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La disgregazione del contesto sociale fa trionfare l'individuo
L'individualismo si è rapidamente frammentato in realtà molteplici. Uno dei suoi frammenti ci ha rivelato un io diventato fragile, mutevole, schiavo della pubblicità. L'individuo non è più definito da gruppi di appartenenza, indebolito e incapace di trovare la garanzia della propria identità in se stesso.
L'individualismo orientato verso la presenza a sé è eminentemente moderno ed implica il maggior distacco possibile dai ruoli sociali. Il soggetto viene definito attraverso la sua resistenza al mondo impersonale del consumo, o a quello della violenza e delle guerra. Il soggetto non si identifica mai completamente con se stesso e resta posizionato in relazione all'ordine dei diritti e dei doveri, l'ordine della moralità e non quello dell'esperienza. L'individuo può avere una base più solida di quanto non
sial'esperienza immediata di se stesso. Non solo non si riduce mai a se stesso, ma sviluppa una serie di idee, perché, mentre evolve nell'ordine dell'esperienza, della percezione e del desiderio, il suo doppio si colloca sul piano del diritto.
Gli storici e i sociologi delle società moderne hanno spesso definito il soggetto come il prodotto della storicità, della capacità di conoscere e trasformare il mondo. Oggi non crediamo più al progresso ma alle politiche dello sviluppo; l'individuo perde vigore insieme alle collettività alle quali appartiene e l'antica lotta tra il piacere e l'autorità diventa tollerante conformismo. Alcuni rispondono a questa visione pessimista affermando che le forze motrici sono la cittadinanza o l'appartenenza a una classe e che la loro missione è quella di liberare l'umanità. Sarebbero queste forze a dare agli individui la consapevolezza di essere padroni di
se stessi. Si dimentica però che solo l'azione collettiva, politica e sociale, protegge contro ogni forma di potere e di dominio. Abbiamo a lungo cercato il senso della nostra vita; il ricorso a un fine supremo paralizzava il presente. Oggi tutti i cieli si sono svuotati: più la vita dipende da noi più prendiamocoscienza degli aspetti della nostra esperienza. Diventiamo pienamente soggetti solo quando accettiamo come nostro ideale il fatto di riconoscerci come essere individuati capaci di difendere e costruire la nostra singolarità e dare un senso alla nostra esistenza. L'autore crede che il soggetto sia penetrato in ogni individuo e abbia preso la forma dell'affermazione di se in quanto portatore del diritto di essere un individuo capace di affermarsi contro tutte le forze impersonali che potrebbero distruggerlo. La morte di Dio ha portato ogni individuo ad affermarsi in quanto creatore di se stesso. Quando i comportamenti venivano definiti e
Valutati in termini sociali, le norme e i valori sottolineavano la sottomissione degli attori ai bisogni della società. Ma il soggetto è colui che ha fatto di se stesso il principio di orientamento dei propri comportamenti. Le sole norme che si impongono al soggetto sono negative: insegnano a non obbedire sempre alle autorità. Temiamo sempre che ciò che viene chiamato l'interesse della società ignori il diritto di ognuno ad essere trattato come soggetto, nel rispetto dei diritti umani fondamentali. L'attaccamento ai diritti umani si accompagna a una perdita di fiducia e di rispetto per le istituzioni e gli attori collettivi; se ci sentiamo ancora legati a queste istituzioni è perché la loro presenza ci protegge dall'arbitrio delle dittature e della violenza. La nozione di soggetto è strettamente legata a quella di diritti: la storia del soggetto è quella della rivendicazione di diritti sempre più concreti.
miranti a proteggere particolarità culturali. Si può scoprire l'impronta del soggetto in tutti gli individui; il lavoro di ciascuno di noi consiste nello scoprire in ognuno un riferimento a se stesso come soggetto.
Affinché si formi la coscienza del soggetto devono apparire e articolarsi tra loro tre componenti diverse:
- Il rapporto con se stessi, con l'essere individuale in quanto portatore dei diritti fondamentali;
- Il soggetto si forma solo entrando consapevolmente in conflitto con le forze dominanti che gli negano il diritto e la possibilità di agire come tale;
- Ognuno, in quanto soggetto, propone una certa concezione generale dell'individuo.
Bisogna proteggere l'idea di soggetto da interpretazioni moralizzatrici e psicologizzanti. Il soggetto non è la persona che si realizza o che svolge bene i compiti che gli sono affidati e non è a proprio agio nella società del denaro e della violenza. Il soggetto è, in noi,
Hic et nunc, ricerca vivente e inquieta del senso di tutti i nostri gesti, di tutti i nostri pensieri. La presenza del soggetto in un individuo o in un gruppo si riconosce dall'impegno al servizio dell'immagine di sé che sembra costituire ai suoi occhi la sua ragione d'essere, il suo dovere e la sua speranza.
Nelle società contemporanee il mondo dei media deforma e manipola pressoché ininterrottamente il soggetto presente in ogni individuo. Non vi è soggetto se non in presenza della capacità di soffrire delle disgrazie degli altri, di riconoscere il movimento sociale là dove si presenta, anche quando è mascherato. Oggi infatti il movimento sociale non è mai visibile allo stato puro perché non cerca di integrarsi nella società ma mantiene la distanza che separa il soggetto e i suoi diritti dall'apparato sociale e dai suoi meccanismi di autocontrollo.
Non si può parlare di adesione inconscia a un movimento.
sociale. Ma la manifestazione a livello conscio non significa che il soggetto o il movimento sociale siano interamente presenti alla coscienza dell'attore. È nell'inconscio che bisogna andare a cercare il desiderio di essere soggetti. Il soggetto si ripiega sull'inconscio ma non è il super-io a sbarrargli la strada bensì la quotidianità, le norme della vita pubblica, l'urgenza delle decisioni pratiche. Molti sociologi cercano di capire quando l'individualismo crea un legame. L'individuo si costruisce come tale e acquisisce la stima di sé solo nella misura in cui i membri della società a cui appartiene gli rinviano immagini positive di lui stesso. In che cosa consiste l'esperienza personale del soggetto? Nella storia il soggetto si è manifestato attraverso esperienze la cui importanza era chiaramente percepita. Oggi, il rispetto della persona umana e della libertà è stato spesso implicato in lotte in ambito sociale.Cui il bene affrontava il male. L'esperienza di essere un soggetto si manifesta innanzitutto attraverso la consapevolezza di un obbligo nei confronti non di un'istituzione, o di un valore, ma del diritto di ognuno di vivere e di essere riconosciuto nella propria dignità. È riconoscendo i diritti umani dell'altro che riconosco me stesso come essere umano, che riconosco i miei doveri nei confronti di me stesso.
Il soggetto e la religione. Se il soggetto è un rapporto tra se e se divento sempre più diretto nelle società moderne, esso scaturisce dall'interiorizzazione di un principio creatore e portatore di senso, che in precedenza era stato proiettato in una trascendenza separata dal mondo ma questa oggettivizzazione del soggetto è separata dall'esperienza umana per mezzo dello spessore di tutte le istituzioni che le danno forma. La contrapposizione tra divino e sacro è al centro del fatto religioso. Il divino si è.
Allontanato dal mondo umano ma gli offre il suo senso, mentre il sacro crea una barriera che consente a dei sacerdoti di parlare in nome del divino e di gestire le comunicazioni tra i fedeli e il divino. Il divino è lungi dall'implicare sempre la presenza di un Dio personale ma è anzi evidente che più il