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EDUCAZIONE E ISTRUZIONE
Nella trasmissione del patrimonio culturale si possono distinguere tre elementi:
- ogni generazione lascia alla successiva la cultura materiale della società in cui è vissuta, l’insieme di strumenti ed oggetti che ha
a sua volta ereditato o che ha prodotto.
- ogni generazione trasmette alle seguenti i modi di agire standardizzati, che possono essere comunicati anche senza mezzi verbali.
- le conoscenze ed i valori possono essere trasmessi da una generazione all’altra solo attraverso le parole, per via orale o scritta. 30
Teorie sull’istruzione
Teoria funzionalista:
1) Il livello di qualificazione richiesto dalle occupazioni della società industriale cresce costantemente attraverso due processi:
- tendenza all’aumento della percentuale dei posti di lavoro che richiedono un alto livello di qualificazione.
- tendenza degli stessi posti di lavoro a un costante innalzamento del livello di qualificazione richiesto.
2) è l’istruzione fornita dalle istituzioni scolastiche che fornisce il livello di qualificazione richiesto; dunque:
- l’istruzione rende la forza lavoro produttiva.
- l’istruzione viene fornita da un’unica istituzione specializzata: la scuola.
3) man mano che il livello di qualificazione richiesto dalle varie occupazioni cresce, aumenta la percentuale della popolazione che
deve passare attraverso le istituzioni scolastiche, così come la durata del periodo che si deve trascorrere in esse.
Teoria marxista: secondo Louis Althusser, nella società capitalistica la riproduzione dei rapporti di produzione viene assicurata
dall’esercizio del potere di stato negli apparati di stato; questi ultimi possono essere repressivi (governo, esercito) o ideologici
(chiesa, scuola, famiglia); l’apparato ideologico più importante è la scuola; alla sua influenza sono sottoposti i bambini di tutte le
classi sociali, proprio nel periodo della vita in cui sono più vulnerabili.
Gli economisti neomarxisti hanno sostenuto che il sistema scolastico serve a perpetuare e a riprodurre il sistema capitalistico,
promuovendola credenza che il successo economico dipenda esclusivamente dal possesso di determinate capacità e competenze,
premiando la docilità, la passività e l’obbedienza e scoraggiando la spontaneità e la creatività; inoltre, fra gli studenti e gli
insegnanti e tra questi ed i loro superiori vi è la stessa divisione gerarchica del lavoro esistente nelle aziende.
Teoria weberiana: vi sono tre tipi fondamentali di potere: carismatico, tradizionale, legale-razionale; ad ognuno di essi
corrisponde un diverso ideale educativo:
- potere carismatico - ideale dell’iniziato: si ha accesso ad un sapere segreto tramite prove e cerimonie; il carisma non può essere
insegnato, ma solo risvegliato, se esiste all’interno, attraverso una rinascita della personalità.
- potere tradizionale - ideale dell’uomo colto: il fine dell’educazione è il “raffinamento” della persona, cioè la trasformazione
della condotta della vita, sia esteriormente che interiormente.
- potere legale-razionale - ideale dello specialista: l’istruzione fornita ai giovani ha un’immediata utilità pratica.
Credenzialismo: uso inflazionato dei titoli di studio come mezzi per controllare l’accesso alle posizioni chiave della divisione del
lavoro; ciò comporta una chiusura e una monopolizzazione delle posizioni di vantaggio sociale ed economico (istruzione di ceto).
Influenza della religione: le differenze esistenti all’inizio del XX secolo nel grado di istruzione fra le varie regioni europee erano
in gran parte riconducibili al peso delle vari confessioni religiose e al diverso atteggiamento che cattolici e protestanti hanno a
lungo avuto nei riguardi dell’alfabetizzazione e dei libri; la Riforma protestante diede un contributo straordinario alla diffusione
della scolarizzazione: le dottrine protestanti sostennero che, per diventare consapevole della fede e della vita cristiana, per
raggiungere la salvezza, ciascun individuo doveva leggere con i propri occhi le Sacre Scritture; esse dunque si impadronirono
dell’invenzione della stampa a caratteri mobili e promossero la pubblicazione di Bibbie in volgare.
Concezioni dei gruppi dominanti: per molti secoli, i gruppi dominanti hanno visto nell’istruzione di massa un grave pericolo,
poiché, una volta istruiti, gli strati bassi della società non avrebbero accettato la loro degradante condizione e si sarebbero ribellati.
In altri gruppi dominanti, tuttavia, ritroviamo invece l’idea, che ha finito per affermarsi in tutti i paesi occidentali, che la
diffusione dell’istruzione tra tutta la popolazione fosse la miglior politica da seguire, in quanto costituiva il miglior mezzo di
controllo sociale.
Sviluppo dello stato nazionale: i paesi nei quali ha avuto origine la scuola di massa sono quelli nei quali il concetto moderno di
sovranità e il principio di nazionalità si sono sviluppati prima; essi si basavano infatti su alcune idee di fondo che favorirono la
nascita e lo sviluppo dei sistemi scolastici: consideravano l’individuo l’attore principale della società e dello stato; ritenevano la
nazione un insieme di individui, dunque lo sviluppo nazionale presupponeva quello individuale; avevano fiducia nel futuro e nel
progresso; attribuivano grande importanza all’infanzia e, di conseguenza, all’istruzione.
Somiglianze e differenze:
- Grado di diffusione dell’istruzione: oggi riguarda solo l’istruzione secondaria superiore.
- Livello di apprendimento raggiunto: basso nei paesi in via di sviluppo, ma anche in alcuni economicamente avanzati (Italia,
Germania, Usa); alto in Svezia, Giappone, Finlandia, Gran Bretagna.
- Curriculum della scuola elementare: dal 1920, nei paesi di tutto il mondo vi è stata una tendenza alla standardizzazione dei
curricula della scuola elementare, cosicché oggi vi è una forte somiglianza riguardo alle materie insegnate.
- Struttura interna dei sistemi scolastici: riguarda il momento in cui è prevista la separazione fra gli studenti che possono e quelli
che non possono entrare all’università; si distinguono due diversi tipi di sistema scolastico:
1) a selezione tardiva, presente negli USA; prevede per tutti gli studenti una scuola secondaria unica, al termine della quale essi
possono decidere se proseguire o meno gli studi superiori.
2) a selezione precoce, tipicamente europeo; dopo pochi anni di istruzione comune, esso si biforca in scuole propedeutiche agli
studi secondari superiori ed universitari (licei) e in scuole a vicolo cieco o fini a se stesse, che non permettono il passaggio ai
livelli superiori (professionali). 31
Turner ha sostenuto che a tali sistemi corrispondono due diversi tipi di mobilità sociale:
1) sistema di mobilità competitiva (USA): incoraggia ciascun individuo a competere con gli altri per raggiungere una posizione
socioeconomica preminente, convincendolo che i risultati ottenuti dipendano solo dalle sue mani e rimandando il più possibile il
momento del primo bilancio della propria carriera; in tal modo, le frustrazioni sopraggiungono quando ormai il sistema è stato
accettato e l’insuccesso può essere interpretato in termini di incapacità personali.
2) sistema di mobilità cooptativa (paesi europei): il controllo è mantenuto addestrando le masse a considerare se stesse
relativamente incompetenti a dirigere la società, restringendo l’accesso alle conoscenze, alle capacità e allo stile di vita dell’èlite;
una selezione che avvenga molto presto previene il sorgere di speranze in un gran numero di persone che, altrimenti, potrebbero
diventare leader insoddisfatti di una classe che sfida la sovranità dell’èlite al potere.
Istruzione e disuguaglianza
Intelligenza: il Q.I. degli allievi è correlato sia con il rendimento scolastico sia con le caratteristiche dell’ambiente d’origine.
Classi sociali e successo scolastico: quanto più è elevata la classe di origine, quanto più probabile è che uno studente abbia un
buon rendimento scolastico e che continui a lungo gli studi, fino alla laurea ed oltre; influisce nel successo degli studi anche il
titolo di studio dei genitori, a prescindere dal loro reddito e dalla loro occupazione. Sono state formulate diverse teorie:
- Teoria della deficit: i giovani provenienti dalle classi sociali più basse hanno un cattivo rendimento scolastico e interrompono
presto gli studi perché la famiglia non fornisce loro né le capacità cognitive e linguistiche né i valori, gli atteggiamenti e le
aspirazioni che la scuola richiede.
- Teoria della differenza: gli allievi provenienti dalle classi più basse hanno un cattivo rendimento scolastico perché questo è
quello che la scuola e gli insegnanti si aspettano da loro; secondo Bourdieu, se gli studenti della classe agiata vanno meglio a
scuola è perché godono di privilegi sociali. La famiglia trasmette ai figli un certo capitale culturale, cioè un complesso di
conoscenze e valori, e un certo ethos di classe, cioè un insieme di atteggiamenti nei riguardi della cultura; il primo influisce sul
rendimento scolastico, il secondo sulla durata della carriera scolastica.
Trattando tutti gli studenti come se fossero uguali, la scuola conferisce alle differenze culturali una sanzione formale,
legittimandole e giustificandole, inducendo gli individui a pensare che le disuguaglianze sociali siano naturali.
Istruzione e meritocrazia: la società moderna è una società meritocratica, in quanto ciò che determina la posizione degli individui
all’interno del sistema di stratificazione è sempre meno l’origine sociale (capacità ascritte) e sempre più le competenze acquisite.
Questa rappresenta la principale legittimazione delle disuguaglianze della società moderna.
Vita quotidiana nella classe scolastica
Stile di leadership degli insegnanti: Neil Flanders, attraverso lo studio dell’interazione in classe, è arrivato a distinguere fra
comportamento dominativo e comportamento integrativo dell’insegnante, fra influenza indiretta ed influenza diretta; tale
distinzione indica principalmente il grado di libertà concesso dal docente agli alunni; in ogni situazione, l’insegnante può scegliere
di essere diretto, cioè di ridurre al minimo la libertà degli allievi, facendo lezione ed imponendo loro ordini e direttive, o di essere
indiretto, cioè di massimizzare la loro libertà, accettando i loro sentimenti e le loro idee, lodandoli ed incoraggiandoli.
Strategie e negoziazioni: l’insegnante e gli allievi hanno fini diversi ed elaborano dunque strategie diverse al fine di imporre agli
altri la loro definizione della situazione (interazionismo simbolico); l’insegnante ha più potere, ma il suo dominio sulla classe non
è mai