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4. LA CONOSCENZA: STRUTTURA E PROCESSI.
La conoscenza riguarda tutte le informazioni possedute registrate nella
memoria permanente. Esse possono essere ingenue o implicite (costruite
sulla base della semplice osservazione quotidiana) o esperte o esplicite
(riferite ad ambiti molto specifici). La memoria va considerata come un
sistema vivo, flessibile, modulare, plastico, dinamico e si distinguono
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memoria di tipo episodico e di tipo semantico. La prima rimanda a
conoscenze organizzate a tema intorno ad esperienze biografiche o
autobiografiche; l’altra è un insieme di riferimenti astratti che non risentono
del vissuto. Conoscere non significa registrare meccanicamente le
informazioni esterne ma anche rielaborarle e interpretarle, partecipando
attivamente alla costruzione dei significati inerenti la propria realtà sociale e
culturale. Significa anche attribuire senso e significati a oggetti o fatti, grazie
alla propria capacità di richiamare conoscenze, ma anche processare le
informazioni che cogliamo. Le strutture più semplici in cui si organizza la
conoscenza sono i concetti e le categorie che permettono agli individui di
attribuire senso e significato agli stimoli percepiti. Sono le strutture primarie
che danno un ordine di base e forma all’insieme di dati e info. I concetti sono
entità astratte che denotano una categoria. Costituiscono le unità di
conoscenza, ma possono combinarsi per creare nuova conoscenza. La teoria
più recente sulla rappresentazione delle categorie è quella che deriva da
Wittgenstein e che sottolinea come i concetti siano definiti da prototipi. Per
Rosch un concetto può essere rappresentato da un esemplare reale o
ipotetico (prototipo della categoria) che massimizza la correlazione degli
attributi definienti (vegetale) o caratteristici (colore)(canarino e non struzzo
per la categoria uccello). I concetti possono avere differente grado di
inclusione. Quelli che si collocano al livello più elevato di inclusione
denominato sovra-ordinato, implicano concetti di base, i quali si collocano al
livello intermedio e concetti che appartengono ad un livello sotto-ordinato,
cioè sono implicati nel livello di base. La differenziazione permette al sistema
di operare economicamente: nelle categorie inferiori non è necessario
replicare le info condivise dagli esemplari della categoria di ordine superiore.
Differenti livelli delle categorie hanno diversa capacità di trasmettere
info(base cane è informativa, concetto sovra-ordinato cane molto meno).
Markman ha suggerito l’esistenza di 3 vincoli che guidano l’apprendimento
dei concetti: assunzione dell’oggetto come un tutto(cane per intero),
assunzione tassonomica(cane ad altri cani oltre il suo), assunzione di mutua
esclusione(conoscendo cane e vedendone uno con museruola, associa cane
e museruola). Esistono comunque delle strutture più complesse: schemi,
scripts e piani. Gli schemi si riferiscono ad un complesso di concetti
strutturato e cattura conoscenze generali su oggetti, eventi e comportamenti.
Si caratterizzano anche per il fatto di poter orientare l’esplorazione del mondo
e l’interpretazione degli eventi. Gli scripts sono dati dall’unione di più schemi
e sono copioni, sequenze stereotipate ed organizzate di azioni che si
compiono normalmente in determinate circostanze per un certo scopo. In
questo somigliano ad un’opera teatrale e aiutano a comprendere esperienze
nuove in base a quelle già vissute. I piani, invece, rimandano a “copioni” che
si allontanano dalle esperienze di vita quotidiana e quindi dagli scripts, e sono
strutture di conoscenza ampie, astratte e flessibili. Sono definiti come un
repertorio di informazioni generali che connettono eventi non
immediatamente correlabili. Grazie ai piani, riusciamo a recuperare
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conoscenze per noi poco consuete. Indicano che quando attribuiamo un
senso alle nostre azioni non possiamo fare a meno di pensare che siano
dirette al raggiungimento di uno scopo. Possono essere utili per la
regolazione del comportamento anche all’interno di un altro
comportamento(parcheggio e manovre del parcheggio). Si parla anche di
meta-piani per rendere la complessità delle situazioni, non rappresentabili in
piani e schemi. Coordinano a livello superiore, piani e schemi adeguati per
soddisfare le precondizioni per il raggiungimento dell’obiettivo. Per
accrescere la propria conoscenza gli individui possono costruire delle ipotesi,
a partire dalle info a disposizione e poi vedere se sono vere o false. Il
processo con cui ricorriamo alle informazioni contenute nella nostra memoria
viene definito “euristica dell’evocabilità”(fila sull’autostrada per più di 20 minuti
fa pensare a incidente grave). Con esso si generano delle ipotesi circa eventi
e situazioni probabili o simili a quella analizzata, ma non è detto siano vere.
Un problema complesso può essere scomposto in sotto problemi che
richiedono una soluzione individuale. La scomposizione è resa possibile
grazie ad un processo generale di strategia euristica di semplificazione,
indipendente dal contenuto del problema. I processi specifici sono dipendenti
dal contenuto del compito, richiedendo procedure pratiche atte ad acquisire
info per raggiungere i sotto scopi.
5. ORGANIZZAZIONE SOCIALE DELLA CONOSCENZA
L’uomo ha un pensiero logico ed uno narrativo che si integrano a vicenda. Il
primo serve a spiegare prevalentemente fenomeni del mondo fisico, il
secondo è una forma di organizzazione della conoscenza che interpreta gli
eventi, li memorizza e poi li ricorda sottoforma di storie. Il pensiero narrativo è
riconosciuto alla base dei processi mentali superiori tra cui la memoria e
l’intelligenza. E’ di tipo narrativo gran parte della conoscenza relativa alla
nostra esperienza di esseri umani. Il pensiero narrativo rappresenta una
forma organizzativa della conoscenza più complessa e articolata rispetto agli
script e ai piani. Tramite le storie cerchiamo di interpretare le azioni dei nostri
simili e di coglierne le intenzioni. Sulla base di processi di percezione e
memorizzazione dell’esperienza, siamo comunque in grado di organizzare i
nostri ricordi, dando loro ordine e senso, ricomponendoli in forma narrativa.
Le storie sono dei costrutti, risultato di un processo interpretativo in cui
esistono solo interpretazioni personali ed interpretazioni di interpretazioni.
L’approccio narrativo ha dimostrato l’importanza dell’auto-ricostruzione
narrativa dell’esperienza di vita come elemento determinante per
l’adattamento alla realtà dell’individuo: il terapista aiuta il soggetto a
riconoscere la possibilità di ripensare i modi patologici con cui sino ad ora ha
narrato a se stesso la propria vita, per ricostruirne la trama in modo più
adeguato. Secondo Bruner, le caratteristiche delle storie sono: Struttura
sequenziale, anche se non necessariamente vanno sempre da prima a dopo
(flashback); Riferimento ad avvenimenti particolari e concreti in cui c’è la
presenza di essere umani o comunque umanizzati(personaggi delle favole);
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Intenzionalità dei personaggi, che abbiano scopi da perseguire; Relativa
indipendenza dalla realtà o opacità referenziale (verosimiglianza), cioè per
riconoscere storia basta sia verosimile; Struttura pentadica (attore, scopo,
scena, strumento, azione), secondo prototipo, ma possono non essere tutti
presenti(quando lo sono più facili da comprendere, perché più adatte a
soddisfare i nostri bisogni di conoscenza); Componibilità ermeneutica (ogni
elemento della storia può essere interpretato solo all’interno del contesto,
cioè unione di sistema simbolico e funzionale del testo narrativo con
orizzonte culturale che origina la storia); Riconducibilità ad un genere. Il
processo di ricostruzione narrativa procede attraverso un meccanismo di
forte selezione e semplificazione dell’esperienza stessa, che Schank
definisce “meccanismo di condensazione”. Attraverso esso riduciamo
complessità e ricchezza dell’esperienza. Una volta che il processo di
condensazione narrativa ha avuto luogo, difficilmente si potranno riportare
alla memoria i frammenti dell’esperienza eliminati. Si applica anche a storie
con cui siamo entrati in contatto indirettamente tramite media. Di esso è
importante la ricorsività, per cui la condensazione si applica a contenuti
narrativi articolati a diversi livelli di complessità. Si definisce
“rappresentazione sociale” quella forma di conoscenza socialmente elaborata
e condivisa avente un fine pratico e concorrente alla costruzione di una realtà
comune ad un insieme sociale. Sul piano contenutistico 2 facce
interdipendenti: natura iconica + natura concettuale. Sono strutture socio-
cognitive che consentono agli individui di far corrispondere un concetto ad
un’immagine e viceversa (pensando all’infanzia, giocattoli + contenuti
semantici = rappresentazione sociale). E’ importante il ruolo del contesto
culturale di riferimento. Secondo Moscovici oggettivare corrisponde al
trasformare contenuti astratti in qualcosa di quasi concreto, riducendo la
complessità del reale in immagini e concetti concreti. Nella prima fase si
individuano i tratti salienti del fenomeno in oggetto, il suo nucleo figurativo.
Poi si passa alla figurativizzazione(bandiera rossa per comunismo). Sul piano
individuale il soggetto fa propria una certa rappresentazione sociale,
selezionandone alcuni elementi o enfatizzandone altri. L’ancoraggio è
ricondurre un frammento di conoscenza relativo ad un aspetto inconsueto
della realtà all’interno di un sistema simbolico cognitivo e valutativo
preesistente. Portare una cosa insolita all’interno di un sistema categoriale
noto(Aids come cancro, diffuso come peste del 2000). Scopo dell’ancoraggio
è quello di assicurare continuità agli universi consensuali, classificando e
denotando il nuovo. Dal punto di vista strutturale, le rappresentazioni sociali
possono essere immaginate come composte da un certo numero di elementi
interrelati e organizzati gerarchicamente attorno ad un nucleo centrale. Il
nucleo assicura compattezza e stabilità alle rappresentazioni sociali e ne
connota il senso. Fanno parte di esso le immagini e i concetti più significativi
di un certo fenomeno. Assume una funzione di mantenimento della
rappresentazione sociale, costituendone la parte più statica fortemente
condizionata dal continuum storico sociale, culturale ed ideologico. Se il
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nucleo contiene i significati maggiormente condivisi all’interno della società e
assicura la stabilità della rappresentazione sociale, il sistema perife