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CULTURA E CLASSE

14/02/2017

Società divisa in strati economico sociali si generano delle disuguaglianze. Dentro la

società gli attori sociali hanno diverso accesso alle risorse economiche e alle risorse

simboliche. Le risorse disponibili variano a seconda della classe sociale. Nel dibattito

sociologico è stato suggerito il concetto della classe per capire meglio il

funzionamento a strati della società. Le società sono sempre state differenziate, sono

Società

state diversamente differenziate a seconda dei periodi storici e geografici.

tradizionali esistono diversi sistemi (esempi) sistema delle caste, sistema feudale:

stratificazione organizzata in termini religiosi (caste) oppure si riferiscono al sangue e

sono organizzate sulla base delle reti parentale (società feudale. Società moderna la

stratificazione in questo caso si basa sulla divisione di classe il cui principale carattere

è una divisione basata su criteri economici. Il passaggio dalle società tradizionali alle

società moderne è stato determinato dalla rivoluzione francese. Emergono nuovi

valori: valore dell’uguaglianza e centralità del soggetto. Si passa dai fattori ascritti ai

fattori acquisiti. Fattori ascritti ci derivano dalla nascita (società tradizionali) , fattori

acquisiti fattori che ho la possibilità di acquisire nel corso della mia vita e mi

permettono di ascendere da uno stato all’altro (società moderna). Attraverso

l’istruzione ho la possibilità di acquisire conoscenze (skills) e di diventare qualcuno

nonostante si provenga da una famiglia povera ad esempio.

MARX occorre ragionare in termine di classe gruppo omogeneo che condivide la

stessa classe economica e gli stessi valori. Presenza di due classi: proletaria e

capitalistica. La classe proletaria possiede la forza lavoro e la classe capitalistica i

mezzi di produzione. La loro lotta determina lo sviluppo storico. La storia è la lotta di

classe.

La classe è distinta da Marx in due momenti. Distingue la classe in sé dalla classe per

sé. La classe in sé rinvia alla pura condizione oggettiva della classe. Nella classe per

sé si aggiunge una condizione soggettiva. I membri acquisiscono coscienza della

propria condizione svantaggiata. Il passaggio dalla classe in sé alla classe per sé è la

condizione per una classe attore collettivo. Emerge una distinzione tra due piani della

realtà sociale:

Struttura

 Sovrastruttura

La struttura determina la sovrastruttura determinismo economico. La sfera culturale

è ridotta a mera funzione della sfera economica. La coscienza- individuale e collettiva-

è quindi anch’essa determinata da rapporti materiali.

Weber e l’analisi complessa di classe e ceto. Weber non ci sono tracce di normatività

(diverso da Marx). Marx analizza in termini molto generali le contraddizioni

economiche focalizzandosi sulla società moderna. Marx grossolano nell’analisi

storica, Weber si concentra in maniera maniacale su alcuni fatti storici (perché il

capitalismo nasce in Europa nelle terre del protestantesimo). In Weber siamo di fronte

a un’economia dei fattori culturali. Poniamo Weber nella corrente filosofica

dell’idealismo. Nella visione Weberiana non c’è spazio per le spiegazioni mono causali.

Ciò che è rilevante nel pensiero di Weber è che accanto alla divisione di classe

introduce il ceto. La classe rinvia alla dimensione economica e il ceto è quel gruppo

che è accomunato dallo stesso stile di vita. Mentre la classe si articola pensando solo

al momento della produzione Weber ha uno sguardo più articolato del sistema di

distribuzione e va a distinguere oltre che borghesia e proletari, va a distinguere tra la

classe dei proprietari e non proprietari ecc. distingue in maniera più articolata. L’altro

aspetto in questa articolazione della società tra classe e ceto, è che il ceto sociale

utilizza degli strumenti per detenere il potere materiale e simbolico nella società la

chiusura sociale, per detenere il prestigio sociale di cui godono in una società. Il ceto

ha un rapporto con la classe sociale. Esso è necessario a una classe sociale che

detiene un potere economico. Se una classe vuole essere dominante deve organizzarsi

anche come ceto. La classe si organizza anche in ceto per distinguersi socialmente

attraverso l’uso della cultura. La classe deve adottare un certo corredo culturale per

essere realmente rilevante della piramide della società.

Scuola di Birmingham

E.P Thompson e R. Hoggart hanno studiato la produzione proletaria, assegnando

loro un posto di tutto rispetto. Questi due autori hanno condotto diversi su studi sulla

cultura e produzione operaia. Thompson è un autore che ragiona in termini marxisti

sulla collocazione economica dei gruppi sociali ma ragiona anche su dei rapporti di

solidarietà della classe dei proletari provando a indagare altre dimensioni che non

sono solo riconducibile alla dimensione economica.

Basil Bernstein ha provato a leggere gli effetti della stratificazione economica in

termini di sviluppo del linguaggio e in generale il rapporto di questi attori sociali con la

conoscenza. Distingue due codici:

- il codice elaborato vocabolario esteso, uso termini astratti, facilità

espressione scritta (classi medie/elevata)

- il codice ristretto vocabolario esiguo, termini concreti, difficoltà forma scritta

(classi operai)

Jack Goody nell’82 compie uno studio sul rapporto tra l’appartenenza di classe e il

modo in cui stiamo a tavola. Il modo in cui mangiamo, il modo in cui scegliamo i cibi.

Attribuiamo importanza all’etichetta nel caso di classe elevate. Nel caso di classe

svantaggiate si preferiranno di cibi di un certo tipo e staremo a tavola senza badare

troppo a come ci poniamo.

Pierre Bordieu lascia un segno indelebile nello studio tra il rapporto della

dimensione economica e la dimensione culturale. Influenzato da Weber e Marx. È un

autore che viene ricordato. Affronta rapporto tra dimensione economica e culturale nel

suo libro “La distinzione”. Bordieu si è occupato di tanti altri fenomeni sociali. Per

Bordieu il rapporto tra la classe sociale e la cultura è di tipo multiculturale. Esso è

definito da tre tipi di capitale economico, sociale e culturale. Il capitale economico si

basa sulla disponibilità di risorse materiali e finanziarie. Il capitale sociale cfr le reti

sociali in cui si è inseriti. Il capitale culturale cfr competenze di tipo scolastico. Che

rapporto esiste tra classe e cultura? Bordieu propone di provare a organizzare la

società incastrando le due dimensioni del capitale economico e culturale creando così

una mappa dello spazio sociale capitale economico basso-capitale culturale

basso (operai lavoratori agricoli), capitale economico elevato-capitale culturale basso

(piccoli commercianti, proprietari aziende agricole), capitale culturale elevato-capitale

economico basso (insegnanti, artisti), capitale economico elevato - capitale culturale

elevato (liberi professionisti).

La diversa dotazione di capitale economico culturale ed economico, determina la

nostra scelta alimentare.

Bordieu un legame di un altro studio, introduce la categoria del gusto. I gusti sono

vere e proprie pratiche culturali in grado di determinare una determinata classe

economica. I gusti sono comportamenti che incorporano cultura e società. Tramite essi

si manifestano valori etici e giudizi estetici. Con questi possiamo fare una

differenziazione sociale. Esso è la grande chiave di lettura con cui potremmo

effettuare delle distinzioni nella realtà.

Le critiche Bordieu viene criticato perché ritiene che ogni comportamento di

consumo sia dipendente dalla classe sociale. Alcuni studiosi, nell’ambito dei cultural

studies, criticano Bordieu perché mette in secondo piano altri fattori importanti, come

il genere, l’etnia, l’età. Viene criticato di essere troppo legato alle caratteristiche della

società francese, in particolare alla borghesia parigina degli anni ’80 o ’70. Per lo

studio della classe media americana e per l’importanza che la classe media americana

ha avuto e ha in parte, lo studio di Bordieu non aiuta a spiegare le sue dinamiche.

PLURALISMO CULTURALE E GENERAZIONE

15/02/15

Il termine generazione si riferisce alle differenze e all’età. La sociologia ha iniziato a

porre attenzione anche ai giovani. Ad un certo punto si è iniziato a guardare questa

fetta di popolazione in modo diverso. A partire dagli anni ’80, ’90, la sociologia dei

giovani è un filone dentro la sociologia di crescente importanza. Tradizionalmente i

bambini non sono mai stati studiati dalla sociologia. Gli anziani, ad esempio, solo negli

ultimi decenni, ma solo perché la vita si è allungata. Solo a partire dalla fine dell’800

diverse discipline si sono concentrate sulla biografia di un soggetto. Questi dibattiti

otto-novecenteschi hanno portato a distinguere 5 fasi del corso della vita:

- infanzia

- adolescenza

- gioventù

- maturità

- vecchiaia

La gioventù è quella fase della vita che ha attratto molti studiosi. Essa è la più

problematica e quindi agli occhi della sociologia è interessante. Perché si decide di

studiare questa fase? Per 4 motivi:

a) nel ‘900 i giovani si dissociano e diventano visibili. Essi rifiutano la violenza, si

fanno sentire. I giovani negli anni settanta abbracciano la cultura hippie.

Fuggono dalla realtà ricreando una loro realtà. I giovani scendono in piazza e

combattono, si oppongono all’universo culturale degli adulti. Il ‘900 è un

momento fondamentale per una nuova realtà.

b) Una questione di confini. Da quando e fino a quale età si è giovani? cosa si

aspetta la società dai giovani? G. Levi e J.C Smith sottolineano che la giovinezza

è il momento più affascinante. Essi sostengono che è una fase di vita cruciale.

La giovinezza si caratterizza per il suo carattere di limitatezza. È la parte d’età

più cruciale nella vita di un soggetto.

La sociologia è interessata a capire cosa comporta in termini culturali e sociali l’essere

giovani. Oggi si studia la transizione dall’età giovane all’età adulta. La sociologia si

mostra interessata alla condizione giovanile perché prima della modernità, si passava

dall’essere bambini all’essere adulti.

c) La giovinezza prende vita solo con la modernità. la gioventù non sempre è stata

distintiva dal

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
32 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher salomesarango di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Camozzi Ylenia.