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COMPITI DELLE FIGURE PROFESSIONALI
Dall’analisi della legislazione vigente si evincono vari livelli di responsabilità rispetto alle procedure
di sterilizzazione: il Coordinatore Infermieristico sarà responsabile dell’organizzazione del servizio
e l’Iinfermiere dell’esecuzione, controllo e gestione delle procedure di sterilizzazione e quindi del:
controllo di idoneità del materiale e dei contenitori
• scelta del procedimento di sterilizzazione
• esecuzione e controllo delle prove di verifica del corretto funzionamento delle apparecchiature
• segnalazione di anomalie e guasti
• supervisione e controllo sulle attività svolte dal personale di supporto al quale possono essere
• delegate le operazioni relative a raccolta, lavaggio, asciugatura,
preparazione, confezionamento, operazioni di carico e scarico delle autoclavi e stoccaggio del
materiale sterilizzato.
DISTINZIONE DELLE FASI DI LAVORO
La preparazione corretta degli strumenti e dei presidi è fondamentale per il raggiungimento ed il
mantenimento della sterilità. Le fasi di lavoro possono essere così schematizzate:
1 RACCOLTA
Recuperare, entro breve tempo dall’utilizzo, il materiale da trattare e sistemarlo in un contenitore
metallico o plastico, comunque autoclavabile
2 DECONTAMINAZIONE
La decontaminazione è una procedura che ha lo scopo di ridurre la carica batterica sugli
strumenti e deve sempre essere effettuata prima del lavaggio degli oggetti contaminati.
«i presidi riutilizzabili dopo l’uso, essere immediatamente immersi in una soluzione
disinfettante, di sicura efficacia contro il virus dell’HIV, per almeno 20 minuti».
Questo serve come protezione del lavoratore prima che effettui del operazioni sul materiale
(pulizia).
Per effettuare questo passaggio il materiale va posto in contenitori autoclavabili muniti di griglia
interna e di coperchio; utilizzare un disinfettante/detergente, attivo anche su HIV, seguendo le
istruzioni d’uso per quanto riguarda la diluizione, il tempo di contatto ed il tempo di conservazione
della soluzione; (cloroderivati, fenoli, , acido peracetico) ;immergere completamente gli strumenti
ed assicurarsi che tutte le superfici degli strumenti stessi vengano a contatto con la soluzione;
trascorso il tempo di contatto necessario, rimuovere la griglia dal contenitore e sciacquare con
acqua corrente.
3 LAVAGGIO
Le procedure per il lavaggio dello strumentario sono due:
lavaggio manuale
•
• lavaggio automatico
Lavaggio manuale
immergere gli strumenti aperti e/o smontati in una soluzione detergente adatta al lavaggio dello
strumentario utilizzando un contenitore autoclavabile .Lasciare immerso il materiale per almeno 20’
Procedere al lavaggio di ogni singolo strumento, ponendo particolare attenzione alle zigrinature,
agli incastri, alle cavità ed a tutti gli altri punti di difficile accesso; utilizzare spazzolini di forme
idonee
Lavaggio Automatico
Le macchine lavatrici automatiche e gli apparecchi ad ultrasuoni garantiscono una
adeguata pulizia del materiale, senza che il personale venga a contatto con i presidi da
pulire.
Le macchine lavatrici provvedono automaticamente a tutte le fasi del programma
impostato.
4 RISCIACQUO
Gli strumenti sottoposti sia a lavaggio manuale che ad ultrasuoni devono essere sottoposti a
risciacquo con acqua corrente; il risciacquo deve asportare ogni traccia di detergente. E’
consigliato il risciacquo con acqua demineralizzata in quanto riduce il deposito di calcare.
5 ASCIUGATURA
Tutto il materiale lavato deve essere asciugato in modo da togliere tutti i residui di acqua, perché la
presenza della stessa può compromettere il successivo processo di sterilizzazione. Per asciugare
l’interno di strumenti cavi, occorre introdurre aria compressa o con siringa o schizzettone.
6 SELEZIONE
Selezionare il materiale a seconda del metodo di sterilizzazione da impiegare; suddividere il
materiale secondo la tipologia di confezionamento: buste, container, carta, ecc.La selezione
corretta del materiale riduce i tempi di confezionamento.
7 CONFEZIONAMENTO
Il confezionamento permette di conservare il materiale sterilizzato, per un periodo ben definito, in
modo sterile. Esistono diversi tipi di confezionamento del materiale e la scelta nello specifico deve
considerare la funzionalità e l'economicità, il tipo di processo impiegato per la sterilizzazione , le
caratteristiche dell'oggetto da sterilizzare e il suo utilizzo dopo il processo di sterilizzazione.
Per il confezionamento del materiale possono essere utilizzati:
buste e/o rotoli in accoppiato carta/polipropilene (Viene utilizzato per materiale di piccolo
• ingombro).
carta medical o surgical grade liscia o crespata (indicato per la sterilizzazione di set di
• biancheria)
containers con filtri (vengono utilizzati per il confezionamento di set per interventi chirurgici da
• utilizzare in un’unica prestazione.
Il tempo di mantenimento della sterilità è condizionato sia dal tipo di imballo, sia dalle
caratteristiche del luogo di stoccaggio, che dal modo in cui il materiale viene manipolato.
Per procedere al confezionamento è necessario:
controllare che il materiale sia pulito, integro e asciutto togliere tappi e coperchi e dividere le
• parti smontabili degli strumenti. proteggere le punte di aghi e taglienti
posizionare strumenti di plastica e gomma in modo tale da conservare la loro forma originale;
• se lo consentono, arrotolare i tubi e i presidi molto lunghi, senza creare strozzature
Le confezioni devono essere di piccole dimensioni, e una volta aperte, devono essere utilizzate
• altrimenti risterilizzati.
Sulla confezione contenente il materiale sterilizzato, va indicata:
la data di sterilizzazione e di scadenza
• il codice dell’operatore che ha effettuato la sterilizzazione
• il numero progressivo di ciclo della sterilizzatrice
• il tipo di ciclo
• il numero della macchina sterilizzatrice
•
tali dati costituiscono il numero di lotto.
Tempo di mantenimento della sterilità:Indicativamente 30 giorni se conservate in luogo protetto.
STERILIZZAZIONE
Una volta che il materiale da sterilizzare è stato confezionato, inizia la fase di sterilizzazione vera e
propria.
Il primo momento importante è il caricamento dell’autoclave.
Il caricamento all’interno dell’autoclave deve essere fatto in modo che il materiale risulti
uniformemente distribuito, così da permettere al vapore di circolare liberamente e di penetrare in
ogni confezione contenuta all’interno della camera di sterilizzazione.
TIPI DI STERILIZAZZIONE
Esistono diversi processi di sterilizzazione.
La sterilizzazione a vapore (calore umido): questo sistema utilizza vapore di acqua saturo,
• sotto pressione che determina la coagulazione delle proteine. Per effettuare questo tipo di
sterilizzazione sono necessarie particolari apparecchiature chiamate autoclavi. Il vapore si
forma dall’acqua immessa dentro l’autoclave e riscaldata. Con il calore umido si possono
sterilizzare: strumenti chirurgici, vetreria, materiale tessile, alcune tipologie di gomme
termoresistenti. Non possono essere sterilizzati con questa modalità le sostanze non penetrabili
al vapore, tipo oli e polveri e qualsiasi materiale tremolabile
La sterilizzazione con radiazioni ionizzanti: l’utilizzo di raggi gamma ad elevata intensità
• garantisce una ottima capacità di penetrazione, per questo motivo attraverso questo sistema è
possibile trattare un numero elevato di oggetti anche abbondantemente confezionati ed
ottenere una più lunga conservazione. Il loro utilizzo è però limitato all’industria dato il numero
elevato di rischi per il personale addetto all’impianto
• La sterilizzazione a ossido di etilene: questo sistema è un tipo di sterilizzazione a freddo che
utilizza come agente sterilizzante l’ossido di etilene, un gas che agisce con denaturazione delle
proteine e della membrana cellulare dei microrganismi. L’ossido di etilene è un gas
infiammabile, incolore, tossico, altamente reattivo e potenzialmente esplosivo. ll costo di
questo tipo di processo è piuttosto elevato, inoltre la tossicità dei residui di gas che rimangono
sui materiali richiedono lunghi tempi di degasamento in locali appositi, il che comporta una
tempistica piuttosto lunga. Non sempre il servizio possiede materiale a sufficienza da poter
attendere tempi tanto elevati. I pregi di questo sistema sono rappresentati dalla sua capacità di
sterilizzare strumenti sanitari delicati che non possono essere trattati a vapore, come ad
esempio le fibre ottiche, i circuiti elettrici e tutti quei materiali tremolabili. Data la tossicità
dell’ossido di etilene, è indispensabile che, alla fine del ciclo di sterilizzazione, il dispositivo sia
sottoposto a un trattamento di DEGASIFICAZIONE per 24h.
La sterilizzazione con gas plasma: La tecnica di sterilizzazione con gas plasma è un tipo di
• sterilizzazione a freddo che prevede l’impiego di piccoli quantitativi di perossido di idrogeno
introdotto nell’autoclave e vaporizzato in condizioni di vuoto. Attraverso la creazione di un
campo elettromagnetico il vapore viene attivato allo stato di gas plasma, in questa fase i
componenti che si sviluppano interrompono le funzioni vitali dei microrganismi. Gli articoli
sterilizzabili attraverso questo processo sono quelli termosensibili.
La sterilizzazione con acido peracetico: questo sistema di sterilizzazione a freddo ha
• sostituito la sterilizzazione con glutaraldeide, molto usata in passato e oggi decaduta a causa
della sua elevata tossicità. Esso è ampiamente usato per materiali medico-chirurgici
termosensibili e ad azione rapida endoscopi con fibre ottiche, tubi di aspirazione. Il suo limite è
rappresentato dell’impossibilità di confezionare il materiale e quindi di conservarlo in modo
sterile
GESTIONE DEL MATERIALE STERILE
Trasporto: dopo il processo di sterilizzazione il materiale deve essere trasportato presso i
• servizi che ne hanno richiesto il trattamento. Il tragitto può essere lungo ed esterno alla sede di
sterilizzazione, per cui il materiale deve essere protetto all’interno di appositi contenitori.
Conservazione: gli oggetti sterili devono essere conservati con cura una volta giunto a
• destinazione. La conservazione deve avvenire in luoghi puliti e chiusi, in modo da non
consentire l’ingresso a polvere e insetti, lontani da fonti di calore e ad un’altezza non inferiore a
30 cm dal pavimento e a 5 cm dal soffitto.
Prima dell’utilizzo: l’operatore, prima dell’utilizzo del materiale sterile, è tenuto a lavarsi le
• mani, verificare che l’indicatore esterno