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La mercificazione del lavoro deve poter essere controllata dal lavoratore.
La tecnologia ha assottigliato sempre più il confine tra cose e persone.
Altro caso degno di nota è la maternità surrogata, dove è il confine della mercificazione umana?
La questione è se tutto ciò renderà più permeabile il confine tra cose e persone, o se ricorrere a nuove
definizioni sposterà tale confine, ma di per sè rimarrà rigido come prima.
Conclusioni: tipi di biografie
Non esistono merci perfette. La funzione di scambio spinge alla mercificazione, la cultura e l’individuo
tendono alla singolarizzazione. HERBERT J. GANS
Cultura popolare e cultura elevata
Un’analisi e una valutazione delle culture di gusto
Cultura alta e cultura popolare derivano dai termini tedeschi Kultur e Massenkultur, ovvero cultura e cultura
di massa, noi utilizziamo “popolare” e non massa per non dare un senso dispregiativo.
La definizione di Mora ci cultura è “pratiche e beni che rientrano in senso lato nel campo delle arti e
hanno scopo educativo, di intrattenimento e di informazione”.
Discuteremo di cultura pubblica, sapendo che ne esiste anche una provata composta da pratiche magari
familiari o private.
La cultura di gusto contiene valore estetici e standard di gusto condivisi o comuni, con estetici si
intende non solo standard di bellezza ma molteplicità di altri valori emotivi. Quando si parlerà di gusto
elevato o basso, non sono stati come termini di giudizio, ma come indicatori di una posizione approssimativa
gerarchica socioeconomica che ha implicazioni culturali.
Sono tre le culture di gusto: intellettuale (alta), media, popolare (bassa). 2
La distinzione aggiornata
La maggior parte delle persone percepisce un legame tra cultura e classe, infatti numerose ricerche
hanno dimostrato che le scelte culturali siano ancora influenzate dalla classi. Negli Stati Uniti le persone con
un reddito basso non vanno all’opera e si sentono anche a disagio in alcuni posti, perchè destinati a classi
più benestanti. Non si sa però bene quali siano i fattori di classe a determinare le scelte, potremmo indicare
il reddito elevato, ma si è visto come oggi conti in primo luogo l’età, il genere, la razza sono fattori
determinanti, insieme al fatto che la gente non si limita a seguire una sola cultura (onnivori).
Negli ultimi 25 anni del Novecento alcune scelte culturali stanno convergendo, rendendo le classi più simili.
Sono prese dalla convergenza: la musica popolare. Ma dall’altro lato ci sono anche scelte divergenti,
perchè sono emersi gusti nuovi, correlati alla classe, ma anche all’età, al genera e alla razza. La cultura
giovanile è sempre più differenziata, e in alcuni casi la divergenza è diventata evidente perchè i fornitori
hanno cominciato a tenerne conto. Mentre gli onnivori sono sempre di più perchè hanno tempo, denaro e
un’istruzione necessaria a selezionare più culture; inoltre i giovani oggi sono molto più liberi di scegliere e
crearsi un proprio gusto.
A proposito di domanda e offerta
L’origine di duovi trend si può attribuire al cambiamento della domanda, ma anche dell’offerta.
I cambiamenti relativi all’offerta sono:
Necessità di fronteggiare costi sempre più elevati, per questo i prodotti devono essere più attraenti verso
• tutti i pubblici. Quindi l’offerta culturale aumenta sempre di più, permettendo scelte più ampie
Si creano delle vere e proprie corporation che forniscono cultura
• Abbassamento della qualità a favore dell’aumento del proprio mercato
• Tagli ai finanziamenti pubblici, quindi la domanda si sposta ad equivalenti commerciali
•
Il versante della domanda
Sul lato della domanda invece i cambiamenti sono:
Aumento del reddito disponibile, nelle classi più benestanti, con la creazione però di differenze più elevate
• attraverso la diseguaglianza economica
Crescita del livello di istruzione medio, quindi declino dei prodotti di cultura bassa e aumento di quelli medi
• Declino della cultura come indicatore di status, anche perchè i giovani si possono separare presto dagli
• adulti, e possono decidere dove orientarsi senza vincoli, per questo sono anche onnivori.
DIANA CRANE
Cultura elevata “versus” cultura popolare (rivisitate)
Una riconcettualizzazione delle culture registrate
Cultura elevata e cultura popolare sono tipi ideali comunemente utilizzate per dividere la cultura registrata.
Ma queste non rispecchiano la complessità della culture presenti nelle società contemporanee. Le
generalizzazioni non rendono comprensibile la cultura registrata. Infatti la cultura è pluralistica, opera
su sistemi estetici differenti, cultura popolare ed elevata sono socialmente costruite. Si è quindi pensato di
classificare le culture registrate in termini di condizioni ambientali, nelle quali sono create, prodotte
e diffuse, ossia quelle industrie culturali nazionali e quello degli ambienti urbani.
Cultura dei media e cultura urbana
Esistono quindi le culture dei media e le culture urbane.
La cultura dei media è prodotta con accordi tra piccole o grandi aziende e distribuite da grandi
società che controllano i mercati. A loro volta questa cultura dei media si divide in centrale (televisione,
grandi testate, film di Hollywood, periodici, che sono cioè consumati da pubblici vasti e indifferenziati), e in
periferica (libri, riviste, musica popolare, e quindi si differenzia in gusti specifici e differenziati).
Le culture dei media sono state favorite anche da tecnologie moderne, anche se dalla critica (scuola di
Francoforte) questi prodotti sono fatti coincide con la cultura popolare più che quella alta, un sorta di novità
solo apparente; ma Gendron dimostra che si sbagliavano perchè la musica con la tecnologia ha introdotto
innovazione che ha allargato enormemente la possibilità di variazioni. Ma per i costi della tecnologia, anche i
creatori sono limitati.
La cultura urbana è invece favorita da ambienti cittadini, è per un pubblico locale. I mondi culturali
urbani sono composti da: 3
Creatori di cultura e personale di supporto che li assiste in vari modi
• Convenzioni e concezioni condivise su come dovrebbero essere i prodotti culturali
• Gatekeepers che valutano i prodotti culturali
• Organizzazioni dalle quali passano i prodotti culturali
• Pubblici le cui caratteristiche possono determinare i tipi di prodotti culturali da mostrate e vendere in un
• particolare ambiente.
Questa influenza delle classificazioni di classe sociale ed è dominata da reti di creatori o da organizzazioni
commerciali o non profit, quindi si muovono lungo un asse innovativo/tradizionale o provocatorio/
convenzionale.
I Gatekeepers valutano i prodotti culturali, ma questi sono problematici per i creatori di network il cui lavoro è
basato su una definizione nuova o riveduta di ciò che che costituisce un’opera d’arte.
Per la maggior parte delle persone cultura alta è associata a oggetti culturali che hanno ricevuto consenso
nel passato, in genere nei secoli precedenti.
Cultura dei media, cultura urbana ed esclusione culturale
Le èlite che beneficiano del loro controllo su questi diversi tipi di cultura sono numerosi, queste controllano le
varie forme di cultura nazionale, e la produzione e diffusione di queste culture. Nelle culture urbane si
trovano anche diverse èlite che controllano diverse forme di cultura.
Conclusione
Le culture registrate sono più complesse del modello cultura alta e cultura popolare
La cultura alta è un fenomeno largamente prodotto e consumato nelle culture urbane, mentre la CP è diffusa
dalle industrie dei media nazionali, ma le culture urbane includono anche forme di cultura popolare per la
classe operaia che non rientrano nella cultura alta.
La cultura dei media sia di massa che periferici si sta sempre più differenziando: è diversa dal modello della
cultura popolare di massa classico.
Inoltre cultura dei media e culture urbane si influenzano e imitano a vicenda
Le culture urbane sono più legate alla classe sociale MA la loro funzione di mantenere i confini tra classi sta
perdendo forza – le loro istituzioni perdono potere mentre aumenta quello dell’industria dei media
.
STUART HALL
Appunti sulla decostruzione del termine “popolare”
Abbiamo alcune difficoltà ad utilizzare il termine “popolare”, come quelle relative al termine “cultura”.
I cambiamenti di equilibrio nelle relazioni tra forse sociali, si esplicitano spesso in conflitto rispetto le forme
culturali, alle tradizione, agli stili di vita delle classi popolari. La classe capitalistica voleva controllare la
classe popolare, perchè era uno dei luoghi di maggiore resistenza alle riforme del popolo. Per questo
spesso il termine popolare è stato accostato a questioni riguardanti gli stili di vita tradizionali, come prodotto
di un conservatorismo retrogrado.
Il popolo in ogni modo è spesso oggetto di riforma. Ma la cultura popolare non va ridotta in senso
assoluto alle tradizioni popolari di resistenza, poichè è la base dalla quale si effettuano le trasformazioni.
Lo studio della cultura popolare oscilla sempre tra costrizione e resistenza. Una resistenza alla riforma
imposta dall’alto, perchè si è vista la cultura popolare come conservatoria e tradizionale. Ma la
trasformazione c’è sempre, anche dove sono pratiche tradizionali, ci sono imprevisti e innovazioni.
Lo sviluppo della cultura popolare conosce delle fasi storiche: la grande trasformazione è avvenuta tra il
1880 e il 1920, epoca di profondi cambiamenti culturali, molte delle forme che ora riconosciamo come
cultura popolare nascono in quel periodo o assumono la loro forma moderna. Pensiamo alla stampa
popolare organizzata dal capitalismo per la classe operaia.
Il concetto di “popolare” può avere più significati, non tutti utili:
Uno è quello più comune, cioè sono definite popolari le cose che la massa della gente ascolta, compera,
• legge, consuma, e con cui sembra divertirsi. Una definizione commercial, spesso associata alla 4
manipolazione e allo svilimento.
Ma non si può parlare di una totale manipolazione, come dell’esatto opposto, infatti non esiste una vera
autonomia della cultura popolare, estranea dal dominio culturale. Ma non serve schierarsi da una delle due
parti, la gente comune infatti non è drogata culturalmente da non riconoscere le forme in cui le realtà della
classe lavoratrice sono organizzate e rappresentate. Inoltre oltre alle “manipolazioni” ci sono elementi di
riconoscimento, di identificazion