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CULTURA E PERSONALITA’: UN APPROCCIO CULTURALISTA ALLA SOCIALIZZAZIONE
Presentando e comparando tre società molto diverse Ruth Benedict concludeva così il suo studio: la maggior parte degli
individui si lasciano plasmare nella forma voluta dalla loro cultura perché sono, in partenza, straordinariamente
malleabili, e la forza plasmatrice della cultura in cui sono nati li trova docili. Benedict precisava peraltro che non tutti
gli individui si sentivano ugualmente a loro agio in ognuna di queste società e che soltanto coloro che lei chiamava
privilegiati e fortunati possedevano le potenzialità che coincidono più da vicino con il tipo di comportamento scelto
dalla loro società.
L’antropologia culturale si concentra sua una tesi comune: la personalità degli individui è il prodotto della cultura nella
Le istituzioni con le quali l’individuo entra in contatto nel corso della sua
quale sono nati. formazione producono in lui
un tipo di condizionamento che, alla lunga, finisce per creare un certo tipo di personalità.
L’istituzione è un insieme di schemi di condotta, di modelli di comportamento fissati per effetto della ripetizione di
un modellamento del comportamento umano. L’insieme di queste istituzioni costituisce la cultura di
azioni individuali,
una società che quindi è anche, secondo la celebre definizione di Linton, la configurazione generale dei comportamenti
appresi e dei loro risultati in cui elementi sono adottati e trasmessi dai membri di una società data.
Applicata al neonato e al bambino, l’istituzione è data, secondo Kardiner, dall’insieme di discipline di base che
forniscono i modelli di gestione del corpo del bambino stesso, cioè le risposte, estremamente variabili a seconda delle
cultura, alle questioni riguardanti:
L’allattamento e il nutrimento del bambino;
-
- Le circostanze e le modalità dello svezzamento;
- Il rapporto con la nudità, con i vestiti, con la fasciatura;
- Il rapporto con la pulizia, con gli escrementi;
- Gli atteggiamenti verso la masturbazione infantile.
questo insieme di discipline orali, anali e sessuali che Kardiner denomina istituzioni primarie e che l’antropologia
È fondamentali a partire dalle quali l’individuo incorpora
deve impegnarsi ad osservare per comprendere le esperienze
nella sua personalità la cultura del suo gruppo sociale.
alcun meccanismo universale di strutturazione dell’ego, ma osserva un’estrema
Kardiner non giunge a riconoscere
variabilità delle discipline di base che producono i caratteri comuni a tutti gli individui in una società.
L’IPOTESI DELLA PERSONALITA’ DI BASE
L’approccio dell’antropologia culturale consiste nel descrivere la formazione delle personalità individuali come una
progressiva incorporazione della cultura della loro società di appartenenza. Come scrive Linton, la cultura è
completamente esterna all’individuo al momento della nascita, ma nel corso del suo sviluppo diviene parte integrante
della sua personalità. Ciò che rende un aggregato di individui una società o un gruppo sociale non è soltanto la sua
organizzazione, ma anche il suo spirito di corpo, cioè la cultura-fatta-corpo nel duplice senso di interiorizzazione nel
corpo biologico di gesti, posture, atteggiamenti costitutivi della cultura del gruppo e di esteriorizzazione dei suoi modi
di essere insieme in un corpo di concrete regole di comportamento, che manifestano la comunanza di idee e di valori
così come la capacità di una azione unitaria e spontanea.
Kardiner ipotizza l’esistenza di quella che viene chiamata la struttura della personalità di base di un individuo, cioè gli
efficaci strumenti di adattamento comuni a tutti gli individui di una certa società e la configurazione psicologica propria
dei membri di una società data e che si manifesta attraverso un certo stile di vita, sul quale gli individui costruiscono le
loro singolari varianti.
Kardiner si preoccupa di distinguere la sua nozione di personalità di base da quella di carattere, inteso come insieme di
atteggiamenti dell’ego, abituali e derivanti dallo status sociale, dal sesso, ecc.
Per non fare confusione, occorre distinguere l’Ego astratto, personalità di base, ricostruito dallo studioso a partire dalla
configurazione delle istituzioni primarie, dagli ego concreti, caratteri individuali, che costituiscono dei modi peculiari e
unici di vivere le stesse istituzioni e di applicare gli stessi modelli.
Per lo studioso in ogni società esiste una struttura della personalità di base degli individui che garantisce la coerenza fra
tutti i modelli di comportamento come un nucleo centrale che assicura l’unità delle istituzioni primarie, formando
un’unità culturale che può essere ricostruita per mezzo di quei tratti che formano un sistema.
LA SOCIALIZZAZIONE NELL’APPROCCIO CULTURALISTA
La socializzazione è considerata come il processo che determina la formazione e l’equilibrio della personalità. Linton
cerca di definire delle categorie applicabili alle società moderne, che consentano di ipotizzare una struttura unica per
tutte le personalità che condividono la medesima cultura. Le società moderne sarebbero, secondo l’autore, somme delle
subculture più elementi ulteriori che sono il risultato delle interazioni di queste.
L’autore distingue quindi quattro categorie di tratti culturali che intervengono nel modellare le personalità individuali:
- I tratti universali che sono comuni a tutti i membri;
- I tratti specifici che sono condivisi dai membri di alcune categoria socialmente riconosciute, con lo stesso
status sociale;
- I tratti alternativi che rappresentano reazioni diverse ad una stessa situazione;
- Le caratteristiche individuali che riguardano le scelte personali e sono fondamentali per i processi di
innovazione culturale.
Linton, come Kardiner, crede nella possibilità di ricostruire culture comuni a tutti i membri di una stessa società. La
convinzione di base è che esistano delle esperienze subculturali di base che si presentano dappertutto, anche se con
frequenza variabile, in tutte le società. Queste esperienze di base rimandano a elementi psicologici profondamente
radicati che ci restano nascosti. Esse si riallacciano alla necessità primordiale, per l’individuo, di un’appartenenza
sociale stabile. La socializzazione del bambino viene quindi analizzata come un processo di incorporazione progressiva
dei tratti generali caratteristici della cultura del suo gruppo di origine, quello che si presume definisca la sua
appartenenza sociale di base.
LA TEORIA DELL’AZIONE SECONDO PARSONS
Il punto di partenza della teoria di Parsons è l’analisi dell’azione umana attraverso la suddivisione di un atto elementare
in quattro elementi: l’azione presuppone un attore, una situazione da lui parzialmente controllata, una combinazione di
sottoposti alla scelta dell’attore per mezzo di criteri normativi. L’insieme dei mezzi e dei fini è chiamato
fini e di mezzi
oggetto da Parsons: questo termine gli consente di definire l’azione umana come una relazione oggettuale, cioè un
comportamento orientato allo scopo e dotato di significato per l’attore.
Parsons concettualizza l’agire umano attraverso le seguenti quattro proposizioni:
dell’attore;
- È orientato a dei fini che implicano delle aspettative da parte
- Ha inizio in situazioni strutturate dalle risorse;
che orientano le relazioni dell’attore con i mezzi;
- È regolato da norme consumo di energia per la relazione dell’attore con lo scopo perseguito.
- Implica una motivazione, un
una teoria generale che integri tutti gli elementi dell’azione umana e che spieghi le sue
Parsons vuole costruire
regolarità e variazioni. Partendo dall’atto individuale, identifica l’interazione, considerata l’atto individuale
fondamentale, possibile solo se una norma comune si impone simultaneamente ai due attori, che può derivare solo da
sottesi alle norme che orientano gli attori. L’agire
una cultura condivisa, che implica cioè un sistema di valori
individuale persegue dei fini, che richiedono, per essere perseguiti, delle motivazioni che rinviano a bisogni
dell’organismo.
Successivamente Parsons giunge a scomporre il sistema dell’azione in quattro sottosistemi funzionali collegati tra loro:
definito dai suoi bisogni e fornisce l’energia per l’azione;
- Il sottosistema biologico
definito dalle sue motivazioni che spiegano i fini dell’azione;
- Il sottosistema psichico
impone delle norme all’azione;
- Il sottosistema sociale mette in gioco valori e procura l’informazione necessaria all’azione.
- Il sottosistema culturale
L’azione viene quindi definita da Parsons come struttura di interdipendenza fondata sulla progressiva stratificazione dei
meccanismi di controllo dell’azione. I quattro sottosistemi integrati e interagenti costruiscono il sistema dell’azione.
Ciascuno di essi possiede specifici meccanismi di controllo e regolazione che agiscono secondo una gerarchia
cibernetica: la cultura controlla il sistema sociale, che controlla la personalità che controlla l’organismo.
LA SOCIALIZZAZIONE: IL SISTEMA AGIL
Il sistema sociale è costituito sulla base di quattro imperativi funzionali definiti nel modo seguente:
- L come latence, è la funzione di stabilità normativa e significa che il sistema sociale deve assicurare il
mantenimento e la stabilità dei valori e delle norme e fare in modo che queste ultime siano conosciute ed
interiorizzate dagli attori;
- I come integration è la funzione di integrazione e significa che il sistema sociale deve assicurare il
coordinamento necessario tra gli attori, membri di un sistema;
- G come goal-attainment è la funzione di conseguimento dello scopo e significa che il sistema sociale deve
consentire la definizione e la realizzazione degli obiettivi dell’azione; l’adeguamento dei
- A come adaption, è la funzione di adattamento e significa che il sistema deve assicurare
mezzi ai fini perseguiti e quindi un adattamento efficace all’ambiente esterno.
A questi quattro imperativi funzionali corrispondono i quattro sottoinsiemi dell’azione:
La stabilità normativa assicura l’articolazione del sistema sociale
- nel sistema culturale, garantendo la
connessione tra i valori culturali e le norme che regolano l’azione;
L’integrazione assicura la coesione interna del sistema sociale garantendo l’efficacia collettiva delle norme
- stesse; l’articolazione del sistema sociale nel sistema delle personalità
- Il conseguimento dello scop