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Riassunto esame Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi, prof. Lo Giudice, libro consigliato Scritti di Filosofia ed Etica, Lo Giudice Pag. 1
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L’era moderna nasce con Cristo, il quale è stato il primo a incentrare il suo insegnamento sul concetto

di uomo portatore di dignità. Diversamente si fa un passo indietro e si ritorna dove i diritti

appartengono a chi ha in mano il potere politico-economico-religioso, mentre i doveri appartengono alla

stragrande maggioranza dell’umanità che non ha nulla oltre alle mani per lavorare e produrre.

È vero in assoluto che la libertà è violata, oltraggiata, ferita, soffocata; ma è altresì vero che la libertà si

riappropria delle coscienze e spinge alla ribellione. Vi sono terre dove i diritti e la dignità umana

vengono calpestati dall’arroganza di uomini che sono interessati al mantenimento del potere e dei

privilegi a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo.

I vecchi valori sono relativizzati, molti tramontati definitivamente. Con Dio morto tutto è possibile e

lecito. Il Dio cristiano ha dato alla coscienza europea una certa quiete e, non senza accenti di

incomprensibilità, ha dato a tutti una legge e ha aperto la sofferenza alla “buona novella”.

1. “Amo dunque sono”

“Penso dunque sono”, diceva Cartesio. “Sono, dunque penso”, ribadiva dopo più di tre secoli Nietzsche.

L’uno e l’altro non dimenticano che Platone e Cristo posero a fondamento dell’esistenza l’ “amore”:

“amo, dunque sono”. Nietzsche ha piena consapevolezza di quanto il centro dell’uomo sia occupato

dalla sfera pulsionale e ha coscienza di come questo centro abbia il suo epicentro in Eros, il dio figlio di

ricchezza (pòros) e di povertà (penìa).

Marion è un pensatore cattolico francese che scrisse “il fenomeno erotico”. Marion più che di corpo,

parla di carne, parla non solo di amore, ma di erotismo, parla di ciò che i letterati chiamano “amore

captativo”, “amore possessivo”. Il fenomeno erotico travalica i confini della pratica sessuale vera e

propria. La relazione con Dio è che può sperimentare ogni essere umano è una relazione erotica, anche

se non è sessuale, relazione erotica che si apre a scenari nuovi , all’interno di questi scenari un altro

spunto originale si coglie dei paragrafi 10 e 11 del Deus caritas est di Benedetto XVI.

2. Hai il diritto di morire

La prima decade del mese di luglio 2008 si è fatta portatrice di tre eventi rilevanti. Il primo è legato alla

legge “blocca-processi” o “slitta- processi”.

Il secondo è legato al suicidio di Valentina Cavalli. Aveva 29 anni ed prossima alla specializzazione in

psichiatria. Era stata violentata da un branco di balordi. Sei anni non sono stati sufficienti per

rimarginare la ferita, forse le ferite dell’anima non conoscono suture naturali o artificiali. Sarebbe

potuto accadere il giorno successivo alla violenza subita, invece sono passati sei lunghi anni dentro un

vissuto di morte da cui non è mai uscita.

Il terzo evento è legato alla prima sezione civile della Corte d’Appello di Milano, che accoglie il reclamo

proposto dal signor Beppino Englaro e l’istanza di autorizzazione a disporre l’interruzione del

trattamento di sostegno vitale artificiale della figlia Eluana. Nelle disposizioni finali i giudici stabiliscono

che i parenti più prossimi possano fare visita a Eluana fino agli ultimi momenti di vita. Stabiliscono,

inoltre, se il medico che dovrà interrompere il trattamento oppone obbiezione di coscienza, allora in

quel caso spetta all’ospedale trovare una soluzione, dunque un altro medico disponibile a eseguire

quanto sancito dalla corte d’Appello.

Carlo Maria Martini afferma che è necessario vivere con dignità e a un tempo morire con dignità. E

dentro la dignità è anche acconsentire alla volontà di morte di una persona gravemente ammalata e in

preda a dolori devastanti.

È di grandissima importanza distinguere tra eutanasia e astensione dall’accanimento terapeutico, la

prima si riferisce a un gesto che intende abbreviare la vita, causando positivamente la morte; la

seconda consiste nella rinuncia all’utilizzo di procedure mediche sproporzionate e senza ragionevole

speranza di esito positivo.

3. Etica della sessualità nella cultura araba.

Il Corano infonde il senso dei doveri verso i figli, ma non si stanca di esaltare il rispetto ai genitori.

L’autore sofferma l’attenzione su l’alta considerazione che il Corano riserva al buon trattamento delle

donne: mogli o schiave. La donna è stata tratta da una costola ed in una costola è la parte superiore

che è la più curva. Se voi vi sforzate di raddrizzarla, la romperete, e se voi la lasciate in pace essa

continua a restare curva. Siate dunque benevoli con le donne. “che nessuno di voi batta la moglie come

si tratta uno schiavo, quando alla fine del giorno coiterà con essa”. Il rispetto della donna riguarda

anche la figura della schiava. Il Corano non solo proibisce che si prostituisca, ma aggiunge che colui che

“avendo una schiava la educa, le dà una buona istruzione, l’affranca e la sposa, avrà una doppia

ricompensa”.

La prova del miele è il primo libro erotico scritto in arabo da una donna che ha nome Salwa al-Neimi,

poetessa e giornalista siriana. Delle poesie di Neimi nessuno se ne è accorto, mentre il libro è ormai un

punto di riferimento della cultura mondiale. L’autrice scava nel passato della sua gente e scopre che i

grandi autori classici ritenevano il sesso non peccato, anzi lo ritenevano proprio una prospettiva

etno-religiosa, una grazia di cui essere riconoscenti a Dio. Inoltre Neimi dice con saggezza “che ogni

donna è la somma di tutti gli uomini che sono entrati nella sua vita”.

4. Natale: il tempo di Dio che si fa tempo dell’uomo

NATALE: è tempo di festa, di doni e tavole imbandite, eppure il Natale evoca ben altro: la nascita di

Gesù, del Dio incarnato. La “carne di Dio” è suggellata da tale messaggio: di fronte a Dio tutti gli uomini

sono portatori di pari dignità. Questo significa principalmente: a) le diversità, su cui si è retta la storia

fino a Cristo, non hanno più ragione d’esistere; b) il tempo di Dio comincia col tempo dell’uomo.

Il Cristo in croce grida al Dio della religione, bisognoso di sangue per essere placato della sua ira contro

gli uomini. “Non sono stato Cristiano neanche per un’ora nella mia vita”, confessa Nietzsche, e con ciò

intende tracciare una linea di demarcazione tra il cristianesimo di Gesù e il cristianesimo dopo Gesù e,

senza dubbio alcuno, intende rifiutare quel cristianesimo dopo Gesù perché si è rivelato tutto l’opposto

del cristianesimo di Gesù. Ieri come oggi Cristo resta un terreno di confronti e di scontri, ma anche di

approcci attraverso forme blasfeme e adesioni appassionate fino al martirio. Dobbiamo ricordare che

Gesù è nato, ha predicato, ha agito facendosi il più povero tra i poveri, il più debole tra i deboli, ma che

ci ricorda altresì che la terra è di nessuno e che i suoi frutti invece sono di tutti.

5. Globalizzazione: cos’è e come difendersi

Bisogna attivarsi all’apertura di nuove frontiere seduttive, in modo tale da consumare più di quanto si

suol guadagnare. È questa la logica del capitale, del liberismo, della globalizzazione.

La globalizzazione, pertanto, nasce come massima espansione del liberismo: che in teoria aveva il

compito di aprire al “mercato globale”, dentro cui tutti gli individui della terra avrebbero potuto trarre

dei benefici. E invece questo non è accaduto, e non è accaduto perché i grandi capitali non erano

sorretti da alcuna etica altruistica ma da quell’etica protesa a considerare l’altro soltanto se giova

all’accrescimento del capitale.

6. Schopenhauer e Nietzsche nella lettura di Simmel

Simmel è tra i più originali e attendibili interpreti del pensiero di Nietzsche. Il risultato più significativo è

costituito dalla monografia di Schopenhauer e Nietzsche apparsa nel 1907. Il volume traccia le linee

portanti delle due filosofie offrendo con fermezza e rigore metodologico, le ragioni dell’assoluta

inconciliabilità del modo di pensare. Simmel argomenta al riguardo: “Schopenhauer conosce un solo

valore assoluto: non vivere – così pure Nietzsche ne conosce uno soltanto: vivere. Come per

Schopenhauer tutti i valori generalmente riconosciuti tali: bellezza e santificazione, scavo metafisico e

moralità, sono semplici mezzi che trovano compimento nella meta finale della negazione della vita, così

per Nietzsche questi e tutti gli altri beni e perfezioni sono un mezzo che serve all’affermazione e

all’incremento della vita”.

7. È tempo di realtà e di misura

La banalità accompagna passo passo il quotidiano. Ha la maschera della violenza. Il secolo andato si è

consumato all’interno della banalità del male. Fra tutti i secoli non è azzardato affermare che si sia fatto

carico dei livelli più alti di disumanizzazione: genocidio e totalitarismo. La violenza dell’uomo verso il

suo simile ha raggiunto livelli tali di crudeltà da richiedere nuove e apposite espressioni semantiche.

Successo, piacere, notorietà: non conta come si raggiungono, ma conta che si raggiungano senza

fatica, senza attesa. Visione questa che dal mondo imprenditoriale si è estesa a quello universitario,

visione che non esclude che uno studente universitario completi il suo curriculum e diventi ricercatore e

titolare d’insegnamento in meno di cinque anni. Il sapere viene e verrà prodotto per essere venduto, e

viene e verrà consumato per essere valorizzato in un nuovo tipo di produzione: in entrambi i casi per

essere scambiato. Bisogna riguardare con serietà il principio di non- contraddizione, perché bisogna

fare delle scelte, sforzarsi di prendere delle decisioni. Il consumatore non si lascia più andare ai

capricci, ma tende a spaccare il centesimo per garantirsi e garantire l’indispensabile all’interno dei

ricavati della sua forza-lavoro.

8. Approccio didattico alla convivenza legale

Nell’attuale organizzazione sociale, i valori, ritenuti fondamentali per la formazione del carattere

sembrano tramontati. È sotto lo sguardo di tutti, un eccesso di episodi di prevaricazione, di violenza,

ma anche di “colpevole indifferenza”. Tanti i fattori di rischio, si pensi ai videogiochi, inibitori dello

sviluppo della capacità di socializzazione, per non parlare del conseguente calo delle attività ludiche, e

poi non è possibile ignorare il livello di violenza pres

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Publisher
A.A. 2011-2012
5 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lirva91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Lo Giudice Santi.