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Estratto del documento

PUBLIO MORBIDUCCI intitolato LA STORIA DI ROMA ATTRAVERSO

su una parete esterna all’ingresso

LE OPERE EDILIZIE, collocato del

PALAZZO DEGLI UFFICI, poco distante dalla statua del Genio del

fascismo.

 Con un movimento a spirale evocante il ritmo narrativo della colonna di

partendo dall’alto

Traiano, verso il basso e da sinistra a destra, si ripercorre

per immagini la storia di Roma: inizia, in alto a sinistra, con la raffigurazione

della lupa che allatta i due gemelli, e prosegue con la fondazione di Roma, il

tempio di Giove capitolino che era simbolo della grandezza di Roma sotto i

dell’epoca

Tarquini, il Tabularium repubblicana con una figura togata

nell’atto di un gesto oratorio, i littori, Cesare trionfante a cavallo, Augusto

loricato fra l’Ara l’Arco

Pacis e il Pantheon, il Colosseo, di Tito e gli arredi

del tempio di Gerusalemme simbolo del suo trionfo, la statua di Marco

Aurelio, Costantino folgorato dalla visione della croce; seguono quindi scene

della Roma cristiana: personaggi del clero, la chiesa di Santa Maria in

Cosmedin, il Campidoglio e la Basilica di San Pietro, simboli del potere laico

e del potere religioso nella Roma cristiana; il sollevamento degli obelischi

all'epoca di Sisto V; si dovrà quindi nella storia della Terza Roma con

l’immagine di Garibaldi, seguita dalla Sagra delle bandiere, il Vittoriano, per

scena conclusiva, dominata dall’immagine

arrivare alla del duce a cavallo,

affiancato, sulla sinistra, dai soldati della Grande Guerra e sulla destra da

bambini che inneggiano, donne che donano la fede, e soldati coloniali con le

140

fascista, i conquistatori dell’impero d’Etiopia,

insegne della Roma

rappresentato dall’obelisco

simbolicamente di Axum.

Sullo sfondo, a destra, una visione di scorcio del Palazzo della Civiltà

italiana.

Nel bassorilievo non c’era l'immagine del re imperatore.

complesso architettonico dell’E42

In tutto il la presenza della monarchia non

era tanto appariscente quanto la presenza del fascismo, che tutta la dominava.

 La progettazione dell’EUR della romanità fascista. L’intera

fu il culmine

come una rappresentazione dell’idea

esposizione fu concepita di una Roma

eterna, che riappariva periodicamente nei secoli, sul ruolo italico, per dare

all’umanità intera i doni della sua civiltà.

 I lavori per l'E42 iniziarono nel 1937, con la costruzione di un villaggio per

gli operai, in massima parte immigrati.

Il 28 APRILE Mussolini piantò il primo pino nella zona dove doveva sorgere

la nuova città. Quando l’Italia entrò in guerra, il 10 GIUGNO 1940, le

con la vittoria dell’Asse,

speranze di una conclusione rapida del conflitto,

erano ancora molto alte. Il duce, forse immaginandosi prossimo a svolgere il

ruolo di artefice di una pace universale mussolinea, come universale fu la

pace augustea, decise di mutare la denominazione e il significato

dell’esposizione romana, da OLIMPIADE DELLE CIVILTÀ in

ESPOSIZIONE DELLA PACE.

immutata la funzione dell’E42

Rimase invece come capitale del futuro della

nuova civiltà fascista, destinata a perpetuare nei suoi monumenti la gloria

immortale del duce imperiale.

 Nel corso del 1941, i progetti di realizzazione della nuova Roma dovettero

essere gradualmente interrotti per far fronte alle esigenze della guerra, che

rendeva ormai impossibile prevedere un esito conclusivo entro il 1942, e

obbligava quindi a rinviare a un futuro impreciso il completamento

dell’ESPOSIZIONE UNIVERSALE, modificandone radicalmente i

presupposti e le finalità, che non apparivano consoni al carattere che la guerra

141

in corso aveva assunto. Lo faceva presente lo stesso CINI al duce in un

promemoria del 30 GIUGNO 1941: «Si tratta, infatti, di una guerra senza

quartiere condotta con estrema decisione con tutte le armi, senza esclusione

di colpi, che comporta distruzioni di ogni genere, che incide, più che sui

combattenti, sulle popolazioni civili, sottoposte a duri sacrifici morali e

materiali, che lascerà grandi ferite da rimarginare, solchi profondi da

evidente che l’Esposizione

colmare. In queste condizioni, è di Roma, come

era stata concepita cioè a larga partecipazione internazionale non potrebbe

attuarsi che in epoca assai più lontana di quella prevista».

 non aveva allontanato dall’orizzonte

La guerra delle ambizioni mussoliniane

il futuro che egli aveva immaginato, nel quale Roma avrebbe nuovamente

conquistato il ruolo ideale e morale di capitale della civiltà occidentale; ma il

progetto più ambizioso era tutti non era il progetto di un monumento di pietra,

ma di esseri umani: la creazione dei ROMANI DELLA MODERNITÀ, una

nuova razza di italiani conquistatori e dominatori, eredi ed emuli dei Romani

dell'antichità. 142

143

9. I ROMANI DELLA MODERNITÀ.

 «Noi dobbiamo scrostare e polverizzare, nel carattere e nella mentalità degli

italiani, i sedimenti depostivi da quei terribili secoli di decadenza politica,

militare, morale, che vanno dal 1600 al sorgere di Napoleone. È una fatica

Risorgimento non è stato che l’inizio,

grandiosa. Il poiché fu opera di troppo

esigue minoranze; la guerra mondiale fu invece profondamente educativa. Si

quest’

tratta ora di continuare, giorno per giorno, in opera di rifacimento del

carattere degli italiani».

 Queste parole furono pronunciate dal duce il 27 OTTOBRE 1930 a Palazzo

Venezia durante il gran rapporto alle gerarchie nazionali e provinciali del

partito fascista. Il fascismo mirava alla rigenerazione degli italiani, per

renderli sempre più vivente incarnazione di una nuova concezione universale

della vita, che traeva dalla tradizione romana ispirazione ed esempio.

 giorno, durante una visita all’Istituto

In quello stesso poligrafico dello Stato,

riproduzione di un codice dell’Eneide

il duce ricevette in dono una pregevole

è il poema dell’impero

risalente al V secolo: «Questo e della terra [...].

Poema della storia di Roma, che oggi vediamo attraverso i monumenti che

attestano che cosa sia stato il popolo romano, il quale appena 50 generazioni

or sono dettava leggi a tutti i popoli della terra».

 La rigenerazione degli italiani, il fascismo universale, Roma capitale della

nuova civiltà: sono questi i fondamentali motivi che ispirarono la più

grandiosa ambizione imperiale di Mussolini, quella di diventare immortale

nella storia quale fondatore di un nuovo modello di Stato e un nuovo stile di

vita, le espressioni di vita collettiva che per il fascismo compendiavano il

d’italiani

concetto di civiltà, e soprattutto quale creatore di una nuova razza

conquistatori e dominatori, che dovevano eguagliare, nel ventesimo secolo, i

fu per Mussolini un’idea

Romani antichi. La rigenerazione degli italiani fissa

fin dalla sua ascesa al potere, al punto da diventare, dopo la conquista

dell’impero, quasi un’ossessione quotidiana.

144

 Il mito imperiale del fascismo, anche se elaborato in connessione con il mito

soltanto nell’esibizione

di Roma, non si manifestava delle antiche vestigia

romane, nell’evocazione romanità antica attraverso l’arte

della o il cinema, e

neppure si esauriva nell’edificazione di una monumentale Roma fascista.

 l’IMPERIALISMO,

Per il fascismo, l’idea di IMPERO non coincideva con

non si identificava con il COLONIALISMO né con la conquista di nuovi

territori, ma esprimeva principalmente il proposito di creare una nuova civiltà,

che doveva assurgere, nel ventesimo secolo, a modello universale, come lo

antico. In questo senso, l’idea

era stata la civiltà romana nel mondo imperiale

dell’Etiopia,

fascista non fu conseguenza della conquista né fu elaborata

soltanto in funzione delle sue ambizioni coloniali, ma è presente nel fascismo

fin dai primi anni, con l’asserzione che l’espansionismo è necessità vitale

della nazione, definendo l’ESPANSIONE, in senso lato, come diffusione

della sua influenza economica, politica, culturale, e come missione storica

dell’Italia nell’epoca della modernità.

 storica di valore universale, l’idea

Come aspirazione a svolgere una missione

imperiale fascista si manifesta principalmente nella concezione di un primato

italiano, rappresentato da una nuova forma di organizzazione politica della

vita collettiva, che trascendeva la dimensione nazionale. «Il nostro fine non è

la nazione, è l’impero», aveva dichiarato un giovane intellettuale fascista nel

l’espressione

1925, intendendo per «impero» della volontà di potenza di una

nuova aristocrazia che vuole realizzare «un principio di vita sociale

trascendente».

 Pur se il fascismo si esaltava nella rievocazione idealizzata della Roma antica,

la Roma che esso vagheggiava, come modello di nuova civiltà, era

interamente concepita secondo la sua visione della modernità. Il culto della

romanità, come la celebrazione del NATALE DI ROMA, doveva contribuire

a creare una sorta di atmosfera mistica, un'evocazione rituale della «storia

sacra» e del «tempo delle origini», attraverso la quale gli italiani moderni

145

avrebbero rianimato in sé le virtù dei Romani antichi, non per imitazione, ma

per originale e attuale rinascita di affinità spirituale.

 È soprattutto negli anni Trenta, in coincidenza con la grande crisi economica,

che il fascismo sviluppò maggiormente la funzione modernista del MITO

ROMANO in alternativa al MITO DELLA RUSSIA SOVIETICA, secondo

la formula mussoliniana «o Roma o Mosca», come soluzione alla crisi del

sistema capitalistico, per la salvezza della civiltà occidentale, che da Roma

aveva avuto origine e fondamenta. Nel corso di questi anni, l'idea di una

MISSIONE SALVIFICA DELL’ITALIA, nella crisi della civiltà occidentale,

ebbe un ruolo centrale nell’elaborazione della romanità fascista come ideale

imperiale.

 Il ventesimo secolo, disse il duce al popolo di Milano il 25 OTTOBRE 1932,

«sarà il secolo del Fascismo, sarà il secolo della potenza italiana, sarà il

secolo durante il quale l’Italia tornerà per la terza volta ad essere direttrice

fuori dei nostri principi non c’è

della civiltà umana, poiché salvezza né per

gli individui, né tanto meno per i popoli». Nella visione salvifica della

romanità fascista, il duce trasce

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
48 pagine
1 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tatiana1988 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Beltramini Maria.