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La tradizione dell’ architettura, come viene comunemente intesa, si è formata nelle

società e nelle culture che hanno affidato l’ organizzazione dell’ ambiente alle

soluzioni strutturali massicce. Inoltre la richiesta di capitali e di impianti necessari per

realizzare un livello anche modesto di condizioni civili nelle società pre-tecnologiche

imponeva che i materiali di costruzione fossero trattati come permanenti e preziosi,

era necessario non solo creare degli ambienti abitabili, ma anche conservarli.

Gli edifici sono stati fatti per durare, non poteva che essere così, per ricavare

attraverso gli anni, un profitto sufficiente in termini dii capacità di riparo e per

giustificare le spese assorbite dalla manodopera e dai materiali.

Le società prescrivono ambienti idonei all’ attività umana; la professione dell’

architetto risponde, di riflesso, proponendo spazi delimitati da massicce strutture,

perche questo è quello che gli architetti hanno imparato a fare, ed è questo che la

società ha imparato ad attendersi dagli architetti.

Queste strutture possono pero essere soggette a tutta una serie di critiche;

culturalmente possono essere troppo enfatiche, economicamente troppo costose,

funzionalmente prive di flessibilità e, dal punto di vista ambientale, incapaci di fornire

le prestazioni che la società si attendeva.

Il genere umano ha sempre saputo dall’ esperienza che una struttura senza assistenza

diventa inadeguata. In certi periodi dell’ anno si è sempre dovuto consumare energia e

certe volte anche ogni giorno.

Una struttura spessa e pesante offre un migliore isolamento acustico, un migliore

isolamento termico e una migliore capacità termica. Esistono due tipi di modelli: il

primo è quello conservativo, che sembra essere divenuto una prassi comune in europa

ed è adatto soprattutto ai climi asciutti e freddi, come pure alle condizioni che si

trovano nel mediterraneo o semideserto, questo modello conserva le condizioni

ambientali desiderate. Il secondo modello invece, quello selettivo trova il suo miglior

impiego nei climi umidi, specialmente ai tropici e adopera la struttura non solo per

mantenere le condizioni ambientali desiderate , ma anche per fare entrare dall’

esterno quelle condizioni desiderate. Questo modello comporta l’ immissione di aria in

movimento, e impedisce l’ accesso di quasi tutte le altre componenti dell’ ambiente

esterno.

Fra tutti i fattori chiamati in causa dal controllo dell’ ambiente, l’ umidità è stata, per la

maggior parte della storia dell’ architettura, l’elemento più molesto, sottile e

sfuggente ad ogni controllo.

Per comprendere come si siano potuti ottenere notevoli progressi nella tecnologia

ambientale è necessario conoscere non solo le disponibilità tecniche e la favorevole

situazione culturale di cui han fruito gli inventori e coloro che perfezionano le soluzioni

già realizzate, ma anche l’ atmosfera in cui essi hanno operato, cioè quella di un

grande addensamento di uomini in spazi limitati; certe città, a furia di riunire gli

uomini si sarebbero trasformate in luoghi di inquinamento e di congestione.

Il numero e la densità di uomini negli agglomerati urbani hanno creato il problema

dell’ eliminazione dei rifiuti e della minaccia di epidemie tali da richiedere un efficace

intervento delle leggi.

Mettere insieme un grande numero di operai e di impianti in certi posti, come

fabbriche o miniere, hanno prodotto leggi suppletive ai <<Factory Acts>> ed a

legislazioni simili; così pure le tecniche sanitarie e di ventilazione dovevano essere

migliorate attraverso trasformazioni radicali. Data la durata della giornata di lavoro,

era necessario fornire luce artificiale in tale quantità come non era mai avvenuto in

precedenza.

L’ inefficienza e lo spreco hanno rappresentato perdite di profitto per qualcuno ed una

prospettiva di guadagno per qualsiasi inventore ingegnoso che poteva diminuire quelle

perdite.

Mentre “freddo” o “caldo” potevano essere misurati in maniera soddisfacente con

strumenti relativamente semplici e se ne potevano facilmente identificare le origini,

non era invece possibile procedere in maniera analoga per il “senso di fresco” o “l’

odore di stantio” dell’ aria, proprio perche era difficile individuarne le cause. Anche

quando i due principi responsabili dell’ aria viziata furono finalmente smascherati –

anidride carbonica e eccesso di umidità – né l’ uno né l’ altro poté essere facilmente

misurato e controllato come avveniva per il calore perché essi, sono rispettivamente l’

uno invisibile e l’ altro inodore.

Dal 1860 il riscaldamento a vapore o ad acqua bollente si poteva trovare nella

maggior parte degli edifici, pubblici o privati, di qualsiasi importanza; era stata

acquisita esperienza considerevole nella progettazione degli impianti, sia per il

progetto vero e proprio che per la parte operativa che spettava ai caposquadra e ai

montatori di tubi. Molte delle modificazioni rivoluzionarie dell’ ambiente partirono

proprio da questo bagaglio di esperienze.

L’ uso dei condotti nel riscaldamento a vapore, come pure il telegrafo elettrico,

suggerirono un altro sviluppo, ovvio e necessario, del rifornimento energetico. Se il

calore poteva essere distribuito da una caldaia centrale alle diverse parti della casa,

esso poteva essere distribuito a case diverse. Se Thomas A. Edison è considerato il

padre dell’ impianto di illuminazione centralizzato analogamente nel campo del

riscaldamento un’ uomo è indicato da tutti come il pioniere degli impianti centralizzati,

Birdsill Holly, di Lockport, N.Y.

Holly offrì calore pulito disponibile, che non lasciava alcun residuo nelle stanze e non

consumava l’ ossigeno dell’ aria.

Il riscaldamento delle stanze con aria calda fu introdotto da Benjamin Franklin nel

1742. Fra tutte le innovazioni nel campo del condizionamento d’aria la più importante

fu forse la separazione dei gas di combustione dell’aria che riscaldava la stanza sia

nell’immissione che nell’estrazione; il circuito poteva servire stanze diverse da quelle

in cui era collocata la stufa, se venivano fatte opportune aperture nelle pareti o nei

condotti. Prima o poi qualcuno avrebbe collocato la stufa in cantina, aspirato l’ aria dal

serbatoio di aria calda e canalizzato quest’ aria riscaldata verso le parti della casa

dove c’ era bisogno di calore.

La rivoluzione avvenuta nell’ illuminazione è tanto fondamentale per cogliere come si

siano determinate le condizioni ambientali dell’ architettura moderna.

Il consumo di luce artificiale aumentò considerevolmente dopo la metà del

diciannovesimo secolo, prima di questa data sembra che l’ uso dell’ illuminazione

nelle famiglie sia stato di poco superiore del livello medievale. Il solo fatto che si

potesse usare e fosse usata la luce ha rappresentato di per sé un importante

rivoluzione nella vita dell’ uomo: i mezzi per ottenere questa luce rimasero però

preistorici, nonostante l’ uso del gas.

L’ invenzione della rivoluzione elettrica risolse di colpo i due problemi ambientali dall’

uso del gas, poichè produceva meno calore e non dava luogo a fuliggine. Inoltre,

rispetto al gas, richiedeva minor manutenzione e minore lavoro per la pulizia e l’

impianto poteva essere installato in uno spazio ristretto, dove a stento poteva essere

collocato quello a gas, a causa del calore che generava e dell’ aria di cui aveva

bisogno.

Ciò che rende Thomas Alva Edison il vero padre dell’ illuminazione elettrica non

riguarda tanto la lampada a bulbo di pratico impiego, nonostante che egli stesso e

coloro che lo finanziarono sarebbero stati completamente frustati senza di questa,

quanto l’ invenzione ed il montaggio di un sistema completo di alimentazione della

lampada elettrica, commercialmente disponibile. La grande invenzione di Edison

consistette nell’ averle inoltre fatte funzionare in un sistema unico che poteva

trasformare, controllare, misurare, distribuire e utilizzare l’ energia fornita da una

centrale elettrica.

Intorno al 1900 nuovi dispositivi meccanici per controllare ed organizzare l’ ambiente

hanno introdotto in architettura due nuovi tipi di problemi e/o opportunità. Il primo

gruppo riguardava le modifiche agli edifici che venivano imposte dall’ uso dei nuovi

dispositivi – soprattutto la ricerca di uno spazio che accogliesse l’ impianto, e le

necessarie modifiche da apportare alla costruzione, quale un migliore isolamento

termico, per ottenere risultati ragionevolmente economici. L’ altro gruppo riguardava

le modifiche costruttive che venivano facilitate dall’ introduzione di nuovi dispositivi,

soprattutto le libertà che derivavano dal fatto del non dover adattare la costruzione

perchè essa potesse fornire particolari qualità ambientali.

Nei grandi edifici proprio le grandi dimensioni crearono nuovi problemi ambientali, non

soltanto per la maggior quantità di materiale impiegato o per i maggiori volumi d’ aria

rinchiusi, ma anche per la perturbazione delle condizioni meteorologiche esterne, per

l’ ostacolo che essi offrono alla pressione del vento o perché venivano ombreggiate

grandi superfici di terreno.

Ma a dare origine a problemi del tutto nuovi non fu solamente il volume dell’ edificio

da ventilare, riscaldare e illuminare; anche la forma e le tecniche di costruzione

adoperate comportavano delle conseguenze ambientali.

Per gli edifici ad involucro sigillato la soluzione definitiva sarà quella della ventilazione

forzata, ma già dalla fine degli anni ’80 era disponibile una semplice ed ingegnosa

soluzione vittoriana: la porta girevole, che costituiva un filtro ambientale che faceva

entrare le persone ma non il vento.

Queste innovazioni per quanto opportune non potevano risolvere completamente i

problemi ambientali dei grandi edifici.

Il Royal Victoria Hospital è stato certamente il primo grande edificio a possedere l’aria

condizionata da destinare al comfort dell’uomo. Dopo i primi impianti che furono

esclusivamente industriali, il condizionamento dell’aria nei cinema americani arrivò

soltanto nel 1922, naturalmente dopo l’inaugurazione del Royal Victoria Hospital, dove

effettivamente si realizzò un controllo continuo e consapevole dell’umidità. L’ospedale

risulta molto moderno sia per il controllo dell’ambiente sia per la distribuzione molto

funzionale lungo un corridoio centrale, che non rispetta la simmetria assiale.

Tutti sottolineano, e g

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
14 pagine
5 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher barber-polimi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof De Magistris Alessandro.