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3) GESTIONE DELLA SOLUZIONE NUTRITIVA:
- Ciclo aperto
- Ciclo chiuso (Floating, NFT): il floating è statico perché l’acqua rimane ferma e
questo ha grossi problemi, non c’è riciclo dell’aria e l’ossigeno può scendere
sotto la soglia di 6 mg/L con imbrunimento del sistema radicale, l’NFT è
dinamico perché la soluzione viene sempre ricircolata, qui non abbiamo mai
carenza di ossigeno perché ogni volta che la soluzione viene ricircolata viene
risomministrato l’ossigeno mancante.
I dati che devono essere sempre misurati in idroponica sono 3: pH, EC, e l’Ossigeno
disciolto. L’EC (conducibilità elettrica) dipende dalla coltura, il
minimo deve essere da 1,2 a max 2,7; il pH deve essere tra 5,6 e 6,2. L’ossigeno mai
Classici sacchi di perlite, coltura di 2
pomodoro. La densità è di 3-4 pt/m .
Col taglierino si fanno dei buchi
laterali e non sotto. Il drenaggio
deve far si che l’acqua esca dalle
aperture laterali.
Classificazione substrato: mezzo
solido
Classificazione irrigazione: a pioggia
Classificazione gestione: a ciclo
aperto
sotto i 6mg/L. Coltura di zucchino con sistema a
ciclo chiuso, in questo caso però
la serra non è ideale (serra tunnel)
con cisterne interrate.
Irrigazione: a goccia
Substrato: solido
Gestione: ciclo chiuso
L’acqua, una volta scesa viene
recuperata e riportata grazie ad
un sistema di manichette al punto
iniziale e riutilizzata. Un minimo di
acqua viene persa solo per
evapotraspirazione.
Vantaggi Svantaggi
Ciclo Aperto Gestione più semplice Spreco di Acqua
Minori costi Spreco di Nutrienti
Minori rischi fitopatologici Impatto Ambientale
Maggiore affidabilità Vincoli legislativi (?)
Ciclo Chiuso Risparmio di Acqua Gestione più difficile
Risparmio di Nutrienti (dobbiamo aggiustare la
Minor impatto ambientale soluzione nutritiva,
soprattutto il pH che tende
ad aumentare)
Maggiori costi
Maggior rischi
fitopatologici
Minore Affidabilità
Qualità Degli Ortaggi Allevati In Fuori Suolo
Nel fuorisuolo normalmente possiamo modificare tramite la soluzione nutritiva diversi
fattori che possono influenzare la qualità della produzione. I fattori che possono
influenzare la qualità della produzione sono:
Genotipo
Clima
Pratiche colturali
Stadio di maturazione
Trattamenti post-raccolta
Con le colture fuorisuolo quindi si ha un miglior controllo quali-quantitativo del
processo di alimentazione idrica e minerale della pianta. Ad esempio con la
composizione della soluzione nutritiva: aumentando la concentrazione di K nella
soluzione da 10 a 800 mg/L si osserva una riduzione dei disordini della maturazione e
un aumento delle asportazioni e contenuti del K nelle bacche ma anche del licopene.
L’esclusiva o prevalente disponibilità di N sotto forma nitrica piuttosto che
ammoniacale favorisce l’accumulo di nitrati negli ortaggi da foglia. Eliminando i nitrati
nella soluzione poco prima della raccolta si riduce il contenuto di nitrati negli ortaggi
da foglia. Per gli ortaggi da foglia interrompendo la somministrazione di nitrati 5 giorni
prima della raccolta si avrà una riduzione del 20-30% di nitrati all’interno degli ortaggi,
impossibile farla con coltura su suolo.
L’apporto di alcuni elementi (es. silicio) nella soluzione migliora la struttura delle pareti
cellulari e rende i tessuti della pianta più resistenti agli attacchi fungini.
Oltre al pH, l’EC e l’ossigeno, c’è un altro fattore molto importante da tenere sempre
sotto controllo, ovvero il rapporto Anioni/Cationi deve essere sempre = 1. Gli anioni
utilizzati sono: Nitrati. Fosfato. Solfato. Cloro. I cationi utilizzati sono: Potassio.
Magnesio. Calcio. Ammonio (1/10 di quello nitrico). Sodio. Rapporto ammoniacale-
nitrico è al 50% : 50%
Conducibilità Elettrica Della Soluzione
L’aumento della conducibilità elettrica della soluzione aumenta la sostanza secca, i
solidi solubili (glucosio, fruttosio), gli zuccheri riduttori, l’acidità titolabile, i composti
volatili, i carotenoidi, la vitamina C e la sapidità del prodotto. L’aumento della
conducibilità elettrica riduce la percentuale di bacche spaccate nel pomodoro ma
aumenta l’incidenza del marciume apicale e riduce la conservabilità del prodotto.
I nitrati non sono un
problema, ma sono i batteri
a livello dell’intestino che lo
trasformano in nitriti e
nitrosammine con
particolari effetti sulla
salute umana.
La fonte dei nitrati nella dieta umana deriva dagli ortaggi e dall’acqua; ma anche dalla
carne rossa e dai formaggi.
Assunzione giornaliera accettabile di NO3:
AGA = 3,65 mg di NO3/kg di peso corporeo/giorno
AGA di un persona di 60 kg = 219 mg/giorno
Substrato Di Coltivazione
A differenza del vivaismo, qui il substrato non ha un importanza cruciale, qui più il
substrato è inerte, è più semplice il controllo della soluzione nutritiva e più il substrato
è organico più complica il calcolo della soluzione nutritiva. Se non vogliamo avere
problemi dobbiamo utilizzare: acqua pura (osmosi inversa) e substrato inerte così il
calcolo della soluzione nutritiva diventa molto facile. Alla fine, nell’idroponica il
substrato ha la sola funzione di supporto.
Caratteristiche Del Substrato
- Costituzione
- Struttura
- Capacità di ritenzione idrica
- Capacità di scambio cationico (non è importante, deve essere bassissima
perché è tutto automatizzato. Nel Marocco poiché la tecnologia non è ancora
avanzata preferiscono usare substrati con capacità di scambio cationico alto
perché se qualche giorno salta la corrente o manca qualche operaio tutto il
sistema non salta)
- pH
- Contenuto di elementi nutritivi e conducibilità elettrica (pari a 0)
- Sanità
- Facilità di reperimento (pomice) e costanza delle caratteristiche chimico-fisiche
- Durata nel tempo
- Possibilità di riciclaggio
- Volume minimo per pianta
- Costo per unità di superficie coltivata
Costituzione: adatta a garantire l’ancoraggio dell’apparato radicale e a sostenere le
piante (massa volumica apparente ottimale compresa tra 150-500 kg/m2).
Struttura: elevata porosità rispetto al suolo (volume lacunare ottimale del 75% (30-
35% fase gassosa o porosità libera,40-60% fase liquida) a cui corrisponde un grado di
restringimento <30% del volume; per le colture in piccoli contenitori la porosità totale
deve essere pari all’85% del volume.
Capacità di ritenzione idrica: la capacità di ritenzione idrica del suolo è
completamente diversa dal fuorisuolo. Il suolo normalmente ha un elevata capacità di
ritenzione idrica mentre nel fuorisuolo è molto più bassa perché si utilizzano
normalmente substrati più granulari che fibrosi. Anche i tensiometri, utilizzati per
misurare la forza di suzione che hanno le piante per estrarre l’acqua nel caso dal
suolo, hanno un range di valori molto elevato che va da 0 a 100 KPa. Invece quelli che
vengono utilizzati nel fuorisuolo hanno un range molto più piccolo, da 0 a 15 KPa,
perché la ritenzione idrica è molto più bassa e molto sensibile. Nel suolo
quando si arriva a 30 KPa bisogna irrigare in tutti i tipi di suolo, mentre nel fuorisuolo,
poiché il sistema radicale è poco sviluppato, la pianta è in condizioni ottimali e non ha
neanche la forza di prendere acqua e i nutrienti perciò il tensiometro ogni volta che
sale a valori di 5, massimo 10 KPa viene data acqua per ripristinare la capacità idrica
di campo (CIC). La capacità idrica di campo quindi è tale da assicurare livelli di umidità
del substrato costanti e ottimali per le colture; non deve essere eccessiva per non
determinare problemi di asfissia radicale e di raffreddamento del mezzo di coltura. La
capacità di ritenzione idrica influenza il potere isolante di un substrato. La capacità di
ritenzione idrica in contenitore corrisponde alla quantità di acqua che permane in un
substrato precedentemente saturato dopo lo sgocciolamento e che è trattenuta ad un
pH pari al logaritmo decimale della metà dell’altezza in cm della colonna di substrato
(es. per un’altezza pari a 20 cm corrisponde all’acqua trattenuta a pF =1).
L’acqua disponibile per una pianta è pari alla differenza tra la quantità di acqua alla
capacità di ritenzione idrica e quella trattenuta a pF 2; questa dovrebbe essere pari al
30-40% del volume apparente e costituita per il 25-30% da acqua facilmente
disponibile (pF =1,7) e 5-10% da acqua di riserva (1,7<pF<2). [pF
logaritmo decimale di una colonna d’acqua necessaria per compensare la forza
necessaria ad aspirare l’acqua trattenuta dal substrato (= log Ψ )].
10 t
Capacità di scambio cationico: tale proprietà è strettamente legata al potere
tampone del substrato. In genere si preferiscono substrati con capacità di
scambio cationico possibilmente nulla in modo da poter gestire la fertirrigazione in
modo ottimale senza il rischio di aumentare la salinità del substrato; tuttavia quando
l’uso della fertirrigazione è limitato si preferisce avere una certa capacità di scambio
cationico.
pH: deve essere adatto alle esigenze della coltura; i substrati con pH acidi sono più
adatti alle colture in contenitore in quanto di più facile correzione e più idonei per una
vasta gamma di specie; inoltre durante il ciclo colturale in genere il pH tende ad
aumentare. Nel caso dei substrati inerti il pH del substrato ha un’importanza relativa
in quanto risulta determinante l’influenza del pH della soluzione nutritiva.
Contenuto in elementi nutritivi: deve essere noto ed equilibrato (es. N:P:K i
rapporto 1:1:1 per terricciati organici) con valori di CE modesti; in molti casi si
preferisce un substrato povero o chimicamente inerte in modo da poter facilmente
aggiungere alla soluzione nutritiva gli elementi in rapporto alle esigenze specifiche e
allo stadio di sviluppo della coltura.
Sanità: il substrato deve essere privo di agenti patogeni, sostanze potenzialmente
fitotossiche e semi di erbe infestanti.
Volume minimo per pianta: varia in relazione al clima e alla specie; in genere deve
essere tale da garantire un minimo di riserva idrica di 2 L/pianta (minimo) 7-8
L/pianta per evitare tutti i tipi di stress idrici.
La maggior parte dei substrati sono granulari e di solito la differenza pF1 e pF2 è molto
ba