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Sociologia dei processi culturali e comunicativi – Globalizzazione Pag. 1
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Il sociale è finito?

Forse non ve ne eravate accorti, ma il sociale è finito. Scomparsa la società, disintegrati gli attori sociali, non più utilizzabili le categorie sociologiche impiegate fino all'altro ieri per analizzare la realtà. Lo afferma Alain Touraine, illustrissimo sociologo francese, nel suo ultimo volume tradotto in italiano. Touraine aveva coniato anni fa l'espressione "postindustriale", destinata ad avere grande successo anche da noi, e ora conia il neologismo "postsociale" per tentare di definire la fase che viviamo.

Cerchiamo prima di capire la tesi apparentemente paradossale dell'autore, e poi di discuterla. Scrive Touraine: "La nostra tesi è che stiamo vivendo la fine della rappresentazione della nostra esperienza, rottura altrettanto importante di quella avvenuta vari secoli prima, quando ebbero fine la rappresentazione e l'organizzazione religiosa della vita sociale."

cos'era la rappresentazione "sociale" dell'esperienza? Era la centratura di ogni esperienza significativa all'ambito della società: "Il carattere esclusivamente della società, l'autofondazione della società esprimono la fiducia illimitata di queste società nella propria capacità di autotrasformazione. Esse si sono definite quindi come società nelle quali il nuovo e l'acquisito dovevano avere la meglio su ciò che veniva trasmesso dalla tradizione, e non hanno fissato limiti alla propria capacità di autocreazione e di autotrasformazione." Oggi è mutata profondamente sia la società nella quale viviamo (rispetto a quella fondata su se stessa e fiduciosa nei suoi mezzi or ora descritta) sia la rappresentazione che diamo di essa. La società, a parere di Touraine, si è dissolta come effetto della globalizzazione: questa ha distrutto le barriere.ha unito politica ed economia liberando però l'economia da ogni tipo di controllo fino a quel momento esercitato su di essa, ha rimescolato tutto: le classi, ad esempio, che prima servivano ad analizzare quello che ci circondava, e avevano una validità prima di tutto nazionale, non servono più e sono state sostituite dalla finanza transnazionale e da aggregazioni planetarie di lavoratori atipici del tutto sganciati dal vecchio sindacalismo. L'individualismo è un tratto emergente del nuovo mondo del quale facciamo parte: si chiedono diritti per se stessi, non più garanzie per la propria classe o il proprio strato professionale. Mentre la definizione che si dava del mondo in precedenza era sociale e politica, ora essa è culturale: sono idee come "mondialismo" o "diritti umani" che caratterizzano e servono a comprendere l'oggi. Chi le sostiene non è più la vecchia figura del soggetto sociale, ma la

nuova figura del soggetto personale: questo si esprime nei movimenti non più sociali, ma culturali. Contemporaneamente, oggi è possibile assistere anche alla ricomparsa del vecchio, apparentemente superato già alla fine del XIX secolo, concetto di comunità: movimenti e fenomeni neocomunitari si scorgono con una certa frequenza e con significato non uniforme.

Questo, molto in sintesi, il ritratto che Touraine fa dell'oggi e degli strumenti per pensarlo. Quali le conseguenze? Una di rilievo riguarda il ruolo politico dell'Europa. Scrive l'autore: "È proprio la debolezza della società europea (o delle società europee) a spiegare la difficoltà che l'Europa incontra nell'agire come Stato." Touraine osserva con attenzione il tentativo europeo di dar vita a un organismo sovranazionale che abbia voce in capitolo con le grandi potenze, ma deve anche riconoscere che tale sforzo è minato alle radici.

dalla incapacità dell'Europa di diventare davvero uno Stato: è vero che ora ha una Costituzione, ma le manca sempre un esercito, che è la voce degli Stati nei loro rapporti reciproci. Senza esercito niente Stato, e l'Europa priva di una forza militare comune non è in effetti uno Stato diverso dagli Stati che la compongono. Per il momento è una formazione ibrida, nella quale i vecchi Stati si conservano tali e quali (e si conserva anche il sentimento nazionale di appartenza che lega i cittadini a essi) salvo la delega su alcune questioni (importanti ma non vitali) a un organismo rappresentativo sovrastatale che si chiama Unione Europea. E' difficile non concordare con questa analisi: "L'Europa non solo è uno Stato senza nazione, ma è uno Stato debole che si definisce più in senso amministrativo che politico. E poiché
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Publisher
A.A. 2012-2013
2 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Rossi Luigi.