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Capitolo 7 – Comunicazione e media

Il Grande Fratello (da 1984 di Orwell) è un ottimo esempio per analizzare gli aspetti nuovi della comunicazione,

in quanto riproduzione della vita quotidiana, in quanto è un format tecnologico multipiattaforma e in quanto è

un'applicazione, seppur con intenti differenti, della sorveglianza moderna nelle città.

7.1 Dalla comunicazione personale a quella mediata

Analizzando un banale scambio di opinioni tra concorrenti, possiamo analizzare vari elementi della

comunicazione: l'intenzionalità dello scambio verbale, la presenza di un messaggio, di un codice (linguistico e non)

e di un contesto. La comunicazione è l'emissione deliberata di un messaggio codificato rivolto a dei riceventi;

l'informazione è invece l'espressione trasmetta in modo non intenzionale che informano sulle caratteristiche

dell'emittente (come l'accento ci può informare della provenienza). Ovviamente un dialogo è basato sempre sia su

comunicazione che su informazione, che naturalmente può venire alterata per trasmettere informazione false; un

elemento fondamentale della comunicazione è infatti la fiducia. Ogni comunicazione ha infatti un frame, cioè una

cornice metacomunicativa che definisce lo status della comunicazione (Goffman): se si tratta di uno scherzo o di un

litigio, per esempio. I frame possono essere primari (naturali e sociali) e le loro trasformazioni. Una conversazione è

classificata come diverbio per un frame principale, ma dire che è un diverbio scherzoso è già una trasformazione. In

certi casi l'emittente “falsifica” il frame, come nel caso della finzione cinematografica o delle truffe vere e proprie.

Goffman ha elaborato il concetto di emittente e ricevente; l'emittente include 3 figure: l'animatore che emette

fisicamente il messaggio, il responsabile a cui si può imputare il messaggio e l'autore, colui che lo formula: queste 3

figure fanno parte del “formato di produzione”. Il ricevente diventa invece, per Goffman, lo schema di

partecipazione, formato da ascoltatori ratificati e non ratificati (distinguibili in astanti legittimi e origlianti

illegittimi). In questo caso la comunicazione è faccia a faccia (ed è dialogica, cioè bidirezionale, e usa molteplici

codici), ma può essere anche mediata o quasi­interazione mediata. L'interazione mediata avviene tramite strumenti

(lettere, email) e i partecipanti possono essere in differenti situazioni spazio­temporali. La quasi­interazione

mediata riguarda invece radio, tv e stampa, che non si rivolgono a destinatari specifici e sono unidirezionali.

L'interazione faccia a faccia è, come mostrato da Goffman, fortemente ritualizzata (i gesti di educazione ecc). I

rituali della vita quotidiana sono la deferenza (apprezzamento per l'interlocutore) e il contegno (il mostrarci

onorabili e competenti). Ogni persona, inoltre, ha un suo territorio del self, uno spazio riservato alla privacy; c'è

quindi una divisione tra scena (vita pubblica) e retroscena (privata). Secondo il sociologo canadese Meyrowitz, i

media negli ultimi anni hanno abbattuto questa divisione, entrando soprattutto nelle vite private delle persone

famose e dei politici, o di quelle comuni nel caso del GF. I media hanno anche modificato fortemente le grandi

cerimonie (mondiali di calcio ecc), rendendole disponibili al pubblico mondiale a patto che siano rese “telegeniche”.

7.2 L'ingresso dei media nella società

L'introduzione di ogni nuovo mezzo di comunicazione ha causato a livello storico importanti cambiamenti sociali e

culturali. Come la stampa di Gutenberg ha causato la nascita dei fenomeni di individualità della lettura o la

riforma protestante (interpretazione differente di una Bibbia finalmente accessibile), il cinema dell'800 ha

permesso la diffusione popolare del film come svago e la nascita delle star del cinema, per non parlare degli ovvi

effetti del broadcastig (tv e radio) e delle future tecnologie, come il digitale terrestre.

7.3 La riflessione sulle comunicazioni di massa

Gli studi sulle comunicazioni massa hanno seguito, a grandi linee, 3 fasi principali: la prima dei “media forti” che

testimonia la paura legata alla propaganda dei regimi di quel periodo (fascismo, nazismo), la seconda fase dei

“media deboli”, meno catastrofista, e l'ultima fase, quella del “ritorno al potere dei media” che individua nuove aree

della vita sociale fortemente influenzate dai media. L'importanza della comunicazione di massa nata all'inizio del

XX secolo (giornali prima, radio poi) è stata evidente nell'uso politico­propagandistico e, ai giorni nostri, nel

sistema consumistico. Per la scuola di Chicago la stampa è un fattore di stabilità e modernizzazione: definisce in

modo rapido lo stile della vita quotidiana e diffondo le culture nazionali. Per la teoria dell'ago ipodermico, invece, i

media sono negativi in quanto inculcano informazioni proprie soprattutto ai più sprovveduti, impedendo una

forma di interpretazione personale. La scuola funzionalista USA assegna ai media 2 funzioni: quella sociale e

quella individuale. La funzione sociale informa e avverte i cittadini (ma può anche essere mal fatta ed essere

disfunzionale, creando panico immotivato per es.) mentre quelle personale crea e distrugge il prestigio e la fama di

alcuni individui, anche immeritevoli (vedi GF). Alla scuola funzionalista, più empirica, si oppone la scuola di

Francoforte, più pessimista; per i suoi studiosi l'individuo è manipolato fortemente tramite i media a modello della

cultura di massa. Se per la scuola di Chicago i media i media favoriscono l'adattamento e l'integrazione alla cultura

dominante (soprattutto per gli immigrati), per i filosofi di Francoforte i media hanno una forte carica ideologica

che li rende uno strumento di potere e diffondono la corrotta cultura consumistica. In particolare, i nuovi media

hanno intaccato il concetto di sfera pubblica, ossia il libero scambio di opinioni faccia a faccia delle classi medie

nelle coffee house e nei salons in grado di influenzare il potere. Secondo McLuhan (successivamente anche gli USA

si adatteranno a ricerche più teoriche, come con McLuhan, e gli europei integreranno anche con dati empirici) “il

mezzo è il messaggio”, esso influenza cioè l'idea da comunicare. I Cultural Studies americani sono stati un altro

importante passo nell'analisi dei media nella società; essi hanno prodotto la teoria dell'encoding/decoding model (il

pubblico come fonte e destinatario del messaggio, in quanto i media si basano sull'immagine che hanno del

pubblico) e sostengono l'attività del pubblico (la tv stimola, secondo loro, la socializzazione tra le persone che

discutono su ciò che vedono). La ricerca del newsmaking mostra come le notizie vengano alterate non per motivi

politici ma per prassi giornalistiche che ricontestualizzano la notizia. La teoria dell'agenda setting (quali notizie

vengono trasmesse e quali no), invece, fa si che il pubblico conosca solo determinate porzioni del mondo: è cosi che

le notizie vengono manipolate, non tanto la deformazione delle notizie trasmesse.

7.4 Pratiche dei pubblici e costruzioni dell'identità

L'etnografia del pubblico studia il comportamento delle persone quando fruiscono dei mezzi di comunicazione di

massa. Vedere gente che parla di cosa è successo al GF, per esempio, dimostra come i media possano creare risorse

sociali che creano rapporti sociali (per es. soap opera per il genere femminile). Serie televisive americane esportate

sono “usate” in modo molto differente a seconda del paese analizzato; ma gli effetti della pura presenza dei media

(al di là degli effetti personali) sono svariati, come confondere il mondo dei giovani come quello degli adulti, quello

dei maschi e delle femmine, causando una perdita di rilevanza di tali differenze. I media sono quindi una risorsa

ambientale: la loro presenza nell'ambiente sociale provoca cambiamenti della nostra identità, e sono i media più che

le istituzioni a farci percepire la nostra appartenenza a una nazione, o a un gruppo in genere, e sono loro a scandire

il tempo e a creare la routine giornaliera.

7.5 Rappresentanza o rappresentazione? I media e la politica

Quando i media impongono i propri formati ai messaggi provenienti dal sistema politico si ha la mediatizzazione

della politica, che comporta 2 effetti: mediatici e politici. Tra quelli mediatici c'è la costruzione dell'agenda politica

(stesso meccanismo dell'agenda setting ma riferita verso i politici, detta agenda building) e la spettacolarizzazione

(l'uso da parte dei politici dei trucchi usati dai media per richiamare attenzione e interesse, personaggi dello

spettacolo che entrano in politica con successo), mentre tra i fenomeni politici annoveriamo la personalizzazione (la

concentrazione dell'importanza su determinati personaggi rispetto ai concetti espressi, effetto ovviamente dovuto

alla frequente esposizione alle telecamere) e la leaderizzazione, uno sviluppo della personalizzazione in cui il

carisma di un politico domina l'intero programma politico (Berlusconi per es.) rendendolo si popolare, ma anche

personaggio di spettacolo criticabile e vulnerabile.

7.6 Dai mezzi di comunicazione di massa ai “personal media”

Il libro dichiara che i nuovi media non sostituiranno gli attuali ma li affiancheranno, opinione decisamente

affrettata, basti vedere che la maggior parte dei supporti e delle tecnologie sono state seppellite con le poche

eccezioni della radio e del cinema. I nuovi media, in ogni caso, sono caratterizzati dalla digitalizzazione

(informazioni trasmesse in codice binario, facilmente e velocemente elaborabili) e dalla multimedialità (immagini,

video, musica). Accanto ai mezzi di comunicazione di massa compaiono quindi i personal media, con cui lo scambio

di informazioni è bilaterale (www, peer to peer, digitale terrestre...) e in tempo reale (msn, facebook) o meno (email,

blog).

Capitolo 8 – la sociologia di fronte alla globalizzazione

Negli ultimi anni il privato sta invadendo attività prima riservate all'iniziativa statale: i mercenari, le università,

l'assistenza sociale, il patrimonio artistico sono sempre più destinate alla gestione da parte di enti privati,

soprattutto negli USA, dove il fenomeno dei corporate warriors si è diffuso rapidamente, arrivando a assoldare 20

mila uomini per la guerra in Iraq. Viene da cercare la causa nel fenomeno della globalizzazione, ma sappiamo che il

fenomeno dei mercenari è molto antico.

8.1 L'irresistibile ascesa di una parola

La parola globalizzazione si è diffusa a metà anni 80. Essa è stata analizzata e definita nei modi più svariati e

all'interno di molte discipline differenti (delocalizzazione produzi

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
21 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pietrolicini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof De Biasi Rocco.