Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ALL’ABA DELNUOVO SECOLO
1. IL RICORSO ALLE CONGREGAZIONI
1898 i Fratelli delle congregazioni Cristiane vennero chiamati a gestire la sezione
maschile dell’istituto, decisione dovuta agli inconvenienti sopraggiunti negli
ultimi anni che influirono sulla qualità dell’insegnamento e sul profitto degli
alunni. Emerge dalla relazione del 1897, che nonostante l’impegno dei maestri si
riscontrava il fallimento con abbandono già dalla scuola media, degli alunni
meno aperti all’ingegno, con grave danno e disonore dell’istituto incapace di
corrispondere alle aspettative dei famigliari. Il direttore Balbo, nella sua
relazione, analizzò la situazione evidenziando la mancata capacità degli alunni,
di provvedere in futuro al semplice mantenimento del vestiario e della calzatura
della famiglia, nella speranza di sbagliare la sua previsione, invitò a ovviare
l’inconveniente e studiare metodi opportuni.
Anche Perini nella sua relazione evidenziò il progressivo decadimento
dell’Istituto Regio, la mimica imperava e la parola era incomprensibile.
Perini scelse i discepoli di La Salle che operavano a Torino già dalla prima metà
dell’ottocento (erano anche stati interpellati da Carlo Alberto all’epoca
dell’apertura della scuola normale) e avevano esperienza, avevano assunto la
direzione delle scuole comunali su invito di Carlo Felice, contribuendo alla
formazione dei non udenti; la scelta fu motivata dalla peculiarità della proposta
pedagogica lasalliana, si trattava di un’istruzione religiosa e civile, vivendo con
spirito collegiale, al pari degli istitutori di sordomuti potevano condividere tutti i
momenti della giornata con i propri alunni. Ogni religioso aveva vitto e alloggio
gratuito oltre a uno stipendio di 250 £ annuo oltre a 400 £ per sopperire alle
spese di insediamento. Le conseguenze furono:
1) Il licenziamento dei 4 assistenti (1898) e del professore di disegno
2) Nomina del cappellano Bosio: obbligo di celebrare messa nei giorni feriali,
nelle solennità religiose e di confessare 1 volta al mese, alunni e docenti,
cura dei paramenti e arredi sacri
Già al termine del loro primo anno di permanenza dell’Istituto, i risultati erano
incoraggianti, con giudizio del direttore nel 1904, evidenziava la competenza
didattica e la sensibilità educativa. A conferma del successo, lo dimostra
l’opinione pubblica, come la Generala, comunità per minori discoli,
all’Educatorio della Provvidenza, alla Scuola municipale Silvio Pellico e in
alcuni casi anche testimonianze di studenti. Successo per il determinato spirito 12
di sacrificio e perseveranza dei Fratelli, se si pensa alle difficoltà riscontrate: nel
1900 fu aperta un’inchiesta in seguito alla denuncia di casi di maltrattamento e
percosse. La commissione in quella circostanza effettuò dei controlli e suggerì
l’adozione di provvedimenti disciplinari per scongiurare il ripetersi di episodi
nono conformi al regolamento; si attivarono precise strategie di intervento:
1) Il personale direttivo interno doveva vigilare sulla condotta dei maestri
per prevenire atti di violenza
2) Interessante e innovativo era lo sforzi di valorizzare gli alunni per tutelare
i loro diritti, singolare la richiesta di consentire ai sordomuti gravemente
puniti, di ricorrere in appello dopo avere scontato la pena.
Non era semplice la gestione se si pensa che l’adozione del metodo orale puro
comportava un rapporto tra maestro e alunno da 1 a 8. Inoltre fu richiesto
l’impiego di un nuovo fratello per la collaborazione, ma fu negata e ciò
determinò la conclusione del rapporto nel 1910. Fu difficile sostituire i Fratelli,
nonostante le diverse trattative con altri Istituto di Bologna e Verona, si cercava
un rettore sacerdote, ma solo per un anno rimase il teologo Gallo.
Il ricorso alle congregazioni aveva caratterizzato anche il consiglio
amministrativo nel settore femminile: scelte nel 1898 le Figlie della Carità di
S.Vincenzo de Paoli, non era una novità per loro (alcune suore del Cottolengo si
occupavano già di manutenzione e lingeria nel 1895).
Analoghe a quelle dei Fratelli le condizioni, ma la Visitatrice Provinciale, aveva
la facoltà di sostituire le istitutrici senza giustificazioni: di fatto ci furono diversi
ricambi di personale e ciò comportava ripercussioni sull’andamento e la
continuità didattica. Nel 1900 due maestre lasciarono l’istituto, Luigia Ferrero e
Felicia Poma e sostituite da 2 suore, Caterina e Luisa: motivi economici,
costavano meno, i rapporti si incrinarono e si vociferava che presto le istitutrici
sarebbero state sostituite dalle Figlie della Carità. Ma il breve scritto di Vittoria
Montà nel 1910, dove esprime riconoscenza a Toesca di Castellazzo, per
l’intervento volto a migliorare la sua condizione e quella della collega Marina
Bassi: il consiglio amministrativo aveva deciso di collocarle nell’Istituto maschile
così sarebbero state alle dipendenze del rettore e non più della superiora. Il
Peirni le elogiava per la loro competenza, solo la mancanza del diploma e la loro
età, impediva di lasciare l’istituto, ciò nonostante grazie alla loro esperienza
maturata negli anni, confermò la scelta definitivamente. Nel 1915 la superiora fu
allontanata, chiara presa di posizione a favore delle laiche. Nonostante le
controversie, non fu compromesso l’andamento didattico e i profitti, le nuove
insegnanti ricevettero il plauso dalla stampa
2. FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI 13
La formazione dei maestri ruotava attorno alla figura di Perini, allievo i Don
Tarra.
3. DALLA PARE DEGLI ALLIEVI 14
15
CAPITOLO IV
1. All’epoca del regime fascista
* VERSO LA PARIFICAZIONE
Parificato scuola p., istituto non statale, legalmente riconosciuto,
gestito da privati o da enti pubblici
Il 1923 era caratterizzato da eventi che hanno portato una svolta
nell’educazione dei sordomuti. A partire dalla riforma Gentile
del 31 dicembre 1923 che estendeva il principio dell’obbligo
scolastico dei sordomuti fino al 16esimo anno di età. Grazie
alle continue pressioni degli istitutori, per esempio si pensi alla
battaglia di Pendola sull’educazione dei sordomuti, o agli articoli di
Luigi Casanova (rivista di pedagogia emendatrice per l’educazione
dei sordomuti e degli anormali affini). Del 1872 è il primo di una
serie di progetti firmati da Cesare Correnti, il quale poneva la
questione di applicare ai non udenti le disposizioni della
che dava ampio spazio
legge Casati (1859, concezione elitaria
all'istruzione secondaria e superiore ma scarso
–universitaria-
risalto a quella primaria) allora in vigore, per la copertura
delle spese era prevista una forma di finanziamento pubblico in
concorso equo di Comune, Provincia e Governo, ma proprio
l’esborso notevole per adottare questo modello, ne determinò
l’accantonamento. Gentile ne era consapevole e fu promotore di
un sistema meno oneroso per lo Stato attribuendo la qualifica di
GOVERNATIVI a 3 istituti (Milano Roma Palermo) e parificati agli
Istituti in grado di soddisfare precise condizioni, se i primi erano a
carico dello Stato quelli parificati beneficiavano di un semplice
sussidio. Così con Decreto del 1° dicembre 1927, venne 16
inserito/equiparato anche il Regio Istituto. L’iter burocratico
prevedeva inoltre:
1) compilazione del questionario ministeriale,
2) colloqui con i funzionari da cui si evince la volontà di
garantire alla fondazione nuovi posti di lavoro con una
somma minima di 1800 £ annue, oltre ad una quota
aggiuntiva per le spese,
3) trattative col ministero per la salvaguardia degli introiti
derivanti dalle rette degli enti locali e dei privati,
4) accordi con il provveditore agli studi
5) approvazione delle convenzioni stipulate con la Minerva
e con lo stesso provveditore.
I contraenti si assumevano una serie di obblighi:
1) la direzione si rendeva disponibile a istruire almeno 90 fanciulli
sordomuti di entrambi i sessi in età di obbligo scolastico (gli
insegnanti tramite concorso personale abilitato)
2) provvedendo alla sede e agli arredi.
Il Ministero quindi riconosceva all’ente il carattere pubblico
contribuendo alle spese con sussidio annuo di 15mila £., mentre
l’amministrazione scolastica regionale doveva corrispondere
lo stipendio di 4 insegnanti. Al termine del quinquennio, in
assenza di disdetta, si rinnovavano gli accordi.
Ma dal confronto degli introiti rispetto alle spese, non c’erano
vantaggi economici (entrate di 75900 £, rispetto alle uscite di
89618 £). Dunque il motivo che aveva indotto l’Istituto a
aderire al progetto erano di altra natura: assecondare il
Governo nell’opera di redenzione materiale e morale dei
la volontà
sordomuti, un doveroso contributo in un periodo in cui
di un uomo di genio vuol che tutti i valori spirituali
cooperino alla grandezza della nazione. Ma la mancanza degli
introiti, a lungo andare si trasformò in considerevole aggravio: il
Governo riteneva che la concessione del nuovo sussidio, annullasse
ogni impegno precedente. Di fatto l’Istituto aveva beneficiato di
10200 £. a titolo di retta per 12 posti di nomina ministeriale, il
deficit nel bilancio, dal conto finanziario del 1927 presentava un
disavanzo di 93 mila £. Dunque il riconoscimento di carattere
pubblico, presentava dei vincoli, ovvero l’adozione dei libri di testo
approvati dal ministero, uniformandosi alle disposizioni del
provveditore, seguire il calendario didattico proposto dalle autorità
scolastiche locali. Importante era educare gli alunni ai valori 17
della nazione . L’ispettrice Plebani invitò a inserire nelle
biblioteche il libro di Sillani “Lettere di Enrico Toti” che instillava nei
ogni alunno dovrebbe leggere
giovani lo spirito patriottico., che
per idealità di fede e amor patrio. Non mancavano le
celebrazioni del regime, i commenti ogni lunedì sugli avvenimenti
bellici, le esercitazioni ai lavori femminili, dove le donne cucivano
abiti militari, la raccolta rifiuti di vario genere, metallo, carta, tessuti
cuoio riutilizzabili alle industrie, e la giornata del fiocco di lana, dove
le famiglie e alunni donavano scampoli o abiti di grezzo o filato. Col
decreto del 1° dicembre 1927, s’imponevano anche norme relative
alla qualifica del personale docente, che doveva avere il titolo
rilasciato dalle scuole di metodo di Milano da Cardano Gerolamo e a
Napoli da Bendato Cozzolino, che attestava gli studi fatti in varie
discipline, psicopedagogia, pedagogia, fisiologia, anatomia e igiene
e altre attività didattiche. Ma il regolamento del 2