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FEOMENOLOGIA DEGLI STILI
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Concetto di “stile”: l’etimologia della parola esprime la sua provenienza da un livello materiale: lo stilus era
lo strumento con cui si scriveva nelle occasioni quotidiane. C’è già a questo livello il concetto del
cambiamento del modo di scrivere: ognuno, pur rispettando il linguaggio nelle sue regole, presenta una
propria grafia e una propria modalità di costruzione sintattica della frase come di scelte lessicali. Lo stile è il
modo in cui ci si adatta, in cui si recepisce e quindi si utilizza un linguaggio.
La pluralità delle scelte che si seguono nel restare comunque all’interno delle regole di un linguaggio
qualsiasi è sia sincronica sia diacronica: cambia da individuo a individuo, da un’area geografica ad un’altra
(in modo sincronico) oppure nel tempo (in modo diacronico). In questo modo si riconosce la persistenza
limitata nel tempo di uno stile e si compie l’operazione di riconoscergli una fenomenicità: la fenomenologia
ha il compito di rintracciare lo stabile nel precario del divenire e del cambiamento e di individuare i criteri
secondo cui gli stili mutano. Ci possono essere fattori esterni all’arte (l’omologia, la sostanziale identità di
funzioni, con gli altri ambiti artistici o con gli altri settori culturali) e fattori interni all’arte (un fisiologico
bisogno di novità che si esprime con l’alternanza delle 5 coppie wolffliniane).
Wolfflin è stato un critico d’arte particolarmente impegnato nella fenomenologia degli stili, che egli, vissuto
tra la seconda metà dell’Ottocento e inizio Novecento, ha inserito nel processo di affermare i diritti del
generale sul particolare. La sua riflessione ruota intorno al concetto che il generale si coglie quando ci si
approccia al particolare: è pertanto impossibile quanto dannoso operare una subordinazione dell’uno
all’altro. Così nella fenomenologia degli stili è necessario cogliere il nesso tra le singole opere d’arte e lo
stile di un’epoca e analizzare come gli stili cambiano nel succedersi delle varie epoche.
Nel delineare la fenomenologia degli stili Wofflin individua 5 coppie di polarità che definiscono
l’andamento generale degli stili nel corso delle varie epoche: le polarità procedono unite nel corso di
un’epoca (tutte le prime o seconde polarità delle 5 coppie agiscono in sincronia durante un’epoca). Queste
coppie sono:
1) Chiuso - aperto: nella forma chiusa la composizione segue uno schema geometrico preciso e definito,
nella forma aperta c’è una dislocazione libera degli elementi compositivi;
2) Superficie - profondità: paratassi vs ipotassi;
3) Molteplicità - unità: nella molteplicità c’è una coordinazione degli elementi compositivi (luce, forma,
colore…) in cui nessuno di questi elementi è subordinato ad un altro, ognuno ha la stessa importanza.
Nell’unità c’è un elemento compositivo che predomina e influenza gli altri;
4) Chiarezza (chiarezza assoluta) – oscurità (chiarezza relativa);
5) Lineare - pittoresco: il lineare valorizza la linea, il contorno, il disegno ed è associato alle
rappresentazioni oggettive. Il pittoresco valorizza la macchia ed è associato alle rappresentazioni soggettive
in quanto la macchia è imprecisa in sé;
Il relativismo culturale adottato da Wofflin non consente di assegnare una importanza maggiore ad uno dei
due gruppi di polarità.
Il modo in cui queste polarità agiscono non è di semplice alternanza (ad es. può essere che ad uno stile
“aperto” ne segua uno ancora più “aperto” al confronto con il quale il primo appaia “chiuso” – secondo il
relativismo di fondo di cui sopra), ma seguono il grafo spiraliforme che coniuga l’orizzontalità dello scorrere
del tempo con la circolarità dei ricorsi: ma essendo un grafo spiraliforme ogni volta che si tornerà ad uno dei
due gruppi di polarità, il ritorno non sarà mai uguale poiché si deve anche tener conto delle diversi
condizioni socio-culturali e storiche.
Wofflin sostiene che il mutamento degli stili è omologo al cambiamento del sistema corporale-percettivo
della società. Il metodo di riconoscimento degli stili è basato sugli scarti, sulle differenze, sulle negazioni
parziali. 1
Analogie con Saussure e la linguistica:
Linguaggio e parola nella linguistica corrispondono a stile e artista nelle arti visive: non è necessario
- che uno dei due elementi venga sacrificato, anzi il particolare (lo stile del singolo artista/la parola)
interagisce con il generale (lo stile dell’epoca/il linguaggio) ed è in rapporto con esso;
Come Saussure afferma che la lingua è un qualunque sistema organizzato di simboli (e non solo
- quello verbale), così Wofflin afferma che l’ambito artistico è leggibile in rapporto con gli altri ambiti
culturali. Anche se nessuno dei due fornisce una strada precisa per questo afflato generalizzante.
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CONCETTO DI CULTURA: INTERAZIONE E SUMMA DI STRATO IDEALE E
STRATO MATERIALE
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“Cultura”: anche qui l’etimologia ci riporta al livello materiale dell’agricoltura come tecnica.
La peculiarità dell’uomo è, infatti, quella di saper costruire estensioni dei propri organi e dei propri sensi
per far fronte alle difficoltà, e soprattutto quella di saper rinnovare nel tempo tali estensioni attraverso
memorie extra-organiche. Negli animali il miglioramento tecnologico è possibile solamente tramite il lento
trasformarsi del codice genetico che registra in tempi lunghissimi i mutamenti. Invece nell’uomo questo
processo è accelerato poiché egli fa uso di memorie esterne. Grazie a queste memorie esterne l’uomo è in
grado di immaginare le possibilità del rinnovamento e dopo questa fase di ideazione dar loro una
consistenza materiale: è l’interazione tra strato ideale (che permette la progettazione del nuovo) e strato
materiale (in cui è visibile lo strato ideale), senza nessuna forma si supremazia dell’uno sull’altro. I due
momenti sono tra loro interdipendenti: quindi si conia la nozione di “omologia” (una sostanziale identità/
vicinanza delle funzioni dello strato ideale e di quello materiale, entrambi proiettati verso lo stesso obiettivo)
e di tecnomorfismo (l’arte visiva conferisce forma plastico-spaziale alle tecnologie).
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Strato ideale
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Arte e scienza:
Medioevo: l’arte era un concetto che includeva quello di tecnica, quindi di produzione di oggetti al
- livello artigianale. L’artista/artigiano era relegato ad un grado sociale basso. Solo l’arte delle lettere
aveva prestigio sociale, poiché era strettamente collegata con la politica e lontana dal mero lavoro
manuale;
Rinascimento: distacco dell’arte dalle arti servili verso la cultura ideale in quanto ricercatrici di
- valori qualitativi come la bellezza. Lo status sociale dell’artista è ancora quello dell’artigiano;
Prima Rivoluzione Industriale (‘700/’800): la macchina e la produzione in serie comportano il
- crollo del ruolo dell’artigiano che diventa proletario condannato ad una condizione servile, mentre
l’artista diventa una figura in contrasto con il sistema produttivo, poiché ne vive al di fuori mentre
fino ad allora la dimensione artigianale aveva assicurato un contatto tra strato ideale e materiale.
Seconda Rivoluzione Industriale (circa 1860): il contrasto tra la macchina e l’artista si attenua
- poiché quest’ultimo riconosce alla macchina canoni estetici. Ci sono fasi meccanomorfe, come il
Cubismo, che cercano di conciliare la tecnologia meccanica con l’estetica, ma che contrastano con
la nuova tecnologia elettromorfa.
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Rapporto arte (scienze umane) e scienza (scienze fisico-matematiche): 3 possibilità:
Scienze umane (dialettica-retorica) = scienze fisico matematiche (analitica): si assiste ad un
1) reciproco riconoscimento di importanza e di interdipendenza. (epoca contemporanea e classicità
ateniese)
Scienze fisico-matematiche > scienze umane: ogni sapere viene subordinato alle scienze fisico-
2) matematiche e al loro modello, che esclude il tempo come elemento necessario (laddove nelle
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scienze umane e nella dialettica il tempo è una componente necessaria dello sviluppo del
ragionamento poiché esso si articola in varie fasi conflittuali che prevedono l’intervento di diversi
soggetti). Importanza data al prodotto, non al processo. Anche le discipline umanistiche (come la
letteratura – v. Naturalismo di Zola) si impongono di avere gli stessi bisogni e strumenti delle
scienze fisico-matematiche. (età moderna, secondo Seicento – con il razionalismo e il
cartesianesimo – e la metà dell’800)
Scienze fisico-matematiche < scienze umane: (età romana e età contemporanea nel senso che
3) l’elettrotecnica presenta una metodologia generale che si avvicina alla fluidità delle scienze umane)
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Discipline formali: amministrano le idee attraverso strumenti intellettivi a larga applicabilità.
Tre tipologie di pensiero: l’analitica – la dialettica - la retorica:
Analitica: si applica alle scienze che studiano contenuti esterni all’uomo (scienze naturali) e consiste
- nel movimento da assiomi veri a deduzioni delle loro conseguenze;
Dialettica: indaga la pretesa di verità delle scienze. Non ci sono verità, ma gradi di probabilità, cioè
- capacità di far nascere intorno alle tesi un buon grado di approvazione degli interlocutori;
Retorica: la ricerca si sposta nel luogo pubblico tra i cittadini comuni, non rimane tra la ristretta
- cerchia degli scienziati.
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Età romana: poche innovazioni tecnologiche e nelle scienze fisico-matematiche ed oligarchia:
- Retorica;
Basso Medioevo: principio di autorità, no politica: Dialettica che difende i dogmi;
- Umanesimo: scienze che studiano l’uomo: Retorica, anche se la stampa dovrebbe condurre ad un
- pensiero Analitico, proprio della successiva Modernità;
Età contemporanea: pensiero Dialettico-Retorico anche nel campo delle scienze naturali per la
- fluidità propria dell’elettromagnetismo. Quindi c’è anche un riavvicinamento tra arti e scienze che
adottano lo stesso tipo di pensiero.
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FATTORI DI CAMBIAMENTO E DI MOBILITAZIONE INTERNI ALLE ARTI:
CONCETTO DI GENERAZIONE
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Fattore di mobilità interna alle arti: ricerca del nuovo non come mezzo per migliorare le condizioni di vita,
ma come fine, come componente intrinseca dell’arte.
Concetto di generazione: i mutamenti di stili