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TEORIA SOCIOLOGICA

Il tema del rischio è la vera costante della riflessione di Beck. La tesi principale che egli sviluppa è che la società industriale di oggi, con l'alto livello di sviluppo tecnologico raggiunto, nel creare ricchezza produce anche rischi, legati al carattere complesso e difficilmente controllabile delle grandi tecnologie: "nella modernità avanzata la produzione sociale di ricchezza va sistematicamente di pari passo con la produzione sociale di rischi". Ogni nuova impresa, ogni momento di innovazione comporta un esposizione al rischio. In ogni caso si tratta di rischi legati a effetti collaterali, conseguenze non previste del modello di crescita lineare dell'industrialismo, che per la loro ampiezza e problematicità impongono inevitabilmente all'agenda della società della modernità radicalizzata in cui viviamo oggi.

I rischi oggetto dell'analisi di Beck sono invece manifestazioni necessarie.

I permanenti della civiltà industriale in cui i singoli non possono sottrarsi se non in minima parte. Egli infatti parla di una nuova "ascrittività della cultura del rischio". Essa si declina in forme diverse: oggi gli attori sociali non cercano più di accaparrarsi una fetta più grossa possibile della ricchezza sociale; a tali conflitti, ne persistono altri in cui gli attori sociali tentano di evitare i rischi, ossia di ridurre quanto più possibile la fetta di "torta avvelenata". Chi dispone di risorse adeguate può proteggersi da una serie di rischi, abitando per esempio in quartieri distanti da fonti di inquinamento. In questi casi si potrebbe perfino sostenere che il rischio esalta l'importanza della stratificazione sociale, perché rende evidente la posizione di privilegio derivante dal possesso non solo di maggiori risorse economiche, ma anche di risorse culturali, indispensabili per riconoscere i rischi stessi.

Una delle conseguenze è l'effetto ascensore: a fronte di un generale e drastico innalzamento dei livelli di vita verificatosi a partire dal dopoguerra, le disuguaglianze sociali pesano relativamente di meno, e si stemperano nel quadro dei conflitti della società del rischio. Di fronte alle catastrofi nucleari.. le differenze sociali scompaiono e con esse scompaiono anche le tradizionali risposte sperimentate fino ad oggi.

Molti rischi sono intrinsecamente globali: se è vero che le aree economicamente più forti del mondo esportano nel terzo mondo lavorazioni rischiose, il rischio, in una sorta di effetto boomerang, finisce spesso col tornare nel primo mondo sotto forma di materie prime, alimenti.

Beck insiste sull'inedito carattere astratto dei rischi della società industriali: "l'analisi della crescente dipendenza dei conflitti sociali e politici da processi mediati argomentativamente, ossia da valutazioni affidate a scienziati ed esperti".

Ciò che Beck mette in risalto nella sua analisi è una rinnovata spinta all'intellettualizzazione della vita sociale. È a partire da ciò che nella società del rischio acquistano crescente importanza gli esperti, come figure chiamate a rispondere alle domande e alle paure dei cittadini. Il problema su cui Beck richiama l'attenzione è che a fronte di tale richiesta sociale, gli esperti non possono soddisfarla completamente. L'unica indicazione che gli specialisti in materia sanno dare è che in ultima analisi per fissare i valori massimi di tolleranza di sostanze nocive non rimane che far ricorso all'esperienza, ossia a ciò di cui in questi casi non si dispone. Beck sostiene che gli unici dati attendibili sono quelli che risultano da quella sorta di macroesperimento a cielo aperto che è la vita sociale. In questo caso non si può applicare il classico esperimento perché nel grande esperimentocollettivo della vita sociale non si ha a che fare con singole sostanze utilizzate in procedure controllate, ma con l'effetto combinato di diverse forme di inquinamento che, insieme, generano conseguenze del tutto imprevedibili. L'ideologia tecnocratica: come rappresentanti del mondo scientifico, gli esperti dovrebbero essere portatori della coscienza fallibilistica che rappresenta uno dei punti più qualificanti dell'ethos professionale scientifico. I motivi che fanno affermare agli esperti che un determinato impianto, ad esempio, è sicuro spesso sono da ricercare nella dipendenza economica della stragrande maggioranza degli esperti di imprese private con precisi interessi economici da difendere. Beck sa bene che non è possibile fare a meno della scienza per affrontare le sfide sempre più astratte della società del rischio. Ciò che i tecnici offrono sono valutazioni basate su dati statistici. Si potrebbe dire che con la sua teoria delrisorse naturali a causa dell'uso intensivo e irresponsabile che ne viene fatto.2) riguarda il sistema tecnologico e l'innovazione scientifica. L'accelerazione tecnologica e l'introduzione di nuove tecnologie comportano rischi imprevisti e difficilmente controllabili. Ad esempio, l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione può portare a problemi di privacy e sicurezza dei dati, mentre lo sviluppo di nuove tecnologie nel settore della medicina può sollevare questioni etiche e sociali complesse. In conclusione, la società del rischio è caratterizzata da una crescente consapevolezza dei rischi che ci circondano e dalla necessità di affrontarli in modo responsabile. La razionalità scientifica e la razionalità sociale devono trovare un equilibrio per garantire la sicurezza e il benessere della società nel contesto di una globalizzazione sempre più complessa.

strumenti per garantire una efficacia sorveglianza delle dinamiche finanziarie internazionali e prevenire rischi del caso.

Legati alla nuova problematica del terrorismo internazionale, a partire dagli attentati del 2001, si è evidenziata una inedita dimensione del rischio che ha fatto apparire del tutto inadeguati gli apparati di sicurezza delle più forti e opulenti società del pianeta. Il terrorismo mostra come persino singoli individui sono in grado di tenere il mondo in una situazione di costante allarme.

Ciò che la teoria di Beck mostra, prima con la sociologia del rischio ambientale, poi con l'estensione della nozione di rischio alla finanza internazionale e al terrorismo, è il quadro complessivo di una realtà che, a seguito di profonde trasformazioni economiche e tecnologiche, risulta sopravanzare costantemente le capacità di controllo della politica. Le analisi di Beck si nutrono dell'apporto di una grande tradizione di

filosofia sociale e di teoria della società senza la quale l'intero approccio critico della sociologia del rischio sarebbe impensabile. L'intuizione di fondo di questa tradizione con la formula del mondo fuori controllo: con essa mi riferisco alla crescente consapevolezza dell'inarrestabile autonomizzazione di ambiti della vita sociale. L'elaborazione teorica che esprimono l'allarme per un mondo che non appare più facilmente plasmabile come pensavano gli utopisti ottocenteschi, con l'accettazione di una società governata dalla razionalità tecnico-sistematica. Le prime formulazioni di questo motivo teorico si trovano in Simmel e in Weber. Simmel parla di una progressiva divaricazione tra uno spirito soggettivo e uno spirito oggettivo, che fa sì che i singoli attori sociali siano sempre in grado di controllare la crescente complessità della realtà sociale. Weber usando la celebre metafora della gabbia d'acciaio,esprime un'intuizione simile: quella di un mondo social che da un certo punto in avanti acquista una dinamica propria che sfugge alle capacità di pianificazione dell'uomo e lo costringe a vivere in forme e modi che esso non ha scelto. Freud parla di una società che quando progredisce tanto più impone all'uomo una rinuncia pulsionale; Horkheimer e Adorno sostengono che la razionalità diventa poi ai nostri giorni una potenza incontrollabile, che finisce col asservirlo nuovamente, questa volta alla razionalità che egli stesso ha creato. Adorno parla di un mondo totalmente amministrato; Horkheimer usa l'immagine di un veicolo senza guida che diventa un pericolo per l'uomo. La ragione è diventata irrazionale e stupida. A questo filone (che potremmo considerare critico) perché avverte la tragicità della condizione degli uomini espropriati delle possibilità di decidere collettivamente il proprio destino, vaaggiunge che almeno nella gabbia d'acciaio c'è ancora un senso di ordine e stabilità. Ma nella società contemporanea, caratterizzata dalla globalizzazione e dalla tecnologia avanzata, il controllo è diventato sempre più sfuggente. La tecnica e l'automazione hanno portato a una perdita di controllo sull'economia, sull'ambiente e persino sulla nostra stessa vita quotidiana. Secondo Beck, questa perdita di controllo è particolarmente evidente nel campo dell'ambiente. L'uso indiscriminato delle risorse naturali e l'inquinamento causato dall'industria hanno portato a una crisi ecologica globale. Ma non è solo l'ambiente a essere fuori controllo, anche l'economia globale è diventata instabile e imprevedibile. Le crisi finanziarie e le recessioni sono diventate sempre più frequenti, mettendo a rischio la stabilità economica di interi paesi e regioni. Ma la perdita di controllo non riguarda solo l'ambiente e l'economia, riguarda anche la nostra stessa vita quotidiana. La tecnologia moderna, sebbene ci abbia fornito molti vantaggi e comodità, ha anche portato a una perdita di autonomia e libertà. Siamo costantemente connessi e dipendenti da dispositivi elettronici, e spesso ci sentiamo sopraffatti dalla quantità di informazioni e stimoli che ci bombardano ogni giorno. In conclusione, secondo Beck, viviamo in un mondo fuori controllo. La tecnica e l'automazione hanno portato a una perdita di controllo sull'economia, sull'ambiente e sulla nostra stessa vita quotidiana. Questa perdita di controllo ha amplificato i rischi e le incertezze che affrontiamo. Tuttavia, Beck sostiene che non dobbiamo arrenderci alla fatalità di questa situazione, ma dobbiamo invece cercare di trovare nuove forme di controllo e di gestione dei rischi. Solo così potremo sperare di vivere in un mondo più sicuro e sostenibile.riconosceva a tale contesto la caratteristica di garantire al singolo, nella gabbia d'acciaio, un quadro di certezze. Oggi, annota Beck, nella società del rischio nessuno può seriamente credere che il mondo governato dalla tecnocrazia possa proteggerci dai rischi che esso stesso genera. Habermas è un riferimento importante; è il modello teorico adottato per definire i motivi e le opzioni di fondo su cui si basa il proprio approccio scientifico; e ciò che gli consente di considerare la società del rischio come un campo di tensione con dinamiche non decidibili in partenza. Habermas, come esponente della cosiddetta seconda generazione della Scuola Di Francoforte, pur marcando una forte discontinuità nei confronti dei maestri della prima generazione, si riallaccia comunque alle loro domande. La razionalità conforme allo scopo dell'economia capitalistica e della burocrazia, quella razionalità strumentale che nelle analisi di Weber,pensiero e di azione dell'individuo nella società contemporanea. La loro teoria si basa sull'idea che l'individuo sia influenzato dalla cultura e dalla società in cui vive, e che queste influenze modellino il suo modo di pensare e di agire. Secondo Adorno, la cultura di massa e i mezzi di comunicazione di massa hanno un ruolo fondamentale nella formazione del pensiero e del comportamento dell'individuo. Egli sostiene che la cultura di massa tende a uniformare le persone, a omologarle e a limitare la loro capacità critica. Adorno critica anche l'industria culturale, che produce prodotti culturali standardizzati e commerciali, privi di valore artistico e di contenuti significativi. Gehlen, invece, si concentra sull'importanza dei simboli e dei rituali nella società. Egli sostiene che i simboli e i rituali sono strumenti attraverso i quali l'individuo dà significato al mondo e si orienta nella società. Gehlen ritiene che i simboli e i rituali siano fondamentali per la coesione sociale e per la stabilità dell'individuo. In conclusione, Adorno e Gehlen offrono una prospettiva critica sulla società contemporanea e sul ruolo della cultura e della società nell'individuo. La loro teoria ci invita a riflettere sulle influenze che ci circondano e a sviluppare una maggiore consapevolezza critica nei confronti della cultura di massa e dei simboli e dei rituali che ci guidano nella società.
Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
8 pagine
30 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Donati Pierpaolo.