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Resistere alle forme di violenza
L'unica cui spetta il compito di costruire nuove istituzioni che non saranno più al servizio della società ribattezzata "interesse generale" o "bene comune", ma della libertà e della creatività di ogni individuo.
La fine del pensiero sociale
Il posto centrale assegnato alla modernità, cioè alla libertà creativa dell'attore e non più ai bisogni e alle funzioni dei sistemi sociali, è l'effetto della constatazione che stiamo vivendo la "fine del sociale". Il tema della fine del sociale, dell'eliminazione necessaria dell'idea di società, sconvolge, è chiaro, il nostro abituale modo di pensare e di parlare. Non possiamo più e non dobbiamo più pensare socialmente i fatti sociali, che sono meno difficili di quanto sembrino, dato che in altre società, diverse dalla nostra, il sociale è stato.
Pensato in termini politici o religiosi. L'ordine sociale, è vero, si impone sempre o cerca sempre di imporsi, e nuove morali dell'interesse generale, del bene comune, dell'integrazione sociale rinascono in continuazione. Bisogna però rifiutare l'idea che l'ordine sociale si imponga da sé e distrugga, insieme alle appartenenze sociali tradizionali, le rivendicazioni individualiste o libertarie.
L'individualismo liberatore. Efficace e brutale, il modello occidentale di modernizzare ha conquistato il mondo in nome della società, ma ha cominciato a prendere forza quando i dominati si sono ribellati contro i dominatori. La rinascita delle soggettività, come tutti i movimenti di liberazione che l'avevano preceduta, ha assunto spesso forme positive. L'indebolimento delle nostre società, che si spiega con l'esaurimento del loro modello di sviluppo tradizionale, porta quindi, da un lato, a un'autonomia.
E un dominio crescente del mondo della guerra e, dall'altro, al trionfo del consumo a breve termine sui progetti di sviluppo a lungo termine. Questa forma di resistenza porta in sé l'affermazione dell'individuo come attore sociale, ma anche come soggetto personale. La distruzione dell'idea di società non può salvarci da una catastrofe, a meno che non porti alla formazione dell'idea di soggetto, alla ricerca di un'azione che non miri al profitto, al potere e alla gloria, ma che affermi la dignità di ogni essere umano e il rispetto che merita. La grandezza delle nostre democrazie liberali sta invece nell'avere concepito le istituzioni come mezzo di creazione di individui liberi e responsabili, che si preoccupano di agire in base a criteri universalistici. È così siamo entrati nell'idea di soggetto. L'individuo, in quanto moderno, sfugge pertanto ai determinismi sociali nella misura in cui è
Un soggetto autocreatore. Al contrario, l'individuo sociale è determinato dalla sua posizione nella società.
I determinismi sociali. Proprio quando l'individualismo sembra ridotto a scelte di consumo fa la sua ricomparsa l'idea che i componenti siano dettati da determinismi sociali, e in modo talmente forte che il problema principale diventa quello di conservare un piccolo margine di indeterminazione per tener conto dei fattori indipendenti della situazione collettiva.
La modernità spezza i legami comunitari, l'ordine costituito e la sua stabilità difensiva. Ma il pensiero razionale e l'idea che esistano diritti umani non sono solo principi astratti e sono anche molto più che forze di superamento e di critica; danno forma a ciò che si può chiamare la vita sociale, ovvero il mondo dell'esperienza in contrapposizione al mondo della tradizione.
La modernità non si manifesta nella creazione del "migliore".
dei mondi possibili”, ma al contrario nella subordinazione di tutte le forme di organizzazione sociale a uno scopo centrale: formare gli individui capaci di inventare e difendere nuovi modi di combinare il pensiero razionale e diritti umani fondamentali, tramite istituzioni sociali tese al contempo al raggiungimento dell’efficacia e della libertà. La modernità, ovvero l’orientamento degli attori moderni verso l’affermazione della loro libertà, è guidata prima di tutto da una logica dell’attore che cerca di affermarsi come tale.
Dallo sguardo sul mondo allo sguardo su di sé
Nel periodo corrispondente ai grandi successi del mondo industriale, il nostro sguardo si è rivolto verso l’esterno, verso la conquista dello spazio e del tempo, verso la creazione di nuovi materiali e di nuove apparecchiature. La ragione sembrava trionfare ovunque, in noi come nel mondo, e si