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Quattro passi in galleria

Classico spettacolo di rievocazione degli “altri tempi”.

Folies de Paris

Non uno spettacolo parigino, ma una rivista internazionale per i provinciali di tutto il mondo.

Barbanera, bel tempo si spera

Per una volta uno spettacolo il cui copione è soddisfacente (cosa che non si può dire per i costumi):

la rivista però c’è e si regge bene in piedi. Dopo il copione, l’elemento determinante per il successo

è dovuto agli interpreti, ovvero Elena Giusti, Ugo Tognazzi, Maria Palumbo e Raimondo Vianello.

1954

Chi è di scena?

Spettacolo scadente per colpa di un copione sbagliato, nonostante l’interpretazione ottima della

Magnani. Lo spettacolo però non si regge in piedi per mancanza di ritmo e lentezza nei passaggi.

Inoltre la bravissima Magnani ha ormai un temperamento che comincia sempre più decisamente a

virare verso il dramma, e questo si avverte.

Tre per tre… Nava

Critica all’uso di animali sulle scene.

Alvaro, piuttosto corsaro

Fra lo spettacoli di rivista tradizionale e quello che tende a svincolarsi dalle convenzioni si pià

individuare la terza via di Garinei e Giovannini, ovvero quella della commedia musicale.

I due autori la chiamano “favola”, e il loro lavoro si innesta sulla scia già tracciata l’anno

precedente con Attanasio, migliorando fra l’altro l’esito finale. Lo spettacolo ha infatti ritmo e

sapore, anche se non particolarmente originale. Ma ha ritmo ed equilibrio, due doti fondamentali,

grazie anche all’apporto di preziosi collaboratori come Kramer e Coltellacci (che dimostra come

l’eleganza non sia una questione di sfarzo ma di buongusto). In definitiva ci si trova di fronte a un

perfezionamento di una formula già sperimentata con successo. Gli interpreti tutti meritano note di

merito, a partire da Rascel e Flora Medini, fino alle Peters Sisters, a Tina De Mola e alle Bluebells.

I sani da legare

Riusciranno Fo, Parenti e Durano a mantenere le promesse dello scorso anno?

L’importanza del Dito nell’occhio era stata quella di essere una rivista critica e di avere affrontato

con un rigore satirico che non mancava di una comicità elastica e saporosa alcuni fra i temi

principali del costume e della cultura italiani. Rivista critica e anticonformista lo è anche I sani da

legare, ma si è rinunciato qui alla scorribanda storica e ci si è mantenuti sul terreno della vita di

ogni giorni. L’impegno satirico è stato maggiore, ma meno agevole e divertente, non colpendo

bersagli cristallizzati e più facilmente riconoscibili, che fanno tanto “luogo comune”. Lo spettacolo

è comunque più vario e costruito del precedente.

Senza rete

Spettacolo poco riuscito di parodia della rivista.

Giove in doppiopetto

Avventura musicale di Garinei e Giovannini con Carlo Dapporto e Delia Scala. La vena dei due

autori può essere più o meno ispirata, ma il mestiere è indiscutibile, così come il valore dei

collaboratori (Kramer e Coltellacci su tutti). La fusione fra scenografia e coreografia è uno dei punti

forti dello spettacolo, così come un’altra nota lieta è il grande esordio di Delia Scala. Grande come

sempre Carlo Dapporto.

I saltimbanchi

Spettacolo riuscito di Walter Chiari, a cui non mancano né gusto, né intelligenza, né brio.

Soprattutto c’è dosaggio e organicità, e lo stesso Chiari ha cercato di controllarsi e non strafare,

riuscendovi per gran parte dello spettacolo. Altra qualità dello spettacolo è quella di un buon

copione, spesso imprevedibile (caratteristica rara nella rivista).

1955

Passo doppio

Spettacolo mediocre per un copione senza fantasia e risorse, a cui rimediano in parte i bravi

interpreti, fra cui Tognazzi, Vianello e Bramieri.

Siamo tutti dottori

Spettacolo scritto da Age-Scarpelli-Verde e con Billi e Riva che non si segnala tanto per l’originalità

del copione quanto per il suo buongusto e la capacità dei due comici di creare un’affettuosa

complicità fra pubblico e platea.

Tobia, candida spia

Stavolta Garinei e Giovannini fanno un passo indietro, con uno spettacolo che manca di un intreccio

convincente e di una musica che lo sostenga in maniera soddisfacente. Il filo conduttore stavolta è

solo un pretesto: non c’è una logica nel susseguirsi dei fatti e delle scene che costituiscono il tessuto

narrativo dello spettacolo.

S.P.Q.M.

Rivista di spiccato campanilismo meneghino, poco stimolante per il cervello degli spettatori, in cui

Gino Bramieri è il vero motore dello spettacolo.

Sexophone

Grande flop per lo spettacolo di Curzio Malaparte, fischiato dal pubblico per espressione di un

giudizio e non per ostilità preconcetta. Il pubblico si annoiava e perciò ha reagito (rif. Chi è di

scena?).

Italia, sabato sera

Di Franco Parenti, non è una commedia, in quanto manca una vicenda vera e propria: manca una

trama esterna, ma è presente una trama interna, ovvero quella che vincola i vari personaggi a una

medesima realtà. Di figura in figura, di episodio in episodio, il copione diventa la cronaca di una

condizione umana testimonianza del nostro tempo.

Valentina

Spettacolo che è occasione per rimarcare quali debbano essere le strade da percorrere nel teatro

italiano: commedia musicale (Garinei e Giovannini) o il teatro da camera (i Gobbi).

La Granduchessa e i camerieri

Spettacolo di Garinei e Giovannini con Wanda Osiris, tecnicamente molto riuscito ma che pecca di

originalità.

I tre punti di forza sono principalmente le musiche di Kramer, le scenografie di Coltellacci e la

presenza della Osiris, un vero e proprio mito.

Oh quante belle figlie Madama Dorè

Ritorno alla rivista per Walter Chiari, che si assesta per struttura sui consolidatissimi schemi già

visti, ma che mette in evidenza una certa stanchezza del protagonista, la cui vena pare inaridita.

1956

La pardona di Raggio di Luna

Commedia musicale dall’intreccio molto complicato e con riferimenti a fatti e persone e reali per

nulla casuali. Circostanza nuova che da allo spettacolo tono, sapore e mordente. Il solo difetto dello

spettacolo è la prolissità, che si sente in un genere come il teatro di rivista in cui il ritmo è tutto.

Comunque lo spettacolo funziona, e la sua forza sta molto negli interpreti, Andreina Pagnani su

tutti. Svolgendosi l’azione in abiti moderni, Coltellacci non ha avuto modo di sbizzarrirsi, ma le due

scene di Brooklyn e Chicago sono esemplari.

Carlo non farlo

La formula è la medesima di Giove in doppiopetto, ma dalla mitologia stavolta ci si sposta alla

cronaca, ispirandosi alle recenti vicende di un principe monegasco. I riferimenti paiono però troppo

casuali e involontari, e la vicenda perde gran parte del sale che avrebbe potuto avere. Non tutto

funziona per genio inventivo, ma la fusione fra musica, recitazione, danza, colori e costumi è

perfetta. E il merito di tutto ciò come al solito va a Coltellacci.

Buonanotte Bettina

Per la prima volta Chiari si cimenta in una commedia musicale, lavorando con Garinei, Giovannini

e Delia Scala. E per la prima volta vengono usati due “girevoli” per sveltire i cambi di scena e

abolire i cosiddetti siparietti (che comunque rimangono).

Okay fortuna!

Ennesimo successone milanese per la Osiris. Non c’è tanta genialità, ma gusto sì, in una sorta di

esagerata cerimonia commemorativa in cui la Osiris commemora… sé stessa.

1957

A prescindere…

Dopo sette anni Totò torna a teatro. E la scoperta è il fatto che, nel bene e nel male, non è cambiato.

Il copione del resto non premia il comico.

Gli italiani sono fatti così

Verde, Marchesi e Metz parlano di italiani del 1957, cioè della società, del costume e della politica

contemporanei. Si tratta di una rivista in cui si tira al bersaglio sulla burocrazia e sulla censura, sulla

televisione e sulla politica parlamentare, sui governanti di ieri e di oggi. Non è ancora una rivista di

satira politica, ma ci si avvicina molto, mantenendosi su un piano di naturalistica parodia nella

quale però non mancano pungenti osservazioni di costume né graffianti, anche se marginali,

testimonianze sugli inconvenienti della vita di ogni giorno.

Un paio d’ali

Una delle rivista migliori in assoluto di Garinei e Giovannini. Si tratta di un grande successo,

soprattutto meritato. Sulla strada della commedia musicale sembra questo il risultato più

soddisfacente. Si parla di fusione ed equilibrio fra gli in gradienti del genere: la commedia musicale

esiste e si tiene saldamente in piedi grazie a un intreccio plausibile e organico e con personaggi vivi.

Le parti coreografie e musicali sono ottime (Hermes Pan e il solito Kramer). Senza ricorrere a

stravaganze assiro-babilonesi né a riti esotici, tutto fila a meraviglia, grazie anche agli interpreti

Giovannella Ralli, Renato Rascel e Mario Carotenuti. Le scene e i costumi, di gusto come sempre,

erano di Coltellacci.

L’adorabile Giulio

Si tratta della prova del nove della crisi del teatro di rivista italiano, a causa di una crisi di idee,

uomini e della formula stessa. Con l’eccezione di Garinei e Giovannini non esistono più autori. Non

c’è un ricambio da parte di una nuova generazione di comici capaci di sostenere e pungolare gli

autori perché quasi tutti sono migrati verso il cinema o il teatro di prosa. Le soubrette latitano, e per

le coreografie e i balletti si ricorre all’estero. Il teatro di rivista così si sposta sempre più verso la

favola e parla di altri tempi, non più i nostri. È una passerella che vive di ricordi o di turismo

esotico. Quando il testo cede non basta più il singolo interprete (un sempre bravo Dapporto), e lo

stesso vale nel rapporto fra scena e intreccio.

Va là battell

Primo e divertente spettacolo dei Legnanesi.

Sayonara Butterlfy

Ennesimo esempio della crisi di uno stile che non si limita più a vivere la società, ma

semplicemente ad assisterla e registrarla passivamente, dando alla luce copioni sbiaditi e

prevedibili. Come spesso accade, gli interpreti (Mondaini, Vianello, Bramieri) sono per fortuna

superiori agli autori.

Un trapezio per Lisistrata

Spettacolo che mescola sapientemente spunti dall’originale matrice (guerra di Venere contro Marte)

e influenze prese dall’attualità. Il risultato non annoia e anzi si presta ad essere molto apprezzato e

rivisto. È difficile trovarvi un aspetto discutibile. Garinei e Giovannini si spremono a dovere,

seguendo la miglior lezione dai musical americani. Altro punto favorevole è l’assenza di un comico

di riferimento a favore di un pi&ugrav

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
8 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher viola_fr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della critica dello spettacolo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Porro Marzio.