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Gli USA come società di immigrati e la sfida dell'integrazione
Gli USA sono una società di immigrati: la popolazione originaria degli indiani d'America rappresenta un'esigua minoranza. Alcuni sociologi hanno parlato della società americana come di un crogiolo (melting pot) in cui si fondono in una nuova sintesi culture diverse. Questa interpretazione trova però un limite nella difficile integrazione della minoranza nera. I pregiudizi e gli stereotipi che attribuiscono ai neri caratteristiche fisiche negative sono più radicati negli strati più bassi della popolazione (percepiti come minaccia perché competono negli stessi segmenti più bassi del mercato del lavoro). È stato dimostrato che il pregiudizio nei confronti dei neri cresce quanto più basso è il livello di istruzione. La condizione dei neri in America è cambiata nel corso del tempo. Alle soglie della seconda guerra mondiale vennero messe fuori legge le pratiche discriminatorie nel mercato del lavoro. Nel 1964,
sotto la spinta del movimento non violento guidato da Martin Luther King, il Congresso approvò il Civil Rights Act che poneva fine a ogni forma di discriminazione su base razziale. Non basta però che la discriminazione sia abolita per legge per far sì che essa scompaia nelle pratiche e nei comportamenti quotidiani. Per contrastare queste persistenti tendenze furono adottate misure (azioni positive) che consistevano nel riservare agli esponenti delle minoranze una quota di posti nell'ammissione alle scuola e alle università e nell'assunzione negli impieghi pubblici e privati. Questo processo ha raggiunto simbolicamente la massima espressione nel 2008 con l'elezione di Obama, 1° presidente nella storia degli USA di origine afroamericana. La grande maggioranza della popolazione nera resta però al fondo della società. Il Sudafrica dall'apartheid alla convivenza In Sudafrica si creò una società di immigrati fondataSulla schiavitù che trovava sostegno e giustificazione in una versione razzista del protestantesimo calvinista in base alla quale sulla popolazione di colore gravava una sorta di dannazione biblica. Il regime dell'apartheid si instaura formalmente solo dopo il 1948, anno in cui prende il potere la corrente più radicale e conservatrice delle forze politiche espressione della minoranza bianca. La società dell'apartheid è società rigidamente gerarchizzata: al vertice c'è la popolazione bianca, seguono gli indiani, i malesi, i meticci e gli altri neri. I diritti politici sono riservati alla minoranza bianca e c'è una rigida discriminazione dell'accesso ai posti di lavoro. Una minoranza bianca disponeva di tutti i diritti e i privilegi, mentre la maggioranza di neri era sfruttata e oppressa. Le pressioni internazionali e la crescita del movimento nero di opposizione, altri fattori contribuirono a mettere in crisi il regime dell'apartheid.
Tra questi 2 sono particolarmente importanti: impossibilità di trasmettere intatte alle nuove generazioni le tradizioni arcaiche di una società di coloni; esperienza del paese confinante che aveva dimostrato come fosse possibile una convivenza pacifica di una minoranza bianca e di una maggioranza nera. Con il cambiamento di rotta del presidente De Klerk, con la liberazione di Nelson Mandela, con le prime elezioni libere fondate sul principio one man one vote e con la successiva elezione di Mandela, il Sudafrica ha posto fine a uno dei regimi più totalitari e repressivi della storia moderna e ha iniziato la convivenza pacifica su un piano di parità. L'immigrazione verso i Paesi europei e l'Italia in particolare. Con la fine delle ondate migratorie dei primi decenni del 900 e con la conclusione del processo di decolonizzazione negli anni 60, l'Europa ha cessato di essere area di emigrazione e si è trasformata in area di immigrazione. 2 fattori sonoall'origine di questa più recente corrente migratoria verso l'Europa: l'esplosione demografica in molti Paesi del Terzo mondo, che ha rotto un già precario equilibrio tra popolazione e risorse; lo straordinario sviluppo delle economie dei Paesi dell'Europa occidentale (forte attrazione). I fenomeni migratori tendono a produrre tensioni e conflitti: nelle nostre società si generano episodi di intolleranza, si affermano in strati dell'opinione pubblica atteggiamenti ostili alla presenza di straniero, si diffondono pregiudizi. Di fronte a queste tensioni, negli ultimi anni i Paesi dell'UE hanno adottato politiche di contenimento e di controllo tendenti a porre un freno all'immigrazione. In Italia il fenomeno dell'immigrazione è stato per lo più inatteso e ha colto di sorpresa sia le autorità sia l'opinione pubblica. Per quasi un secolo, l'Italia è stato un paese di emigrazione. Laposizionegeografica nel mezzo del Mediterraneo, la relativa permeabilità dei confini e l'immagine di benessere trasmessa dai media hanno fatto dell'Italia dalla fine degli anni 70 un polo di attrazione per correnti migratorie. Il numero di immigrati in Italia suscita allarme, soprattutto in quegli strati della popolazione che hanno più probabilità di venire a contatto con la fascia più diseredata e precaria della popolazione di immigrati: i clandestini. Si innesca così il tipico meccanismo del pregiudizio. Molti si chiedono perchè l'Italia, che ha una quota consistente di disoccupati, dia lavoro a diverse centinaia di migliaia di immigrati: nella maggior parte dei casi gli immigrati occupano posti di lavoro per i quali l'offerta di lavoro locale è inesistente o comunque carente. Il fatto che i tassi di criminalità delle popolazioni immigrate siano di norma più elevati che non per la popolazione locale.
contribuisce a creare allarme, ma in realtà le popolazioni di immigrati sono più facilmente permeabili all'influenza di attività criminali (come testimonia il caso della criminalità italo-americana negli USA degli anni 30 e 40). Si tratta però sempre di minoranze. 4. Etnie e nazioni Il concetto di etnia rimanda a differenze di ordine culturale che si trasmettono di generazione in generazione, attraverso però i meccanismi della trasmissione culturale. C'è un'etnia quando: i membri di un gruppo designano se stessi e sono designati da altri mediante un nome che li contraddistingue; si è prodotto il mito di una comune origine; si è creata una comunità che condivide tradizioni e c'è chi si occupa di trasmetterle alle generazioni future; c'è una cultura condivisa che presenta caratteri distintivi rispetto alle popolazioni geograficamente vicine; c'è un territorio che i membri delgruppo considerano proprio perdiritto storico; si sviluppa un sentimento di solidarietà particolaristico tra i membri del gruppo. Gli elementi che costituiscono un'etnia si modificano nel tempo per effetto di fattori sia endogeni (es. presenza o assenza di un'élite letterata che cura la conservazione e la trasmissione delle tradizioni etniche) che esogeni (es. contatto con culture etniche vicine dalle quali ci si riesce a differenziare o dalle quali ci si lascia assimilare). Nel lessico delle scienze sociali c'è spesso confusione tra il concetto di etnia o gruppo etnico e il concetto di nazionalità e nazione. Si possono distinguere 2 significati diversi a seconda del rapporto che si instaura tra etnia, nazione e comunità politica. La nazione designa una collettività che richiama a una discendenza comune, ai vincoli creati dalla lingua, dai costumi e dalle tradizioni comuni, e che, in virtù di tale comunanza, rivendica asé il diritto di organizzarsi su un dato territorio in forma di stato sovrano (nazione si fonda sull'etnia ed entrambe precedono la formazione dello stato nazione). In un secondo caso, la nazione designa una collettività di cittadini che hanno comuni diritti e doveri nell'ambito di uno stato territoriale (stato precede la formazione della nazione e questa può essere composta anche da etnie differenti). 5. Verso società e stati multietnici e multinazionali? Ci sono nel mondo moderno vari es. di stati multietnici e multinazionali. es. USA, Paese che si è formato attraverso successive ondate di immigrazione di popolazioni di varie etnie, culture e religioni. La nazione manca di qualsiasi fondamento etnico, ma non è per questo meno solida: tra i suoi membri c'è un forte sentimento di appartenenza al quale si sentono estranei forse solo gli indiani. Un caso molto simile è l'Australia, che ha popolazione molto eterogenea e.La popolazione di aborigeni è confinata in territori isolati dal resto del Paese. Lo stato multietnico e multinazionale più grande nel mondo attuale è l'India, dove convive una pluralità incredibile di gruppi etnici, linguistici e religiosi. Nonostante ciò, ci sono pochissimi scontri, e anche in Svizzera la popolazione è eterogenea ma sta bene così. In Spagna, Belgio e Canada, invece, si sono sviluppati movimenti separatisti. La storia ha prodotto nel tempo un tale intarsio di gruppi etnici e di nazionalità che ogni tentativo di tracciare un confine produce minoranze e quindi guerre. Ogni stato nazionale europeo ha le sue minoranze e quando a queste non viene garantito uno statuto di autonomia che ne assicuri la sopravvivenza culturale, vengono di fatto assimilate o annientate. La riproduzione della società Famiglia e matrimonio La famiglia è composta da 2 o più persone legate tra loro da vincoli di sangue, dimatrimonio o di adozione, che spesso vivono sotto lo stesso nucleo domestico. Le teorie funzionaliste cercano di capire quali bisogni sociali soddisfa la famiglia (esercitare controllo e indirizzo della sessualità; produrre nuovi membri: definisce ruoli di padre e madre; socializzazione; funzione economica), mentre le teorie del conflitto si concentrano su tensioni e conflittualità.- Parentela e discendenza
genealogicamente dimostrabile. Un gruppo di discendenza è detto patrilineare quando l'anello di congiunzione è solo maschile (e le relazioni sono dette agnatiche), mentre matrilineare quando l'anello di congiunzione è esclusivamente femminile (e le relazioni sono dette uterine).
2. Esogamia ed endogamia
Endogamia esprime norme sociali che prescrivono la scel