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Come si può fare scienza di una società? Esistono 2 modi:
Spiegare, attraverso le cause;
Comprendere, cioè attribuire un senso.
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Le ricerche sociologiche fanno ricorso a tre tipi di logiche esplicative e perché il
lavoro sociologico sia utile è necessario connetterle tra loro:
causali, hanno il loro paradigma nella fisica;
funzionali, hanno il loro paradigma nelle biologia;
intenzionali, hanno il loro paradigma nelle scienze ermeneutiche.
Ecco perché la sociologia deve far ricorso ad una logica esplicativa, quella
relazionale.
La società ha 3 caratteristiche:
è indispensabile dai soggetti-agenti umani, perché la sua esistenza
dipende dalle loro attività;
è intrinsecamente modificabile, non ha una forma immutabile;
è condizione per le relazioni, e nello stesso tempo è condizionata dai
risultati delle relazioni.
Ogni epoca storica, la nozione di società l’ha intesa a modo suo:
nel pensiero pre-moderno, la società è assente e si afferma pian piano;
per gli antichi è una visione del mondo in cui si vive;
dal latino, il termine “societas” indica l’essere e il farsi socio di altri;
nel ‘600 – ‘700 Thomas Hobben afferma la società come costruzione
artificiale e nasce nel momento in cui gli individui si mettono d’accordo
per cedere ad un terzo (lo stato) di poter usare la forza, stabilire l’ordine,
la sicurezza sociale.
Con la modernità la società perde quel carattere di organismo naturale e
diventa quella sfera di relazioni fra individui e gruppi che operano e
contrattano. In particolare Friedrich Hegel
pensa la società come dialettica tra famiglia (società naturale) e il mercato
(società artificiale) ce dà vita a una sintesi (lo stato) in cui la società trova la
sua unità organica.
Karl Marx pensa la società come materiale, legata al materialismo storico, cioè
economia.
Con Durkheim, Weber, Simmel e Pareto la società indica la realtà storico
sociale, ma solamente un livello specifico di realtà. Da allora la nozione di
società diventa sempre più complessa perché:
è una costruzione artificiale non più legata a esigenze naturalistiche;
si articola in dimensioni differenziati;
si creano nuovi problemi di relaziona mento reciproco.
La relazione sociale è sia il prodotto delle concrete persone umane, sia ciò
che dà loro una forma interiore e di comportamento esterno. Questo è il
paradosso della sociologia. In questo senso la sociologia è una 3
configurazione di relazioni le quali emergono con processi in cui possiamo
analiticamente ed empiricamente distinguere 3 fasi temporali:
le forme socioculturali e strutturali preesistenti all’ingresso degli
individui;
le azioni dei soggetti-agenti che si muovono in relazione fra loro;
i risultati di tali interazioni.
Inoltre, la società deve tener conto che i fenomeni sociali sono contingenti.
Contingenza significa due cose: dipendono da certi fattori e che essendo agiti
dai soggetti sono variabili.
Cap II: La relazione sociale come oggetto di
conoscenza
Soltanto con l’epoca moderna si inizia a parlare di relazione sociale come
oggetto di conoscenza.
Né nel pensiero greco classico, né nella cultura romana vi era infatti il concetto
specifico di relazione sociale. In Aristotele la relazione sta a significare “in
rapporto a” e non indica solo un’entità di ragione, ma anche una sua realtà.
Tra il XII e il XIII secolo indizia a svilupparsi una dottrina della relazioni, grazie
soprattutto a Tommaso d’Aquino (la scolastica), e Duns Scoto, anche se il
concetto di relazione è ancora metafisico, essa viene pensata come categoria
astratta. Nella filosofia scolastica il concetto di relazione diventa quello di ens
sui generis: se il mondo esiste indipendentemente dal nostro pensiero, tale
ordine è una relazione, o meglio un complesso di relazioni che sono esse stesse
reali se reale è l’ordine.
Nella filosofia moderna troviamo diversi modi di intendere la relazione, Hume
nega la realtà della relazione, Kant la considera una delle 4 categorie
fondamentali.
Identità e relazione: esistono 3 grandi codici simbolici per spiegare l’identità:
Nel pensiero classico, è intesa come sostanza, come una realtà che non
ha bisogno di relazionarsi ad altro da sé. Qui il principio di non
contraddizione [ A=A ] il quale stabilisce un’equazione immediata;
Nel pensiero moderno, è definita processualmente e il processo di
acquisizione dell’identità si caratterizza con la negazione: A è definito
negazione di tutto ciò che non è A [ A = non (non-A)] ; 4
Nel pensiero dopo-moderno, è definita attraverso e con la relazione.
L’identità di A è la relazione che intercorre fra A e ciò che A non è [ A,
non-A ] .
L’emanciparsi del concetto di relazione si può osservare nel fatto che la
relazione, invece si essere vista solo come conseguenza dell’identità, sia
considerata come costitutiva di quest’ultima.
Si incorre nel relazionismo quando si ha una riduzione della relazione.
Cap. III: L’emergere della relazione sociale come
tema e
problema nel mondo moderno
Senza una teoria della relazione sociale non possiamo comprendere il
passaggio dalla società tradizionale a quella moderna. Quando le scienze
sociali assumono il punto di vista secondo cui le operazioni di distinzioni sono
sempre socialmente prodotte e quindi socialmente mediate, possiamo dire che
nasce il concetto moderno di relazione sociale in senso stretto.
Il mondo moderno si caratterizza per un processo di differenziazione sociale
che genera, distrugge e riorganizza relazioni sociali; si attua attraverso un uso
auto ed etero referenziale della relazione. La relazione è autopoietica quando si
genera da sé, segue la propria distinzione direttrice interna, mentre la relazione
è eteropoiesi quando cerca altre relazioni esterne.
Cap. IV: I diversi approcci nello studio
della relazione sociale
APPROCCIO MARXISTA: Per M. l’uomo è un essere sociale in quanto
determinato dalle relazioni sociali materiali in cui viene a trovarsi storicamente.
Questa prospettiva è sviluppata nei Grundrisse nei quali l’autore si propone di
mostrare come la società non sia fatta di individui, ma esprima l’insieme dei
legami e relazioni entro cui si trovano inseriti gli individui. 5
Secondo M. le relazioni sono intese in senso sostanziale secondo un realismo
assoluto di tipo materialistico e possono essere:
A livello micro, come condizionamenti concreti incrociati in un corpo
biologico dotato di un apparato psichico capace di assorbirli e
rielaborarli;
A livello macro,come rapporti fra le classi.
Sebbene M. offre una teoria delle relazioni astratte non perviene una vera e
propria teoria delle relazioni sociali concrete.
APPROCCIO POSITIVISTA: Émile Durkheim formula la teoria sociologica
positivistica di maggior rilievo sulle relazioni sociali. Di conseguenza abbiamo
una formulazione della società che la concepisce come se si trattasse di una
realtà materialmente emergente delle relazioni tra privati che danno vita ad
una forza collettiva. D. concepisce la relazione come una realtà esterna e
coercitiva nei confronti degli individui. Egli ha elaborato una teoria che
concepisce le relazioni sociali come strutture essenziali connotative della
società intesa come ordine collettivo di scambi attraverso cui si genera e
rigenera il passaggio dalla natura alla cultura.
APPROCCIO STORICO-COMPRENDENTE (DEL VERSTEHEN): Per Max Weber
relazione sociale s’intende un comportamento di più individui instaurato
reciprocamente secondo il suo contenuto di senso e orientato in conformità.
L’idea principale di W. è che tutti gli oggetti della sociologia possano e debbano
essere definiti come “complessi di relazioni sociali”.
APPROCCIO FORMALISTA: Georg Simmel si concentra sulla sociologia intesa
come teoria delle relazioni sociali; la società, quindi per S., è reciprocità fra
individui. La relazione sociale diventa l’oggetto della
sociologia in quanto forma fondamentale della connessione uomo-uomo, punto
interumano.
APPROCCIO FENOMENOLOGICO: La fenomenologia di Edmund Husserl è alla
base di un approccio che definisce la relazione sociale come connessione
intersoggettiva di motivi. 6
APPROCCIO DELL’INTERAZIONISMO SIMBOLICO: questo approccio non offre una
teoria sistematica delle relazioni sociali, ma quest’ultima è considerata come
interazione, cioè come azione di due agenti nella quale è centrale la
mediazione simbolica che l’uno esercita per l’altro, in quanto la
rappresentazione del sé avvenga necessariamente attraverso l’altro.
APPROCCIO STRUTTURAL-FUNZIONALISTA: qui la relazione sociale è il modo in
cui il sistema sociale funziona, infatti la relazione è l’espressione di un agire in
uno status-ruolo (occupano una certa posizione-compito),entro un sistema di
status-ruolo. Talcott Parsons è il maggio esponente di
quest’approccio e per lui la relazione è interdipendenza; quest’ultima è sia
l’ordine nelle relazioni tra le componenti che entrano in un sistema, sia il loro
effetto emergente.
APPROCCIO NEO FUNZIONALISTA COMUNICAZIONALE: in quest’approccio le
relazioni non vengono viste come scambi fra parti del sistema sociale, ma
come riferimenti funzionali di tipo comunicativo che creano e modificano le
strutture sociali.
APPROCCIO ERMENEUTICO O DIALOGICO: quest’ultimo tipo invece tratta le
relazioni sociali come dialogo, infatti per i pensatori dire relazione sociale
significa riferirsi alla vita sociale in quanto discorso fra soggetti.
Martin Buber indica col termine relazione il rapporto dialogico Io-Tu, tra uomo e
uomo; solo nella relazione con l’altro uomo l’individuo ritrova se stesso e
supera l’isolamento e la solitudine.
Per Jürgen Habermas la relazione sociale no ha una vera e propria struttura, ma
è il luogo e il mezzo per affermare l’etica del discorso attraverso cui gli individui
cambiano la società e se stessi, negando i vincoli del sistema.
Cap. V: Tre modi di intendere la relazione sociale
La semantica referenziale intende la relazione sociale come refero, cioè un
riferire qualcosa a qualcun altro.
La semantica strutturale intende la relazione sociale co