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DECRESCITA

La scuola del doposviluppo colloca al centro del problema la logica stessa della crescita , vista

come l’essenza dell’economicità. Bisogna uscire dall’economia.

Bisogna abolire lo spirito del capitalismo e l’ossessione della crescita protezionismo ecologico e

sociale+ legislazione del lavoro+limitazione dimensione imprese

Si deve demercificare le tre merci fittizie (lavoro, terra e moneta). La decrescita è una matrice di

alternative, non è una alternativa. in ogni posto del mondo sarà diversa a seconda della situazione.

In francia, ad es, si punta su:

 Ristabilire un’impronta ecologica sostenibile

 Ridurre i trasporti internalizzando i costi tramite ecotasse adeguate

 Rilocalizzare le attività

 Ristabilire l’agricoltura contadina

 Ridistribuire i profitti ricavati dall’aumento di produttività per ridurre il tempo di lavoro e

creare occupazione

 Rilanciare la produzione dei beni relazionali

 Ridurre gli sprechi di energia 1

 Ridurre lo spazio pubblicitario

 Riorientare la ricerca tecnico-scientifica

 Riappropriarsi del denaro 

Bisogna nell’immediato soffocare la crisi e rimediare alla proliferazione finanziaria

regolamentare l’attività di banche e finanza ricompartimentare il mercato finanziario mondiale.

dei crediti e l’eccesso degli effetti di leva (aumento dei turni di

Abolire la titolarizzazione

copertura).

Per riprogrammare gli spazi monetari bisogna reintrodurre la pluralità (diversi tipi di monete, non

convertibili necesarriamente )

 una moneta per gli scambi di prossimità ha attori che si conoscono e sulla quale è vietato

speculare.

 Una moneta per gli scambi anonimi esterni, di uso limitato e sottoposta a controllo

Resilienza capacità di un sistema di assorbire le perturbazioni e di riorganizzarsi conservando

essenzialmente le sue funzioni, la sua struttura e la sua identità

La diversità necessaria alla resilienza degli ecosistemi richiede di avere una certa riframmentazione

degli spazi. La diversità migliora la resistenza e le capacità di adattamento. Ad es reintrodurre gli

orti e le piccole unità artigianali per rafforzare la resilienza.

Diversità + pluralismo

L’economia della crescita produce e moltiplica disgraziati. Una società decente invece non produce

esclusi. 

Economia della felicità ha in comune con la decrescita il ruolo importante assegnato allo spirito

del dono come antidoto allo spirito mercantile. Lo spirito del dono è essenziale per la costruzione di

una società della decrescita. L’abbondanza combinata con il “consumo per sé” produce miseria, la

condivisione, anche se nella frugalità, produce soddisfazione di tutti, cioè gioia di vivere. Bisogna

ripensare la ricchezza e la povertà. La vera ricchezza è fatta di beni relazionali, fondati su

reciprocità e condivisione (sapere/amore/amicizia). Per entrare nello spirito del dono bisogna prima

riconoscere il debito (quello ecologico). Quando ridurre, riutilizzare , riciclare. L’economia e la

modernità sono la negazione del dono dell’essere. La decrescita viene definita conviviale perché lo

l’ossessione del profitto. Nella società moderna la giustizia è necessaria e

spirito del dono sostiuisce

improbabile. Necessaria per evitare la guerra tutti contro tutti e improbabile perché presuppone

l’eguaglianza che è impossibile. Decrescita uscire dall’economia attraverso la decolonizzazione

dell’immaginario ritrovare il politico, riappropriarsi del proprio destino, decidere insieme di

reincastonare l’economia signifca farla saltare.

autolimitarsi

La decolonizzazione dell’immaginario permetterà la riappropriazione della moneta da parte della

società e l’ibridazione dello scambio mercantile con lo spirito del dono. 2

Non si tratta di abolire tutte le istituzioni colonizzate dall’economia ma di restituirle alla socialità.

L’uscita dall’economia è una aufheburg in senso hegeliano (abolizione/superamento). Significa

rinunciare all’idea di una scienza economica come disciplina intdipendente e formalizzata.

 categoria in cui si inseriscono tutti i tentativi di proporre un’altra economia.

Eco della felicità

Decrescita eco felicità

no economia economia diversa e buona ma c’è comunque resistenza al

concetto di economia.

per ritrovare la società, l’etica e la politica lo spirito del dono è quello che permette all’economia

di ridiventare umana

buona economia si trova nella

 Economia del consumo di berthoud

 Economia della felicità di bruni

 prima di ogni produzione e acquisizione fatta dall’uomo c’è un dono fatto dalla

Berthoud

natura. L’uomo deve imparare ad accettarlo. Questa accettazione è accettazione dell’altro (pianta,

animale o uomo). Ne deriva la reintroduzione dei rapporti personali nell’arte di consumare.

Consumare, ovvero nutrire la propria vita facendo uso dei propri simili o dei diversi beni materiali,

riceverli all’interno di una cultura e di un mondo. In questo il dono precede la proprietà.

significa

L’accettazione è anteriore alla presa di possesso. I beni relazionali hanno un ruolo centrale in questa

felicità nell’uso dei suoi simili e delle

economia della felicità. Quando il consumatore trova la sua

cose, il suo godimento si rifrange e la felicità si moltiplica condividendosi. Il vero consumo è l’uso

di tutto da parte di ciascuno. Noi siamo poveri o ricchi a seconda della quantità, qualità e varietà dei

di cui disponiamo nella nostra vita familiare e sociale. L’uso degli altri per la conservazione

servizi

del proprio essere trova nel consumo il suo momento esemplare. La collaborazione nel processo di

produzione e la relazione reciproca nello scambio mercantile presuppongono questo primo

momento del consumo del simile da parte del simile. Economia delle persone (breton), ma non è

che si vuole salvare l’economia a tutti i costi?

Bruni e l’economia civile l’idea di bene comune nell’ovest premoderno non era associata ad una

somma di interessi ma piuttosto a una sottrazione: solo rinunciando a qualcosa di proprio si poteva

costruire il bene comune che , in quanto comune, non appartiene a nessuno. L’economia civile non

è soltanto gratuita. Il concetto chiave è quello del bene relazione. Bruni stesso riconosce che la

costruzione di questa categoria ha come scopo quello di salvare la continuità della scienza

economica. L’essenza del bene relazionale è l’incontro. Riabilita la sobrietà. non c’è felicità senza

una certa forma di povertà liberamente scelta. Questa autolimitazione non deve essere individuale

ma corripondere a un progetto collettivo.

Queste economia anti economiche del consumo e della felicità sono ambigue:

 Lasciano sopravvivere l’idea di economia che invece vorrebbero abolire, intesa come

razionalità calcolatrice 3

 Valorizzano economicamente tutte le variabili non economiche

Illich parla di insostenibilità dello sviluppo e del nostro modo di vita, colonizzazione

dell’immaginario, autolimitazione dei bisogni e convivibilità. 

La globalizzazione produce bisogni che non è in grado di soddisfare. Idea di controproduttività

al di là di una certa soglia gli effetti di una istituzione, inizialmente positivi, si trasformano in

negativi. La crescita finisce quindi per impoverire. Paradosso auto e mobilità (abbiamo più auto ma

la mobilità diminuisce)

Disvalore perdita non stimabile in termini economici. La svalorizzazione è il portato

dell’imperialismo economicista. L’idea della decrescita passa per la necessità di rivalorizzazione,

cambiare i valori alla base della società dei consumi.

Bisogna tener conto del tempo dedicato a prendersi cura degli altri. Logica del care, coinvolgimento

etico, bisogna conciliare i propri bisogni con quelli degli altri. Rivalorizzare vuol dire tener conto di

ciò di cui non tiene conto la contabilità nazionale.

Come si colonizza l’immaginario? Si distruggono prima le difese immunitarie e poi si inducono

nuovi bisogni. La società dei consumi si serve della scuola per il primo obiettivo e della pubblicità

per il secondo. La scuola insegna l’accettazione del proprio destino e prepara al servilismo, tranne

rare eccezioni. Il meccanismo di concorrenza che si instaura è l’anticamera di quello che succede

nella vita, l’insuccesso scolastico è l’apprendistato all’insoddisfazione. La sovrinformazione si

trasforma in disinformazione e si combina con la pubblicità diventando deformazione, propaganda e

manipolazione. Si crea una vera e propria intossicazione. L’induzione a bisogni da parte della

pubblicità porta a una reificazione alienante. Si ha manipolazione dei bisogni (se ho sete, ho sete di

coca cola). Per illich bisogna quindi descolarizzare la società e avviare una cura a disintossicazione.

dell’immaginario tipica della

Questo è quello che possiamo avvicinare alla decolonizzazione

decrescita. La limitazione del consumo e della produzione, la fine dello sfruttamento della natura e

del lavoro da parte del capitale significherebbero una liberazione della creatività, un rinnovamento

delle relazioni sociali e la possibilità di vivere una vita degna di questo nome .

Convivialità reintroduce lo spirito del dono nel commercio sociale. È il punto di convergenza di

tutti i punti di illich. Secondo lui esistono strumenti conviviali, come le bici e altri che sono sempre

distruttivi (come le autostrate a molte corsie) perché aumentano l’uniformazione, la dipendenza, lo

sfruttamento e l’importenza.

Si deve arrivare ad una deindustrializzazione realizzata tramite strumenti sofisticati ma conviviali.

Questo prova che si può produrre diversamente.

Secondo granstedt la capacità crescente di autoorganizzazione locale permetterà a ogni comunità di

controllare il proprio divenire socio economico e di inventare la propria originalità pur restando

aperta sul mondo. 

Pedagogia delle catastrofi le catastrofi quando sono abbastanza grandi da risvegliare il mondo

,ma non tanto da schiacciarlo, assumono un valore pedagogico. Ci fanno superare l’inerzia e

prendere provvedimenti. Sono occasioni di presa di coscienza e di rivolta. 4

parla di “catastrofismo

Dupuy illuminato” noi non solo non vediamo che la ca

Dettagli
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A.A. 2013-2014
7 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pietrolicini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof De Biasi Rocco.