eroe dei primi film

western parla a monosillabi, comunica sopratutto con la pistola, non è spinto

da apparenti motivazioni ideali, ma appare come un angelo in una situazione

dominata dalla violenza sul più debole.

I primi anni Settanta propongono nel genere l’introduzione di spargimenti di

sangue e a nuovi ritmi imposti dalle pistole e nel casso di Bud Spencer e

Terence Hill da pugni e shiaffi.

Leone dopo il successo di Per un pugno di dollari, realizza “Per qualche dollaro

in più”, “Il buono il brutto e il cattivo”, “C’era una volta il west” e “Giù la tesa”,

sfidando gli americani sul suo stesso terreno.

Decide poi di cimentarsi nell’epopea gangster di “C’era una volta in America”(è

una sorta di somma dei suoi amori cinematografici con tante mitologie

insieme). Lo stile di Leone si dilata fino a far sentire la sensazione di misurarsi

con John Ford. I film di Leone fanno da garante per le ultime collaborazione

italo-americane.

Dal successo dei sui film inizia un periodo in cui produttori e registi iniziano a

dedicarsi tutti al western.

Il western italiano farà un uso improprio dei luoghi di culto, delle catacombe,

dei cimiteri. Emerge l’intenzione di servirsi di pistoleri solitari che si fanno

portatore di ragioni sociali, sembra che il western voglia porsi sullo stesso piano

del film politico: l’iconografia riporta alcune immagini delle rappresaglie naziste

della seconda guerra mondiale. Nel sodalizio con Leone, Morricone raggiunge i

risultati più alti rendendo la musica protagonista delle scene, il fischio, il suono

delle campane creano ritmi con il violino che servono a dilatare il tempo.

Tra tutti i film a basso costo si sviluppa il filone erotico che sfocerà poi nel

pornografico, saranno molti scogli d’appiglio per esercizi in fallimento. Il genere

è inaugurato da Alessandro Blasetti con gli spogliarelli di Europa di notte

(1959), proponendo poi finti documentari sulla vita sessuale nella preistoria e

inchieste sugli spettacoli notturni. Dal 1963 esplodono film che contengono nel

titolo la parola sexy e si punta a mostrare sempre di più immagini proibite e

porzioni sempre più scoperte di corpi femminili. L’eros dilaga e ogni media

propone un’overdose di immagini erotiche. Grazie al Decameron di Pasolini

(1971) il filone rierca una nobilitazione culturale attraverso una ricca esibizione

di costumi ed il ricordo a testi letterari prestigiosi. Tuttavia la saturazione del

mercato avviene nel giro di quinquennio.

-PADRI FIGLI E NIPOTI

L'ultimo periodo dove si può tentare una foto della famiglia cinematografica

italiana è quello degli anni '60-'70: il gruppo molto folto e vede riuniti i registi di

almeno 4 generazioni, ma ciò che colpisce è la possibilità di cogliere affinità e

parentele, di vedere lo sforzo di partecipazione comune del sistema.

ROCCO E I SUOI FRATELLI, tragedia in 5 atti sulla colpa dello sradicamento e

della perdita d'identità, è l'ultimo film che conduce VISCONTI a contatto con il

mondo popolare. VISCONTI decide di portare il suo contribuito al dibattito del

fenomeno dell'emigrazione da Sud a Nord (una famiglia meridionale, guidata

dalla figura materna che funge anche da padre, abbandona la propria terra

cercare fortuna a Milano). Si ammira l'equilibrio delle parti, la capacità di

dirigere gli interpreti mantenendo gesti e discorsi sempre al di sopra delle righe

, la maestria nel far sentire la storia presente e futura dei personaggi già scritta

nei loro volti e negli ambienti in cui si muovono. Tutta l'opera appare come un

insieme dotato di coerenza anche quando i protagonisti passano dal mondo

popolare all'aristocrazia.

Il Gattopardo (1963) in cui il regista celebra il passaggio dal vecchio al nuovo

mondo celebrando la bellezza e la gioventù come valori assoluti attraverso le

figure di Tancredi e Angelica (Alain Delon e Claudia Cardinale). Visconti insegue

il rigore formale e l’orchestrazione attenta dei grandi temi della storia, in La

caduta degli dei Visconti fa emergere le influenze mutuate dalla collaborazione

con Renoir.

De Sica , oltre a essere uno dei padri del cinema del dopoguerra, forma il

gruppo dei padri nobili della commedia. Dopo anni di frenetismo attoriale e di

alterni esiti registici, ritrova il piacere e la forza di raccontare, prima con la

CIOCIARIA, poi con una serie di film ad episodi fatti su misura per SOPHIA

LOREN <3 , esaltando le sue doti registiche, la facilità con cui pone la macchina

da presa al servizio dell'azione e degli attori, senza far mai sentire la propria

presenza ( matrimonio all'italiana,ieri, oggi e domani, miracolo a milano ecc..)

comprimendo o liberando l'energia drammatica o la carica emotiva e sensuale.

Capace di muoversi con leggerezza dalla commedia tragica a quella comune.

Eleva la commedia italiana mondialmente.

Pierluigi Zampa è ancora nella fase produttiva di successo, tende al grottesco e

punta alla realizzazione di commedie morali, si spinge a rappresentare la

Sardegna con Una questione di onore.

In questi anni Germi entra nel periodo di suo massimo splendore con il dittico

siciliano di Divorzio all’italiana e Sedotta e Abbandonata, spostandosi poi nella

cattolico Veneto per raccontare i vizi e i peccati della provincia. Si riconosce

uno spirito laico ed una fissazione degli stereotipi regionali; Zampa e Germi

raccontano la difficoltà di una religiosità autentica in una società che ha perso

tutti i valori.

Anche Lattuada negli anni Sessanta conosce nuovamente un periodo fiorente

di produttività.

-LA FAMIGLIA ROSSELLINIANA.

Tra i maestri del dopoguerra, Rossellini è il meno assimilabile agli autori della

sua generazione: è il più capace di conservare le curiosità e il piacere del

rischio e della novità. Spinto dalla sperimentazione che lo porta a mettersi

sempre in gioco. Abbandona poco a poco le storie per il cinema per esplorare ,

con la televisione, la possibilità di costr

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
40 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Donato-93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del cinema italiano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Manzoli Giacomo.