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SAN PIETRO DA BRAMANTE A MICHELANGELO

Nel 1451 Niccolò V decide di modificare l'antica basilica costantiniana di S. Pietro affidando il progetto a Rosselli:

progetto con estremo interesse verso le proporzioni antropologiche, tuttavia il progetto di ossatura goticheggiante non è

adatto quindi verrà costruito solo il coro.

Giulio II decide di procedere con la ricostruzione totale, programma ricostruttivo basato sulla concezione neoplatonica

ovvero tempio che insieme sia rappresentazione di Dio + rivelazione e alleanza di Dio con gli uomini. E' evidente che

tale teoria presuppone un organismo isolato e autosufficiente e una pianta quadrata a base inscritta sormontata da una

cupola.

Giuliano da Sangallo: semplicità come fattore di bellezza, progetto perfetto sul piano della “fruitas” per la cupola e i sodi

murari che dividono le cappelle, mentre dal punto di vista della venustas non è perfetto in quanto lo spazio centrale e i

bracci non si legano.

Bramante, grande spazio centrale più cupola, non isolato come per Giuliano da Sangallo, ma un vero nucleo attorno al

quale nasce una serie di spazi omogenei. Concezione dell'organismo costituito da parti concatenate attraverso leggi

logiche e chiare. Entrambi utilizzano come forma geometrica l'ottagono irregolare, che forma intervalli diseguali

determinando il modello della traviata ritmica.

1505 Giulio II da un nuovo incarico sempre a loro 2 di progettare nuovamente perchè i progetti precedenti non lo

soddisfacevano.

Giuliano da Sangallo amplia il tempio fino a comprendere il coro di Rossellino e continua a far risaltare il vano centrale

rispetto ai bracci.

Bramante tende verso l'impianto longitudinale, le crociere diagonali si qualificano in modo diverso rispetto al centrale più

deambulatori intorno alle absidi.

Nel 1506 iniziano i lavori per questo progetto ma molte soluzioni sono ancora irrisolte.

Dopo la morte di Bramante il nuovo Papa, Leone X affida a Raffaello certi aspetti del progetto bramantesco, ma egli

vuole una volumetria più compatta evuole tornare all'ultima versione longitudinale.

Peruzzi, fin dall'inizio coinvolto nel progetto ma in modo subordinato, alla morte di Raffaello viene chiamato a

collaborare con Antonio da Sangallo. Programma di restaurazione dell'antico: intendeva riproporre lo spazio compatto

del Pantheon e Minerva Medica.

Pianta centrale simile a quella bramantesca dalla quale differisce solo per l'eliminazione degli accessi porticati ai lati

delle absidi.

Antonio da Sangallo il giovane, anche lui compreso nel progetto dall'inizio ma inizia a prendere decisioni solo dopo la

morte di Raffaello. Apporta due importanti varianti al progetto: pianta a croce grega sostituendo il corpo longitudinale

con un elemento legato al corpo centrico attraverso un portico, rialza i deambulatori per ottenere lungo tutto il perimetro

una parete uguale all'altezza.

Michelangelo, ritorna a Bramante sostenendo che chiunque si allontani da lui si allontana dalla verità. Conserva il

nocciolo centrale ovvero i 4 piloni e bracci della croce maggiore. Accetta l'idea di Sangallo di una parete contiua.

Michelangelo semplifica il progetto di Bramante, un unico spazio cruciforme su cui imposta la gigantesca cupola.

L'organismo è quindi determinato dalla sovrapposizione di due cellule spaziali: la base cruciforme e la cupola.

Ma la dimensione gigantesca della struttura impone l'utilizzo di elementi architettonici in scala adeguata, viene quindi

adottato per l'esterno un sistema di ordine gigante. La cupola verrà realizzata dopo la morte di Michelangelo con alcune

modifiche ma non al progetto di base.

RAFFAELLO

I suoi ideali architettonici sono molto influenzati da Bramante. La breve esperienza architettonica di Raffaello si

compone di due filoni principali:

lo sviluppo di una linea di intenso e significativo pittoricismo che si esprime nelle sue architetture dipinte e nella

• facciata del palazzo Braconio;

la ricerca spaziale che lo porta a tentare rielaborazioni dello schema bramantesco per S. Pietro.

Cappella Chigi di S. Maria del Popolo

Pianta quadrata con gli angoli smussati, dove è ripresa dal S. Pietro la soluzione delle paraste angolari e dai pennacchi

per l'imposta del tamburo che non sono più triagolari ma trapezoidali.

S. Eligio degli Orefici

Attribuita recentemente a Raffaello, un altra esercitazione sul vano quadrato coperto a cupola.

Palazzo Branconio dell'Aquila

Oggi scomparso, Raffaello si era ispirato ai modelli romani per creare un nuovo tipo di facciata, il piano terra impostato

su un ordine dorico che inquadra i vani adibiti a botteghe, il piano sopra nobile privo di scansioni verticali ma riccamente

decorato a stucco, con finestre a edicola alternate a nicchie.

Villa Madama

Sotto richiesta di Giulio de' Medici, completata solo in arte affronta il tema della residenza in campagna in un dialogo tra

spazio interno e paesaggio esterno. Strutture a nicchioni, logge, crocere, tutti arricchiti dalla decorazione pittorica; anche

l'intorno della villa tende al pittoresco, organizzato in terrazzamenti e giardini.

BALDASSARRE PERUZZI

Anche lui forte seguace di Bramante specialmente per quanto riguarda la composizione di spazi cruciformi a gerarchia

verticale.

Villa della Farnesina

Casa suburbana e luogo di ritrovo per il banchiere Chigi, schema ad ali laterali sporgenti, caratteristico delle case di

campagna, che mira ad integrare lo spazio costruito con quello naturale.

Palazzo Massimo alle Colonne

Dimostra qui le sue capacità innovative e la sua adesione al Manierismo, facciata ad andamento convesso per motivi

urbanistici, su di essa si mette in risalto il contrasto fra vuoto del porticato d'ingresso e pieno murario della parte

superiore: episodio di singolare rilievo nel panorama edilizio del primo Cinquecento romano.

ANTONIO SANGALLO IL GIOVANE

Costruttore di tipologie, disposto ad accogliere gli influssi del luogo dove opera.

Palazzo Baldassini prototipo di facciata del palazzo romano fino a tutto il XIX secolo. Schema semplicissimo di una

facciata o intonacata o con mattoni a vista, dove le aperture sono collegate da fasce marcapiano e l'unica riquadratura

verticale è costituita dai bugnati.

MICHELANGELO

Molto sensibile ai cambiamenti della società del tempo che mettono in crisi le concezioni umanistiche, consapevole dei

mutamenti di pensiero all'interno della chiesa: da un lato le sue inquietudini riprendono motivi medievale, filtrati però

dalle concezioni umanistiche dell'arte, dall'altro l'accentuazione del valore personale e creativo dell'esperienza artistica

lo rende precursore del Manierismo del Barocco.

Architettura: autonomia verso la tradizione antica che lo porta a infrangere la norma, aspirazione costante ad esprimere

nelle sue opere il conflitto materia­spirito mediante tensioni strutturali. Il fulcro del suo procedimento compositivo sta

nell'intreccio o compenetrazione di subsistemi come metodo formativo per giungere alla definizione di organismi

architettonici.

Firenze

La sua formazione artistica avviene a Firenze, dove studia pittura, disegno e scultura.

Facciata di S. Lorenzo

Prima commissione architettonica, non verrà mai realizzata, si ispira alla facciata di Giuliano di Sangallo, con una

soluzione a tre livelli, cercando però di mettere più in evidenza la parte centrale, e accentuando la funzione strutturale

degli ordini per creare un sistema unitario, entro cui sono disposti gli elementi decorativi.

Sacrestia Nuova di S. Lorenzo

Organismo a pianta centrale simmetrico a quello del Brunelleschi nella Sacrestia Vecchia, ma nonostante l'analogia, la

Sacrestia Nuova ha un totalmente diverso risultato spaziale. Slancio verticale più accentuato grazie all'introduzione di

una fascia intermedia tra la zona inferiore e la fascia delle lunette, cupola emisferica a cassettoni di derivazione romana.

Nelle pareti laterali vengono scavate nicchie nelle quali verranno poi inserite le sculture realizzate da Michelangelo per

le tombe dei Medici.

Biblioteca Laurenziana

Il vestibolo rappresenta la più significativa rottura con i modelli classici operata da Michelangelo in architettura: lo spazio

stretto e alto viene sottoposto a un gioco di tensioni per mezzo degli ordini, utilizzati qui in prevalenza per il loro valore

plastico, e privati della logica funzione strutturale: colonne binate, incassate nella prete e poggianti solo su mensole, e

finestre ad edicola che in realtà sono ciece.

Roma

Dopo il crollo di Firenze, Michelangelo si trasferisce a Roma impegnato nelle grandi commissioni che gli vengono

affidate dai papi.

Piazza del Campidoglio

Michelangelo voleva creare il centro del potere civile di Roma, contro il centro del potere religioso. Sfrutta la posizione

non ortogonale degli edifici per realizzare una forma trapezoidale che obbedisce ai precisi intenti prospettici. La statua

posta al centro della piazza e la decorazione stellare della pavimentazione paiolo alludere al colle Capitolino come “polo

ideale” della terra, mentre la gradinata d'accesso pone l'insieme monumentale in diretto rapporto con la città. Riferimenti

planimetrici, topografici, simbolici mirano alla fusione tra la cultura romana e quella cristiana, secondo il concetto per cui

il mondo cristiano deve essere visto come la prosecuzione e la maturazione del mondo antico.

Palazzo Farnese

Modifica il progetto sangallesco aumentando l'altezza dell'ultimo piano e aggiungendo il cornicione. Michelangelo aveva

anche progettato di ampliare il giardino di dietro fino al Tevere e aggiungendo un ponte che lo ricongiungesse fino alla

Farnesina, progetto poi irrealizzato per motivi di ordine pratico.

S. Maria degli Angeli

Ricavata dal tepidarium delle terme di Diocleziano, esaltando le qualità spaziali dell'organismo romano, la grande aula

coperta a crociera viene trasformata in un organismo a croce greca, antico ma perfettamente rispondente alle esigenze

liturgiche e agli ideali rinascimentali.

La Porta Pia

Realizzata alla fine dell'omonima strada, rivoluzionaria perchè le decorazioni danno verso l'interno della città, e

l'accostamento autonomo di varie parti montate su una parete laterizia in modo anticlassico e antinormativo viene

infatti fortemente criticato dai neoclassici.

Michelangelo era considerato quasi un genio da alcuni suoi contemporanei, come pari e superiore agli antichi. Dal 500

si delinea una corrente critica, in quanto lo accusavano di non rispettare le regole vitruviane. Il culmine delle accuse è

alla fine del 700 con i neoclassici, mentre in epoca romantica viene rivalutato positivamente.

PALLADIO

Cresce ed opera principalmente a Venezia. Le figure importanti che caratterizzano la sua crescita artistica sono Trissino

e la sua accademia letteraria, Barbaro e Falconetto.

Duplice confronto architettura palladiana: a Roma

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
21 pagine
4 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Meriiiluuu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Loi Maria Cristina.