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Linton: (insieme anche a Kardiner fa parte dell’Antropologia culturale) per lui la

socializzazione è l’incorporazione dentro di sé degli aspetti caratteristici della propria

cultura (infatti per lui la cultura è completamente esterna all’individuo al momento

della nscita,ma nel corso dello sviluppo diventa parte integrante della sua personalità)

quindi gesti,atteggiamenti,ecc. Kardiner in particolare sostiene che in ogni cultura

esiste una struttura della personalità di base (ego).

Linton individua quattro categorie di tratti culturali che intervengono nel processo di

socializzazione:

-tratti universali (che sono comuni a tutti i membri es.il linguaggio,i valori di base, le

abitudini comuni)

-tratti specifici (che sono specifici di alcune categorie)

-tratti alternativi (cioè reazioni diverse a una stessa situazione)

-caratteristiche individuali

Parsons: (struttural-funzionalismo) egli elabora la sua teoria sulla socializzazione

facendo riferimento agli stadi di sviluppo elaborati da Freud. Per lui la

socializzazione quindi avviene secondo delle fasi (schema AGIL):

Fase orale: la madre è il primo agente della socializzazione in quanto il

- bambino si identifica con lei ed è dal suo atteggiamento che il bambino inizia

ad effettuare una generalizzazione su nuovi oggetti. In questo momento poi il

bambino effettua il primo riconoscimento di norme e valori,che delimitano il

suo campo d’azione,in quanto la madre,il padre o altre persone accanto a lui

attraverso il loro atteggiamento gli comunicano ciò che è permesso e ciò che

non lo è (sanzioni) / L: stabilità normativa

Fase anale: qui avviene la prima differenziazione del bambino piccolo di sé

- come oggetto rispetto alla madre (con la quale non è più in un rapporto di

fusione) grazie alle frustrazioni derivate dai divieti precedenti

Fase edipica: qui il bambino si rende conto che deve condividere la madre con

- questo intimo estraneo che è il padre e quindi va ad ampliare il suo universo

sociale, si socializza alla famiglia,effettua un’interiorizzazione della collettività

familiare. Inoltre egli acquista anche consapevolezza della sua identità

sessuale,perché effettua una differenziazione dell’universo sociale secondo il

sesso / I : integrazione dei vari elementi sociali

Fase di latenza: qui si consolida nel bambino l’universo sociale familiare,così

- che può ampliarsi alla sfera sociale dei pari e a quella della scuola. Il bambino

apprende che oltre ai ruoli familiari ce ne sono altri (alunno,amico,ecc) che

prevedono regole generali e condivise e impara quindi a rispettarle. Per

svolgere questi ruoli ci vuole collaborazione fra tutti e condivisione delle stesse

norme/ G: conseguimento degli scopi

Adolescenza/maturità: il bambino adesso va ad includere nel suo sistema nuovi

- campi d’interazione (professione, matrimonio,ecc) apprendendo nuovi ruoli e

nuove regole. Egli ora deve adattare le proprie motivazioni (ora riconosciute

come legittime) alle regole / A: adattamento

Per Parsons la socializzazione è l’acquisizione degli orientamenti richiesti per il

funzionamento soddisfacente di un ruolo (cioè delle aspettative collegate al ruolo da

svolgere e delle norme e valori apprezzati in una certa società) attraverso

l’identificazione del bambino nei propri simili. L’individuo così socializzato andrà a

riprodurre queste norme e valori ad altri diventando così egli stesso un agente di

socializzazione. La società quindi esiste solo grazie al fatto che l’individuo riesce ad

interiorizzare nella sua personalità queste norme e valori. Coloro che non hanno

interiorizzato norme e valori della propria cultura entrano in una traiettoria di

devianza e devono lottare per farsi riconoscere da un gruppo diverso da quello della

propria famiglia di origine oppure per ridefinire i valori e le norme del gruppo nel

quale vogliono integrarsi.

Inoltre per Parsons la socializzazione non termina nella fse dell’infanzia ma è un

processo che prosegue per tutta la vita. Egli distingue fra due tipi di socializzazione:

-socializzazione “primaria”: in cui il bambino interiorizza i valori e le norme

principali della società/identificazione

-socializzazione “secondaria”: in cui il bambino interiorizza i requisiti fondamentali

per lo svolgimento di un ruolo nella società/imitazione

Le due agenzie fondamentali di socializzazione sono per P.:

-la famiglia (che si occupa della socializzazione primaria)

-la scuola (che si pone fra la famiglia e il mondo del lavoro e ha il compito di

verificare e integrare quanto appreso in famiglia con ciò che richiede la società)

Bourdieu: egli introduce il concetto di “habitus” inteso come l’orientamento della

propria linea familiare,un certo modo di pensare,di sentire e di agire del proprio

gruppo di origine,un certo stile di vita e identifica quindi una certa posizione. Quindi

l’habitus differenzia tra loro i gruppi. Esso può dipendere da fattori oggettivi (es. si è

figli di un operaio e nostro padre è convinto che non sia possibile uscire dalla

condizione operaia, e la condizione oggettiva è quella) o da fattori soggettivi (es. si è

comunque figli di un operaio ma nostro padre è orientato all’ascesa sociale,cioè è

convinto che può migliorare la propria situazione). Per Bourdieu la socializzazione è

quindi l’incorporazione,l’interiorizzazione del proprio habitus.

Comunque per lui l’individuo tenderà sempre a riprodurre e portare avanti il proprio

habitus (una sorta di tendenza del gruppo a preservare il suo essere) e sarà capace di

inventare anche nuovi mezzi in presenza di situazioni nuove pur di assolvere alla sua

funzione (l’individuo per B. s’illude di scegliere ma non fa in realtà che applicare

l’habitus che l’ha modellato).

Tutti gli autori fin qui trattati si basano sull’idea che la socializzazione sia un

condizionamento inconscio. Nella seconda parte del libro viene però messo in

discussione questo assunto,andando a considerare la socializzazione come un

processo attivo di costruzione della realtà

Mead: per M. la socializzazione è il processo attraverso il quale si costruisce

l’identità sociale. Questo processo è per lui possibile attraverso la comunicazione:

egli però intende linguaggio nel senso di gesti fra due individui. Il gesto infatti è alla

base di ogni processo sociale in quanto esso possiedono un significato che entrambi i

soggetti (di una medesima società o gruppo sociale) conoscono e perciò nel momento

in cui uno dei due fa un gesto all’altro suscita implicitamente nell’individuo che lo

compie la stessa risposta che suscita esplicitamente nell’individuo a cui il gesto era

indirizzato.

Per Mead la prima tappa fondamentale della socializzazione è costituita

dall’assunzione da parte del bambino dei ruoli interpretati dalle persone a lui

prossime (quelli che egli chiama “i suoi altri significativi”), ma non lo fa imitando

passivamente ad esempio la propria madre o il proprio padre ma ricreando per mezzo

di gesti organizzati il ruolo della propria madre.

La seconda tappa della socializzazione avviene nel momento in cui il bambino passa

dal gioco spontaneo (che è individuale) al gioco organizzato in cui deve capire che ci

sono delle regole e che l’altro non è più una singola persona con caratteristiche

specifiche ma che è l’altro in quanto società (quello che Mead definisce “l’altro

generalizzato”).

Nell’ultima tappa della socializzazione il bambino viene riconosciuto come membro

di un gruppo,degli altri generalizzati. E’ qui che avviene lo sdoppiamento tra il me e

l’io e il processo di socializzazione si conclude con l’unione di queste due facce del

sé.

Berger e Luckmann: essi riprendono ed estendono le analisi di Mead e introducono

una distinzione fra socializzazione primaria e socializzazione secondaria. Nella

socializzazione “primaria” i due autori introducono nello schema proposto da Mead il

fatto che in questa fase il bambino acquisisce un sapere di base, nella socializzazione

secondaria invece l’individuo acquisisce dei saperi specializzati che sono i saperi

professionali (definiti e costruiti in riferimento a un ambito specializzato). L’aspetto

importante per questi due autori è il fatto che la socializzazione secondaria può

generare,determinare una frattura con la socializzazione primaria, questo può

avvenire ad esempio nel caso delle conversioni religiose o anche per un

indottrinamento politico (nel caso di fratture forti si assiste a vere e proprie

ristrutturazioni, ossia a trasformazioni totali dell’identità, un individuo che ne diventa

un altro). Per questi autori quindi la socializzazione non è un processo che porta a un

individuo stabile e immutabile (cosa sostenuta invece da moltissimi altri autori

indicati fin qui).

Personalità e identità

Strettamente connesso al tema della socializzazione è quello di personalità e identità.

Gli studiosi per quanto riguarda la personalità ne distinguono due tipi:

Personalità “fondamentale” (o di base) : che è quella (definita così da Parsons)

- che si forma nell’infanzia e che poi rimane stabile e immutabile per l’arco della

vita e che si forma dall’interiorizzazione degli orientamenti di valore dati da

coloro che socializzano il bambino

Personalità “modale” : che è quella che è generale e diffusa e che deriva

- dall’interiorizzazione degli orientamenti valoriali dati dalla società alla quale si

appartiene (tipo di personalità socialmente accettato) (è quella che si incontra

con maggiore frequenza in un dato sistema sociale). E’ una personalità quindi

che è determinata dalla configurazione sociale. Anche se nella società moderna

più che di una personalità modale si dovrebbe parlare di una pluralità di

personalità modali determinate da una società pluralistica.

La personalità rimanda al tema dell’identità (infatti personalità e identità non sono

sinonimi) intesa come formazione del Sé. Le caratteristiche fondamentali dell’identità

sono: la relazionalità in quanto si forma proprio da un processo sociale, la

permanenza nel tempo (cioè la capacità di rimanere stabile anche nei processi di

cambiamento),la riflessività cioè la capacità del soggetto di riconoscersi e di pensarsi

in

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Publisher
A.A. 2014-2015
9 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maxedeb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Giardiello Mauro.