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LA LUCE DELLA RAGIONE E DELL’ARCHEOLOGIA
Il linguaggio classico dell’architettura non mai andato disgiunto da una certa filosofia ogni qual
volta che ha raggiunto un’eloquenza elevata.
La fede nella fondamentale autorità degli ordini ha assunto diverse forme.
La più semplice delle quali possiamo così riassumerla:
“Roma era la più grande, Roma sapeva di più”.
L’incondizionata venerazione per Roma è la chiave per spiegare molte cose della nostra civiltà.
Anche se ora che conosciamo fin troppo su Roma magari non condividiamo questa venerazione.
Burckhardt ci riporta la suggestiva leggenda dell’episodio della matrona romana nel sarcofago (…)
Aneddoto che spiega questa fede commovente ed irrazionale nella superiorità romana, propria
soprattutto nel 400.
Possiamo chiederci:
• Perché in architettura ogni cosa meritevole di apprezzamento derivava da Roma?
- Tutti concordavano sulla bellezza romana
- Si basava su regole matematiche (era però difficile da dimostrare)
- L’architettura romana discendeva attraverso i greci dai primordi della civiltà, e aveva
perciò fatta propria ogni perfezione naturale, anzi costituiva quasi un’opera della
natura.
A sostegno di questa tesi si fece appello a Vitruvio.
Il problema del perché si fece assillante nel 17 secolo e fu posto in Francia.
si cominciò a porre il problema della vera natura degli ordini e di come dovessero venire usati negli
edifici moderni.
La “perfezione naturale” degli ordini fu proclamata in una serie di trattati.
• Parallele de l’Architecture Antique et de la Moderne – Freat
Contiene appunto un parallelismo tra come gli ordini siano stati creati e successivamente
interpretati.
• Nouveau Traitè de toute l’Architecture – Cordemoy
Egli vuole liberare gli ordini da qualunque alterazione e vuole sbarazzarsi del loro uso
puramente ornamentale. Sbarazzarsi di quella che con efficacia chiama “architettura in
rilievo”.
Una specie di ritorno alle origini, facendo parlare agli ordini il loro primigenio linguaggio
funzionale.
Tesi molto bella e razionale, che non ebbe però molto effetti.
• Laugier enunciò una tesi che mandò tutto all’aria
Egli fu il primo filosofo dell’architettura moderna.
Secondo lui gli ordini dovevano essere usati con la stessa funzionalità della capanna lignea.
Furono così minacciati per la prima volta i fondamenti degli ordini e furono sostituiti con
qualcos’altro, un prototipo funzionale e razionale.
Egli non intendeva bandire gli ordini, anzi credeva che nuovi ordini potessero essere creati.
Per lui l’edificio ideale era costruito esclusivamente da colonne che sostengono travi, che
sostengono il tetto.
Ma come fu accolto il suo pensiero?
-Francia: successo strepitoso
-Europa: discusso e criticato
L’edificio in cui i principi di Laugier si incarnano nella misura più spettacolare è il Pantheon di
Parigi, architetto Soufflot.
L’intento evidentissimo dell’architetto era quello di costruire una chiesa, in cui l’ordine espresso
solo tutto intorno, non solo appariva bellissimo ma assolveva davvero alla funzione di sostenere la
copertura.
Se prendiamo a paragone il Redentore di Palladio a Venezia, dove abbiamo visto la particolare
articolazione degli ordini, e la confrontiamo con l’opera di Soufflot notiamo come Palladio ci
tenesse ad essere autenticamente romano e Soufflot si sforzasse di essere più complesso e
filosofico.
Il Pantheon è il primo edificio che possiamo definire neoclassico, termine che indica
un’architettura che da un lato tende a seguire la razionalità di Cardemoy e Laugier e
dall’altro presenta gli ordini con estremo rigore archeologico: razionalità e archeologia.
Gli inglesi avevano un atteggiamento puritano nei confronti dell’architettura, dunque erano riluttanti
a seguire fino a fondo Laugier.
Qualunque sia stato effettivamente l’influsso del pensiero di Laugier in Inghilterra, l’idea del
primitivismo, di cercare nel passato le vere e incontaminate fonti della bellezza architettonica
prevalse senza dubbio in questo paese, ed ebbe 2 conseguenze principali:
• Revival greco
• Esasperato primitivismo di Sir john Soane
L’inghilterra ebbe una parte di speciale importanza nel revival greco, in quanto bensì si conoscesse
ancora poco di Atene e raggiungerla fosse faticoso e poco sicuro, 2 inglesi: james Stuart e Nicholas
Revett partirono per Atene e anni dopo pubblicarono un libro con disegni in scala esatta degli edifici
greci.
Che effetto fece vedere riprodotte fedelmente le opere greche?
Com’erano gli ordini? Più rozzi e immaturi o più puri?
-ovviamente tutto dipendeva da ciò che si stava cercando e ognuno diceva ciò che voleva.
Verso la fine del secolo però prevalse la convinzione che gli ordini greci erano tutti migliori e puri
di quelli romani.
Inizia così un revival greco propriamente detto.
Ormai la scelta non fra 5 ordini, ma fra 8 (5 romani e 3 greci).
Tale revival iniziato in Inghilterra si sparse in tutta l’Europa e raggiunse anche l’America e durò 30
anni.
L’High School di Edimburgo di Thomas Hamilton è di certo una delle più grandiose e convincenti
realizzazioni dello stile dorico greco.
Sir John Soane, attratto dal primitivismo di Laugier era, conoscendo benissimo tutti gli ordini ,
pronto a spingersi ancora fin là, fino ad inventare il proprio ordine primitivo.
Ordine che consiste soltanto in un pilastro di mattoni o in una striscia di mattoni con un collarino in
pietra sormontato da un oggetto di pietra che è una cornice simbolica.
L’originalità è assoluta, e sembra che ci si avvii verso un rinnovamento dell’architettura, ma non è
così.
Alla morte di Soane anche il suo stile morì e nessuno se ne rammaricò.
Il revival greco stava al pari morendo.
Laugier e le sue teorie furono dimenticate.
CAPITOLO 6
IL CLASSICO NEL MODERNO
Nella prima metà del XX secolo le caratteristiche dell’architettura sono completamente mutate in
tutto il mondo. Possiamo delineare gli sviluppi del movimento moderno in architettura.
Esso ebbe inizio nel decennio precedente il 1914 e raggiunse il massimo vigore creativo verso il
1930.
I suoi effetti si propagarono moltissimo.
Oggi infatti le prospettive di pilastri in cemento armato e i rettangoli ripetuti all’infinito sono una
consuetudine.
È questa la rivoluzione architettonica del nostro secolo, la più radicale e universale nella storia del
mondo.
Tendono a diminuire i problemi formali dell’architettura e subentrano invece problemi di tecnologia
e industrializzazione.
• Che ne è in tutto ciò del linguaggio dell’architettura?
Risaliamo alle fonti storiche del movimento moderno:
ricordiamo Laugier con la capanna primitiva, quest’immagine era piuttosto bizzarra, poiché una
costruzione del genere non poteva servire a nessuno (mancavano i muri!). era soltanto lo schema
simbolico e significava che dietro Roma e Grecia stava un principio che era la pura essenza
dell’architettura.
Laugier aveva operati una riduzione ai minimi termini della forma del tempio classico, che però
conteneva il germe del razionale. Conteneva infatti il germe da cui era eliminato ogni elemento
decorativo e plastico e che diventava esclusivamente materia di geometria solida pur restando
architettura.
Una simile architettura venne alla luce più o meno verso la fine del XVIII secolo con l’architetto
Ledoux, il quale progettò la città ideale, una città irreale per una società irreale. Era però in
collegamento a quanto detto un’armoniosa disposizione di solidi.
Anche Le Corbusier progettò una città ideale, La Ville Radieuse.
La tendenza di Ledoux a vedere gli edifici come aggregati di semplici forme geometriche fu
condivisa da altri:
Karl Friedrich Schinkel ad esempio nell’Altes Museum a Berlino realizzò forme molto semplici ma
straordinariamente efficaci, un complesso tridimensionalmente sobrio ma potente.
Notiamo ora come sia nella città ideale di Ledoux che nell’ Altes Museum siano presenti gli ordini!
Il linguaggio dell’architettura classica è ancora molto vivo e gli ordini non solo sono
presenti, ma
pienamente controllati!
Nel XIX secolo ci si interessava molto agli stili storici, si continuava sempre a guardare al passato. i
progettisti classici stavano girando intorno alle conquiste del passato.
Intanto il pensiero vivace e progressista dell’epoca di Laugier era giunto ad una svolta piuttosto
strana.
I francesi non condivisero mai del tutto la venerazione nostalgica per il gusto gotico, nonostante gli
avessero dato l’origine.
Nonostante ciò Eugene Viollet-le-Duc dedicò tempo ed energia a spiegare l’architettura gotica come
un modo completamente razionale di costruire e a lanciare una sfida al mondo moderno affinché
creasse un’architettura basata su ferro e vetro.
La sfida fu accolta in vari modi, ad es L’art Nouvea
Ma la risposta appropriata doveva arrivare dalla tradizione classica.
Esaminiamo ora due pionieri della prima generazione di architetti moderni:
• Peter Behrens
Fu uno dei maggiori esponenti del movimento Arts and Crafts.
La grande industria elettrica AEG gli aveva commissionato il compito di progettare una fabbrica per
turbine nella sede di Berlino.
Quella che costruirà sarà un edificio neoclassico progettato sulla falsa riga di un tempio.
La differenza con Soane? Soane utilizza materiali tradizionali, lui accettò la sfida con l’acciaio.
Il colonnato classico è rappresentato da quegli elementi verticali non modulati. Posti sul fianco
dell'edificio, che in realtà sono montanti di acciaio. Il portico del tempio si è trasformato in una
grande superficie a vetri, sotto un “frontone” che,per accordarsi con la configurazione del tetto
retrostante, non è triangolare, ma pluri angolare. Agli angoli i muri presentano superfici lisce
segnate da linee orizzontali che sembrano un residuo di bugnato
È una grande realizzazione, ma la sfida all’acciaio doveva essere affrontata in modo più diretto ed
economico da Gropius, i quali edifici industriali sono monumenti chiave del moderno.
• Auguste Perret
I suoi progetti erano completamente diversi.
Perret che interpretò il linguaggio classico in termini di cemento armato. Edificio per la marina
militare interamente in cemento armato. Tutto è concepito in termini di ordine: un ordine principale
che parte da terra e sale fino a qualcosa di molt