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Rousseau e dalla sua idea di bontà naturale dell'uomo
Con la nascita nel 1798 della Repubblica Elvetica gli vennero offerti alcuni incarichi politici che egli rifiutò per dedicarsi all'insegnamento; scrisse molti libri rivolti ai genitori.
4.3 Il primato morale dell'educazione popolare
Pestalozzi ha affermato e promosso l'universalità dell'educazione e ha rivendicato il diritto all'emancipazione del popolo attraverso questa, pur sostenendo la doverosa accettazione della propria condizione sociale ma anche il dovere da parte dello Stato di eliminare quelle situazioni che impediscono il naturale sviluppo della vita umana. Egli individuava nella serenità interiore e nell'armoniosa continuità tra natura e vita sociale gli elementi necessari a questo sviluppo.
Pestalozzi nutriva una profonda fiducia nelle possibilità educative della comunità e soprattutto della famiglia, dove poteva svilupparsi una corretta
educazione morale, al cui modello doveva rifarsi la scuola che doveva supplire ai limiti pratici della famiglia stessa in un periodo di sviluppo tecnico ed economico.
Nel romanzo Leonardo e Gertrude, attraverso la figura di quest’ultima, Pestalozzi fa emergere il ruolo moderno che la donna assume: la sua missione è principalmente quella di madre “pensosa” che sollecita e aiuta lo sviluppo armonico e sereno dei figli.
Pestalozzi vedeva nel maestro una figura estremamente positiva che orienta la formazione attraverso un processo educativo equilibrato, armonico e continuo secondo le tre direzioni di crescita della personalità (morale, intellettuale e fisica): ciascuno ha il diritto di vedere garantito nel corso della vita lo sviluppo della “forza del cuore”, della “forza della mente” e della “forza del braccio” dalle quali dipendono il “volere”, il “sapere” e il “potere”.
distacco sempre più dalle idee illuministiche si dava più importanza all'educazione morale rispetto a quella intellettuale. Il nucleo forte della personalità era, secondo Pestalozzi, di natura divina; egli identificava l'educazione dell'uomo con i valori del cristianesimo: i sentimenti e le virtù cristiane nascono spontaneamente nel bambino. 4.4 L'intuizione e il problema del metodo "elementare". Mentre nelle pratiche dell'Illuminismo la metodologia era finalizzata a risultati parziali rivolti all'istruzione ed era considerata una tecnica esteriore, Pestalozzi fece diventare il metodo un elemento subordinato all'educazione: volle conciliare l'educazione con la natura secondo la concezione illuministica. Ogni forma di azione sociale, politica, educativa, andava diversificata tramite il ricorso all'esperienza, alla prova e alla verifica; tale modello si rifaceva all'empirismo pratico e.quasipopolare.Il metodo doveva essere universale ed “elementare” e doveva muovere dall’intuizione; questainsieme all’esperienza personale erano alla base dell’attività didattica: l’apprendimento parte dalleintuizioni e arriva al giudizio attraverso un processo psicologicamente graduato; Pestalozzienfatizzò il principio didattico della gradualità. Compito dell’educatore è quello di strutturare glioggetti dell’intuizione in modo che il fanciullo passi gradatamente dalle prime confuse percezionialle nozioni chiare e distinte, ai concetti, alle idee.L’educazione doveva partire dall’immediato, dagli oggetti e dalle situazioni più vicine e familiari.Pestalozzi individuò la triplice ma unitaria direzione dei metodi di insegnamento attraverso parola,forma e numero; parlare, misurare e contare erano considerate le fondamentali attività richieste dalmetodo intuitivo e di conseguenza la lingua,
Il disegno, l'aritmetica e la geometria costituivano le materie basilari per la comprensione della realtà. Pestalozzi era convinto di aver scoperto un metodo educativo universale e infallibile, in grado di garantire il rapido sviluppo armonico della personalità e di essere compreso da tutti, incluse le madri incolte. La sua didattica però, sottoponeva l'alunno a complicati esercizi precostituiti dall'insegnante; ciò, insieme alla pretesa di adattare il metodo ad ogni situazione, fecero ricadere la pratica educativa in quelle situazioni di formalismo e rigidità che Pestalozzi stesso aveva cercato di superare.
Sono comunque da ascrivere a suo merito: il concetto di educazione come diritto universale; l'importanza educativa e morale dell'istruzione professionale nella famiglia e nella scuola; il nuovo ruolo della donna nella società e nell'educazione; l'adattare l'insegnamento allo sviluppo psicologico.
dell'alunno; la funzione guida del maestro.Pagina 16 di 234.5 il modello romantico dell'educazione: Friedrich Frobel.Frobel aprirà un proprio istituto in Turingia che avrebbe dovuto costituire un modello esemplare di educazione, i cui principi furono raccolti nella sua opera più importante (L'educazione dell'umanità) del 1826. Nel 1937 fondò un settimanale di carattere educativo (Foglio domenicale) emise a punto la sua teoria del gioco e dei doni.A Blankenburg diede vita al primo Kindergarten, destinato a diventare un luogo ideale di sviluppo della vita di tutti i bambini, indipendentemente dal ceto sociale; Frobel esaltò l'opera educativa della donna e l'amore per i bambini sostenuto dalla conoscenza e dal rispetto delle leggi della crescita naturale.La coincidenza degli ideali educativi di Frobel con quelli politici liberal-nazionali tedeschi favorirono sia il successo delle sue teorie sia la diffusione dei Kindergarten
in tutta la Germania. Frobel creò anche un Istituto per l'universale unificazione della vita; il progetto era quello di creare un istituto educativo in grado di occuparsi di tutte le fasi della vita evolutiva ma in pratica accolse solo un giardino d'infanzia e alcuni corsi per educatrici. Il legame ideale con i movimenti liberali tedeschi fece sorgere ben presto, presso alcuni governi, sospetti e accuse di propaganda sovversiva e di ateismo; nel 1851 il governo prussiano fece chiudere in tutto lo stato i kindergarten che vennero riaperti solo nel 1860.4.6 L'educazione dell'umanità secondo Frobel.
Frobel può essere considerato il più significativo pedagogista del Romanticismo: la sua formazione avvenne nel clima della cultura di Goethe, Schiller, Novalis, Fichte e Schelling. La sua concezione della vita fu impregnata di un forte senso religioso che lo condusse a coniugare Dio e la natura secondo una visione panteistica: Dio non è unasemplice idea ma uno spirito sempre attivo. L'uomo nasce imperfetto ma essendo dotato di un'attività simile a quella di Dio è portato verso la perfezione, cioè verso la completezza di sé. In accordo con Rousseau Frobel sosteneva che il maestro doveva sostenere la crescita del bambino senza coercizioni e imposizioni, favorendo le naturali tappe evolutive secondo le attitudini del bambino. Egli si soffermò su due periodi cruciali della vita umana: l'infanzia (dalla nascita ai sei anni circa) e la fanciullezza (dai sei ai dieci anni). Nell'infanzia il bambino è ancora incapace di distinguere gli oggetti e sarà la madre a fargli conquistare gradualmente le distinzioni e il rapporto tra oggetto e parola; la fanciullezza richiede invece un deciso sviluppo dell'intelligenza promosso dalla scuola, la quale deve anche curare lo sviluppo della volontà, la forza del cuore. Il fanciullo va portato alla consapevolezza.
della riconducibilità di tutte le cose a Dio e oltre allosviluppo fisico era importante orientare la sua personalità al senso della comunità familiare;rifacendosi all’idealismo nazionalistico di Fichte, Frobel vide un legame dialettico tra vita religiosae sentimento nazionale: farsi tedeschi e farsi cristiani e divenire quindi veri uomini.
4.7 L’educazione dell’umanità in pratica: i Kindergarten e il gioco infantile.
La caratteristica principale del kindergarten era quella di presentare l’attività sistematica in manieragraduale e sotto forma di gioco, inteso come l’attività che permetteva al bambino di manifestare lapropria personalità e di cogliere in modo intuitivo l’essenza della realtà. Su queste basi sviluppòPagina 17 di 23l’idea dei “doni”, cioè di giocattoli che hanno il potere simbolico di far intuire le leggi che regolanoil mondo.
Le attività sono di
tre tipi:
- a) i doni e gli esercizi volti a familiarizzare con gli oggetti;
- b) il giardinaggio e l'allevamento degli animali per far nascere l'amore per la natura;
- c) i giochi e i canti per avvicinare il bambino alla vita spirituale e ai rapporti umani.
La serie dei doni (sfera, cubo, cilindro) era in genere di legno o di stoffa imbottita per i più piccoli; essi erano presentati secondo una progressione logica: il primo dono era una palla di lana, considerato il simbolo dell'unità di tutte le cose; afferrandola il bambino poteva avere la sensazione del tutto, dell'intero universo; il secondo una scatola contenente una sfera, un cubo e un cilindro; il terzo un cubo scomponibile in otto cubetti; successivamente vi erano altre forme come anelli, bastoncini, figure piane, ecc.
Erano previste anche attività linguistiche come canzoncine e poesie infantili e attività occupazionali come il modellaggio, il cucito e gli intrecci di carta.
4.8
L'istruzione infantile tra assistenza ed educazione. Prima dei Kindergarten si erano già sviluppate diverse realtà per la custodia e l'educazione dei bambini più piccoli legate al processo di industrializzazione che vedeva sempre più madri lavoratrici e bisognose di affidare i loro figli durante l'orario di lavoro.
Nel 1816 per iniziativa dell'industriale e filantropo Robert Owen fu aperta nella sua comunità industriale in Scozia una classe per bambini; nel 1823 fu creata in Olanda la Società del bene pubblico impegnata soprattutto nell'educazione dei bambini. Nel 1840 vi erano già circa 1000 istituti infantili in Inghilterra e circa 1500 in Francia.
Anche in Italia erano nate negli anni Venti delle realtà con finalità caritativo-assistenziali ad opera di alcuni nobili piemontesi, come ad esempio Tancredi e Giulia di Barolo. Con una più marcata finalità educativa nacque invece a Cremona.
l’Asilo infantile ad opera dell’abate Ferrante Aporti. Egli osservò le difficoltà che molti fanciulli incontravano nella scuola elementare e le attribuì ad una inadeguata.